mercoledì 28 novembre 2018

"Consolate il mio popolo", dice Dio (Isaia 40:1)






È vero, l'infedele "Gerusalemme" sarà punita "il doppio per tutti i suoi peccati", sarà votata "allo sterminio" e "all'infamia" (Isaia 40:2; 42:24,25;43:27,28).

Ma Dio invita a "consolare" il "residuo d'Israele" che tornerà a Lui. Rivolgendosi a loro collettivamente, il "Redentore", dice: "Non temere, perché io ti ho riscattato", "sono il tuo Salvatore", "tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo", "ricondurrò la tua discendenza da oriente e ti raccoglierò da occidente" (Isaia 41:14, 43:1,3-5). 

Come abbiamo ampiamente illustrato nei post precedenti, questa "restaurazione" dell'adorazione di Dio presso il Suo "popolo" ebraico avviene, in senso spirituale, ogni volta che qualche ebreo di nascita si "converte" a Dio riconoscendo nella propria vita il Messia, Gesù Cristo. È come se ritrovasse la "vista"! (Isaia 42:16,18-20;43:8;2 Corinti 3:14-16) Ora, dopo la "caduta" di "Babilonia la grande", dopo che ha perso la sua influenza sul "popolo" di Dio, gli "ultimi" ebrei, un "residuo", stanno progressivamente tornando a Lui. Ma la "restaurazione", fisica e spirituale, di "Gerusalemme" si completerà nel prossimo futuro. Prima che ciò accada, è profetizzato che deve avvenire qualcos'altro. 

《La voce di uno grida: "Preparate nel deserto la via del Signore (YHWH), appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio!"》(Isaia 40:3). In una profezia parallela Dio annuncia: "Ecco, io vi mando il mio messaggero, che spianerà la via davanti a me", "vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del Signore (YHWH), giorno grande e terribile" (Malachia 3:1;4:5). Come abbiamo già detto, queste parole si adempirono inizialmente in Giovanni il Battista che preparava il popolo ebraico all'arrivo del Messia, predicando il perdono dei peccati per i penitenti (Luca 1:16,17). Ma Gesù, pur confermando che Giovanni era l'Elia promesso, aggiunse che un altro "Elia" sarebbe dovuto ancora venire per "ristabilire ogni cosa" (Matteo 11:14;17:11-13). Di chi stava parlando? Che la profezia non si riferisse ad Elia risuscitato, è evidente dal fatto che, nel primo adempimento, il suo ruolo fu ricoperto da un altro uomo. È interessante notare che la profezia,  subito prima di menzionare "Elia", parla anche di "Mosè". I due servitori di Dio sono profeticamente "legati", in quanto "Elia" avrebbe "riavvicinato" gli ebrei alla "legge" che Dio aveva trasmesso a Mosè (Malachia 4:4-6). 

In un'occasione alcuni apostoli ebbero la "visione" di Gesù nel suo regno, cioè "videro" profeticamente il loro Messia a capo del regno di Dio. Gesù fu "trasfigurato davanti a loro" e "apparvero Mosè ed Elia che stavano conversando con lui" (Matteo 16:28;17:1-4). Quindi l'"Elia" della profezia sarebbe venuto, insieme a "Mosè", durante il "giorno del Signore (Gesù)" nel potere del Regno (Apocalisse 1:10). Certamente due personaggi così importanti sarebbero menzionati anche nell'Apocalisse, che, come sappiamo, è ambientata profeticamente proprio in quel tempo. E infatti, al capitolo 11, parla di "due testimoni" che avrebbero profetizzato "vestiti di sacco", in segno di lutto e pentimento, nei "famosi" "42 mesi", o "tre anni e mezzo", nei quali "Gerusalemme" sarà assediata e distrutta. L' Apocalisse non dice i loro nomi, ma indica che hanno il "potere" sul "fuoco", di non far piovere e di "mutare l'acqua in sangue" (Apocalisse 11:1-6). Tutte cose che fecero, con il potere di Dio, Mosè ed Elia. È chiaro che qui si fa riferimento a loro. 

