sabato 15 dicembre 2018

Come reagirete all'"avanzata" nemica? (Geremia 1:14,15; Ezechiele 38:15,16)



Quando, attraverso i mezzi di comunicazione, apprendete, in adempimento delle profezie bibliche, che i "regni del settentrione" si stanno muovendo verso Gerusalemme, in vista del suo futuro assedio e conseguente distruzione, come reagite? Pensate che la cosa non vi tocchi minimamente, forse perché non vi riguarda da vicino? Dovrebbe invece, perché lì si "scriverà" presto un "capitolo" importante per la "storia" del mondo intero (Daniele 11:29-31; Zaccaria 1:15).

Certo, non fa piacere a nessuno sentir parlare di guerre o distruzione e morte. Ci auguriamo sempre che alla fine prevalga la pace fra tutti i popoli. Ma la storia farà il suo corso, come Dio ha predetto, nel bene e nel male, che ci piaccia o no. Alcuni forse sono spaventati da queste "cattive" notizie e vanno in preda al panico. Quale dovrebbe essere la "giusta" reazione di chi ha fede in Dio? Ce lo dice il profeta Daniele, subito dopo aver descritto l' "avanzata" dei "nemici" contro Gerusalemme. "Quelli che avranno abbandonato il patto santo (gli ebrei infedeli)", che "lo tradiscono" disubbidendo ai comandamenti di Dio, saranno "corrotti" dalle "lusinghe" del "re del settentrione". Quest'ultimo "colmerà di onori quelli che lo riconosceranno", cercando di guadagnarsi "con le buone" o con la forza il sostegno sia degli ebrei che di altri. "Ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio", precisa il profeta, "mostrerà fermezza e agirà" (Daniele 11:30,31,39). Analizziamo le sue parole.

Coloro che hanno fede in Gesù, il Messia predetto, non dovranno combattere né sostenere alcuna azione violenta. "Tutti quelli che prendono la spada periranno di spada", avvertì. Ci ha insegnato a non ricambiare le offese, ma a "porgere l'altra guancia". "Le armi della nostra guerra non sono carnali" ci ricorda l'apostolo Paolo. I cristiani "si adoperano per la pace" con tutti (Matteo 26:52; 5:9,39-41; 2 Corinti 10:3,4; Romani 12:18). In che modo quindi dovremmo mostrare "fermezza"? Quando gli ebrei si trovarono in trappola fra il faraone che li inseguiva e il mare che sbarrava loro la strada, "ebbero una gran paura" e iniziarono a dubitare di aver fatto bene a lasciare l'Egitto. Ma Mosè disse: "Non abbiate paura, state fermi (notate) e vedrete la salvezza che il Signore (YHWH) compirà oggi per voi" (Esodo 14:10-13).

In quella, come in altre occasioni, non avrebbero dovuto combattere, ma stare "fermi", sicuri che Dio avrebbe combattuto per loro. Ricordate l'anomalo "esercito" di cavalleria, descritto nell'Apocalisse, che attaccherà l'infedele "Gerusalemme"? "I cavalli avevano delle teste simili a quelle dei leoni e dalle loro bocche usciva fuoco, fumo e zolfo" (Apocalisse 9:16-19). Cosa significa questo? Lo chiarisce il re Davide riferendosi profeticamente a quell' "attacco" futuro. "L' anima mia è in mezzo a leoni; dimoro tra gente che vomita fiamme, in mezzo a uomini i cui denti sono lance e frecce e la cui lingua è una spada affilata". Le nazioni "malvage" cercheranno di "divorare" l'intero "popolo" ebraico di Dio, "oltraggiandolo". 

Ma notate la reazione. "Il mio cuore è saldo (o rassicurato), o Dio", perché  "l'anima mia cerca rifugio in te; e all'ombra delle tue ali io mi rifugio finché sia passato il pericolo" (Salmi 57:1-4,7). Riuscite a percepire il senso di sicurezza che deriva dall'assoluta fiducia nel potere di Dio di proteggerci? Chi si comporta bene, chi "teme il Signore (YHWH) e trova grande gioia nei suoi comandamenti", chi è "onesto", "misericordioso" e  "giusto", non avrà nulla da temere. "Non temerà cattive notizie; il suo cuore è saldo, fiducioso nel Signore (YHWH). Il suo cuore è tenace, privo di paure" (Salmo 112:1-9). Dunque un'incrollabile fede in Dio ci permetterà di mostrare "fermezza" e non lasciarci spaventare dai "nemici" che avanzano. 

La parola ebraica resa "fermezza" implica anche l'idea di "forza", o determinazione, nel seguire la guida di Dio e nel perseverare in ciò che è giusto. Più volte Dio incoraggiò il Suo "popolo" ebraico a ricordarsi della Sua guida amorevole per essere "forte" e "tenersi stretto" a Lui, come un bambino che tiene "stretta" la "mano" del genitore che lo guida e lo protegge (Deuteronomio 4:1-4; 11; 13:1-4; 30:15-20).

