Nel
capitolo 8 del libro biblico di Proverbi che stiamo esaminando, in
preparazione della speciale "settimana" di anni che sta per iniziare, si
continua a parlare della "saggezza" (o "sapienza"), ma non come di una
qualità astratta, bensì come un vera e propria persona, in grado, non
solo di "parlare" con la "bocca", ma anche di "amare" e "odiare". A chi
si riferisce? Ce lo dice essa stessa: "Il Signore (YHWH) mi ebbe con sé
al principio dei suoi atti, prima di fare alcuna delle sue opere
antiche. ... dal principio, prima che la terra fosse. ... Io ero presso
di lui come un artefice" (Proverbi 9:22-31).
È
sicuramente il Figlio di Dio, il Messia predetto, Gesù, "il primogenito
di ogni creatura", mediante cui "sono state create tutte le cose che
sono nei cieli e sulla terra". Solo lui "è prima di ogni cosa e tutte le
cose sussistono per mezzo di lui". "Nel principio era la Parola, la
Parola era con Dio. ... Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei. ... In
lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. ... E la Parola è
diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi ... unigenito dal
Padre" (Colossesi 1:15-17; Luca 1:1-18).
Gesù
Cristo è, infatti, il "Consigliere ammirabile" e noi faremmo bene ad
ascoltare i suoi consigli. Colui che scrisse il libro di Proverbi fu, in
buona parte, il re Salomone, che Dio aveva benedetto concedendogli la
Sua saggezza. Ebbene, Gesù era "più di Salomone" in quanto a saggezza
(Isaia 9:5; Matteo 12:42). E certo, egli è la personificazione stessa
della "saggezza" visto che esiste ben prima di tutto l'universo, sempre a
stretto contatto con il Suo Padre celeste! Abbiamo molto da imparare da
lui. Sentite cosa ci invita a fare: "Ora, figlioli, ascoltatemi; beati
quelli che osservano le mie vie! Ascoltate l'istruzione, siate saggi, e
non la rifiutate!". Notate poi queste parole "profetiche": "Beato l'uomo
che mi ascolta, che veglia ogni giorno alle mie porte, che vigila alla
soglia della mia casa!" (Proverbi 8:32-34). Per essere felici, quindi,
per prima cosa bisogna ascoltare la "sapienza" che parla. Gesù stesso
spiegò che la "parola di Dio" (cioè lui, come abbiamo visto) viene
"seminata" in vari tipi di "terreno", nel senso che ogni genere di
persone può "ascoltare" la "parola", o la "sapienza", di Dio, cioè gli
insegnamenti di Cristo, ma poi ognuno reagisce diversamente in base alle
circostanze personali. Non basta, infatti, "ascoltare", ma è anche
necessario "ritenere" il "seme", fargli mettere "radice" nel proprio
cuore, aiutarlo a crescere come una "piantina", e accompagnarla nella
crescita fino alla produzione dei "frutti" (Luca 8:5-15). "Beato" è
anche chi 'veglia ogni giorno alle porte', o 'vigila alla soglia della
casa' della "sapienza". Ricordatevi che, attraverso la "sapienza"
personificata, Dio avrebbe creato anche le "cose invisibili", come la
Sua "casa" (o "tempio") spirituale, che è anche il tempio (o "casa") del
Figlio, l' "Angelo del patto". (Malachia 3:1). Già quando era piccolo,
Gesù si trovava a proprio agio nella "casa del Padre", cioè il tempio di
Dio, perché era anche la sua "casa". Per lo stesso motivo si dice che
la casa paterna, o dei genitori, è anche casa della prole che ci abita (Luca 2:46-49).
Come
abbiamo già visto in un post precedente, il "tempio" (o "casa")
spirituale di Dio, e di Gesù, è costituita dalla "famiglia" dei "santi"
che parteciperanno al regno di Dio. Il Messia, in qualità di "pietra
angolare", ha una parte fondamentale nella sua costruzione. È lui che
"edifica" la fede, "e la rende perfetta", dei "membri" della sua "casa"
che mettono in pratica i suoi consigli. Comprendiamo finalmente cosa voglia dire il proverbio: "La saggezza (cioè Gesù) ha fabbricato la sua casa" (Efesini 2:19-22; Ebrei 3:1-6; I Pietro 2:5-9; Ebrei 12:2; Matteo 7:24; Proverbi 9:1).
