Mentre
si avvicinava la "fine" del "sistema giudaico" nel 70 d.C, con la
distruzione del tempio di Gerusalemme, avvenne un fatto straordinario.
Il promesso Spirito Santo fu versato sui primi cristiani ebrei di
nascita, consentendo loro di parlare le lingue delle persone religiose
accorse da varie parti. In questo modo si adempì 《quanto annunciato per
mezzo del profeta Gioele: "Avverrà negli ultimi giorni", dice Dio, "che
io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le
vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno visioni, e i
vostri vecchi sogneranno sogni"》(Atti 2:1-17; Gioele 2:28).
Come
abbiamo visto, la profezia di Gioele avrà un adempimento maggiore in
futuro, "prima che venga il grande e glorioso giorno del Signore", in
cui eseguirà il giudizio sul mondo intero. Possiamo perciò aspettarci
che anche nei nostri giorni Dio avrebbe mandato il Suo Spirito Santo per
far annunciare i Suoi giudizi. Ma a chi? A tutti indiscriminatamente?
No. In un post precedente abbiamo capito che Dio concede il Suo Spirito
solo a chi fa con fede la Sua volontà. Per questo l'apostolo Pietro,
pieno di Spirito Santo, in quell'occasione cercò di convincere gli ebrei
accorsi ad ascoltarlo che Gesù è il Messia che stavano aspettando. Se
volevano continuare ad avere l'approvazione di Dio e sopravvivere alla
"fine", quegli ebrei (così come quelli di oggi) avrebbero dovuto
accettare Gesù come loro Salvatore. Solo così sarebbe stato impartito
loro il dono dello Spirito Santo.
Disse:
《"Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo,
per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello
Spirito Santo"》. Poi aggiunse, parlando profeticamente anche del nostro
tempo: 《"Perché per voi è la promessa, per i vostri figli e (notate) per
tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne
chiamerà". E con molte altre parole li scongiurava e li esortava,
dicendo: "Salvatevi da questa perversa generazione"》(Atti
2:22-40;3:12-20;4:10-12).
Nel
dare questa accorata esortazione, Pietro disse anche che, in seguito
alla loro "conversione", Dio avrebbe mandato Gesù, "che il cielo deve
tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose". Ciò
significa evidentemente che il Messia non resterà sempre "accolto in
cielo" (spirituale e invisibile), ma solo fino alla "restaurazione" di
"Gerusalemme" e di tutto il mondo, che sarà completata dopo la
"settantesima settimana" profetica, esaminata in un post precedente,
allorché Gesù Cristo tornerà, in modo visibile, con i suoi potenti
angeli per emettere e poi eseguire il "giudizio universale" (Matteo
24:30;25:31; Apocalisse 1:7; 19:11-21).
Di
questa "restaurazione", dice Pietro, 《Dio ha parlato dall'antichità per
bocca dei suoi santi profeti. Mosè, infatti, disse: "Il Signore Dio vi
susciterà in mezzo ai vostri fratelli un profeta come me; ascoltatelo in
tutte le cose che vi dirà. E avverrà che chiunque non avrà ascoltato
quel profeta sarà estirpato di mezzo al popolo"》(Atti 3:20-23;
Deuteronomio 18:15,18,19). L' apostolo specifica poi che "tutti i
profeti che hanno parlato da Samuele in poi hanno anch'essi annunciato
questi giorni", della "restaurazione", gli "ultimi giorni" di questo
mondo. Considerando ciò che accadde all'epoca di quei profeti, avremo un
"quadro" più chiaro di ciò che sarebbe accaduto nei nostri giorni.
Parliamo
del profeta Samuele, visto che Pietro lo nomina. Quando era ancora
piccolo, la carica di "sacerdoti" presso il popolo ebraico a Silo,
l'antica capitale della nazione, prima di Gerusalemme, era ricoperta da
Eli e dai suoi figli Ofni e Fineas. La Bibbia riferisce che erano
"corrotti", in quanto i figli di Eli "disprezzavano le offerte" che il
popolo portava in sacrificio a Dio e avevano rapporti sessuali nel luogo
sacro. Il padre, che ne era a conoscenza, si limitò a rimproverarli
bonariamente. Per questo Dio profetizzò, anche per bocca del giovane
Samuele, che avrebbe tolto l'incarico sacerdotale alla famiglia di Eli e
lo avrebbe dato a "un sacerdote fedele", 'che avrebbe agito secondo il
suo cuore e secondo il suo desiderio'. In cambio Dio 'gli avrebbe dato
una casa stabile ed egli sarebbe stato al servizio del suo unto per
sempre' (1 Samuele 1:3;2:12-17,22-25,27-35;3:11- 14).
