È vero, l'infedele "Gerusalemme" sarà punita "il doppio per tutti i suoi peccati", sarà votata "allo sterminio" e "all'infamia" (Isaia 40:2; 42:24,25;43:27,28).
Ma
Dio invita a "consolare" il "residuo d'Israele" che tornerà a Lui.
Rivolgendosi a loro collettivamente, il "Redentore", dice: "Non temere,
perché io ti ho riscattato", "sono il tuo Salvatore", "tu sei prezioso
ai miei occhi, sei stimato e io ti amo", "ricondurrò la tua discendenza
da oriente e ti raccoglierò da occidente" (Isaia 41:14, 43:1,3-5).
Come
abbiamo ampiamente illustrato nei post precedenti, questa
"restaurazione" dell'adorazione di Dio presso il Suo "popolo" ebraico
avviene, in senso spirituale, ogni volta che qualche ebreo di nascita si
"converte" a Dio riconoscendo nella propria vita il Messia, Gesù
Cristo. È come se ritrovasse la "vista"! (Isaia 42:16,18-20;43:8;2
Corinti 3:14-16) Ora, dopo la "caduta" di "Babilonia la grande", dopo
che ha perso la sua influenza sul "popolo" di Dio, gli "ultimi" ebrei,
un "residuo", stanno progressivamente tornando a Lui. Ma la
"restaurazione", fisica e spirituale, di "Gerusalemme" si completerà nel
prossimo futuro. Prima che ciò accada, è profetizzato che deve avvenire
qualcos'altro.
《La voce
di uno grida: "Preparate nel deserto la via del Signore (YHWH),
appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio!"》(Isaia 40:3).
In una profezia parallela Dio annuncia: "Ecco, io vi mando il mio
messaggero, che spianerà la via davanti a me", "vi mando il profeta
Elia, prima che venga il giorno del Signore (YHWH), giorno grande e
terribile" (Malachia 3:1;4:5). Come abbiamo già detto, queste parole si
adempirono inizialmente in Giovanni il Battista che preparava il popolo
ebraico all'arrivo del Messia, predicando il perdono dei peccati per i
penitenti (Luca 1:16,17). Ma Gesù, pur confermando che Giovanni era
l'Elia promesso, aggiunse che un altro "Elia" sarebbe dovuto ancora
venire per "ristabilire ogni cosa" (Matteo 11:14;17:11-13). Di chi stava
parlando? Che la profezia non si
riferisse ad Elia risuscitato, è evidente dal fatto che, nel primo
adempimento, il suo ruolo fu ricoperto da un altro uomo. È interessante
notare che la profezia, subito prima di menzionare "Elia", parla anche
di "Mosè". I due servitori di Dio sono profeticamente "legati", in
quanto "Elia" avrebbe "riavvicinato" gli ebrei alla "legge" che Dio
aveva trasmesso a Mosè (Malachia 4:4-6).
In
un'occasione alcuni apostoli ebbero la "visione" di Gesù nel suo regno,
cioè "videro" profeticamente il loro Messia a capo del regno di Dio.
Gesù fu "trasfigurato davanti a loro" e "apparvero Mosè ed Elia che
stavano conversando con lui" (Matteo 16:28;17:1-4). Quindi l'"Elia"
della profezia sarebbe venuto, insieme a "Mosè", durante il "giorno del
Signore (Gesù)" nel potere del Regno (Apocalisse 1:10). Certamente due
personaggi così importanti sarebbero menzionati anche nell'Apocalisse,
che, come sappiamo, è ambientata profeticamente proprio in quel tempo. E
infatti, al capitolo 11, parla di "due testimoni" che avrebbero
profetizzato "vestiti di sacco", in segno di lutto e pentimento, nei
"famosi" "42 mesi", o "tre anni e mezzo", nei quali "Gerusalemme" sarà
assediata e distrutta. L' Apocalisse non dice i loro nomi, ma indica che
hanno il "potere" sul "fuoco", di non far piovere e di "mutare l'acqua
in sangue" (Apocalisse 11:1-6). Tutte cose che fecero, con il potere di
Dio, Mosè ed Elia. È chiaro che qui si fa riferimento a loro.