Ma cosa significa: "Beato
l'uomo ... che veglia ogni giorno alle mie porte, che vigila alla
soglia della mia casa!" ? Si capisce che si tratta di una profezia
perché ritroviamo un'espressione molto simile nell'Apocalisse, che, come
sappiamo, vedrà il suo più grande adempimento nel prossimo futuro.
"Beato chi veglia e custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e
non si veda la sua vergogna". L'immagine suggerita è quella di un
"guardiano", o "custode", che anticamente veniva posto all'ingresso del
tempio di Gerusalemme. Nel caso si fosse addormentato, qualcuno avrebbe
potuto facilmente derubarlo degli abiti, lasciandolo nudo ed esposto
alla vergogna. Le "vesti" che il "guardiano" avrebbe dovuto "mantenere" rappresentano "le opere giuste dei santi" e
corrispondono
anche al "turbante pulito" e alle "vesti" nuove che furono date al
"sommo sacerdote Giosuè" della profezia di Zaccaria. Come ho già
spiegato, questa profezia si adempie nell'ambito della "restaurazione"
di "Gerusalemme" con la "riqualificazione" degli ultimi ebrei fedeli che
tornano a Dio in questo "tempo della fine", "vestendo", per così dire,
"abiti" puliti, grazie a una "condotta eccellente", degna dell'incarico
loro affidato. Essi sono pure i "due unti che stanno presso il Signore
di tutta la terra" (Gesù nel potere del regno), nel senso che avrebbero
servito alle sue dirette dipendenze e reso conto a lui del loro operato.
Soprattutto questi devono dunque "vigilare" sulla sua "casa", o
mantenersi spiritualmente "svegli", comportandosi sempre bene, e, come
il "servo fedele e prudente", avendo "cura" degli altri membri della
"casa". Gesù ci avverte di trovarci "pronti", o ben "svegli", per quando
tornerà a fare la "resa dei conti" (Apocalisse 16:15; Apocalisse 19:8;
Zaccaria 3:1-5; 4:1-14; Matteo 24:44-46).
E voi? Se siete ebrei, dovreste svolgere l'incarico che Dio vi ha affidato. Che dire se
non
avete ancora "indossato" gli "abiti" adatti, se non avete ancora messo
la vostra condotta in armonia con la volontà di Dio, "ascoltando la
parola" in modo da farla "fruttare" nella vostra vita? Per voi la
"sapienza", il Messia che state aspettando, "ha mandato fuori le sue
ancelle (o rappresentanti); dall'alto dei luoghi elevati della città
essa chiama: 《Chi è sciocco venga qua!》 A quelli che sono privi di senno
dice: 《Venite, mangiate il mio pane e bevete il vino che ho preparato!
Lasciate, sciocchi, la stoltezza e vivrete; camminate per la via
dell'intelligenza!》(Proverbi 9:3-6). Gesù è il "pane della vita". Coloro
che entrano nel "patto per un regno" con lui devono, in senso
spirituale, "mangiare la sua carne e bere il suo sangue", esercitando
fede nel suo sacrificio e nutrendosi delle sue parole di
"sapienza"(Giovanni 6:32-58; Luca 22:19, 29).
Ma
attenti alle "distrazioni"! Se la "saggezza" continua a chiamare a sé
gli "inesperti" per poterli istruire, d'altra parte anche la "follia"
cerca di attirare la loro attenzione, distraendoli dalla vera
"saggezza". Come una "donna sciocca", ma attraente, dice: 《Chi è sciocco
venga qua!》 E a chi è privo di senno dice: 《Le acque rubate sono dolci,
il pane mangiato di nascosto è delizioso》" (Proverbi 9:16,17). Cerca di
"sedurre" facendo appello al desiderio di cose "proibite". Di quali
"cose" stiamo parlando? La "follia", o "pazzia", dal punto di vista di
Dio, è ciò che altri lontani da Lui considerano "sapienza", un modo di
vivere e di pensare dominati da "gelosia" (o "invidia"), "spirito di
contesa", e "ogni cattiva azione". È una "saggezza" "terrena" e
"diabolica". E l'apostolo Paolo ammonisce i cristiani che non si può
"bere il calice del Signore e il calice dei demòni", né "partecipare
alla mensa del Signore e alle mensa dei demòni"! Dal contesto si capisce che il "calice" e la "mensa" dei demòni
non includono solo le caratteristiche negative prima menzionate, ma
anche attività "normali", come mangiare e bere, svolte in onore di
qualche "dio" diverso dall'unico vero Dio. Addirittura si commette
"idolatria" se si fa della ricerca dei "piaceri" la cosa più importante
della propria vita (1 Corinti 3:19; 10:7,21; Giacomo 3:14-16; Colossesi 3:5).
