mercoledì 28 novembre 2018

Forza e coraggio!



Vi capita mai di essere così oppressi dai problemi, da sentirvi senza forza e impotenti? Forse, tutto a un tratto, vi siete ritrovati senza un lavoro, avete perso la "sicurezza economica", o soffrite di un disturbo o di una malattia cronica che non vi dà tregua. Vi sentite indegni, inadeguati, magari soli e abbandonati, state così male che una parte di voi vorrebbe farla finita. Se siete in una situazione del genere, è più che normale scoraggiarsi. Ma ricordate che ora non siete più soli! Il vostro Creatore, l' "Iddio di ogni conforto", vi ama e desidera con tutto il cuore aiutarvi a ritrovare la felicità (2 Corinti 1:3,4). Egli è come un raggio di sole che ilumina il viso in una giornata nuvolosa, come il calore che emana da un camino mentre fuori piove e fa freddo. Non siete attratti dal Suo amore?

Esaminiamo insieme due esempi riportati nella Bibbia di persone come noi che dovettero affrontare grossi problemi, ma furono "confortati" da Dio. Il loro atteggiamento può aiutarci a far fronte anche alle nostre difficoltà. Prendete Giobbe. Non era ebreo, ma "il più grande di tutti gli Orientali", indigeni delle tribù arabe situate a oriente della Palestina. Si comportava bene agli occhi di Dio (Giobbe 1:1-3). Direte, facile, non gli mancava niente! Aspettate. È vero che era ricco, ma non adorava Dio solo quando le cose andavano bene. Pensate che nel giro di pochissimo tempo perse tutto ciò che aveva, i figli morirono, la moglie gli si rivoltò contro, e, come se non bastasse, gli venne una brutta malattia che lo faceva soffrire maledettamente, tanto che desiderava morire (Giobbe 1:13-19;2:7-9;17:13-16). Giobbe non lo sapeva, ma quei problemi gli erano stati causati direttamente dal nemico della vita, Satana il Diavolo, il quale sosteneva che Giobbe si comportasse bene solo perché Dio gli aveva dato tutto, non perché Lo amasse. Dio permise all' "accusatore" di provare le sue "accuse", privando Giobbe perfino della salute (Giobbe 1:6-12;2:2:1-7). 

Perciò, se soffrite, non saltate subito alla conclusione che ve lo siete meritato, che Dio sia il responsabile, o (peggio) che non esista affatto. Il più delle volte la causa dei nostri problemi, direttamente o indirettamente, può essere ricondotta al diavolo, che è la personificazione del Male. Fu lui che spinse i primi esseri umani a ribellarsi a Dio, che avrebbe voluto darci, fin da subito, un bellissimo "paradiso" in cui vivere. Invece, per colpa del diavolo, il "peccato" e la morte sono stati trasmessi a tutti i discendenti (Genesi 3:1-6; Romani 5:12). Per di più, proprio come nel caso di Giobbe, Satana potrebbe sostenere che crediamo in Dio solo finché le cose ci vanno bene. Dio può permettere che noi soffriamo per rispondere alle sue "accuse" (Apocalisse 12:10; Proverbi 27:11).

Come si comportò Giobbe quando fu sommerso dai problemi? Perse un po' l'equilibrio, si vantò della sua innocenza e arrivò a pensare che quelli che si comportavano male se la passassero meglio (Giobbe 21; 31; 33). Ma non abbandonò mai Dio e col tempo capì di essersi sopravvalutato  (Giobbe 27:1-5;42:1-6). Alla fine Dio ristabilì Giobbe dalla sua malattia, lo benedisse anche materialmente e gli diede una famiglia numerosa e felice (Giobbe 42:12-17). Giobbe aveva fornito una "risposta" convincente all' "accusatore", dimostrando di continuare ad amare Dio anche nei problemi. 

Prendete ora il caso di una donna che aveva una bella famiglia, composta da un marito e due figli. I problemi cominciarono quando, a causa di una carestia, dovettero lasciare il paese e trasferirsi altrove. Poi rimase vedova, e in seguito anche i suoi figli, che nel frattempo si erano sposati, morirono, lasciandola sola con le nuore. Immaginate come si dovette sentire (Rut 1:1-5). La donna si chiamava Naomi, ebrea di nascita, ma disse che avrebbe cambiato il nome in "Mara" perché era piena di "amarezza" (Rut 1:20). Le nuore, Orpa e Rut, non erano ebree, ma, sposandosi con i suoi figli, evidentemente incominciarono ad adorare l' "Iddio d'Israele". 

