venerdì 16 novembre 2018

Una "settimana" da ricordare...


Premetto che, mentre sono assolutamente sicuro dell'adempimento delle profezie bibliche, non posso essere altrettanto certo sui tempi e sui modi del loro adempimento.
Detto questo, mettetevi nei panni del profeta Daniele, il quale, mentre stava ancora supplicando Dio di perdonare i peccati suoi e del suo popolo, ricevette la visita di un messaggero angelico, chiamato Gabriele. “Quando hai cominciato a pregare c'è stata una risposta (da Dio) e io sono venuto a comunicartela, perche tu sei molto amato” (Daniele 9:23). Dio certamente ci ama in quanto sue creature, ma ancora di più nella misura in cui ci avviciniamo a Lui e a tempo debito risponderà a tutte le nostre domande (Giacomo 1:5).

Per esempio, rispondendo alla domanda su quando sarebbe stata restaurata l'adorazione di Dio, Gabriele dice: “Settanta settimane sono state fissate riguardo al tuo popolo e alla tua santa città, per far cessare la perversità, per mettere fine al peccato, per espiare l'iniquità e stabilire una giiustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo”. Analizziamo queste parole dense di significato. L'angelo suddivide poi questo periodo in 69 settimane e nell'ultima settimana, la settantesima. Quanto sarebbero durate queste 69 settimane? Daniele e gli altri ebrei che ascoltarono sapevano che, in genere, quando Dio parla di “settimane” (al plurale) si riferisce a settimane letterali di sette giorni ciascuna (Deuteronomio 16:9-11).

Ma l'ultima “settimana” non è un periodo di sette giorni, bensì di sette anni. Lo comprendiamo confrontando altre profezie parallele. Gabriele dice che “il popolo di un capo che verrà” “in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e offerta”. E più avanti lo stesso periodo si dice che dura “Un tempo, dei tempi e la metà di un tempo (tre tempi e mezzo)”, espressione che nell'Apocalisse equivale a “42 mesi” o “1260 giorni” (Apocalisse 11:,2,3; 12;6,14). Quindi la metà della “settimana”, i tre tempi e mezzo, devono essere tre anni e mezzo. Logicamente il doppio, la “settimana” intera corrisponde a sette anni. A conferma di questa interpretazione c'è la profezia di Daniele sui “sette tempi” nei quali la potenza babilonese avrebbe subito un arresto. Inizialmente si adempì sul re babilonese Nabucodonosor, il quale, durante la sua vita, trascorse sette anni letterali di “esilio” dal mondo (Daniele 4:16,33,34). In futuro saranno evidentemente letterali i “sette anni” nei quali la moderna “Babilonia la grande”, come spiegato in un post precedente, vedrà calare a picco la sua influenza mondiale. 

C'è anche un episodio che coincide straordinariamente con la “settimana” di Daniele. Quando Giuseppe, figlio di Giacobbe, si trovava in Egitto, venduto dai suoi fratelli, interpretò il sogno del faraone annunciando “sette anni” di carestia su tutto il paese. E così fu. Si trattarono di sette anni letterali (Genesi 41:27, 54). Gesù disse che, al tempo della sua presenza nel potere del Regno, ci sarebbero state “carestie” e “una grande tribolazione” senza precedenti (Matteo 24:7,21). La profezia di Daniele indica che la settantesima “settimana”, al termine delle 69 precedenti, sarebbe inziata con la comparsa di “un unto, un capo”. La Bibbia applica questa espressione al Messia predetto, Gesù Cristo, in concomitanza con la sua nomina come Re del Regno di Dio (Ebrei 1:1-9; Salmi 45:6,7).

Ma quando inizierà questa “settimana”? L'angelo dice che le “69 settimane” sarebbero iniziate “dal momento in cui è uscito l'ordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme” (Daniele 9:25). Anche se la città di Gerusalemme gode attualmente di buona salute, molti ebrei e altri attendono ancora la ricostruzione del cosiddetto “Terzo Tempio” e della città antica. Negli anni scorsi posero le prime pietre in mezzo a molta opposizione, in attesa che arrivasse un “sostegno” esterno autorevole. Ebbene, intorno al 7 dicembre 2017 il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, proclamò Gerusalemme “capitale dello Stato d'Israele”. Quall'affermazione sensazionale fu vista da molti come l'autorizzazione a ricostruire il tempio. Di fatto l' “ordine” era stato dato. 