Forse
avete ascoltato la "parola", ma poi le "preoccupazioni", le "ricchezze"
e i "piaceri della vita", come "spine", hanno "soffocato" l'entusiasmo
iniziale e vi siete "persi per la strada". Ricordate che non bisogna
per forza commettere chissà quale "crimine" per mostrare "stoltezza". Ai
giorni di Noè "si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e si andava a
marito", tutte cose "normali", eppure "venne il diluvio e portò via
tutti quanti". Erano così presi dalle loro cose "normali", da non
'accorgersi di nulla' ed essere infine colti di sorpresa quando il
diluvio arrivò. Misero al primo posto nella vita sé stessi, declassando
Dio che li stava avvertendo mediante Noè. La stessa cosa potrebbe
accadere anche a noi. Gesù Cristo, la "sapienza" in persona, ci avverte:
"Badate a voi stessi, perché i vostri cuori non siano intorpiditi da
stravizio, da ubriachezza, dalle ansiose preoccupazioni di questa vita, e
che quel giorno non vi venga addosso all'improvviso come un laccio"
(Luca 8:12-14; 21:34; Matteo 24:38-44).
Quant'è
meglio ascoltare la vera "saggezza", ubbidendo ai comandamenti di Dio e
imitando il "modello" lasciatoci da Gesù. "La saggezza che viene
dall'alto anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di
misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia". Anche se
continueremo a vivere "normalmente", lavorando e godendoci la vita
secondo le nostre possibilità, non faremo di queste cose lo "scopo"
della nostra esistenza, ma faremo "ogni cosa alla gloria di Dio" (Giacomo 3:17; 1 Corinti 10:31).
Dopo
che avrete "indossato" gli "abiti" degni del vostro "incarico", restate
a tutti i costi "svegli", senza lasciarvi distrarre dalla "saggezza"
mondana, in modo da mantenere "una buona condotta fra le nazioni,
affinché ... osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel
giorno in cui li visiterà". Possa il vostro Signore Gesù dirvi
singolarmente: "Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza,
anch'io ti preserverò nell'ora della tentazione che sta per venire sul
mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra". "Io
vengo presto" vi ricorda; "tieni fermamente quello che hai, perché
nessuno ti tolga la tua corona (la prospettiva del dominio "regale")".
"Chi vince", promette, "io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio,
ed egli non ne uscirà mai più" (2 Pietro 2:12; Apocalisse 3:10-12). Se,
quando il vostro Signore verrà a chiedere conto del vostro operato, vi
troverà fedelmente occupati al vostro posto, vi farà diventare "colonne"
del "tempio" di Dio, "elementi" portanti ed eterni nella Sua
adorazione. Sarete, per così dire, fra le "sette" "colonne" che la
"sapienza", Gesù Cristo, avrà "lavorato", o preparato, per la sua
"casa". 'Vi costituirà su tutti i suoi beni', innalzandovi come "re"
del suo regno messianico. Per voi 'apparecchierà la sua mensa' e potrete
sedervi a tavola con il vostro "sposo" spirituale. Egli stesso ha
'disposto che vi fosse dato un regno, ...affinché mangiate e beviate
alla sua tavola nel suo regno'. La "sapienza" di Dio vi promette: "Per
mio mezzo infatti ti saranno moltiplicati i giorni, ti saranno aumentati
anni di vita". "Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto
all'albero della vita e per entrare per le porte" della "nuova
Gerusalemme". Avrete il "diritto" alla vita eterna nella sede terrena
del regno di Dio! Potrebbe esserci privilegio più grande? (Proverbi
9:1,2,11; Matteo 24:47; 25:1; Apocalisse 21:2; 22:14; Luca 22:29,30).
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