venerdì 16 novembre 2018

Cosa provate per "Gerusalemme"?



Oramai ne stiamo parlando da un po', e anche i mezzi di comunicazione ne parlano, e ne parleranno ancora. Mi riferisco non soltanto a Gerusalemme in quanto città o a Israele come nazione, o alla "questione" israelo-palestinese, ma in particolare al "popolo" ebraico, agli ebrei di nascita e ai loro discendenti. Come li considerate nel profondo del vostro cuore? Siete indifferenti, magari nutrite qualche "ostilità" o (peggio) sentimenti di odio e disprezzo per loro? O li "guardate" con favore e forse li sostenete moralmente in tutto ciò che fanno nel bene e nel male?

Quale dovrebbe essere il giusto atteggiamento dal punto di vista di Dio? Cominciamo col dire che per Lui è molto importante quello che "proviamo" per "Gerusalemme". Egli ammette: "Io provo una gran gelosia per Gerusalemme e per Sion;" e notate "provo un grande sdegno contro le nazioni che se ne stanno ora tranquille (indifferenti) e che, quando io m'indignai un poco contro di essa, contribuirono ad accrescere la sua disgrazia" (Zaccaria 1:14,15). Dio è chiaro: chiederà conto a tutti quelli che, nei pensieri o nelle azioni, mostrano ostilità verso "Gerusalemme". 

Quando, nel prossimo futuro, come sembrano indicare le profezie bibliche che abbiamo esaminato nei post precedenti, "Gerusalemme" sarà oggetto di una spietata persecuzione e (ahimè😢) verrà distrutta, guai a coloro che sosterranno, anche solo moralmente, questo "attacco"! "Poiché tu hai detto: 'Ah! ah!, quando il mio santuario è stato profanato, quando la casa di Giuda è stata deportata, ... poiché tu hai applaudito e battuto i piedi, ti sei rallegrata con tutto il disprezzo che avevi in cuore per la terra d'Israele, ecco, io stendo la mia mano contro di te", avverte (Ezechiele 25:2,6,7; Abdia 10-14). 

È vero, molti ebrei si sono allontanati da Dio e altri continueranno ostinatamente a disubbidire ai Suoi comandamenti, e ne subiranno le conseguenze. Non dobbiamo certo sostenerli in alcun modo nella loro ribellione, nel loro tentativo di imporre con la forza e la violenza la propria supremazia sugli altri o nel fatto che confidano nel sostegno politico e militare delle nazioni del mondo. Come una "bestia" con corna di agnello (dall'apparente bontà) e voce di dragone, l'infedele Israele induce con l'inganno le persone ad "adorare" il nazionalismo e a confidare nel potere umano anziché in Dio. Nessuno che li sostenga ha, per così dire, il suo nome scritto nel "libro della vita" di Dio (Apocalisse 13:9,11-17).

Ma, proprio come Dio, dovremmo invitarli a pentirsi dei loro peccati e a tornare a Lui prima che sia troppo tardi. "Tornate a me", dice il Signore (YHWH) degli eserciti, "e io tornerò a voi" ... "Io mi rivolgo di nuovo a Gerusalemme con compassione" (Zaccaria 1:3,16). Ricordate la "parabola" del "figliuol prodigo"?Benché quel figlio ingrato avesse disprezzato l'eredità del padre, appena lo scorse tornare da lontano, suo padre gli corse incontro, lo abbracciò, lo baciò e gli preparò una festa! L'altro figlio invece  si arrabbiò e non accolse il fratello con gioia. Il padre lo rimproverò dicendo che "bisognava far festa e rallegrarsi" perché quel figlio che si credeva morto era tornato (Luca 15:11-32). Dovremmo essere anche noi così solleciti ad accogliere con gioia e amore tutti gli ebrei che torneranno al loro Dio. Perfino gli angeli di Dio ne sono contenti! (Luca 15:7,10). A tal proposito era profetizzato che questi "spiriti al sevizio di Dio" (Ebrei 1:14) avrebbero seguito "con gioia" la "restaurazione" di "Gerusalemme". Sono come "occhi" per Dio, in quanto "percorrono tutta la terra" alla ricerca di tutti quelli che hanno il cuore ben disposto (Zaccaria 4:10; 2 Cronache 16:9). Anche se dovessimo affrontare i peggiori problemi di questo mondo, o l'opposizione spietata del diavolo e dei suoi, possiamo confidare nella protezione di queste potenti creature spirituali. "L'angelo del Signore (YHWH) si accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera" (Salmo 34:7).

Come ho già spiegato, questa "restaurazione" avviene in due modi principali, da un lato in senso spirituale, attraverso la "conversione" a Dio da parte degli ebrei di nascita (Romani 11:26,27), dall'altro in senso fisico, allorché la città di Gerusalemme sarà ricostruita dopo la predetta distruzione. Gesù disse che, alla "fine", avrebbe mandato i suoi angeli a "mietere" il "grano" dei "figli del regno" e a raccoglierlo nel suo granaio (Matteo 13:30,38-41). Tutte le persone buone di cuore sono invitate a partecipare a questa "mietitura", in collaborazione con gli angeli di Dio, aiutando gli ebrei fedeli nella "restaurazione". Parlando al Suo "popolo" ebraico, Dio promette: "innalzerò la mia bandiera verso i popoli (richiamando la loro attenzione), ed essi ti ricondurranno i tuoi figli (i discendenti ebrei pentiti) in braccio, ti riporteranno le tue figlie sulle spalle. I re sarannoi tuoi percettori e le loro regine saranno le tue balie". ... "verranno tutti, portando loro e incenso e proclamando le lodi del Signore (YHWH)". "I figli dello straniero (i non ebrei) ricostruiranno le tue mura". (Isaia 49:22,23; 60:6,10; 61:4,5).

Così comprendiamo che, lungi dal nutrire sentimenti negativi verso gli ebrei, come per nessun altro, dovremmo al contrario aiutarli affettuosamente ad avvicinarsi a Dio per compiere l'opera che ha affidato loro. E nel caso si trovassero nel bisogno, saremo pronti a soccorrerli come se lo facessimo al re del regno di Dio, il Messia promesso, Gesù Cristo. "In quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me" disse Gesù (Matteo 25:35-40). E quando verrà a giudicare il mondo, potrà dirci: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che vi è stato preparato dalla fondazione del mondo". 

Con la benedizione di Dio potremo ereditare la nostra "parte" nel reame terreno del Suo regno, in quanto Gerusalemme e il territorio circostante (la "terra promessa") saranno stati trasformati in un autentico "giardino di Eden", riservato a tutti i Suoi figli ubbidienti (Matteo 25:34; Daniele 12:13; Ezechiele 45:1; 48:1-29; Matteo 5:5).

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