martedì 4 dicembre 2018

"Uomini d'Israele", "salvatevi da questa perversa generazione" (Atti 2:22,40).



Mentre si avvicinava la "fine" del "sistema giudaico" nel 70 d.C, con la distruzione del tempio di Gerusalemme, avvenne un fatto straordinario. Il promesso Spirito Santo fu versato sui primi cristiani ebrei di nascita, consentendo loro di parlare le lingue delle persone religiose accorse da varie parti. In questo modo si adempì 《quanto annunciato per mezzo del profeta Gioele: "Avverrà negli ultimi giorni", dice Dio, "che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno visioni, e i vostri vecchi sogneranno sogni"》(Atti 2:1-17; Gioele 2:28). 

Come abbiamo visto, la profezia di Gioele avrà un adempimento maggiore in futuro, "prima che venga il grande e glorioso giorno del Signore", in cui eseguirà il giudizio sul mondo intero. Possiamo perciò aspettarci che anche nei nostri giorni Dio avrebbe mandato il Suo Spirito Santo per far annunciare i Suoi giudizi. Ma a chi? A tutti indiscriminatamente? No. In un post precedente abbiamo capito che Dio concede il Suo Spirito solo a chi fa con fede la Sua volontà. Per questo l'apostolo Pietro, pieno di Spirito Santo, in quell'occasione cercò di convincere gli ebrei accorsi ad ascoltarlo che Gesù è il Messia che stavano aspettando. Se volevano continuare ad avere l'approvazione di Dio e sopravvivere alla "fine", quegli ebrei (così come quelli di oggi) avrebbero dovuto accettare Gesù come loro Salvatore. Solo così sarebbe stato impartito loro il dono dello Spirito Santo. 

Disse: 《"Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo"》. Poi aggiunse, parlando profeticamente anche del nostro tempo: 《"Perché per voi è la promessa, per i vostri figli e (notate) per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà". E con molte altre parole li scongiurava e li esortava, dicendo: "Salvatevi da questa perversa generazione"》(Atti 2:22-40;3:12-20;4:10-12).

Nel dare questa accorata esortazione, Pietro disse anche che, in seguito alla loro "conversione", Dio avrebbe mandato Gesù, "che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose". Ciò significa evidentemente che il Messia non resterà sempre "accolto in cielo" (spirituale e invisibile), ma solo fino alla "restaurazione" di "Gerusalemme" e di tutto il mondo, che sarà completata dopo la "settantesima settimana" profetica, esaminata in un post precedente, allorché Gesù Cristo tornerà, in modo visibile, con i suoi potenti angeli per emettere e poi eseguire il "giudizio universale" (Matteo 24:30;25:31; Apocalisse 1:7; 19:11-21).

Di questa "restaurazione", dice Pietro, 《Dio ha parlato dall'antichità per bocca dei suoi santi profeti. Mosè, infatti, disse: "Il Signore Dio vi susciterà in mezzo ai vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in tutte le cose che vi dirà. E avverrà che chiunque non avrà ascoltato quel profeta sarà estirpato di mezzo al popolo"》(Atti 3:20-23; Deuteronomio 18:15,18,19). L' apostolo specifica poi che "tutti i profeti che hanno parlato da Samuele in poi hanno anch'essi annunciato questi giorni", della "restaurazione", gli "ultimi giorni" di questo mondo. Considerando ciò che accadde all'epoca di quei profeti, avremo un "quadro" più chiaro di ciò che sarebbe accaduto nei nostri giorni.

Parliamo del profeta Samuele, visto che Pietro lo nomina. Quando era ancora piccolo, la carica di "sacerdoti" presso il popolo ebraico a Silo, l'antica capitale della nazione, prima di Gerusalemme, era ricoperta da Eli e dai suoi figli Ofni e Fineas. La Bibbia riferisce che erano "corrotti", in quanto i figli di Eli "disprezzavano le offerte" che il popolo portava in sacrificio a Dio e avevano rapporti sessuali nel luogo sacro. Il padre, che ne era a conoscenza, si limitò a rimproverarli bonariamente. Per questo Dio profetizzò, anche per bocca del giovane Samuele, che avrebbe tolto l'incarico sacerdotale alla famiglia di Eli e lo avrebbe dato a "un sacerdote fedele", 'che avrebbe agito secondo il suo cuore e secondo il suo desiderio'. In cambio Dio 'gli avrebbe dato una casa stabile ed egli sarebbe stato al servizio del suo unto per sempre' (1 Samuele 1:3;2:12-17,22-25,27-35;3:11-14). 

