venerdì 25 gennaio 2019

Abitanti d'Israele, l' "Assiro" sta arrivando!



Gli avvenimenti di questi giorni dimostrano come le profezie bibliche si adempiano sotto i nostri occhi. Come previsto in un articolo precedente, l' "Assiro", le nazioni che corrispondono all'antico impero assiro-babilonese (Siria, Iraq e gli altri Stati limitrofi), sta avanzando contro Israele attraverso minacce verbali e azioni militari. Che questo "Assiro" (o "re d'Assiria") faccia parte del "re del settentrione" che avrebbe invaso Gerusalemme lo si capisce dalla parallela profezia di Isaia. È scritto che il "re d'Assiria" "passerà sopra Giuda, inonderà e passerà oltre" (Isaia 8:8). Infatti, del "re del settentrione" Daniele scrive che "entrerà nei paesi invadendoli e passerà oltre" (Daniele 11:40). 

È profetizzato: "Ecco, il Signore sta per far salire su di loro (sugli ebrei "infedeli") le potenti e grandi acque del fiume, cioè il re d'Assiria e tutta la sua gloria; esso s'innalzerà dappertutto sopra il suo livello, e strariperà su tutte le sue sponde" (Isaia 8:7). Ma non solo Israele sarà devastata dalla sua furia. In quanto parte del "re del settentrione", come dicevamo, avrà la meglio anche sul "re del mezzogiorno", gli Stati Uniti d'America e i suoi alleati occidentali. "Mandate pure grida di guerra, o popoli; sarete frantumati! Prestate orecchio, voi tutti paesi lontani! Preparatevi pure alla lotta; sarete frantumati!" Per quanto si senta sicuro ed equipaggiato, il "re del mezzogiorno" non potrà resistergli. I suoi "piani" di difesa "saranno sventati" e qualsiasi "parola", o comando militare, possa dare, "rimarrà senza effetto", perché l' "Assiria" "ha in cuore di distruggere, di sterminare nazioni in gran nunero. Infatti dice: 《I miei principi non sono forse tanti re?》. Infine si vanterà di aver 'rimosso i confini dei popoli, saccheggiato i loro tesori e detronizzato dei re' (Isaia 8:9,10; 10:7,13). 

Riguardo agli "abitanti d'Israele", "molti di loro inciamperanno, cadranno, saranno infranti, rimarranno nel laccio e saranno presi". L' "infedele" Israele "andrà peregrinando per il paese, affranto e affamato; quando avrà fame, si irriterà e maledirà il suo re e il suo Dio". Ovunque proverà a volgere lo sguardo, "non vedrà che difficoltà, tenebre e oscurità piena d'angoscia" (Isaia 8:15,21,22). Ricordate che "Babilonia la grande", l' "infedele" Israele, sarà distrutta dai suoi stessi "amanti", dalle nazioni con le quali ha intrattenuto rapporti "immorali", che comprendono sia l' "Egitto", gli Stati Uniti, che la moderna "Assiria". Poiché Israele ha cercato "sostegno" in "Egitto", andando, per così dire, a "bere l'acqua del Nilo", proprio come si è rivolta all' "Assiria" "per andare a bere l'acqua dell'Eufrate", 'riceverà confusione "dall'Assiria" prima e "dall'Egitto" dopo (Geremia 2:18,36). 

Si è "prostituita agli Assiri", sedotta dal loro "fascino" irresistibile. "Perciò", dice Dio, "io l'abbandonai in balìa dei suoi amanti, in balìa dei figli d'Assiria, per i quali si era appassionata. Essi ebbero rapporti sessuali con lei, presero i suoi figli e le sue figlie e la uccisero con la spada". "Ecco, io susciterò contro di te i tuoi amanti, da cui ti sei allontanata, e li farò venire contro di te da tutte le parti. ... Essi verranno contro di te con armi, e con una moltitudine di popoli; con scudi grandi e piccoli, e con elmi, si schierano contro di te tutto intorno. ... ti tratteranno con furore: ti taglieranno il naso e le orecchie, e ciò che rimarrà di te cadrà per la spada; prenderanno i tuoi figli e le tue figlie, e ciò che rimarrà di te sarà divorato dal fuoco" (Ezechiele 23:5-7,9,10,12,22,24,25).

