Cerchiamo
di capire di cosa stiamo parlando. La prima volta in cui nella Bibbia
si menziona lo "spirito" di Dio è in riferimento alla creazione del
mondo. "Lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque"
(Genesi 1:1,2). Quale immagine vi suggerisce se non quella di una
leggera "brezza" che si muove sull'acqua, magari di un mare al tramonto?
In
tal caso non siamo lontani dalla verità. Le parole ebraiche e greche
che si riferiscono allo "spirito" danno l'idea di una "forza" invisibile
simile al vento. Mediante questo "spirito" Dio creò anche l'essere
umano e ci mantiene in vita (Salmo 104:29, 30). Potremmo paragonarlo,
anche se solo molto lontanamente, ma giusto per capirci, all' "energia"
elettrica che fa funzionare un elettrodomestico. La Bibbia spiega che
persone che avevano lo "spirito di Dio", questa speciale "energia",
erano in grado di fare cose straordinarie, come interpretare i sogni,
mostrare particolare abilità tecniche o artistiche, sviluppare potenza
fisica, svolgere "incarichi" speciali, ricordare determinati pensieri
spirituali, predicare la parola di Dio in modi insoliti, o accrescere
qualità positive.
Proprio
come l' "energia" elettrica permette a un elettrodomestico di
funzionare a regime (d'altra parte anche solo una diminuizione di tale
energia può determinarne un "malfunzionamento"), così lo "spirito di
Dio", o "Spirito Santo", può potenziare enormemente le nostre capacità
sia fisiche che spirituali per permetterci di compiere la Sua volontà
(Genesi 41:38; Esodo 28:3; 31:3-6; Giudici 14:6, 19; Isaia 61:1-3;
Matteo 10:19,20; Atti 2:1-4; Galati 5:22).
Ma
come si fa ad avere lo "spirito di Dio"? Dopo che aveva peccato
commettendo adulterio con Betsabea il re Davide supplicò Dio di non
'togliergli il suo santo spirito' (Salmo 51:11). Se perseveriamo nel
peccato volontariamente senza pentirci, non possiamo beneficiare dello
Spirito Santo. Se ci lasciamo dominare dai desideri peccaminosi, non
saremo guidati dallo spirito di Dio. Viceversa, se ci mettiamo in
condizione di riceverlo, Dio ce lo darà e non seguiremo i desideri
"carnali" (Isaia 63:10; Efesini 4:30; Galati 5:16,17,19-21). Gesù disse
che Dio "donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono". È quindi
fondamentale pregare Dio con fede e amore di donarci il Suo Spirito e
poi "vivere per lo Spirito", comportandoci in modo degno (Luca 11:13;
Galati 5:24,25).
Questo
però non significa che Dio dona il Suo "spirito" solo a chi è
"perfetto", a chi non sbaglia mai o crede di saper tutto sulla volontà
di Dio. Altrimenti l'avrebbe dato solo a Gesù Cristo, l'unico essere
umano veramente senza peccato dopo Adamo. Invece lo diede ai suoi
apostoli, nonostante sbagliassero in più occasioni. Anzi, è proprio per
sopperire alle nostre mancanze che Dio ce lo manda, come un
"consolatore", permettendoci di 'rimanere nell'amore di Dio' (Giovanni
14:20; Romani 8:26; 1 Corinti 2:10-12; Giuda 20,21).
Tutti
i cristiani, tutti coloro che sono uniti dalla fede in Gesù e dal
sincero amore per Dio e per gli altri, a prescindere da dove si trovino
nel mondo o della nazionalità di appartenenza, ricevono in misura e modi
diversi lo Spirito Santo per l'edificazione spirituale di sé stessi e
degli altri cristiani.
Ognuno
riceve da Dio un "dono" dello Spirito diverso, una particolare
"capacità" potenziata dallo spirito santo, "a ciascuno è data la
manifestazione dello Spirito per il bene comune".
E
proprio come le diverse parti di un corpo umano concorrono a far
funzionare l'intero corpo, anche noi dovremmo concorrere insieme con gli
altri al buon "funzionamento" del "corpo" costituito dai fedeli
cristiani, mettendo il nostro "dono" a disposizione degli altri, e
avendo "la medesima cura" gli uni per gli altri. Siamo umili se
riconosciamo di aver bisogno dell'incoraggiamento che gli altri possono
darci (1 Corinti 12:1-25; 1 Pietro 5:9). "Come buoni amministratori
della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto,
lo metta a servizio degli altri" (1 Pietro 4:10).
Questo
ci ricorda due parabole di Gesù, quella del "servo fedele e prudente"
incaricato di provvedere al mantenimento degli altri domestici e quella
dei "servi" ai quali il loro padrone affidò dei "talenti", somme di
denaro da far fruttare. In qualità di 'servi fedeli e prudenti',
ciascuno di noi che ha ricevuto un particolare "dono" dello Spirito
Santo dovrebbe farlo fruttare per contribuire al "mantenimento"
spirituale dei nostri "fratelli in fede, di tutti coloro che condividono
la nostra fede nello stesso Signore. Se, invece, ce lo tenessimo
egoisticamente per noi, non pensando agli altri, o (peggio) iniziassimo a
disprezzare lo Spirito Santo o a maltrattare gli altri credenti, magari
criticandoli, dovremmo renderne conto (Matteo 24:45-51; 25:14-30;
Romani 14:1-4).
Nel
prossimo post vedremo quant'è importante avere lo "spirito" di Dio,
specialmente per noi che viviamo in questo particolare periodo della
storia. Non ve lo perdete!
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