Non è una favoletta da raccontare ai bambini per farli
addormentare, non è un mito dal significato ancestrale, bensì un fatto
realmente accaduto, un avvenimento di importanza mondiale. Stiamo
parlando del Diluvio che Dio mandò ai giorni di Noè e dell'arca che
quest'ultimo costruì per la salvezza dell'uomo e di tutte le specie
animali allora esistenti (Genesi 6-8). Praticamente in ogni cultura
antica esiste il racconto di un diluvio che sommerse la terra in epoche
remote. Alcuni archeologi hanno ritrovato quelli che ritengono essere i
resti dell'arca, esattamente dove la Bibbia dice che si posò dopo il
Diluvio, sul monte Ararat, in Turchia. Se siamo in vita oggi, e lo sono
gli animali intorno a noi, lo dobbiamo all'ubbidienza di quell'unico
uomo, Noè.
Ma perché questo titolo? Che senso ha parlare ancora di
"arca"? Il Messia promesso, Gesù Cristo, disse che ci sarebbero stati
giorni simili a quelli di Noè, corrispondenti al periodo precedente alla
sua futura "venuta" (Matteo 24:37-40). E San Pietro avvertì che,
proprio come mandò il Diluvio al tempo di Noè, così Dio darà a ciascuno
la sua ricompensa nel futuro "giorno del giudizio", punendo gli
"ingiusti" ma liberando dalla prova le persone a Lui devote (2 Pietro
2:5,9). Per essere "salvati" quando ci sarà questo giudizio, non sarà
necessario rifugiarsi di nuovo in un'arca letterale, perché Dio promise
che non avrebbe mandato più un diluvio di acque (Genesi 9:11).
Evidentemente l' "arca" della futura salvezza dev'essere
simbolica e rappresenta tutto ciò che potrà proteggerci dal giudizio
avverso di Dio. San Paolo ci spiega cosa include allorché scrive che
"per fede" Noè costruì l'arca, "con la sua fede" condannò il mondo di
allora e "fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede"
(Ebrei 11:7) Dunque è la fede in Dio che salvò Noè e quelli che erano
con lui nell'arca ed è la stessa fede che può permettere a noi di avere
una condizione "giusta" davanti a Dio e, quindi, la Sua approvazione.
"Senza fede è impossibile piacergli, poiché chi si accosta a Dio deve
credere che egli è (che esiste), e che ricompensa tutti quelli che lo
cercano". In altre parole bisogna essere assolutamente certi nella
propria mente non solo che Dio esiste, ma che potrà aiutarci nel bisogno
(Ebrei 11:1,6).
Ma la sola fede non basta per essere salvati. La Bibbia dice che il Diluvio era una prefigurazione della "richiesta di una buona buona coscienza verso Dio" che facciamo ogni volta che ci dedichiamo per fare la Sua volontà (1 Pietro 3:20,21). Quando arriverà il predetto "giorno del giudizio", non ci sarà un'indiscriminata "fine del mondo". Il Messia verrà, certo, per giudicare il mondo, ma ai "giusti" prometterà la vita eterna e agli "ingiusti" annuncerà la loro condanna eterna (Matteo 25:31-46). Persone di ogni nazione saranno salvate perché avranno simbolicamente "lavato le loro vesti", rendendole "bianche nel sangue dell'Agnello", avranno cioè ottenuto una "buona coscienza", una condizione giusta, davanti a Dio in virtù della loro fede nel Messia, Gesù Cristo, che ha versato il suo prezioso sangue per ogni essere umano (Apocalisse 7:9,13,14).
