Lo
sentite l'angelo di Dio mentre comanda di temere Dio, avendone profondo
rispetto? Sì, l' ora del Suo giudizio, detta anche "l'ora della prova",
è iniziata lo scorso 4 aprile. Da allora Dio e Suo Figlio Gesù sono i
"nuovi re" e giudici della terra. Tutti siamo, per così dire, sotto
esame. Il comando che viene oggi proclamato sotto la guida angelica lo
espresse secoli fa il re Salomone a conclusione del suo libro ispirato:
"《Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per
l'uomo》. Dio infatti farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è
occulto, sia bene, sia male" (Ecclesiaste 12:15,16). Notate che
Salomone mette in relazione il "temere Dio" con il Suo "giudizio",
proprio come fa l'angelo dell'Apocalisse. Questo ci aiuta a capire che
pure il "discorso" di Salomone, che precede quel comando, ha un
significato profetico, oltre che pratico.
Poco prima di
quelle parole, nello stesso capitolo, si rivolge ai ragazzi,
raccomandando di ricordare il Creatore finché si è giovani. È vero lo
fa, ma il suo "discorso" va ben al di là di questo, come vedremo fra
poco. Questo capitolo ha un duplice significato profetico, sia in
relazione a Israele e al tetro futuro che l'attende, sia in relazione a
tutti noi che viviamo nell' "ora del giudizio". Il consiglio di
ricordarsi del Creatore, quindi, vale sia per i giovani che per tutti in
generale. Salomone infatti paragona la "giovinezza" all' "aurora". Così
come i giovani dovrebbero amare Dio durante la loro "giovinezza", noi
tutti dovremmo farlo ora che viviamo nel periodo dell' "aurora" del
"giorno del Signore" Gesù, cioè al suo principio. Presto quest' "aurora"
passerà man mano che proseguirà il "giorno", così come la "giovinezza"
passa in fretta.
Dovremmo "temere Dio" "prima che il
sole, la luce e le stelle si oscurino" (Ecclesiaste 12:4). Quando
avverrà questo? Gesù risponde: "Subito dopo la tribolazione di quei
giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le
stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate"
(Matteo 24:29). Immediatamente dopo la fine della "grande tribolazione",
cioè dopo la fine della "settimana" di anni in cui stiamo vivendo, ci
saranno fenomeni celesti, "paurose visioni e grandi segni", che
annunceranno il ritorno del Signore Gesù per pronunciare il giudizio
definitivo sul mondo. "Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio
dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e
vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con gran potenza e
gloria" (Matteo 24:30). Anche Salomone aveva predetto l'angoscia che
molti proveranno allora. Parla del tempo "in cui uno ha paura delle
alture, ha degli spaventi mentre cammina", e aggiunge, "in cui fiorisce
il mandolorlo" (Ecclesiaste 12:7).
Cosa c'entra il
"mandorlo"? Potrebbe chiedersi qualcuno. Salomone, che ebbe il
privilegio di costruire il tempio di Dio, sapeva bene che i "bracci" del
"candelabro d'oro" destinato al tempio erano in parte a forma di fiori e
pomi di mandorlo. E nel tempio ce ne dovevano essere sette (Esodo
25:31-37). Dall'Apocalisse sappiamo che i "sette candelabri"
prefiguravano le "sette chiese", ovvero tutti i cristiani "unti" dallo
Spirito ancora sulla terra durante il "giorno del Signore" Gesù
(Apocalisse 1:20). Quindi Salomone stava profetizzato l'opera di questi
"unti". Ma in che senso "il mandorlo fiorisce"? C'è un precedente
importante nelle Scritture. In un'occasione gli ebrei nel deserto si
ribellarono contro Mosè e Aaronne sostenendo che tutti, e non soltanto i
Leviti, come Dio aveva comandato, avrebbero potuto esercitare già
allora l'incarico sacerdotale. Dio fece consegnare a ciascuna delle
dodici tribù d'Israele una verga di legno. Solo chi l'indomani avrebbe
trovato la verga fiorita era stato scelto per quell'incarico. Ebbene,
"l'indomani, quando Mosè entrò nella tenda della testimonianza, ecco che
la verga di Aaronne, per la casa di Levi, era fiorita, aveva prodotto
delle gemme, fatto sbocciare dei fiori e maturato delle mandorle"
(Numeri 17:8). Dio aveva espresso la sua scelta davanti a tutti, in modo
che nessuno potesse più dubitare.