L' anziana suocera voleva trascorrere la vecchiaia nel paese di origine e le invitò a tornarsene dai propri parenti, dove si sarebbero potute risposare. Mettetevi ora nei panni di queste ragazze. Si erano affezionate a Naomi e non volevano abbandonarla. Ma alla fine, dopo un po' di insistenza da parte di Naomi, "Orpa baciò la suocera", e 'se ne tornò al suo popolo e ai suoi dèi', "ma Rut non si staccò da lei". "Non pregarmi di lasciarti", disse a Naomi. "Perché dove andrai tu, andrò anch'io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio" (Rut 1:6-16). Che dimostrazione di affetto, non solo per l'anziana suocera, ma anche per l' "Iddio d'Israele"! Rut fu disposta a lasciare la sua famiglia di origine e la sua nazione, con tutte le usanze e le comodità, per trasferirsi in un paese straniero, senza sapere a cosa sarebbe andata incontro. Voi lo avreste fatto? Lo aveva fatto Naomi, anni prima, quando si era trasferita dal proprio paese e, nonostante i problemi, Dio l'aveva benedetta con una nuora così affezionata! 

Anche Rut confidò in Dio e seguì senza riserve la suocera. Non poteva certo aspettarsi che proprio lì, nel suo nuovo paese, avrebbe sposato un brav'uomo e partorito un bambino, antenato del Messia promesso! E Naomi ebbe la gioia di stringerlo fra le braccia! Le sue amiche le dissero: "Egli consolerà l'anima tua e sarà il sostegno della tua vecchiaia; l'ha partorito tua nuora che ti ama e che vale più di sette figli" (Rut 1:22;4:13-22; Matteo 1:1,5,16). Questa storia ci insegna che, anche se al momento non vediamo, per così dire, la luce all'orizzonte, perché offuscati dai problemi, la vita potrebbe riservarci piacevoli sorprese. L'importante è non perdere mai la fede in Dio, essendo sicuri che non ci farà mai mancare ciò di cui abbiamo veramente bisogno (Matteo 6:33; Ebrei 11:6).

Ricordate che sia Giobbe che Rut non erano ebrei, eppure Dio li benedisse ugualmente perché confidavano in Lui. "Dio non fa distinzioni, ma in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito" (Atti 10:34,35). Perciò, ovunque vi troviate, l'amore di Dio può raggiungervi e sostenervi mentre affrontate i vostri problemi. È profetizzato che persone di ogni nazione avrebbero aiutato gli ebrei fedeli a "restaurare" l'adorazione di Dio nella "terra promessa" ai loro patriarchi. "Avverrà che dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste e diranno: 'Noi verremo con voi perché abbiamo udito che Dio è con voi'" (Zaccaria 8:20-23). Non vi ricordano queste parole quelle che pronunciò Rut a Naomi, "il tuo Dio sarà il mio Dio"? 

Anche voi potete partecipare al grandioso adempimento di questa profezia nella misura in cui contribuirete alla "restaurazione" predetta. Se conoscete persone di discendenza ebraica, aiutatele prima di tutto a "costruire" il loro "tempio" personale, che, come abbiamo visto nel post precedente, rappresenta una "personalità" cristiana in armonia con la volontà di Dio (1 Corinti 3:10-16). Poi, se dovessero trovarsi nel bisogno, siate pronti a soddisfare le loro necessità (Matteo 25:35-40). E se ne avrete l'opportunità, aiutateli quando sarà il momento di "restaurare" Gerusalemme anche in senso letterale (Isaia 60:6-10). Rut fu benedetta per aver mostrato amore a una fedele donna ebrea. Dio potrebbe benedire anche voi in modi inaspettati. 

Qualunque cosa accada, qualunque problema dovesse capitarvi, non abbandonate mai la "mano" di Colui che può aiutarvi. Grazie alla Sua "grande potenza", 'saremo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi' (2 Corinti 4:7-9). Sono "felici quelli che hanno sofferto pazientemente. Avete udito parlare della costanza di Giobbe, e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso" (Giacomo 5:11).

Possiamo star certi che sia Giobbe che Naomi e Rut saranno fra i "giusti" che Dio riporterà in vita durante il Suo prossimo "giorno". Giobbe infatti è ricordato anche per la sua "giustizia" e Naomi e Rut furono premiate per la loro fedeltà (Atti 24:15; Ezechiele 14:14). Immaginate che gioia sarà per loro poter rivedere i loro cari e l'adempimento futuro delle altre promesse di Dio. E pensate alla gioia che potreste provare voi nel fare la loro conoscenza! Non è una cosa di tutti i giorni rivedere persone morte da tantissimi anni, in carne ed ossa, nel loro aspetto migliore! Non è una speranza per la quale vale la pena di lottare? 

È come se steste partecipando a una "gara" di corsa e vedeste ai lati della strada tante persone che vi incoraggiano a non darvi per vinti. L' esempio dei fedeli del passato, come Giobbe, Naomi e Rut, ci sprona ad andare sempre avanti. "Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così gran schiera di testimoni, deponiamo ogni peso ("scaricando" ogni problema pesante su Dio) e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è posta dinanzi, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta" (Ebrei 12:1,2).
 

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