venerdì 16 novembre 2018

Uscite da "Babilonia"! (Isaia 48:20; Apocalisse 18:4)



Prima di spiegare la ragione di questo titolo, ci tengo a ribadire che tutti i post che vengono pubblicati in questo account rappresentano una "visione" personale di determinati passi biblici (nel rispetto di punti di vista diversi) e non hanno alcun obiettivo politico o propagandistico. Non intendo in alcun modo incoraggiare qualsivoglia atto di violenza o sentimento di odio verso chicchessia. Non prendo le parti di nessuna fazione politica, governo o fede religiosa, comprese di quelle eventualmente citate negli articoli. Al contrario credo sinceramente nella comprensione e nel rispetto reciproci fra i popoli e le culture e mi auguro che trionfano sempre la pace e la cooperazione. 

Chiarito questo, veniamo all'argomento del post. Nella Bibbia "Babilonia" è sinonimo di una potenza mondiale non particolarmente favorevole al popolo ebraico, al punto da ridurlo, in un particolare momento storico, perfino in esilio e "schiavitù". Ecco perché la "caduta" di Babilonia e la sua successiva "distruzione" vengono viste come preludio di "liberazione" dall'oppressione. 

La "Babilonia" di cui qui si parla non è l'antica città conosciuta con quel nome o il suo sito archeologico, né tantomeno l'antica potenza mondiale collegata al luogo o le popolazioni oggi esistenti che vivono in prossimità del sito. Tanto è vero che nell'Apocalisse (o Rivelazione) si parla di "Babilonia la grande" per distinguerla dall'altra Babilonia. Nei capitoli 17 e 18 è descritta, oltre che come una "città" "grande" e "potente", che "domina sui re della terra" (da cui si capisce che si tratta di una potenza mondiale), come una "prostituta" ubriaca "di sangue" che cavalca una "bestia selvaggia" piena di nomi blasfemi. I suoi "clienti" sono "i re della terra" (le altre potenze politiche del mondo), rappresentati anche dalla "bestia" che cavalca, e "i mercanti della terra" (il sistema economico e finanziario mondiale) si sono arricchiti per il suo lusso sfrenato. 

Di chi si tratta? La Bibbia paragona l'"infedele Israele" a una donna che si prostituisce con le nazioni del mondo. "Fa conoscere a Gerusalemme le sue abominazioni e di': Così parla il Signore, Dio, a Gerusalemme: ... "tu, inebriata di bellezza, ti prostituisti sfruttando la tua fama e offrendoti a ogni passante" (Isaia 1:21; 57:3; Geremia 3:1-6; 13:27; Ezechiele 16:1-3, 25-33; 23:1-21, 30). Anche se il paragone a volte è riferito ad altre entità, viene applicato principalmente agli ebrei che si sono allontanati da Dio e che confidano nelle nazioni del mondo anziché in Lui. Ci sono altri riferimenti biblici che confermano questa interpretazione. 

La "bestia" su cui "Babilonia la grande" siede (Apocalisse 17:3) è la stessa menzionata al capitolo 13 ai versetti da 1 a 8, in quanto pure questa ha simbolicamente "sette teste e dieci corna", è blasfema e suscita ammirazione. Più avanti è detto che viene affiancata da un'altra "bestia" con "due corna simili a quelle di un agnello", ma che parla "come un dragone". Come un "falso profeta" compie "segni miracolosi" per ingannare le persone (Apocalisse 13:11-14; 19:20). Quest'ultima "bestia" va a braccetto con la prima, che rappresenta le potenze politiche del mondo, e "seduce gli abitanti della terra". Deve trattarsi della stessa potenza chiamata anche "Babilonia la grande". Alcuni brani ne chiariscono l'identità. L'aspetto inoffensivo di questa "bestia" che sembra un "agnello" in contrasto con la sua natura selvaggia "come un dragone" ricorda ciò che Gesù disse a proposito dei "falsi profeti", "in vesti da pecore" pur essendo "lupi rapaci" (Matteo 7:15). Gesù stesso disse che si riferiva ai capi religiosi ebrei, colpevoli di ipocrisia, e per estensione all'infedele "Gerusalemme", che si era macchiata "di tutto il sangue della terra" (Marco 12:38-40; Matteo 23:27-37). Ed era profetizzato che questi stessi "falsi profeti" ci sarebbero stati anche al tempo della futura venuta del Messia, che si sarebbero seduti, per così dire, nel "tempio di Dio", compiendo "ogni sorta di opere potenti, di segni, di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno" (Matteo 24:24; 2 Tessalonicesi 2). 

Quella "bestia" (alias "Babilonia la grande") deve dunque essere identificata con l'infedele Gerusalemme, ovvero quella parte dell'antico popolo di Dio di origine ebraica che pretende  ancor oggi di rappresentare Dio e la Sua volontà, in apparenza, pur disprezzando nei fatti i suoi comandamenti. Che bestemmia! Invece di ricercare l'aiuto dell'Iddio di Israele, cercano il sostegno e l'approvazione delle nazioni del mondo, e ingannano coloro che li seguono incoraggiando a fare altrettanto attraverso azioni eclatanti. Loro e le nazioni che li sostengono sono colpevoli del sangue che spargono in nome di Dio, rivelando tutta la loro avidità! 

Non potranno sfuggire ai giusti giudizi di Dio. Anzi, ai Suoi occhi "Babilonia la grande" è già "caduta" in una irrimediabile condizione di disapprovazione (Apocalisse 18:2; Isaia 21:9). Ma prima che sia distrutta completamente, come Dio ha decretato, Egli invita tutti coloro che lo ascoltano fedelmente ad allontanarsi da "Babilonia", in senso spirituale, non sostenendola in alcun modo nella sua condotta peccaminosa, e in senso fisico, evitando di avvicinarsi troppo all'infedele Gerusalemme. "Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate complici dei suoi peccati e non siate coinvolti nei suoi castighi; perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità" (Apocalisse 18:4,5). Presto vendicherà "il sangue dei suoi servi" inducendo le nazioni del mondo, anche quelle che ora la sostengono, a toglierle ogni potere (Apocalisse 17:16,17; 18:21; 19:1,2).

"Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti", avvertì Gesù, "allora sappiate che la sua desolazione è vicina. Allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, e quelli che sono in città se ne allontanino" (Luca 21:20,21). Se avvertite una certa "ostilità" che si fa sempre più concreta nei confronti di Israele, allora è giunto il momento di "stare lontani" da "Babilonia la grande" per avere l'approvazione di Dio. Agli ebrei che vogliono servirlo non dice di combattere, spargendo altro sangue, ma semplicemente di "uscire" da Babilonia e gustare la sua liberazione. "Partite, partite, uscite di là! Non toccate nulla di impuro! Uscite di mezzo a lei! Purificatevi,  voi che portate i vasi del Signore  (YHWH)!"; "Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati e affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro" (Isaia 52:11; Atti 3:19,20).

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