Una
volta Gesù disse: "E questo vangelo (o "buona notizia") del regno sarà
predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte
le genti; allora verrà la fine" (Matteo 24:14). Dicendo "questo" vangelo
e introducendo la frase con la congiunzione "e", Gesù ci fa capire che
non si riferisce a una qualsiasi "buona notizia" della Bibbia, ma a una
in particolare, di cui ha parlato poco prima. Esaminiamo il contesto.
Qui Gesù stava rispondendo alla domanda dei discepoli sulla distruzione
del tempio di Gerusalemme, sulla sua "presenza" nel potere del regno di
Dio, e sulla "fine del mondo".(Matteo 24:1-3). Quindi "questo vangelo"
ha a che fare con l'intronizzazione del Messia come re e con il periodo
in cui avrebbe regnato. Dovrebbe interessarci, perché, come abbiamo
visto nei post precedenti, questa "presenza" iniziarà molto presto.
Ma
c'e dell'altro. Poco prima di iniziare questo discorso, Gesù si rivolse
agli abitanti di Gerusalemme dicendo che quella città sarebbe diventata
"deserta". E infatti aggiunse che 'non sarebbe stata lasciata nemmeno
una pietra sopra l'altra'. Ma, nell'annunciare la "desolazione", diede
anche una speranza. "Infatti vi dico che da ora in avanti non mi vedrete
più, finché non direte: 'Benedetto colui che viene nel nome del
Signore!'", citando il Salmo 118:26 Matteo 23:37-39; 24:1,2). Gli ebrei
avevano riservato un'accoglienza del genere a Gesù quando fece il suo
ingresso trionfale a Gerusalemme "sopra un'asina". "Questo avvenne
affinché si adempisse la parola del profeta (Zaccaria 9:9): 'Dite alla
figlia di Sion (il popolo ebraico): 'Ecco, il tuo re viene a te,
mansueto e montato sopra un'asina, sopra un asinello, puledro d'asina'".
"La maggior parte della folla stese i mantelli sulla via; altri
tagliavano dei rami dagli alberi e li stendevano sulla via. Le folle che
lo precedevano e quelle che seguivano gridavano: 'Osanna (o "Salva!")
al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!'"
(Matteo 21:1-9).
Anche
in quell'occasione furono pronunciate le parole del Salmo 118:26. Il
significato è ora chiaro. Gesù è acclamato come "colui che viene nel
nome del Signore", in qualità di nuovo "re" di "Gerusalemme", ovvero del
regno di Dio, che avrà la sede terrena nella Gerusalemme restaurata.
Notate che Gesù non disse che gli ebrei non l'avrebbero rivisto mai più,
come se Dio avesse abbandonato definitivamente il suo "popolo" ebraico.
Precisò che non l'avrebbero visto fino al momento in cui l'avrebbero
acclamato come "re" del regno di Dio. (Matteo 23:39). Quando avverrà
questo? L' Apocalisse predice che "una grande folla", composta non solo
di ebrei, "con delle palme in mano" grideranno a gran voce: "La salvezza
appartiene al nostro Dio che siede sul trono, e all'Agnello"
(Apocalisse 7:9,10). Non vi ricordano le parole del Salmo 118:26? Quelle
parole avranno un adempimento maggiore allorché "apparirà nel cielo il
segno del Figlio dell'uomo", e il Messia verrà per giudicare il mondo
intero. Quelli che lo avranno acclamato come "re", in primis i suoi
"eletti", saranno radunati per regnare insieme a lui, gli altri
"benedetti" dal Padre ereditetanno il regno in qualità di sudditi
(Matteo 24:30,31; 25:31-34).
Ma
cosa significa esattamente "acclamare" questo "re" costituito da Dio?
Analizziamo la profezia del Salmo 118, l'intero capitolo, che
evidentemente si adempirà in modo speciale, insieme al versetto 26,
nello stesso periodo. Di quale periodo si tratta? Del "giorno del
Signore (Gesù)", direte voi. Ed è vero, perché Gesù stesso menzionò il
versetto 26 contestualmente al "segno" della sua "presenza" regale. E,
come abbiamo visto, quelle parole si adempiranno particolarmente in
occasione della sua "venuta" come re per il "giudizio universale". Ma
quello stesso periodo è anche il "giorno" di qualcun altro. Dopo aver
detto che "la pietra che i costruttori avevano disprezzato è divenuta la
pietra angolare. Questa è opera del Signore (YHWH), è cosa
meravigliosa agli occhi nostri" (Salmo 118:22,23), prosegue: "Questo è
il giorno che il Signore (YHWH) ci ha preparato" (Salmo 118:24).
