Precisiamo
subito che non sto parlando della costruzione di un tempio letterale né
della "restaurazione" fisica di Gerusalemme, la quale, come abbiamo già
analizzato, è ancora futura. Ma prima di quella "restaurazione" è
necessario che, soprattutto gli ebrei di nascita, comincino quella
"spirituale", di cui parliamo oggi.
Anche
per questa troviamo un "parallelo" profetico nella ricostruzione
letterale del tempio di Dio a Gerusalemme che gli antichi ebrei,
liberati dall'esilio babilonese, erano chiamati a compiere. La
"liberazione" dalla moderna "Babilonia" dovrebbe spronare anche gli
ebrei odierni a impegnarsi nella predetta "restaurazione". Perciò,
l'incoraggiamento che Dio diede allora costituisce uno stimolo speciale
per noi oggi. Scopriamolo insieme!
Il
racconto storico dice che, dopo qualche tentennamento iniziale,
finalmente gli ebrei iniziarono a costruire il tempio con gioia, grati
della bontà di Dio nei loro confronti (Esdra 3:8-13). Da un confronto
fra alcuni versetti biblici emerge che i cristiani che faranno parte del
regno di Dio, ebrei in primo luogo e poi non ebrei, costituiscono il
"tempio" spirituale di Dio, edificato sul fondamento della "pietra
angolare", Gesù Cristo, di cui essi seguono l'esempio (1 Corinti
3:11,16; 1 Pietro 2:4-9).
L'apostolo
Paolo esorta soprattutto questi cristiani a "costruire" il "tempio di
Dio", utilizzando materiali che resistono al fuoco, in quanto, avverte,
"l'opera di ognuno sarà messa in luce", allorché "il giorno di Cristo la
renderà visibile". Durante quel "giorno", che inizierà presto, il
Messia eserciterà il potere regale e metterà alla "prova del fuoco",
per così dire, la fede dei suoi aspiranti "sudditi" e "coeredi". Per
resistere a quel "fuoco" è essenziale che il "tempio" di ciascuno sia
stato costruito con materiali non combustibili, come "oro, argento, e
pietre preziose", ovvero qualità spirituali, quali saggezza, fede,
giustizia, pace, speranza e amore, che Dio considera "preziose" e
durature. Viceversa, qualità scadenti come "legno, fieno e paglia", cioè
i desideri carnali, che "sporcano" il corpo e lo spirito, non portano
da nessuna parte (1 Corinti 3:1-19; Malachia 3:1-3; Proverbi 3:13-15;
20:15; 1 Pietro 1:7, 13-23; 2:1-11; 2 Timoteo 2:15-23).
Il
racconto antico prosegue dicendo che la costruzione del tempio di
Gerusalemme fu interrotta in seguito all'opposizione scatenata dai
nemici d'Israele sotto forma di minacce e maldicenze. Fu in quel momento
di particolare sconforto che Dio mandò al Suo popolo i profeti Aggeo e
Zaccaria per incoraggiarli a riprendere l' "opera". Come fecero notare
questi, gli ebrei avevano ripreso ad occuparsi solo dei propri interessi
e si erano allontanati da Dio. "Vi sembra questo il momento di abitare
nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in
rovina?", disse Aggeo. "Riflettete bene sulla vostra condotta!". E
attraverso Zaccaria Dio li esortò: "Tornate a me e io tornerò a voi".
Riferendosi ai "pastori" d'Israele, i suoi capi" politici e religiosi,
avvertì: "Guai al pastore stolto che abbandona il gregge!" (Esdra 4;
Aggeo 1:4,5; Zaccaria 1:3;11:17).
E
voi? Vi siete "liberati" da "Babilonia"? (Apocalisse 18:4) Avete
iniziato a "costruire" il "tempio di Dio", coltivando qualità spirituali
che Gli piacciono o siete ancora "schiavi" dei vostri desideri carnali?
Forse avete preso a cuore l'incoraggiamento che Dio vi sta dando, ma
poi vi siete lasciati sopraffare dalle "preoccupazioni mondane",
dall'"inganno" delle "ricchezze" materiali, o sviare dalle "cattive
compagnie", e vi siete scoraggiati (Matteo 13:18-22; 1 Corinti 15:33; 2
Corinti 6:14-17). In tal caso, fareste bene anche voi a prestare
"attenzione alla vostra condotta" e capire che questo non è più tempo di
badare solo ai nostri interessi, ma di mettere gli interessi di Dio al
primo posto nella nostra vita. Gesù ci invita a 'cercare prima il regno
di Dio e la sua giustizia', non la nostra (Matteo 6:33). Come abbiamo
visto nei post precedenti, la "buona notizia del regno" è incentrata su
quello che farà Dio di "buono" per gli ebrei fedeli prima e poi per
tutta l'umanità ubbidiente attraverso il re da Lui costituito, Gesù
Cristo, e dai suoi "coeredi" (Matteo 24:14). Se viviamo in vista di
questa meravigliosa speranza, ci sforzeremo di fare tutto ciò che Dio
richiede da noi (2 Corinti 7:1; 1 Pietro 2:1-3).
Come
reagirono quegli antichi ebrei quando Dio ricordò i loro "doveri" verso
Colui che li aveva "liberati"? Sentendosi sotto l'enorme pressione dei
nemici, per prima cosa pregarono Dio di sostenerli nel loro difficile
compito. Poi si organizzarono in modo da difendersi dagli eventuali
attacchi e allo stesso tempo proseguire nella "ricostruzione" finché non
la portarono a compimento (Neemia 4; Esdra 5:1,2;6:13-15; Aggeo
1:12-14).
Anche noi
siamo esortati a 'perseverare sino alla fine' per completare l'"opera"
di Dio, in modo da "non mancare di nulla". Riusciremo a farlo se
pregheremo umilmente Dio di liberarci dai Suoi "nemici", 'gettando su di
lui tutte le nostre ansietà', sicuri che "egli avrà cura di noi". Poi
saremo decisi a difenderci indossando, per così dire, la "completa
armatura di Dio", fatta di sane abitudini e qualità positive (Matteo
24:13;Giacomo 1:2-4; Matteo 6:13; 1 Pietro 5:6,7; Efesini 6:10-18).
Dopo che "le cose più preziose di tutte le nazioni (gli ebrei fedeli superstiti)" saranno tornate nella Gerusalemme "restaurata"
sia spiritualmente che fisicamente, dopo che Dio li avrà 'raffinati
come si raffina l'argento e provati come si prova l'oro', potranno
'invocare il suo nome ed essere esauditi'. Egli 'li chiamerà "suo
popolo"' ed essi diranno che 'il Signore (YHWH) è il loro Dio' (Aggeo
2:7; Zaccaria 13:9).
Perciò,
《"casa di Giuda e casa d'Israele", "popolo tutto del paese", "non
temete! Si fortifichino le vostre mani!" e "Mettetevi al lavoro!",
"perché io sono con voi", dice il Signore (YHWH) degli
eserciti》(Zaccaria 8:13; Aggeo 2:4; 2 Corinti 15:58).
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