Tre
"profeti" di Dio ebbero una straordinaria "visione" della Sua "gloria"
celeste, e in ogni caso servì a rafforzarli nell'incarico affidato. Sto
parlando del profeta Isaia, del profeta Ezechiele e dell'apostolo
Giovanni. Anche oggi Dio ci mostra la Sua "gloria" e faremmo bene a
prestare attenzione alle Sue profezie per il nostro futuro. Consideriamo
prima in cosa consiste la Sua "gloria" e poi vedremo cosa significa per
noi oggi.
La "visione"
più spettacolare della "gloria" di Dio probabilmente la ebbe il profeta
Ezechiele. Egli stesso racconta: "Io guardai, ed ecco venire dal
settentrione un vento tempestoso, un grossa nuvola con un fuoco
folgorante e uno splendore intorno ad essa; nel centro vi era come un
bagliore di metallo fuso in mezzo al fuoco". Poi vide "quattro esseri
viventi" splendenti come il fuoco, dall'aspetto simile a uomini e
animali, dotati di sei ali ciascuno, che si muovevano in tutte le
direzioni alla velocità della luce. Al di sopra di questi gli apparve l'
"immagine della gloria del Signore (YHWH)": Dio seduto su una specie di
trono avvolto come da "un bagliore di metallo, come del fuoco", simile a
un arcobaleno (Ezechiele 1:4-28). Anche l'apostolo Giovanni vide
quattro "creature viventi" (Apocalisse 4:1-8). Dalla "visione" parallela
del profeta Isaia, e da un'altra simile che ebbe in seguito lo stesso
Ezechiele, comprendiamo che si trattava di "angeli" che si trovano alla
presenza di Dio (Isaia 6:1,2; Ezechiele 10:22). Cosa fanno davanti a
Dio? Sia Isaia che Giovanni li videro proclamare la "santità" di Dio. Si
dicono l'un l'altro: "Santo, santo, santo è il Signore (YHWH) degli
eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!" (Ezechiele 6:3;
Apocalisse 4:8).
Nella
Bibbia la "santità" è la condizione di chi, o di ciò che, è "santo",
ovvero "esclusivo", "puro", senza peccato o imperfezione. È anche
sinonimo di "eccellenza" e "purezza". Certamente il "santo" in assoluto,
colui che è senza difetto ed è infinitamente superiore a tutto e a
tutti, è solo Dio, il Creatore dell'Universo (Deuteronomio 32:4; Salmo
83:18; Apocalisse 4:11).
Non
sorprende se anche un fedele servitore di Dio, Isaia, si sentisse
indegno al cospetto della "santità" di Dio. Si rendeva conto della
condizione peccaminosa sua e del popolo ebraico. Ma Dio lo purificò dal
suo peccato, rendendolo idoneo a trasmettere la Sua parola di condanna
al popolo (Isaia 6:5-9). Anche Ezechiele ricevette un incarico simile.
Avrebbero dovuto annunciare il giudizio di Dio contro quei ribelli,
senza temerli, perché a mandarli era Lui, l'Onnipotente. Quei profeti
accettarono di buon grado l'incarico e proclamarono la Parola di Dio
(Isaia 6:8-12; Ezechiele 2:1-9;3:1-11).
Dio
non è cambiato. Ci viene ricordato 'che era, che è e che viene"
(Apocalisse 4:8). Proprio come appare nella "visione" di Ezechiele, è
"dinamico", nel tempo e nello spazio, per adempiere la Sua volontà
(Ezechiele 1:12,20). Riconosciamo anche noi la "santità" di Dio?
Ammettiamo di essere imperfetti e peccatori? Se vogliamo essere
impiegati da Dio per il Suo servizio, anche noi dobbiamo essere "santi",
non perfetti, ma "purificati" dalle pratiche e dalle abitudini
contrarie alla volontà di Dio (Isaia 52:11; 1 Corinti 6:9-11; 1 Pietro
1:14-16).
Dio, "il Santo
d'Israele", ricorda ancora oggi agli ebrei che, se vogliono riottenere
la Sua approvazione, devono anche loro "santificarsi", pentendosi dei
loro peccati e abbandonando la loro condotta disubbidiente, di cui
abbiamo parlato in alcuni post precedenti (Isaia 48:17-20). Questo
"messaggio" di avvertimento deve risuonare, dice Dio, "finché le città
(d'Israele) siano devastate, senza abitanti, non vi sia più nessuno
nelle case, e il paese sia ridotto in desolazione". Siete "usciti" da
"Babilonia"? Vi siete allontanati dalla "zona di pericolo", come comandò
di fare Gesù? Questo è il momento di agire, prima che sia troppo tardi!
(Isaia 6:11; Apocalisse 18:4; Matteo 24:15-18).
Ricordate
che subito dopo aver acclamato la "santità" di Dio, gli angeli dicevano
che "tutta la terra è piena della sua gloria" (Isaia 6:3). Quando
avverrà questo? Il profeta Abacuc mette in relazione questo avvenimento
con la "venuta" di Dio per eseguire il Suo giudizio sul mondo (Abacuc
3:3-13). In quell'occasione Dio 'si santificherà', nel senso che tutti
sapranno che è l'unico vero Dio, l'Onnipotente (Ezechiele 38:21-23).
Allora, per ben tre volte, per così dire, sarà evidente la Sua "santità"
(Ezechiele 6:3).
La
Gerusalemme restaurata, la "nuova Gerusalemme", sarà una città "santa",
come adornata di pietre preziose, non più macchiata dal peccato come
oggi. I suoi "abitanti" saranno i "santi" che faranno parte del regno
del Cristo. Nessun "impuro", o peccatore impenitente, potrà entrarvi
(Isaia 52:1; Apocalisse 21:10-26; 22:1-5, 14,15). Quando il Messia verrà
a giudicare il mondo, "manderà i suoi angeli, che raccoglieranno fuori
dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono
l'iniquità" (Matteo 13:40,41). Naturalmente, la "terra promessa" non
sarà abitata solo dai "santi" regnanti. Anticamente tutto il "popolo" di
Dio, che comprendeva sia gli ebrei che i non ebrei associati, doveva
mostrarsi "santo", ubbidendo alle Sue leggi (Levitico 19:2). Anche oggi
Dio richiede ubbidienza a tutti i Suoi adoratori indipendentemente dalla
nazionalità. E a tutti loro permetterà infine di ''ereditare" una parte
nel Suo regno. È profetizzato che anche i non "sacerdoti", anche coloro
i quali non dovranno essere re-sacerdoti del Regno di Dio, avranno il
loro "pezzo" di "terra promessa". "Beati i mansueti", disse Gesù, senza
specificare la nazionalità, "perché erediteranno la terra" (Matteo
25:32-34; Apocalisse 7:9,16,17; Ezechiele 48; Matteo 5:5).
L'Onnipotente
Dio ha già parlato, esprimendo il Suo giudizio contro l'infedele
Gerusalemme. "Essi non sanno fare ciò che è retto", dice il Signore
(YHWH); "accumulano nei loro palazzi i frutti della loro violenza e
della loro rapina". Perciò così dice il Signore, DIO: "Ecco, il nemico è
tutt'attorno al paese; egli abbatterà la tua forza e i tuoi palazzi
saranno saccheggiati" (Amos 3:10,11). Prestiamo attenzione alle profezie
di Dio, che "verrà" presto a eseguire il Suo giudizio! 'Come il Santo
che ci ha chiamati, diveniamo anche noi santi in tutta la nostra
condotta' (1 Pietro 1:15).
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