venerdì 25 gennaio 2019

Preparate la "città" per il "Re glorioso" che verrà! (Salmo 24:7-10)



Vi starete chiedendo chi è il "Re glorioso" e qual è la "città" che dovrà accoglierlo. "È il Signore (YHWH) degli eserciti; egli è il Re glorioso". "O porte, alzate i vostri frontoni; e voi, porte eterne, alzatevi; e il Re glorioso entrerà". Dal contesto si comprende che queste "porte" rappresentano la città "eterna" di Gerusalemme, che anticamente era collocata su un'altura di circa 700 metri chiamata "monte del Signore (YHWH)", il Suo "luogo santo", altrove detta anche "monte Sion", sinonimo della Gerusalemme "restaurata". E infatti questa espressione è messa in relazione con la "ricostruzione" di Gerusalemme e con il "ritorno" all' "Iddio d'Israele" degli ultimi ebrei "superstiti" (Salmo 14:7; 51:18,19). Allora Dio "regnerà" dal "monte Sion" e Gerusalemme sarà chiamata "città del gran re" (Salmo 48:1,2). 

Qualcuno potrebbe obiettare che Dio è già "re", in quanto "regna", o domina, su tutto il "creato". È vero. "Al Signore (YHWH) appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti. Poiché egli l'ha fondata sui mari e l'ha stabilita sui fiumi" (Salmo 24:1,2). Ma quando il Messia, Gesù Cristo, sarà intronizzato in cielo a capo del "regno" che riceverà dal Padre, all'inizio della "settimana" profetica che sta per cominciare, Dio "regnerà", o dominerà, in un modo diverso. Si adempiranno queste parole: "Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli del secoli". Allora Dio 'prenderà in mano il suo gran potere e stabilirà il suo regno', 'giudicherà' il mondo, 'darà il premio ai suoi servi', i vivi e i morti, e 'distruggerà' i nemici (Apocalisse 11:15,17,18). Sarà il "giorno del Signore (YHWH)", o "giorno di Geova", di cui abbiamo già parlato, nel quale avverrà la "ricreazione" e Dio riprenderà la Sua "opera" in relazione alla terra, dopo il Suo "settimo giorno" di riposo. 

Ma al termine della "settimana" profetica,  dopo che "Gerusalemme" sarà stata finalmente "restaurata", è profetizzato che Dio "regnerà" dal "monte Sion". In quale "altro" modo "regnerà", così da giustificare di nuovo l'uso di questa espressione, e quando di preciso accadrà? Forse dopo la "fine del mondo"? Esaminiamo alcuni versetti che ci aiutano a rispondere a queste domande. Parlando del "monte che Dio ha scelto per sua dimora" (il "monte Sion"), dove "abiterà per sempre", il Salmo fa questa interessante "rivelazione" profetica: "I carri di Dio si contano a miriadi di miriadi, a migliaia di migliaia: il Signore viene dal Sinai nel santuario" (Salmo 68:17). Come abbiamo considerato nel post precedente, Dio verrà "con le sue sante miriadi" di angeli, come profetizzò Enoc, allorché Gesù tornerà a giudicare il mondo intero e separerà, per così dire, le "pecore", i "giusti", dai "capri", i "malvagi", riservandoli a due "destini" diversi (Giuda 14,14; Matteo 25:31-46). 

La profezia parallela di Isaia indica che, quando Dio verrà "con potenza" e 'dominerà (o regnerà) con il suo braccio' da "Sion", 'il suo salario sarà con lui, la sua ricompensa (o "retribuzione") lo precederà' (Isaia 40:9,10; 62:11). Come abbiamo visto prima, la "ricompensa" sarà data ai suoi "servi" nel corso del "giorno del Signore (YHWH)", allorché risusciterà i "coeredi" di Cristo in cielo e poi i "fedeli" del passato sulla terra. Questa "ricompensa" precederà la "venuta" di Dio come nuovo Re di Gerusalemme, quando porterà "il suo salario". Questa espressione ci ricorda le parabole di Gesù sul "signore" che affida compiti, o "talenti", diversi ai suoi "operai", prima di un lungo "viaggio", e che dopo molto tempo ritorna e "ricompensa" ciascuno per il lavoro svolto, o non svolto (Matteo 20:1-16; 24:45-51; 25:14-30). In un post precedente abbiamo visto che il "ritorno" del "signore", Gesù Cristo, per la "resa dei conti", avverrà in un momento imprecisato, 'in un'ora che non pensiamo', quando tornerà per la "separazione" di cui prima. Allora "l'uno sarà preso e l'altro lasciato", attuando il "rapimento" nel regno dei cieli degli ultimi "eletti" in vita (Matteo 24:30-44). A questo "evento" si riferisce in particolare il profeta Isaia quando dice: "Come un pastore, egli (il Re) pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano" (Isaia 40:11). 

