Prima di spiegare la ragione di questo titolo, ci tengo a
ribadire che tutti i post che vengono pubblicati in questo account
rappresentano una "visione" personale di determinati passi biblici (nel
rispetto di punti di vista diversi) e non hanno alcun obiettivo politico
o propagandistico. Non intendo in alcun modo incoraggiare qualsivoglia
atto di violenza o sentimento di odio verso chicchessia. Non prendo le
parti di nessuna fazione politica, governo o fede religiosa, comprese di
quelle eventualmente citate negli articoli. Al contrario credo
sinceramente nella comprensione e nel rispetto reciproci fra i popoli e
le culture e mi auguro che trionfano sempre la pace e la cooperazione.
Chiarito questo, veniamo all'argomento del post. Nella
Bibbia "Babilonia" è sinonimo di una potenza mondiale non
particolarmente favorevole al popolo ebraico, al punto da ridurlo, in un
particolare momento storico, perfino in esilio e "schiavitù". Ecco
perché la "caduta" di Babilonia e la sua successiva "distruzione"
vengono viste come preludio di "liberazione" dall'oppressione.
La "Babilonia" di cui qui si parla non è l'antica città
conosciuta con quel nome o il suo sito archeologico, né tantomeno
l'antica potenza mondiale collegata al luogo o le popolazioni oggi
esistenti che vivono in prossimità del sito. Tanto è vero che
nell'Apocalisse (o Rivelazione) si parla di "Babilonia la grande" per
distinguerla dall'altra Babilonia. Nei capitoli 17 e 18 è descritta,
oltre che come una "città" "grande" e "potente", che "domina sui re
della terra" (da cui si capisce che si tratta di una potenza mondiale),
come una "prostituta" ubriaca "di sangue" che cavalca una "bestia
selvaggia" piena di nomi blasfemi. I suoi "clienti" sono "i re della
terra" (le altre potenze politiche del mondo), rappresentati anche dalla
"bestia" che cavalca, e "i mercanti della terra" (il sistema economico e
finanziario mondiale) si sono arricchiti per il suo lusso sfrenato.
Di chi si tratta? La Bibbia paragona l'"infedele Israele" a
una donna che si prostituisce con le nazioni del mondo. "Fa conoscere a
Gerusalemme le sue abominazioni e di': Così parla il Signore, Dio, a
Gerusalemme: ... "tu, inebriata di bellezza, ti prostituisti sfruttando
la tua fama e offrendoti a ogni passante" (Isaia 1:21; 57:3; Geremia
3:1-6; 13:27; Ezechiele 16:1-3, 25-33; 23:1-21, 30). Anche se il
paragone a volte è riferito ad altre entità, viene applicato
principalmente agli ebrei che si sono allontanati da Dio e che confidano
nelle nazioni del mondo anziché in Lui. Ci sono altri riferimenti
biblici che confermano questa interpretazione.
La "bestia" su cui
"Babilonia la grande" siede (Apocalisse 17:3) è la stessa menzionata al
capitolo 13 ai versetti da 1 a 8, in quanto pure questa ha
simbolicamente "sette teste e dieci corna", è blasfema e suscita
ammirazione. Più avanti è detto che viene affiancata da un'altra
"bestia" con "due corna simili a quelle di un agnello", ma che parla
"come un dragone". Come un "falso profeta" compie "segni miracolosi" per
ingannare le persone (Apocalisse 13:11-14; 19:20). Quest'ultima
"bestia" va a braccetto con la prima, che rappresenta le potenze
politiche del mondo, e "seduce gli abitanti della terra". Deve trattarsi
della stessa potenza chiamata anche "Babilonia la grande". Alcuni brani
ne chiariscono l'identità. L'aspetto inoffensivo di questa "bestia" che
sembra un "agnello" in contrasto con la sua natura selvaggia "come un
dragone" ricorda ciò che Gesù disse a proposito dei "falsi profeti", "in
vesti da pecore" pur essendo "lupi rapaci" (Matteo 7:15). Gesù stesso
disse che si riferiva ai capi religiosi ebrei, colpevoli di ipocrisia, e
per estensione all'infedele "Gerusalemme", che si era macchiata "di
tutto il sangue della terra" (Marco 12:38-40; Matteo 23:27-37). Ed era
profetizzato che questi stessi "falsi profeti" ci sarebbero stati anche
al tempo della futura venuta del Messia, che si sarebbero seduti, per
così dire, nel "tempio di Dio", compiendo "ogni sorta di opere potenti,
di segni, di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno" (Matteo 24:24; 2
Tessalonicesi 2).
Quella "bestia" (alias "Babilonia la grande") deve
dunque essere identificata con l'infedele Gerusalemme, ovvero quella
parte dell'antico popolo di Dio di origine ebraica che pretende ancor
oggi di rappresentare Dio e la Sua volontà, in apparenza, pur
disprezzando nei fatti i suoi comandamenti. Che bestemmia! Invece di
ricercare l'aiuto dell'Iddio di Israele, cercano il sostegno e
l'approvazione delle nazioni del mondo, e ingannano coloro che li
seguono incoraggiando a fare altrettanto attraverso azioni eclatanti.
Loro e le nazioni che li sostengono sono colpevoli del sangue che
spargono in nome di Dio, rivelando tutta la loro avidità!
Non potranno sfuggire ai giusti giudizi di Dio. Anzi, ai
Suoi occhi "Babilonia la grande" è già "caduta" in una irrimediabile
condizione di disapprovazione (Apocalisse 18:2; Isaia 21:9). Ma prima
che sia distrutta completamente, come Dio ha decretato, Egli invita
tutti coloro che lo ascoltano fedelmente ad allontanarsi da "Babilonia",
in senso spirituale, non sostenendola in alcun modo nella sua condotta
peccaminosa, e in senso fisico, evitando di avvicinarsi troppo
all'infedele Gerusalemme. "Uscite da essa, o popolo mio, affinché non
siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi;
perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è
ricordato delle sue iniquità" (Apocalisse 18:4,5). Presto vendicherà "il
sangue dei suoi servi" inducendo le nazioni del mondo, anche quelle che
ora la sostengono, a toglierle ogni potere (Apocalisse 17:16,17; 18:21;
19:1,2).
"Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti",
avvertì Gesù, "allora sappiate che la sua desolazione è vicina. Allora
quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, e quelli che sono in città
se ne allontanino" (Luca 21:20,21). Se avvertite una certa "ostilità"
che si fa sempre più concreta nei confronti di Israele, allora è giunto
il momento di "stare lontani" da "Babilonia la grande" per avere
l'approvazione di Dio. Agli ebrei che vogliono servirlo non dice di
combattere, spargendo altro sangue, ma semplicemente di "uscire" da
Babilonia e gustare la sua liberazione. "Partite, partite, uscite di là!
Non toccate nulla di impuro! Uscite di mezzo a lei! Purificatevi, voi
che portate i vasi del Signore (YHWH)!"; "Ravvedetevi dunque e
convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati e affinché
vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro" (Isaia 52:11;
Atti 3:19,20).
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