La "mutilazione" simbolica che subirà Israele ricorda la sorte che capitò a una donna, Izebel, vissuta all'epoca dei profeti Elia ed Eliseo, che ebbe un'influenza negativa su suo marito Acab, re d'Israele. Indusse lui e il popolo a praticare l'idolatria, fece perseguitare i veri profeti di Dio e si appropriò con la violenza e con l'inganno di ciò che apparteneva legittimamente ad altri (1 Re 16:31-33; 18:4; 21:1-16). Alla fine fu uccisa brutalmente e dilaniata dai cani (2 Re 9:33-37). Tutte queste caratteristiche la resero una "prefigurazione" dell' "infedele" Israele. Non è forse vero che esercita un'influenza negativa sulla popolazione, favorendo l' "idolatria" spirituale? Se qualcuno, dicendo la verità, smaschera le sue "malefatte", viene subito perseguitato o messo a tacere. E quante volte le "forze armate" israeliane usano violenza contro le popolazioni vicine allo scopo di appropriarsi dei loro territori! Alla fine anche la moderna "Babilonia" sarà dilaniata come da una "bestia selvaggia" (Apocalisse 17:16). 

Perciò, quel che accadde al tempo di Izebel forma uno "scenario" profetico di ciò che accadrà nel nostro tempo, soprattutto in relazione a Israele. Tanto per cominciare, subito dopo che la Bibbia fa menzione di quella donna, il profeta Elia annunciò la siccità sul paese e infatti "non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi". Ricordate che il moderno "Elia", i "due testimoni" dell'Apocalisse, ovvero gli ebrei fedeli "unti" con lo Spirito Santo, profetizzeranno analogamente per "1260 giorni", o "tre anni e sei mesi", annunciando la distruzione di "Gerusalemme" (1 Re 17:1; Giacomo 5:17; Apocalisse 11:3-6). In quei frangenti "difficili" Elia ricevette l'ospitalità della vedova di Sarepta, o Zarefat, che fu benedetta per il suo spirito di sacrificio e la sua incondizionata ubbidienza (1 Re 17:8-24). Poi Elia "sfidò" i "profeti" idolatrici sul monte Carmelo, invitando la popolazione ad adorare solo l' "Iddio d'Israele" (1 Re 18:20-40). In seguito, Eliseo, che continuò l'incarico di Elia, profetizzò una grande "carestia" che sarebbe durata "sette anni" e invitò una donna timorata di Dio a trasferirsi altrove finché la "crisi" non fosse passata. "La donna si alzò e fece come le aveva detto l'uomo di Dio; se ne andò con la sua famiglia, e soggiornò per sette anni nel paese dei Filistei". Alla fine dei "sette anni" tornò in patria e riebbe la sua proprietà (2 Re 8:1-6). Cosa impariamo da questi episodi? Per prima cosa, bisogna sempre dare ascolto ai veri "profeti" di Dio che ci annunciano la Sua volontà. Durante i prossimi "sette anni" della predetta "grande tribolazione", sarà essenziale mostrare il necessario "sostegno" agli ebrei che tornano all'"Iddio d'Israele", e non pensare egoisticamente a noi stessi. Siate, inoltre, decisi ad adorare solo il Creatore, evitando ogni forma di "idolatria". 

Tornando all'epoca di Elia, quando i capi  d'Israele, sviati dalla "propaganda" dei "falsi" profeti, contrariamente alla volontà di Dio annunciata per mezzo del vero profeta Micaia, ebbero la presunzione di  attaccare la "Siria" invadendo "Ramot di Galaad", che corrisponde grossomodo alle attuali "Alture del Golan", ricevettero una pesante sconfitta. Il re d'Israele morì e l'esercito dovette battere in ritirata. Il vero profeta aveva avvertito: "Ho visto tutto Israele disperso su per i monti, come pecore che non hanno pastore" (1 Re 22:1-37). La stessa cosa capiterà, purtroppo, all'odierno Israele che presuntuosamente invade i territori della moderna "Siria". La sconfitta è assicurata. "Poiché lo sterminio che ha decretato, il Signore, Dio degli eserciti, lo effettuerà in mezzo a tutto il paese" (Isaia 10:23).