La profezia trova, infatti, uno straordinario "parallelo" nella parabola di Gesù cosiddetta del "ricco e Lazzaro". Il "ricco" "che si vestiva di porpora" e "ogni giorno si divertiva splendidamente", ben rappresenta i "capi" religiosi di Israele che, come parte principale di "Babilonia la grande", "vestita di porpora", sguazzano nel suo "lusso sfrenato" (Luca 16:19-31; Apocalisse 17:4,5; 18:3). Il "mendicante chiamato Lazzaro", che "stava alla porta" del "ricco", prefigura i "due testimoni" dell'Apocalisse (gli ultimi "eletti" superstiti) che "profetizzeranno" la distruzione di "Gerusalemme". Come "Lazzaro" era "pieno di ulceri e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco", "quelli che restano della discendenza di lei (del popolo ebraico) che osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù" dovranno subire molti "guai" a causa dell'accanita persecuzione scatenata dal "dragone", Satana il Diavolo (Apocalisse 11:3-12; 12:4, 12,17). La parabola dice che, a un certo punto, "il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo". Questo si adempirà quando i "due testimoni" saranno simbolicamente "uccisi", ovvero quando "avranno terminato la loro testimonianza", in concomitanza con la distruzione di "Gerusalemme", ma "dopo tre giorni e mezzo", cioè trascorsi "tre anni e mezzo" da quell'avvenimento, saranno invitati a 'salire al cielo' davanti agli occhi dei "nemici", e 'portati dagli angeli nel seno' del loro Padre celeste, in occasione del "rapimento" predetto. Questi rappresentano pure il "figlio maschio" che sarà "rapito vicino a Dio e al suo trono" (Apocalisse 12:5). 

Il Salmo profetico descrive l'avvenimento da un altro punto di vista, che, nella sua applicazione odierna, vede coinvolti tutti coloro che credono in Dio e professano la loro fede in Gesù. "Tu sei salito in alto, portando prigionieri, hai ricevuto doni dagli uomini, anche dai ribelli, per far qui la tua dimora, o Signore (YHWH), Dio" (Salmo 68:18). 

L'apostolo Paolo applica questa profezia a Gesù, il "rappresentante" legittimo del "Re", che era "disceso nelle parti più basse della terra" allorché morì, ma che, risuscitando come creatura spirituale, "è salito al di sopra di tutti i cieli" (Efesini 4:8-10). L'apostolo, nel citare la profezia, dice: "Salito in alto, egli ha portato con sé prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini". Chiaramente i "prigionieri" sono coloro ai quali Gesù disse che avrebbe 'preparato un luogo' in cielo, ovvero i "santi" suoi "coeredi", "riscattati dalla terra" (Giovanni 14:2-4; Apocalisse 14:3,4). Notate che, a differenza del Salmo, Paolo non dice che Dio aveva "ricevuto doni dagli uomini", ma che "ha fatto doni agli uomini". Evidentemente qui il senso intrinseco nelle parole del salmista è duplice: Dio avrebbe sì "fatto" doni agli uomini, ma quegli stessi "doni" Gli sarebbero stati resi, essendo impiegati in armonia con la Sua volontà. Parlando, infatti, dei "doni" che Dio, attraverso Gesù, "ha fatto", aggiunge: "È lui (Gesù) che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo" (Efesini 4:11,12). 

Quindi, mediante lo Spirito Santo, Gesù, e dunque Dio, ha "donato" particolari "capacità" ai suoi seguaci. Lo scopo? "Per far qui (a Gerusalemme) la tua dimora", risponde il Salmo, nel senso che, come ha spiegato l'apostolo, Dio si serve di questi "doni" per "l'edificazione" della Sua "casa", ovvero il "corpo del Cristo", composto dai "santi", che dovranno regnare dal "monte 
Sion" quando la "nuova Gerusalemme", la "santa città", scenderà dal cielo (Apocalisse 21:2). In altre parole, edificando la fede dei Suoi "santi", Dio li sta preparando ad assolvere l'incarico reale e sacerdotale che avranno quando, dopo la "fine del mondo", torneranno sulla terra.

Il Salmo profetizzava pure che Dio "verrà dal Sinai al suo santuario", sul "monte Sion". Al tempo di Mosè l' "Iddio d'Israele" parlò al Suo "popolo" dal monte Sinai, attraverso una eccezionale dimostrazione della Sua "presenza". In futuro Dio darà una simile "prova" della Sua "presenza" sul "monte Sion", nella Gerusalemme "restaurata". C'è un altro "precedente" nel "Vecchio Testamento". Quando Dio voleva manifestare la Sua "presenza" nel "tabernacolo" o nel "tempio", lo riempiva di "fumo" come di una "nuvola". Il profeta Ezechiele predisse il momento futuro in cui Dio avrebbe di nuovo manifestato la Sua gloria nel "tempio" restaurato: "La gloria del Signore (YHWH) si alzò sopra il cherubino verso la soglia del tempio e il tempio fu riempito dalla nube e il cortile fu pieno dello splendore della gloria del Signore (YHWH)" (Ezechiele 10:4).