L'apostolo Pietro spiega che la "pietra angolare" è "Gesù Cristo",
"pietra scelta e preziosa", che Dio ha posto "in Sion" (come re
promesso) dopo essere stato rifiutato dagli uomini, e che coloro i quali
formano la "stirpe eletta", il "sacerdozio regale" insieme a lui, sono
"come pietre viventi" edificati sulla fede in Gesù (1 Pietro 2:4-9). Per
questi pure Dio "ha preparato" "il giorno del Signore (Gesù)", in
quanto regneranno insieme a lui nello stesso periodo di tempo.
Inizieranno non appena il Messia riceverà il Regno e continueranno a
regnare per altri "1000 anni" dopo l'esecuzione del giudizio di Dio sul
mondo (Matteo 19:28; Apocalisse 20:6).
Questi
sono invitati a celebrare la "bontà" di Dio. "Dica la casa di Aaronne
(i futuri "sacerdoti" di Dio): 'La sua bontà dura in eterno'" (Salmo
118:3). In che modo Dio si sarà mostrato "buono" con loro? Ricordate che
fra questi ci saranno anche persone di discendenza ebraica che
torneranno a Dio dopo aver subito la Sua "punizione". "Certo, il Signore
(YHWH) mi ha castigato", diranno, "ma non mi ha dato in balìa della
morte" (Salmo 118:18). Avranno "ottenuto misericordia" per "offrire
sacrifici spirituali, graditi a Dio" (1 Pietro 2:20,5; Salmo
118:19,21,27,28). Gesù li rassicura dicendo che "a motivo degli eletti
(cioè loro), quei giorni (di tribolazione) saranno abbreviati" (Matteo
24:22) Non è tutto questo una straordinaria prova della "bontà" di Dio
per loro? Avranno molte ragioni per 'festeggiare e rallegrarsi' in quel
"giorno" (Salmo 118:24).
Ma
non solo questi sono invitati a ringraziare Dio per la Sua "bontà".
"Sì, dicano quelli che temono il Signore (YHWH): 'La sua bontà dura in
eterno'" (Salmo 118:4). Anche verso di voi Dio si mostrerà "buono"? Se,
durante quel difficile periodo, contrassegnato da eventi catastrofici,
illegalità e "crisi" senza precedenti, doveste sentirvi in difficoltà,
potrete confidare nel Suo potente sostegno. È profetizzato: "Nella mia
angoscia invocai il Signore (YHWH); il Signore (YHWH) mi rispose e mi
portò in salvo" (Salmo 118:5-9).
Un
Salmo parallelo, il 34, illustra nei dettagli cosa può fare per noi la
"bontà" di Dio e cosa potremo fare noi per beneficiarne. Profetizza
infatti: "Quest'afflitto ha gridato, e il Signore (YHWH) l'ha esaudito;
l'ha salvato da tutte le sue disgrazie" (Salmo 34:6). Se, in futuro,
doveste subire persecuzione a motivo della vostra fede, anche dal
diavolo in persona o dai suoi "collaboratori" angelici, potrete chiedere
a Dio di proteggervi con i suoi angeli (Matteo 24:9; Apocalisse 2:10;
118:7). Se, nella veniente "grande tribolazione", doveste trovarvi in
difficoltà economiche, confidando in Dio potrete star certi che non vi
farà mancare il necessario. Gesù ci assicura che, 'se cerchiamo prima il
regno (di Dio) e la Sua giustizia, tutte le altre cose (materiali
necessarie) ci saranno date in più' (Salmo 34:10; Matteo 6:25-33).