Per resistere all'influenza satanica che si farà sempre più "tangibile" nei prossimi anni, come abbiamo analizzato nel post precedente, occorre rivestirsi della "completa armatura di Dio", fatta di qualità spirituali e sane abitudini (Efesini 6:10-17). È interessante che il "mostrare fermezza" sia messo in relazione con l' "agire", o "darsi da fare". Lo ribadisce l'apostolo Paolo allorché invita ad essere "saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore" (Daniele 11:32; 1 Corinti 15:58). L' "opera del Signore" ha a che fare con la "restaurazione" spirituale, prima che fisica, di "Gerusalemme", di cui abbiamo già parlato. A coloro che Dio "chiama" per compiere la Sua "opera, Egli dice: "Fortificate le mani infiacchite, rafforzate le ginocchia vacillanti!", "siate forti, non temete!" (Isaia 35:3,4; Zaccaria 8:9-13). Era anche predetto che "i saggi tra il popolo", come i profeti, avrebbero 'istruito molti', fornendo il necessario incoraggiamento (Daniele 11:33).

Ma solo gli ebrei fedeli sono invitati a "mostrare fermezza"? Era profetizzato che all'opera di "restaurazione" avrebbero partecipato anche persone di ogni nazione, "afferrando", per così dire, "un Giudeo per un lembo della veste" (Zaccaria 8:23). Non si dice che avrebbero "sfiorato" o "toccato" di sfuggita "un Giudeo", ma che lo avrebbero "afferrato per un lembo", espressione che ci ricorda la "forza" con la quale gli ebrei fedeli dovrebbero "tenersi stretti" all' "Iddio d'Israele". Il profeta Daniele  dice che molti si sarebbero sì uniti al "popolo" ebraico di Dio, ma "senza convinzione" (Daniele 11:35), senza manifestare la stessa "fermezza" che Dio richiede dai Suoi servitori. 

Ciò che conterà veramente quando ci sarà il "giudizio universale" non sarà la quantità di cose, risorse o energie, che potremo donare per l' "opera del Signore", ma il "motivo" che ci spingerà a farlo, se sosterremo "un profeta perché è un profeta" o "un giusto perché è un giusto". "Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua a uno di questi piccoli, perché è un discepolo... Non perderà affatto il suo premio". Solo se ci spenderemo nella "restaurazione" di "Gerusalemme" con "convinzione", con fede in Dio e amore nei confronti dei Suoi ubbidienti adoratori ebrei, sarà come se avessimo sostenuto Gesù in persona, che potrà perciò giudicarci positivamente (Matteo 10:40-42; 25:31-46).

Purtroppo, quando il "re del settentrione" assedierà "Gerusalemme" nel prossimo futuro, e "l'abominazione della desolazione" sarà "posta in luogo santo", questa volta, Dio non combatterà per Israele, che si è allontanato da Lui, ma sarà "vicino" a tutti coloro che si "tengono stretti" a Lui (Daniele 11:31; Matteo 24:15). In seguito, allorché  "Gog di Magog", Satana il Diavolo nella sua "manifestazione" terrena, sferrerà  il suo attacco a oltranza contro la Gerusalemme "restaurata", allora, l' "Iddio d'Israele" combatterà di nuovo per il Suo "popolo", che sarà composto da ebrei fedeli "superstiti" e non ebrei loro "alleati" nella vera adorazione di Dio, e lo salverà. Ancora una volta, "sarà un rifugio per il suo popolo, una fortezza per i figli d'Israele" (Ezechiele 38:18,21-23;39:2-7,25-29; Gioele 3:16,17,20,21).

Che dire di voi? Se siete ebrei di nascita, avete "abbandonato" (o "tradito") il vostro "patto" con l' "Iddio d'Israele"? In tal caso questo è il momento per "tornare" a Dio, e "tenervi stretti" a Lui. Mostrate "fermezza", imparando a confidare di nuovo in Dio anziché in voi stessi, e "rafforzate le vostre mani" avendo sempre molto da fare nell' "opera del Signore". Avvaletevi di tutto l' incoraggiamento che Dio vi sta dando attraverso "i saggi tra il popolo". "Principi d'Israele", governanti del "popolo" ebraico, deponete le vostre "armi carnali" e "promuovete la pace"! 

Se invece non siete ebrei, avete "afferrato un Giudeo" per aiutarlo nella sua "restaurazione" spirituale? Siete "convinti" che Dio riscatterà il "popolo d'Israele" fedele e lo salverà dalle grinfie del "nemico"? Non siate indifferenti alla "sorte" di "Gerusalemme". Mostratevi "sensibili" ai bisogni degli altri, specialmente degli ebrei "di sangue" che desiderano "tornare" al vostro stesso Dio. Ma al contempo non sostenete le "guerre" e le "lotte di potere" intraprese dalle parti in conflitto, da una parte o dall'altra. Insieme al Suo "popolo", "siate fermi e vedrete la salvezza che il Signore (YHWH) compirà per voi".


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