Dunque, un'altra
prova che "il mandorlo" si riferisce ai cristiani "unti", o "santi",
che hanno ricevuto da Dio l'incarico sacerdotale. Ma quando "fiorisce il
mandorlo", e contestualmente le persone vengono prese dal timore?
Quand'è che Dio renderà evidente a tutti chi ha scelto per
quest'incarico? "Dopo tre giorni e mezzo uno spirito di vita procedente
da Dio entrò in loro (nei due testimoni); essi si alzarono in piedi e
grande spavento cadde su quelli che li videro. Ed essi udirono una voce
potente che dal cielo diceva loro: 《Salite quassù》. Essi salirono al
cielo in una nube e i loro nemici li videro" (Apocalisse 11:11,12). Dopo
la fine della "settantesima settimana" di anni i cristiani "unti" (i
"due testimoni") saranno ravvivati per incontrare Gesù nell'aria quando
verrà a giudicare il mondo. Allora "il mandorlo" fiorirà, perché anche i
loro nemici sapranno che saranno stati scelti da Dio e ne avranno
timore. Attraverso Salomone, Dio sta dicendo a tutti di "temere Dio"
prima che ciò accada, prima che Gesù emetta il giudizio definitivo e
chiuda, per così dire, la "porta" dell' "arca" della salvezza. Ecco
perché Gesù disse di sforzarsi ora di entrare per la "porta stretta",
perché allora non sarà più concesso a quelli che vorranno di entrarci
(Luca 13:24).
Ma come dicevamo, le parole di Salomone
hanno uno speciale significato profetico anche per gli odierni abitanti
d'Israele. L'invito è di ricordarsi del loro Dio "prima dell'età in cui i
guardiani della casa tremano, gli uomini forti si curvano, le
macinatrici si fermano perché sono ridotte a poche, quelli che guardano
dalle finestre si oscurano, i due battenti della porta si chiudono sulla
strada ... tutte le figlie del canto si affievoliscono", cioè prima che
la "grande tribolazione" esploda in tutta la sua potenza. Era stato
infatti predetto che gli uomini sarebbero diventati "deboli" davanti al
nemico che avanza, che non ci sarebbe stato più niente da macinare né
più niente da festeggiare. "Farò cessare in mezzo a loro il grido di
gioia e il grido di esultanza, il canto dello sposo e il canto della
sposa, il rumore della macina e la luce della lampada". Questo si
avvererà allorché "Babilonia la grande", l'infedele Israele, sarà
distrutta per mano del "re del settentrione"(Geremia 25:10; Apocalisse
18:21-23).
Allora gli abitanti d'Israele infedeli
saranno anch'essi colti da terrore. "I peccatori sono presi da spavento
in Sion, un tremito si è impadronito degli empi" (Isaia 33:14). La
parallela profezia di Geremia indica anche quale parte di Israele
sarebbe stata colpita per prima. "Si ode da Dan lo sbuffare dei suoi
cavalli; al rumore del nitrito dei suoi destrieri trema tutto il paese;
poiché vengono, divorano il paese e tutto ciò che contiene, la città e i
suoi abitanti" (Geremia 8:16). "Lo sbuffare" dei "cavalli", ovvero i
primi rumori di guerra che avrebbero fatto 'tremare tutto il paese',
sarebbe venuto dal territorio che anticamente corrispondeva alla tribù
di Dan, cioè dalla regione nord-occidentale di Israele, dove si trova la
popolosa Tel Aviv.
Salomone
aggiunge un particolare che rimanda a un periodo di tempo preciso.