Ma la sola fede non basta per essere salvati. La Bibbia dice che il Diluvio era una prefigurazione della "richiesta di una buona buona coscienza verso Dio" che facciamo ogni volta che ci dedichiamo per fare la Sua volontà (1 Pietro 3:20,21). Quando arriverà il predetto "giorno del giudizio", non ci sarà un'indiscriminata "fine del mondo". Il Messia verrà, certo, per giudicare il mondo, ma ai "giusti" prometterà la vita eterna e agli "ingiusti" annuncerà la loro condanna eterna (Matteo 25:31-46). Persone di ogni nazione saranno salvate perché avranno simbolicamente "lavato le loro vesti", rendendole "bianche nel sangue dell'Agnello", avranno cioè ottenuto una "buona coscienza", una condizione giusta, davanti a Dio in virtù della loro fede nel Messia, Gesù Cristo, che ha versato il suo prezioso sangue per ogni essere umano (Apocalisse 7:9,13,14).
È interessante notare che Gesù paragonò il momento della
sua venuta per il giudizio al momento in cui Noè entrò nell'arca (Matteo
24:30,36-39). Il racconto ispirato dice che, appena lui e tutti gli
altri (la sua famiglia e gli animali) entrarono nell'arca, quello stesso
giorno, Dio chiuse la porta e venne il Diluvio (Genesi 7:7-16). Quando
il Messia avrà espresso il suo giudizio, per così dire, la "porta" sarà
chiusa e nessun altro potrà entrare nell' "arca", nemmeno volendo. Ecco
perché una volta, a chi gli chiedeva se sarebbero stati "pochi i
salvati", Gesù rispose: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta,
perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno" (Luca
13:23,24).
Finché la "porta dell'arca" è aperta, ora, prima che arrivi
il "giorno del giudizio", bisogna cercare di "entrare" nel favore di Dio
con tutte le nostre forze! Dal momento che non sappiamo quando arriverà
quel giorno, dobbiamo essere sempre pronti, con la coscienza apposto
con Dio, in modo da poter ricevere la Sua approvazione in qualsiasi
momento scelga per giudicarci (Sofonia 2:2,3; Matteo 24:36,44).
A questo punto della sua predizione riguardo alla sua
"venuta", Gesù menziona un "servo fedele e prudente" che è stato
costituito a capo della casa del suo padrone per distribuire il vitto
agli altri domestici in sua assenza. Quando il "padrone" (ovviamente si
parla del Messia) tornerà, se lo troverà a svolgere bene il compito
assegnato, lo premierà. Se invece lo sorprenderà a comportarsi male, lo
punirà (Matteo 24:45-51). A chi si riferisce in particolare? Certo, non a
una classe di persone preordinata a svolgere un determinato compito,
perché Gesù mette in conto che si potrà comportare male. Da altri
versetti (che vi indicherò in privato se vorrete) si comprende che si
riferisce principalmente a singoli cristiani ebrei che faranno parte del
Regno di Dio. Proprio nel tempo che precede la "venuta" del Messia
distribuiranno, in senso spirituale, "vitto a suo tempo" agli altri
servitori di Dio, proprio come Noè diede "nutrimento" a tutti quelli che
erano nell'arca, attingendo alla "provvista" di "ogni sorta di cibo"
che aveva preparato. "I saggi tra il popolo ne istuiranno molti",
"avranno insegnato a molti la giustizia" (Genesi 6:21,22; Daniele
11:33; 12:3).
"Quando il Figlio dell'uomo (il Messia) verrà ", si
chiedeva Gesù, "troverà la fede sulla terra?" (Luca 18:8). Una domanda
che fa riflettere, visto che, oggi come oggi, è facile perdere la fede,
magari presi dallo sconforto. Com'è la vostra fede? Costruita
solidamente sull'ubbidienza a Dio, come lo era l'arca di Noè, in grado
di resistere al Suo giudizio? (Matteo7:24,25)
Avete, per così dire,
"lavato" la vostra coscienza, pentendovi dei vostri peccati e
dedicandovi a fare la volontà di Dio? Vi "sforzate" con tutto voi stessi
di mantenere sempre una condizione "giusta"? Rafforzate la vostra fede
"cibandovi" con le parole spirituali preparate da coloro che Dio vi ha
mandato?
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