Così
avvenne. Finché ci furono quei sacerdoti "corrotti", il popolo
d'Israele non godeva dell'approvazione di Dio, per quanto si vantassero
di avere con sé l' "arca dell'alleanza" (1 Samuele 4:1-4). Non vi
ricorda qualcuno? Proprio come gli ebrei di allora, anche oggi lo Stato
d'Israele confida nella propria "forza militare" illudendosi di avere l'
"Iddio d'Israele" dalla sua parte. Ma, come abbiamo dimostrato in più
occasioni, finché i suoi "sacerdoti", o capi religiosi, sono "corrotti",
trascinando nella ribellione anche il resto della popolazione, non può
godere del sostegno di Dio, che anzi l'ha giudicato come una "blasfema"
prostituta, "Babilonia la grande" (Apocalisse 17:1-5).
Quando
i Filistei attaccarono gli ebrei infedeli dei giorni di Samuele, questi
ultimi non furono in grado di sopportare l'avanzata nemica, "la
disfatta fu enorme" e la famiglia di Eli fu sterminata. I Filistei
profanarono l'" arca dell'alleanza" collocandola nel loro tempio pagano
(1 Samuele 4:10-22;5:1,2).
Anche
nel prossimo futuro "la cosa disgustante che causa desolazione", il "re
del settentrione", profanerà Gerusalemme con il suo assedio e la
successiva distruzione (Matteo 24:15; Daniele 11:29-31). Tutte le
nazioni, "le dieci corna" della simbolica "bestia", e non solo quelle
situate a nord di Israele, 'lo renderanno devastato e nudo' (Apocalisse
17:16).
Non pensiamo che
Dio non possa togliere il Suo Spirito a chi non è più degno di
riceverlo. Il re Saul, che lo stesso Samuele aveva "unto" e che era
stato "investito" dallo Spirito di Dio, col tempo si mostrò
disubbidiente, perse l'approvazione di Dio e fece una brutta fine. In
seguito Samuele "unse" come nuovo re d'Israele il giovane Davide, che,
al contrario di Saul, si mostrò fedele per tutta la vita, nonostante
qualche errore. Il "patriarca Davide", secondo l'apostolo Pietro, sapeva
"che Dio gli aveva promesso con giuramento che sul suo trono avrebbe
fatto sedere uno dei suoi discendenti", Gesù Cristo appunto. Dopo aver
menzionato i profeti, che predissero la "restaurazione", rivolto agli
ebrei, disse: 《Voi siete i figli dei profeti e del patto che Dio fece
con i vostri padri, dicendo ad Abraamo: "Nella tua discendenza tutte le
nazioni della terra saranno benedette". A voi per primi Dio, avendo
suscitato il suo Servo, lo ha mandato per benedirvi, convertendo
ciascuno di voi dalle sue malvagità》(Atti 2:30;3:25,26;Genesi 22:18).
Ricordate
che, al tempo di Samuele, Dio aveva promesso un "sacerdote fedele" al
perenne servizio del Suo "unto". Alla luce anche delle parole di Pietro,
comprendiamo che l' "unto", o "Messia", promesso è Gesù, che ora, per
cosi dire, "siede alla destra del Padre", in attesa che Dio gli
sottometta i suoi nemici. Il "sacerdote fedele" è costituito da tutti i
fedeli cristiani, ebrei e non, che parteciperanno al regno di Dio in
qualità di re e sacerdoti (Atti 2:32-36; 1Pietro 2:9; Apocalisse 20:6).
Come abbiamo già esaminato, fra questi ci sarebbero dovuti essere
soprattutto gli ebrei di nascita, "figli dei profeti e del patto". Sia
Gesù che gli apostoli, infatti, furono mandati principalmente alle
"pecore smarrite della casa d'Israele" (Matteo 10:6;15:24). Ecco perché
Dio mandò il Suo Spirito Santo su quei primi cristiani, perché
incoraggiassero il maggior numero di ebrei a credere in Gesù e a far
parte del suo regno. Ecco perché Dio sta di nuovo versando il Suo
Spirito nei nostri giorni, perché gli ultimi ebrei, che non si sono
ancora "convertiti" a Cristo, partecipino alla "restaurazione di tutte
le cose".
Gli
ebrei contemporanei di Samuele che, in risposta al suo invito,
abbandonarono le loro pratiche idolatriche e servirono Dio fedelmente
con tutto il cuore non dovettero più fuggire davanti ai nemici (1
Samuele 7:3,4,11,13;12). Anche gli ebrei odierni che abbandonano la loro
condotta peccaminosa e si dedicano completamente a Cristo potranno
essere "salvati" quando verrà, ancora una volta, la "fine" dell'infedele
"Gerusalemme". A loro si applicheranno queste parole profetiche:
"Infatti il Signore (YHWH), per amore del suo grande nome, non
abbandonerà il suo popolo (gli ebrei fedeli), poiché è piaciuto al
Signore (YHWH) di fare di voi il suo popolo" (1 Samuele 12:22).
A
tutti loro Dio rivolge l'invito a prendere le distanze dai "sacerdoti"
"corrotti", come la famiglia di Eli, e dalla "perversa generazione" che
li circonda, 'convertendosi individualmente dalle proprie malvagità', e a
dimostrarsi invece "sacerdoti fedeli", sempre ubbidienti, degni di
ricevere il "dono" dello Spirito.
"Ravvedetevi
dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati e
affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro" (Atti
2:40;3:19,20; Malachia 3:10).
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