In
particolare, ai suoi tempi, Elia invitò gli ebrei, che erano indecisi
fra l'adorazione del vero Dio e quella di Baal praticata dai loro
vicini, a schierarsi con decisione dalla parte giusta. Poi pregò Dio di
confermare in modo spettacolare il suo incarico e la Sua superiorità.
Dio mandò "fuoco" dal cielo, e "tutto il popolo" lo riconobbe come vero
Dio. Gli adoratori di Baal fecero una brutta fine (1 Re 18:20-40). Mosè,
d'altra parte, annunciò le "piaghe" sugli egiziani, come l'acqua mutata
in sangue e il fuoco guizzante fra la grandine, ed esse arrivarono come
annunciato. Alla fine coloro che si unirono agli ebrei nell'adorazione
di Dio furono salvati quando l'esercito dell'orgoglioso faraone fu
distrutto nel Mar Rosso (Esodo 5-12).
La
profezia aggiunge che i "due testimoni" "sono i due ulivi...che stanno
davanti al Signore della terra" (Apocalisse 11:4). Questo particolare ci
porta a identificarli con i "due ulivi" della profezia parallela di
Zaccaria, che rappresentano "i due unti che stanno presso il Signore di
tutta la terra". Nella
"trasfigurazione" infatti "Mosè" ed "Elia" furono visti 'conversare con
Gesù', che sarà presto nominato "Signore di tutta la terra", e a lui
dovranno fare rapporto della loro "testimonianza" (Zaccaria 4:3,11-14).
Dunque sono "testimoni" e "unti", o "santi". Secondo la Bibbia è
principalmente a questi ebrei "convertiti" che Dio avrebbe affidato il
compito di "testimoniare" le opere compiute a loro favore (Isaia 43:10).
Inoltre, sarebbero stati "santi", con la speranza di far parte del
Regno di Dio. I "due testimoni" rappresentano perciò tutti gli ebrei di
nascita "convertiti" al Cristo, "figli di Dio" ed "eletti" in qualità di
"coeredi" di Cristo (Romani 8:16,17).
Proprio come Mosè ed Elia, quelli di loro che sono stati già "chiamati" predicano fin d'ora la Parola di Dio. Come
Giovanni il Battista, in qualità di "messaggeri" di Dio, Gli preparano,
per così dire, la via, nel senso che invitano gli altri ebrei ad
"appianare" ogni ostacolo, pentendosi dei propri peccati, e tornare al
loro Dio.
La
profezia diceva che, dopo aver mandato "Elia", avrebbe mandato "subito
il Signore", il Messia, a purificare il "residuo d'Israele", completando
la "restaurazione" predetta (Malachia 3:1-4; Zaccaria 4:6-10). Prima di
'vestirsi di sacco', questi simbolici "due testimoni" stanno
proclamando a Gerusalemme "la
buona notizia" che il "Santo d'Israele" "pascerà il suo gregge",
mostrando la Sua bontà a quelli che torneranno a Lui (Isaia 40:9-11;
Salmo 118:1,2; Matteo 24:14).
E
voi che siete ebrei di nascita, avete ascoltato il "messaggio" di
salvezza che Dio vi sta inviando? (Isaia 46:13) Vi siete pentiti dei
vostri peccati e vi siete dedicati per fare la volontà di Dio, in modo
da essere giudicati positivamente quando "il Signore", il Messia
promesso, verrà a "purificare" "Gerusalemme"? O, come gli ebrei del
tempo di Elia, siete "indecisi"? Ricordatevi che 'siete preziosi' e che
Dio 'vi ama'! Se non lo avete ancora fatto, sbrigatevi e poi annunciate
anche voi la "buona notizia" a "Sion"! È essenziale farlo ora, in modo
da dare agli altri l'opportunità di salvarsi quando gli ebrei
"infedeli", come quegli "adoratori di Baal",
faranno (ahimè) una brutta fine, e, al più tardi, allorché arriverà il
"giorno" dell'esecuzione del giudizio sul mondo intero, "il giorno del
Signore (YHWH)", o "il giorno di Geova", "giorno grande e terribile"
(Malachia 4:5; Sofonia 2:1-3).
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