Contando “69 settimane” (483 giorni) allora, arriviamo all'incirca al 4 aprile 2019, quando dovrebbe inziare la settantesima “settimana”. La profezia aggiunge che, in quel tempo, l' “unto sarà soppresso”, evidentemente nel senso che il Messia non potrà governare fisicamente sulla terra, perché Gerusalemme sarà ancora in mano ai suoi “nemici” (governanti della terra che si rifiuteranno di cedergli il posto) (Salmo 2). Però comincerà a regnare dal cielo (nella dimensione spirituale) insieme ai suoi fedeli apostoli. Il giudizio comincerà dalla “casa di Dio”, allorché giudicheranno “tutte le tribù d'Israele”, ovvero tutti gli ebrei di nascita (Matteo 19:28; 1 Pietro 4:17). “Egli (il Messia) si metterà seduto, come chi raffina e purifica l'argento, e purificherà i figli di Levi e li raffinerà come si fa dell'oro e dell'argento; ed essi offriranno al Signore (YHHW) offerte giuste” (Malachia 3:3).

Ma prima che ciò accada, l'infedele Gerusalemme dovrà essere distrutta. Fra gli avvenimenti predetti da Gesù per il tempo della sua “presenza regale” è menzionato un conflitto fra un “re del settentrione” e un “re del mezzogiorno”, che a un certo punto coinvolgerà Gerusalemme e i territori limitrofi (Matteo 24:15). “Il popolo di un capo che verrà distruggerà la città e il santuario”, “per suo ordine, delle truppe si presenteranno e profaneranno il santuario, la fortezza, sopprimeranno il sacrificio quotidiano e vi collocheranno l'abominazione della desolazione” (Daniele 9:26; 11:31). Ma non sarà una nazione sola a sferrare l'attacco, bensì una coalizione di nazioni situate a nord di Gerusalemme, così come predetto dagli altri profeti. “Dal settentrione verrà fuori la calamità su tutti gli abitanti del paese. Poiché, ecco, io sto per chiamare tutti in popoli dei regni del settentrione”, dice Dio (Geremia 1:14,15; Abacuc 1:6). 

Le ragioni dell'assedio vanno ricercate nella disubbidienza di buona parte del popolo ebraico e di coloro che li sostengono, come illustrato nei post precedenti. Dal momento che molti ebrei e lo stesso Stato d'Israele esercitano attualmente una grande influenza sulla scena mondiale, non c'è da meravigliarsi se, al venir meno del loro potere, tutte le “piazze” di scambio e la “piccola economia” potranno subire gravi conseguenze, dando luogo alle “carestie” e alla “grande tribolazione” predetta. “I mercanti della terra piangeranno e faranno cordoglio per lei (“Babilonia la grande” distrutta), perché nessuno compra più le loro merci” (Apocalisse 18:11) “Vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo il tuo popolo sarà salvato;” rassicurò l'angelo a Daniele “cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro (del favore di Dio)” (Daniele 12:1).

Grazie a Dio alcuni ebrei “superstiti”, “purificati” dal Re messianico, torneranno a Gerusalemme e la ricostruiranno secondo la volontà di Dio. Sarà come se nascesse una nuova “nazione” alla lode di Dio. Quello sarà un tempo straordinario, “l'ultimo giorno”, la “ricreazione”, al termine del “settimo giorno” di riposo di Dio, quando Egli creerà “nuovi cieli” (il suo governo celeste) e “nuova terra” (sudditi ubbidienti). Molti di coloro che si sono addormentati nella morte saranno risuscitati, compreso il fedele profeta Daniele (Giovanni 5:28,29; 11:24; Isaia 66:8, 22; Daniele 12:13). Alla fine della “settimana” “il santuario sarà purificato”, e Gerusalemme “sarà restaurata e ricostruita, piazza e mura, ma in tempi angosciosi” (Daniele 8:14; 9:25). La terra d'Israele, che sarà stata devastata e ridotta a un “deserto”, rifiorirà (Isaia 35:1,2).

La profezia di Daniele si conclude con l'assicurazione che dalla distruzione sarebbero trascorsi altri 1290 giorni (3 anni e sette mesi), ma invita ad aspettare fino a 1335 giorni (altri 45 giorni). Perché questa differenza? Il giudizio di Dio sul resto del mondo non arriverà precisamente alla fine della “settimana”, dei 1260 giorni, e nemmeno al termine degli altri periodi prima indicati, perché “nessuno sa il giorno e l'ora” (Matteo 24:36). L'incoraggiamento che ci viene dato è quello di aspettare fedelmente finché non tornerà il Messia a giudicare il mondo intero. “Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato” (Matteo 24:13).

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