Quando
le nazioni del mondo, guidate dall'arcinemico di Dio, sferreranno il
loro attacco a oltranza (di cui abbiamo parlato in un post precedente)
contro il "popolo" di Dio (la "Gerusalemme" restaurata), potreste
sentirvi in trappola come gli ebrei inseguiti dal faraone davanti al Mar
Rosso. Ma proprio come in quell'occasione, il vostro Dio salverà anche
voi. È predetto: "Tutte le nazioni mi avevano circondato...come api, ma
sono state spente come fuoco di spine... Il Signore (YHWH) è la mia
forza e il mio cantico, egli è stato la mia salvezza" (Esodo 15:1,2;
Salmo 118:10-12). "Poiché ecco, il giorno viene, ardente come una
fornace; allora tutti i superbi e i malfattori saranno come stoppia. Il
giorno che viene li incendierà", dice il Signore (YHWH) degli eserciti,
"e non lascerà loro né radice né ramo. Ma per voi che avete timore del
mio nome spunterà il sole della giustizia, la guarigione sarà nelle sue
ali; voi uscirete e salterete, come vitelli fatti uscire dalla stalla".
Se avete mai visto un vitello uscire dal recinto saltellando per la
gioia di sentirsi libero, potete capire come vi sentirete allora, quando
sarete liberati dall'oppressione (Malachia 4:1,2).
Pensate
poi a quando, durante il Millennio promesso, potrete essere sanati da
ogni specie di malattia e sofferenza grazie alle benedizioni del Regno
di Dio. Dalla "nuova Gerusalemme" discesa in terra (la città di
Gerusalemme restaurata e nuova sede del regno di Dio) uscirà il "fiume
dell'acqua della vita" sulle cui sponde si troverà "l'albero della vita"
e le sue "foglie" saranno "per la guarigione delle nazioni" che
accorerranno "di anno in anno" a Gerusalemme per adorare Dio ed essere
istruiti da Lui in persona (Ezechiele 47:1-12; Zaccaria 14:16; Isaia
2:1-5; Apocalisse 21:1-4, 24; 22:1,2). Non è questa una buona notizia?
Anzi, è "la buona notizia del regno" di cui parlò Gesù (Matteo 24:14).
Come abbiamo visto, il regno di Dio porterà benedizioni a tutti i Suoi
adoratori fedeli, sia a coloro che faranno parte del regno, sia ai suoi
ubbidienti sudditi. Tutti perciò abbiamo molte ragioni per ringraziare
Dio della Sua infinita bontà. Il Salmo 118 si apre e si chiude con
questa esortazione: "Celebrate il Signore (YHWH), perché egli è buono,
perché la sua bontà dura in eterno" (Salmo 118:1,29).
Ma
come possiamo 'celebrare la bontà di Dio'? Basta semplicemente lodarlo
pubblicamente perché 'vediamo che è buono' con noi (Salmo 34:8)? Ce lo
spiega l'apostolo Pietro citando il Salmo. Ci invita a 'sbarazzarci di
ogni cattiveria, di ogni frode, dell'ipocrisia, delle invidie e di ogni
maldicenza'. Se vogliamo vivere ancora molti giorni beneficiando delle
promesse del Regno, dobbiamo 'allontanarci dal male e fare il bene,
cercare la pace e adoperarci per essa'. Dio ci guarderà con favore solo
se saremo "giusti" e confideremo umilmente in Lui anziché in noi stessi o
in altri esseri umani (1 Pietro 2:1-3; Salmo 34:2,8,12-17,22;
118:8,9).
Quando "questo
vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo", quando tutti
sapranno che Dio sarà stato "buono" con i suoi servitori, "verrà la
fine" di quelli che si ostineranno ancora nella loro disubbidienza. Per
loro la "pietra angolare", Gesù Cristo, sarà causa d'inciampo e
distruzione (1 Pietro 2:7,8; Matteo 21:42,44).
A
noi invece che vogliamo ubbidire a Dio è detto di 'aspettarlo in
silenzio' e di non lamentarci se i "malvagi" (i disubbidienti) sembrano
avere la meglio. Alla fine "scompariranno", "saranno sterminati",
"periranno", mentre "quelli che sperano" in Lui, "gli umili", "gli
uomini integri", "i giusti", "possederanno la terra (promessa da Dio)",
"godranno di una gran pace" e "l'abiteranno per sempre" (Salmo
37:7,9,11,18,29).
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