Così avvenne. Finché ci furono quei sacerdoti "corrotti", il popolo d'Israele non godeva dell'approvazione di Dio, per quanto si vantassero di avere con sé l' "arca dell'alleanza" (1 Samuele 4:1-4). Non vi ricorda qualcuno? Proprio come gli ebrei di allora, anche oggi lo Stato d'Israele confida nella propria "forza militare" illudendosi di avere l' "Iddio d'Israele" dalla sua parte. Ma, come abbiamo dimostrato in più occasioni, finché i suoi "sacerdoti", o capi religiosi, sono "corrotti", trascinando nella ribellione anche il resto della popolazione, non può godere del sostegno di Dio, che anzi l'ha giudicato come una "blasfema" prostituta, "Babilonia la grande" (Apocalisse 17:1-5). 

Quando i Filistei attaccarono gli ebrei infedeli dei giorni di Samuele, questi ultimi non furono in grado di sopportare l'avanzata nemica, "la disfatta fu enorme" e la famiglia di Eli fu sterminata. I Filistei profanarono l'" arca dell'alleanza" collocandola nel loro tempio pagano (1 Samuele 4:10-22;5:1,2). 

Anche nel prossimo futuro "la cosa disgustante che causa desolazione", il "re del settentrione", profanerà Gerusalemme con il suo assedio e la successiva distruzione (Matteo 24:15; Daniele 11:29-31). Tutte le nazioni, "le dieci corna" della simbolica "bestia", e non solo quelle situate a nord di Israele, 'lo renderanno devastato e nudo' (Apocalisse 17:16).

Non pensiamo che Dio non possa togliere il Suo Spirito a chi non è più degno di riceverlo. Il re Saul, che lo stesso Samuele aveva "unto" e che era stato "investito" dallo Spirito di Dio, col tempo si mostrò disubbidiente, perse l'approvazione di Dio e fece una brutta fine. In seguito Samuele "unse" come nuovo re d'Israele il giovane Davide, che, al contrario di Saul, si mostrò fedele per tutta la vita, nonostante qualche errore. Il "patriarca Davide", secondo l'apostolo Pietro, sapeva "che Dio gli aveva promesso con giuramento che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti", Gesù Cristo appunto. Dopo aver menzionato i profeti, che predissero la "restaurazione", rivolto agli ebrei, disse: 《Voi siete i figli dei profeti e del patto che Dio fece con i vostri padri, dicendo ad Abraamo: "Nella tua discendenza tutte le nazioni della terra saranno benedette". A voi per primi Dio, avendo suscitato il suo Servo, lo ha mandato per benedirvi, convertendo ciascuno di voi dalle sue malvagità》(Atti 2:30;3:25,26;Genesi 22:18).

Ricordate che, al tempo di Samuele, Dio aveva promesso un "sacerdote fedele" al perenne servizio del Suo "unto". Alla luce anche delle parole di Pietro, comprendiamo che l' "unto", o "Messia", promesso è Gesù, che ora, per cosi dire, "siede alla destra del Padre", in attesa che Dio gli sottometta i suoi nemici. Il "sacerdote fedele" è costituito da tutti i fedeli cristiani, ebrei e non, che parteciperanno al regno di Dio in qualità di re e sacerdoti (Atti 2:32-36; 1Pietro 2:9; Apocalisse 20:6). Come abbiamo già esaminato, fra questi ci sarebbero dovuti essere soprattutto gli ebrei di nascita, "figli dei profeti e del patto". Sia Gesù che gli apostoli, infatti, furono mandati principalmente alle "pecore smarrite della casa d'Israele" (Matteo 10:6;15:24). Ecco perché Dio mandò il Suo Spirito Santo su quei primi cristiani, perché incoraggiassero il maggior numero di ebrei a credere in Gesù e a far parte del suo regno. Ecco perché Dio sta di nuovo versando il Suo Spirito nei nostri giorni, perché gli ultimi ebrei, che non si sono ancora "convertiti" a Cristo, partecipino alla "restaurazione di tutte le cose".

Gli ebrei contemporanei di Samuele che, in risposta al suo invito, abbandonarono le loro pratiche idolatriche e servirono Dio fedelmente con tutto il cuore non dovettero più fuggire davanti ai nemici (1 Samuele 7:3,4,11,13;12). Anche gli ebrei odierni che abbandonano la loro condotta peccaminosa e si dedicano completamente a Cristo potranno essere "salvati" quando verrà, ancora una volta, la "fine" dell'infedele "Gerusalemme". A loro si applicheranno queste parole profetiche: "Infatti il Signore (YHWH), per amore del suo grande nome, non abbandonerà il suo popolo (gli ebrei fedeli), poiché è piaciuto al Signore (YHWH) di fare di voi il suo popolo" (1 Samuele 12:22).

A tutti loro Dio rivolge l'invito a prendere le distanze dai "sacerdoti" "corrotti", come la famiglia di Eli, e dalla "perversa generazione" che li circonda, 'convertendosi individualmente dalle proprie malvagità', e a dimostrarsi invece "sacerdoti fedeli", sempre ubbidienti, degni di ricevere il "dono" dello Spirito. 

"Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati e affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro" (Atti 2:40;3:19,20; Malachia 3:10).

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