lunedì 19 novembre 2018

Avete lo "spirito" di Dio?



Cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando. La prima volta in cui nella Bibbia si menziona lo "spirito" di Dio è in riferimento alla creazione del mondo. "Lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque" (Genesi 1:1,2). Quale immagine vi suggerisce se non quella di una leggera "brezza" che si muove sull'acqua, magari di un mare al tramonto?

In tal caso non siamo lontani dalla verità. Le parole ebraiche e greche che si riferiscono allo "spirito" danno l'idea di una "forza" invisibile simile al vento. Mediante questo "spirito" Dio creò anche l'essere umano e ci mantiene in vita (Salmo 104:29, 30). Potremmo paragonarlo, anche se solo molto lontanamente, ma giusto per capirci, all' "energia" elettrica che fa funzionare un elettrodomestico. La Bibbia spiega che persone che avevano lo "spirito di Dio", questa speciale "energia", erano in grado di fare cose straordinarie, come interpretare i sogni, mostrare particolare abilità tecniche o artistiche, sviluppare potenza fisica, svolgere "incarichi" speciali, ricordare determinati pensieri spirituali, predicare la parola di Dio in modi insoliti, o accrescere qualità positive. 

Proprio come l' "energia" elettrica permette a un elettrodomestico di funzionare a regime (d'altra parte anche solo una diminuizione di tale energia può determinarne un "malfunzionamento"), così lo "spirito di Dio", o "Spirito Santo", può potenziare enormemente le nostre capacità sia fisiche che spirituali per permetterci di compiere la Sua volontà  (Genesi 41:38; Esodo 28:3; 31:3-6; Giudici 14:6, 19; Isaia 61:1-3; Matteo 10:19,20; Atti 2:1-4; Galati 5:22).

Ma come si fa ad avere lo "spirito di Dio"? Dopo che aveva peccato commettendo adulterio con Betsabea il re Davide supplicò Dio di non 'togliergli il suo santo spirito' (Salmo 51:11). Se perseveriamo nel peccato volontariamente senza pentirci, non possiamo beneficiare dello Spirito Santo. Se ci lasciamo dominare dai desideri peccaminosi, non saremo guidati dallo spirito di Dio. Viceversa, se ci mettiamo in condizione di riceverlo, Dio ce lo darà e non seguiremo i desideri "carnali" (Isaia 63:10; Efesini 4:30; Galati 5:16,17,19-21). Gesù disse che Dio "donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono". È quindi fondamentale pregare Dio con fede e amore di donarci il Suo Spirito e poi "vivere per lo Spirito", comportandoci in modo degno (Luca 11:13; Galati 5:24,25).

Questo però non significa che Dio dona il Suo "spirito" solo a chi è "perfetto", a chi non sbaglia mai o crede di saper tutto sulla volontà di Dio. Altrimenti l'avrebbe dato solo a Gesù Cristo, l'unico essere umano veramente senza peccato dopo Adamo. Invece lo diede ai suoi apostoli, nonostante sbagliassero in più occasioni. Anzi, è proprio per sopperire alle nostre mancanze che Dio ce lo manda, come un "consolatore", permettendoci di 'rimanere nell'amore di Dio' (Giovanni 14:20; Romani 8:26; 1 Corinti 2:10-12; Giuda 20,21).

Tutti i cristiani, tutti coloro che sono uniti dalla fede in Gesù e dal sincero amore per Dio e per gli altri, a prescindere da dove si trovino nel mondo o della nazionalità di appartenenza, ricevono in misura e modi diversi lo Spirito Santo per l'edificazione spirituale di sé stessi e degli altri cristiani. 
Ognuno riceve da Dio un "dono" dello Spirito diverso, una particolare "capacità" potenziata dallo spirito santo, "a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune". 

E proprio come le diverse parti di un corpo umano concorrono a far funzionare l'intero corpo, anche noi dovremmo concorrere insieme con gli altri al buon "funzionamento" del "corpo" costituito dai fedeli cristiani, mettendo il nostro "dono" a disposizione degli altri, e avendo "la medesima cura" gli uni per gli altri. Siamo umili se riconosciamo di aver bisogno dell'incoraggiamento che gli altri possono darci (1 Corinti 12:1-25; 1 Pietro 5:9). "Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri" (1 Pietro 4:10). 

Questo ci ricorda due parabole di Gesù, quella del "servo fedele e prudente" incaricato di provvedere al mantenimento degli altri domestici e quella dei "servi" ai quali il loro padrone affidò dei "talenti", somme di denaro da far fruttare. In qualità di 'servi fedeli e prudenti', ciascuno di noi che ha ricevuto un particolare "dono" dello Spirito Santo dovrebbe farlo fruttare per contribuire al "mantenimento" spirituale dei nostri "fratelli in fede, di tutti coloro che condividono la nostra fede nello stesso Signore. Se, invece, ce lo tenessimo egoisticamente per noi, non pensando agli altri, o (peggio) iniziassimo a disprezzare lo Spirito Santo o a maltrattare gli altri credenti, magari criticandoli, dovremmo renderne conto (Matteo 24:45-51; 25:14-30; Romani 14:1-4). 

Nel prossimo post vedremo quant'è importante avere lo "spirito" di Dio, specialmente per noi che viviamo in questo particolare periodo della storia. Non ve lo perdete!😉

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