martedì 4 dicembre 2018

Abitanti di "Gerusalemme", avete ricevuto il "segno" della salvezza? (Ezechiele 9:4) -Parte prima



In un'occasione il profeta Ezechiele "vide" la futura "punizione" e "distruzione" dell'infedele "Gerusalemme". Profetizzò che "sei uomini", "ciascuno con la sua arma di distruzione in mano", sarebbero entrati nella città da "settentrione". Ma prima che questi eseguissero il giudizio, sarebbe dovuto passare "in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme" un "uomo vestito di lino" con un "corno da scrivano", che avrebbe fatto "un segno sulla fronte degli uomini che sospirano e gemono per tutte le abominazioni che si commettono in mezzo a lei". Poi sarebbe stato detto a quei "sei uomini" di "colpire" solo gli abitanti che non avessero portato il "segno" (Ezechiele 9:1-7).

Di che "segno" si tratta? È di fondamentale importanza capirlo, perché, a quanto pare, sarà determinante per la "salvezza" quando verrà eseguito il giudizio di Dio sulla moderna "Babilonia" (Apocalisse 18:8). Analizziamo insieme il contesto della profezia. Innanzitutto, chi rappresentano i "sei uomini" mandati a punire "Gerusalemme"? Notate che si tratta di "uomini" e non di "angeli" o altre creature spirituali. Il numero "sei", nella Bibbia, quando si riferisce a "esseri umani", simboleggia spesso "malvagità" e "arroganza" contro Dio e i suoi "rappresentanti" (1 Samuele 17:4-10; 2 Samuele 21:20,2; Apocalisse 13:1-7,18). La profezia indica inoltre che provengono dal "settentrione". Perciò, quei "sei uomini" rappresentano le "malvage" nazioni a nord di Israele, il composito "re del settentrione", che assedieranno arrogantemente Gerusalemme e la distruggeranno. Scenderemo nei particolari fra poco (Geremia 1:14,15; Ezechiele 7:24; 11:31). 

Scopriamo prima l'identità dell' "uomo vestito di lino". Il suo incarico è messo in relazione con la "presenza" di Dio, "la gloria del Dio d'Israele", "verso la soglia della casa", cioè del tempio di Gerusalemme. Questo ci ricorda il tempo futuro nel quale il "giudizio" inizierà dalla "casa di Dio", allorché il "Signore" Gesù "entrerà nel suo tempio" e purificherà "i figli di Levi" (il popolo ebraico), per renderli idonei al "servizio sacerdotale". Ma prima dell'arrivo del Messia, Dio avrebbe mandato il Suo "messaggero" a preparargli la strada, "il profeta Elia", che, come abbiamo visto, raffigura i cristiani ebrei, destinati ad essere "re e sacerdoti" nel regno di Dio, i "santi", che avrebbero esortato i loro connazionali a "tornare" a Dio, consentendo loro di essere risparmiati dallo "sterminio". Questi rappresentano evidentemente l' "uomo vestito di lino" della profezia di Ezechiele. A riprova di ciò, il "lino" era il tessuto col quale venivano vestiti anticamente i "sacerdoti" ebrei. E nell'Apocalisse è detto che "il lino fine rappresenta gli atti giusti dei santi" (Ezechiele 9:3; 1 Pietro 4:17; Malachia 3:1-3;4:5,6; Esodo 39:27-29; Apocalisse 19:8). 
Il fatto che avrebbe apposto il "segno" della "salvezza" corrisponde a ciò che avrebbero fatto i "compagni" del "sommo sacerdote Giosuè" della parallela profezia di Zaccaria: l'avrebbero aiutato a spogliarsi dei suoi abiti "sudici" e a indossare un "turbante" e "abiti magnifici". Come abbiamo visto in un post precedente, questo rappresenta la "restaurazione" spirituale degli ebrei "superstiti". Apponendo loro il "segno", l' "uomo vestito di lino" li 'strapperà dal fuoco' della distruzione (Zaccaria 3:1-5).