A un certo punto, il racconto ispirato dice che il profeta Eliseo nominò ("unse") come nuovo re d'Israele Ieu, perché "ripulisse" la nazione dalla "malvagità" che vi era stata diffusa dalla famiglia di Izebel. Fu allora che quella perfida regina venne barbaramente uccisa. In seguito fecero una fine simile tutti quelli della sua "casa" che ne avevano seguito l'esempio e i profeti "idolatrici" (2 Re 9-10:28). La stessa fine la farà l' "infedele" Israele, cioè tutti coloro che ostinatamente persisteranno nella loro condotta ribelle. Quando il più grande "Ieu", Gesù Cristo, sarà "unto" re del regno di Dio, comincerà a "ripulire" Israele da tutta la "malvagità". Gli ebrei "infedeli" saranno sconfitti davanti al "nemico" che avanza. E, dopo che Gerusalemme sarà stata "restaurata", tornerà con i suoi potenti angeli per estirpare dal suo "reame" terrestre gli ultimi che lo occuperanno "indegnamente". 

Come dovrebbero reagire gli "abitanti d'Israele" all'annuncio dell'imminente "invasione" nemica? Dovrebbero farsi prendere da una paura irrazionale? "Santificate il Signore (YHWH) degli eserciti!", risponde il profeta. "Sia lui quello per cui provate timore e paura!" (Isaia 8:13). Anziché dare troppa importanza agli uomini, dovrebbero "santificare", o "ritenere sacro", il loro Dio, dandoGli l'importanza che merita. Dio avvertì il profeta Isaia "di non camminare per la via" dell' "infedele" Israele, e lo stesso dovremmo fare noi, evitando di "camminare" (o comportarci) come si comporta chi non cerca l' "Iddio d'Israele". In questo modo 'non chiameremo congiura tutto ciò che questo popolo (infedele) chiama congiura; non temeremo ciò che esso teme'. In altre parole, 'non ci spaventeremo' delle "minacce" che provengono dalle nazioni "ostili", perché avremo Dio, il "Signore (YHWH) degli eserciti", dalla nostra parte! Invece di 'consultare quelli che evocano gli spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano', per avere una guida, dovrebbero 'consultare il loro Dio. 

E Dio ora sta invitando gli "abitanti d'Israele" a "fuggire" completamente da "Babilonia", non solo nel senso di non imitarne il comportamento "infedele", come dicevamo, ma anche allontanandosi fisicamente dalla "zona di pericolo", che diventerà presto il "bersaglio" preferito dell' "Assiro" e del resto delle nazioni "nemiche"! In questo senso, se possibile, 'non camminate per la via di questo popolo'! Come quella donna che diede ascolto all'invito di Eliseo, trasferitevi altrove con tutta la vostra famiglia finché la "crisi" non sia passata. Non siate così attaccati alle vostre cose materiali da non allontanarvene a costo della vostra stessa vita o di quella dei vostri cari! Il Messia che aspettate avvertì: "In quel giorno, chi sarà sulla terrazza e avrà le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot" (Luca 17:31,32).

Grazie a Dio, è pure profetizzato che "le tenebre non dureranno sempre sulla terra che è ora in angoscia" e "nei tempi a venire (Dio) coprirà di gloria la terra vicina al mare (di Galilea)". L' "Iddio d'Israele" dice al Suo "popolo", 'che abita a Sion', 'di non temere  l'Assiro che lo batte con la verga e alza su di lui il bastone', perché la Sua "indignazione" finirà presto (Isaia 8:23; 10:24,25). Quando "Gerusalemme" sarà stata "purificata", la "gloria" di Dio ricoprirà la "terra promessa" allorché il "Re glorioso" vi stabilirà il Suo regno (Salmo 24:7-10; Daniele 2:44).


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