In particolare, ai suoi tempi, Elia invitò gli ebrei, che erano indecisi fra l'adorazione del vero Dio e quella di Baal praticata dai loro vicini, a schierarsi con decisione dalla parte giusta. Poi pregò Dio di confermare in modo spettacolare il suo incarico e la Sua superiorità. Dio mandò "fuoco" dal cielo, e "tutto il popolo" lo riconobbe come vero Dio. Gli adoratori di Baal fecero una brutta fine (1 Re 18:20-40). Mosè, d'altra parte, annunciò le "piaghe" sugli egiziani, come l'acqua mutata in sangue e il fuoco guizzante fra la grandine, ed esse arrivarono come annunciato. Alla fine coloro che si unirono agli ebrei nell'adorazione di Dio furono salvati quando l'esercito dell'orgoglioso faraone fu distrutto nel Mar Rosso (Esodo 5-12). 

La profezia aggiunge che i "due testimoni" "sono i due ulivi...che stanno davanti al Signore della terra" (Apocalisse 11:4). Questo particolare ci porta a identificarli con i "due ulivi" della profezia parallela di Zaccaria, che rappresentano "i due unti che stanno presso il Signore di tutta la terra". Nella "trasfigurazione" infatti "Mosè" ed "Elia" furono visti 'conversare con Gesù', che sarà presto nominato "Signore di tutta la terra", e a lui dovranno fare rapporto della loro "testimonianza" (Zaccaria 4:3,11-14). Dunque sono "testimoni" e "unti", o "santi". Secondo la Bibbia è principalmente a questi ebrei "convertiti" che Dio avrebbe affidato il compito di "testimoniare" le opere compiute a loro favore (Isaia 43:10). Inoltre, sarebbero stati "santi", con la speranza di far parte del Regno di Dio. I "due testimoni" rappresentano perciò tutti gli ebrei di nascita "convertiti" al Cristo, "figli di Dio" ed "eletti" in qualità di "coeredi" di Cristo (Romani 8:16,17).

Proprio come Mosè ed Elia, quelli di loro che sono stati già "chiamati" predicano fin d'ora la Parola di Dio. Come Giovanni il Battista, in qualità di "messaggeri" di Dio, Gli preparano, per così dire, la via, nel senso che invitano gli altri ebrei ad "appianare" ogni ostacolo, pentendosi dei propri peccati, e tornare al loro Dio. 
La profezia diceva che, dopo aver mandato "Elia", avrebbe mandato "subito il Signore", il Messia, a purificare il "residuo d'Israele", completando la "restaurazione" predetta (Malachia 3:1-4; Zaccaria 4:6-10). Prima di 'vestirsi di sacco', questi simbolici "due testimoni" stanno proclamando a Gerusalemme "la buona notizia" che il "Santo d'Israele" "pascerà il suo gregge", mostrando la Sua bontà a quelli che torneranno a Lui (Isaia 40:9-11; Salmo 118:1,2; Matteo 24:14).

E voi che siete ebrei di nascita, avete ascoltato il "messaggio" di salvezza che Dio vi sta inviando? (Isaia 46:13) Vi siete pentiti dei vostri peccati e vi siete dedicati per fare la volontà di Dio, in modo da essere giudicati positivamente quando "il Signore", il Messia promesso, verrà a "purificare" "Gerusalemme"? O, come gli ebrei del tempo di Elia, siete "indecisi"? Ricordatevi che 'siete preziosi' e che Dio 'vi ama'! Se non lo avete ancora fatto, sbrigatevi e poi annunciate anche voi la "buona notizia" a "Sion"! È essenziale farlo ora, in modo da dare agli altri l'opportunità di salvarsi quando gli ebrei "infedeli", come quegli "adoratori di Baal", faranno (ahimè) una brutta fine, e, al più tardi, allorché arriverà il "giorno" dell'esecuzione del giudizio sul mondo intero, "il giorno del Signore (YHWH)", o "il giorno di Geova", "giorno grande e terribile" (Malachia 4:5; Sofonia 2:1-3).

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