Parla della "locusta che si fa pesante" (Ecclesiaste 12:7). Quand'è che
la "locusta", o cavalletta, si fa pesante? Certo non all'inizio della
sua attività, quando sfreccia in lungo e in largo divorando tutto quello
che incontra. Gli eserciti nemici che attaccheranno per primi Israele
saranno come "cavallette" fameliche. "Divorano il paese e tutto ciò che
contiene". L'Apocalisse precisa che continueranno la loro invasione per
"cinque mesi", ovvero per tutta la durata della loro vita, fin quando
potranno. Alla fine saranno stanchi, ben sazi e pesanti, come predisse
Salomone. Ma dopo di loro sopraggiungeranno altri "nemici" che alla fine
raggiungeranno Gerusalemme, distruggendo ciò che sarà stato lasciato
dai loro predecessori. Geremia profetizzò che Dio avrebbe mandato dei
"serpenti" a mordere gli ebrei infedeli (Geremia 8:17). E la parallela
profezia dell'Apocalisse spiega che le "code" dei "cavalli' del
gigantesco esercito di cavalleria saranno "simili a serpenti"
(Apocalisse 9:19). Gli abitanti dell'infedele Gerusalemme non avranno
scampo.
Prima che accada
questo e il seguito è necessario che imparino a temere Dio e a dargli
gloria! "Prima che il cordone d'argento si stacchi, il vaso d'oro si
spezzi, la brocca si rompa sulla fonte, la ruota infranta cada del
pozzo; prima che la polvere torni alla terra com'era prima e lo spirito
torni a Dio che l'ha dato" (Ecclesiaste 12:8,9). Un cordone così
prezioso e i vasi d'oro facevano tutti parte dell'arredo sacro destinato
ai sacerdoti del tempio di Gerusalemme (Esodo 25:29; 28:24,25). La
"rottura" di quegli oggetti prefigura la cessazione del "servizio
sacerdotale" che ancor oggi si svolge a Gerusalemme. Infatti "il re del
settentrione" "in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e
offerta". Le sue "truppe si presenteranno e profaneranno il santuario,
la fortezza, sopprimeranno il sacrificio quotidiano e vi collocheranno
l'abominazione della desolazione" (Daniele 9:27; 11:31). Quest'ultima
parte si adempirà a metà della "settimana" di anni in corso, ovvero
entro il 4 ottobre 2022. Allora la "ruota" di pietra che copre la
cisterna, già rotta per l'impatto precedente, cadrà inesorabilmente nel
pozzo ormai asciutto. Segno di una desolazione profonda e definitiva.
Capite l'urgenza dei tempi in cui viviamo? Poiché siamo nel "Giorno del Giudizio", dovremmo mettere a posto le cose con Dio. Ma dovremmo farlo ora, senza rimandare, quand'è l' "aurora", o l'inizio, di questo "giorno". Quando Gesù tornerà per "separare le pecore dai capri" e radunerà gli "eletti", sarà troppo tardi. Accadranno cose impressionanti in cielo che metteranno i disubbidienti nel panico. Quant'è meglio entrare ora nell'arca della salvezza, avvalendoci di tutti i provvedimenti per la nostra salute spirituale! E se abitate in Israele, non aspettate che la "tribolazione" si faccia sentire più forte. Agite ora per fare pace col vostro Dio! Prima che 'la locusta si faccia pesante', prima che i vostri confinanti ostili del nord sferrino il loro attacco, allontanatevi dalla "zona di pericolo" indicata! Non vi ammassate nei "castelli", o alti palazzi, che cadranno (Osea 8:14)! Prima che altri "nemici", dopo quelli, invadano Gerusalemme, distruggendo ciò che più di caro avete, fate i bagagli, se potete, e fuggite lontano. Come ultima chance, quando ormai Gerusalemme sarà assediata, Gesù comandò di "fuggire ai monti" (Matteo 24:15,16).
Salomone
conclude così il suo libro: "Le parole dei saggi sono come stimoli e le
collezioni delle sentenze sono come chiodi ben piantati; esse sono date
da un solo pastore" (Ecclesiaste 12:13). Ascoltate anche voi i "saggi
tra il popolo" che cercano di istruirvi per la vostra salvezza (Daniele
11:33). Fatevi stimolare dalle parole ispirate del più grande
"Salomone", il nostro "solo pastore", Gesù. Mettete in pratica le
"sentenze" di Dio, amando ciò che Dio ama e odiando ciò che Lui odia.
Sono come "chiodi ben piantati", sicure e veritiere. Fate risuonare in
lungo e in largo la buona notizia del regno di Dio e invitate tutti a
temere Dio e a dare a Lui la lode!
Nessun commento:
Posta un commento