Ma a cosa corrisponde esattamente questo "segno" posto "sulla fronte"? Tanto per cominciare, quel "segno" viene apposto agli "uomini che sospirano e gemono" con evidente disapprovazione "per tutte le abominazioni che si commettono in mezzo a" Gerusalemme (2 Pietro 2:7,8). Quali sono queste "abominazioni" ( o "cose detestabili") che i servitori di Dio farebbero bene a odiare (Salmo 97:10)? Ce lo dice sempre la "visione" profetica di Ezechiele, al capitolo precedente. Per prima cosa, "a Gerusalemme, all'ingresso della porta interna che guarda verso il settentrione", vide "l'idolo della gelosia" (Ezechiele 8:3-6). Cos'è che suscita la "gelosia" di Dio verso il Suo "popolo"? "Le divinità straniere", l'adorazione idolatrica rivolta "a demoni", "dèi nuovi, apparsi di recente" (Deuteronomio 32:16,17). Queste espressioni ci collegano con la profezia di Daniele relativa al "re del settentrione". È profetizzato che "non avrà riguardo per gli dèi dei suoi padri", ma "onorerà il dio delle fortezze", "un dio sconosciuto ai suoi padri", "un dio straniero". Di chi si tratta? Consideriamo prima nello specifico da chi è composto questo "re del settentrione". Fra le nazioni a nord di Israele che lo avrebbero formato ne spicca una che si sarebbe distinta dalle altre. Una profezia parallela di Daniele indica che il "regno" che avrebbe "afflitto" e "distrutto" "il popolo dei santi" (il popolo ebraico), rappresentato da un "piccolo corno", sarebbe disceso dal "regno" di "Grecia" (Daniele 7:8,20,21,24,25;8:9-11,21-24). Dalla storia comprendiamo che si tratta di una nazione che sarebbe sorta dell'eredità dell'antico impero greco di Alessandro Magno. Un impero molto vasto, che si estendeva dell'attuale Grecia fino ai confini con la Cina e l'India. Altri passi biblici ci aiutano a stringere il cerchio. 

Geremia dice che è un "paese lontano" a "settentrione" di Israele, dotato di "alture del deserto", una "nazione valorosa", "antica", dalla "lingua" "sconosciuta" per gli ebrei (Geremia 4:6,11,16;5:15). L' Apocalisse ne parla come di un'anomalo e gigantesco "esercito" di cavalleria,  corrispondente al "popolo numeroso e potente" della profezia di Gioele, che sarebbe partito dal "gran fiume Eufrate"(Apocalisse 9:14-19; Gioele 2:2). Stiamo parlando dell'antico impero babilonese o delle nazioni che ne sono derivate, notoriamente situate in Mesopotamia, fra il Tigri e l'Eufrate? No, perché si sarebbe dovuto trattare di un "regno" diverso da tutti quelli precedenti, fra i quali c'era anche Babilonia. C'è solo un'altra nazione sul cui territorio scorre, anzi da cui nasce, il fiume Eufrate, ed è la Turchia, che, se ci pensate, soddisfa in pieno tutti i "requisiti" della "nazione" che stavamo cercando. Anche un altro luogo della Bibbia è generalmente associato alla Turchia, un paese chiamato "Mesec". Il profeta Ezechiele menziona un certo "Gog del paese di Magog, principe sovrano di Mesec e Tubal" (Ezechiele 38:2).

L' Apocalisse identifica questo "sovrano" che sedurrà "Gog e Magog" come "Satana", il quale, come abbiamo visto in precedenza, sferrerà un attacco a oltranza contro la Gerusalemme "restaurata" (Apocalisse 20:7,8). Di lui si parla altrove, in una profezia parallela, col nome di "re di Tiro", che si sarebbe insuperbito desiderando essere adorato come Dio. Inizialmente era un "cherubino", un "angelo" bellissimo al servizio di Dio nel "giardino di Eden", sul "monte di Dio". È interessante che il "giardino di Eden" era collocato nella terra da dove nascevano il "Tigri" e l' "Eufrate", probabilmente una regione a ridosso delle montagne situate nella Turchia orientale (Ezechiele 28:2-19; Genesi 2:8-14). Nelle profezie future "Gog", o "re di Tiro", Satana il Diavolo, non appare come una creatura spirituale e invisibile, ma come "un uomo" che sarà sconfitto "alla vista" di tutti, ucciso per mano umana, dato "in pasto" agli animali e "sepolto" (Ezechiele 28:2,7,8,18;39:4,11). Come ho spiegato in un post, evidentemente, dopo l'intronizzazione di Gesù quale re del regno di Dio, quella creatura spirituale malvagia sarà "scagliato sulla terra" nel senso che assumerà sembianze umane, o perlomeno sarà lui l'ispiratore di determinati comportamenti umani. 

Nel prossimo post vedremo dove si concentrerà la sua "influenza".

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