Sarà in quel tempo che persone di tutte le nazioni "saliranno" a Gerusalemme, insieme agli "eletti" di discendenza ebraica, per essere ammaestrati da Dio in persona, formando un "corteo" festante alla lode del "Re glorioso" (Isaia 2:2-4; Zaccaria 8:23; Salmo 68:25-35). I "nemici" di Dio "vedranno" questo "corteo", saranno "invidiosi" della "prosperità" della Gerusalemme "restaurata" e l'attaccheranno. Ma questa volta troveranno il suo "Re glorioso" a difenderla. È profetizzato: "Nei suoi palazzi Dio è conosciuto  come fortezza inespugnabile. Quando i re erano alleati e avanzavano uniti, appena la videro rimasero attoniti; rimasero smarriti, si misero in fuga" (Salmo 48:3-5). "Il Signore (YHWH) ruggirà da Sion, farà sentire la sua voce da Gerusalemme, e i cieli e la terra tremeranno. ... Voi saprete che ... io dimoro in Sion, il mio monte santo. Gerusalemme sarà santa e gli stranieri non vi passeranno più" (Gioele 3:16,17). Dal momento in cui Dio "verrà" con il Messia e con le "sue sante miriadi" di angeli per giudicare il mondo, regnerà  dal "monte Sion" e la "restaurata" Gerusalemme sarà inespugnabile e impenetrabile per qualsiasi "nemico" della vera adorazione. Infine, dopo che avrà eliminato tutti gli oppositori, il "regno" di Dio, la "nuova Gerusalemme", verrà sulla terra, in quanto il re incaricato, Gesù Cristo, e i suoi santi "coeredi" saranno fisicamente presenti sul "monte Sion", a loro volta "governati" dal "Re glorioso". Coloro che abiteranno la Sua "città" (i "santi") "vedranno la sua faccia", mentre persone di tutte le nazioni "saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore" (Apocalisse 22:4; 21:3,4).

Che dire di noi? Abbiamo riconosciuto Dio come "re" della nostra vita, sottomettendoci alla Sua volontà? Ci stiamo preparando per la Sua "venuta" come nuovo "Re glorioso" di Gerusalemme? Ricordate che la predetta "restaurazione" è strettamente collegata a quella "venuta". La "missione" dell' "Elia" che sarebbe dovuto venire includeva 'preparare nel deserto la via del Signore (YHWH)', invitando gli ebrei infedeli a tornare al loro Dio. In questo modo sarebbero stati pronti ad accoglierLo come loro "Re" (Malachia 4:5,6; Isaia 40:1-10). Se siete ebrei di nascita, siete "tornati" al vostro "Re"? In tal caso, state invitando i vostri connazionali a farlo? Anche se non siete ebrei, ma sentite nel vostro cuore di  avere la speranza di far parte del regno di Dio, pensate a quale privilegio avete! Dio vi sta preparando insieme al resto della Sua "città" per diventare la "sede" terrena del Suo regno! Con le vostre parole e con le vostre azioni potete "edificare" la fede degli altri "coeredi". State usando i "doni" che vi sono stati dati attraverso lo Spirito Santo per dare gloria a Dio, "fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio"? (Efesini 4:1-16) Naturalmente, anche se non avete questa speranza "celeste", potete essere "edificanti" per quelli che vi conoscono e partecipare alla "restaurazione" di "Gerusalemme" (Isaia 61:5). 

Nell'antico Israele, all'interno della "casa" di Dio, il Suo tempio letterale, potevano entrare solo i "sacerdoti", mentre il resto del popolo doveva restare nei suoi "cortili" (2 Cronache 23:5,6). Tenete presente questo "particolare" nel fare vostre queste rincuoranti parole profetiche: 

"Cantate al Signore (YHWH) un cantico nuovo, cantate al Signore (YHWH), abitanti di tutta la terra! Cantate al Signore (YHWH), benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza! Date al Signore (YHWH) la gloria dovuta al suo nome, portategli offerte e venite nei suoi cortili. Dite fra i popoli: «Il Signore (YHWH) regna»; il mondo quindi è saldo e non potrà vacillare; il Signore (YHWH) giudicherà le nazioni con rettitudine. Gioiscano i cieli ed esulti la terra; risuoni il mare e quanto contiene; esultino i campi e quanto è in essi; tutti gli alberi delle foreste emettano gridi di gioia in presenza del Signore (YHWH); poich'egli viene, viene a giudicare la terra. Egli giudicherà il mondo con giustizia, e i popoli con verità. Il Signore (YHWH) regna; esulti la terra e gioiscano le numerose isole. Nuvole e oscurità lo circondano; giustizia ed equità sono le basi del suo trono. Un fuoco lo precede e consuma i suoi nemici tutt'intorno. I suoi lampi illuminano il mondo; la terra lo vede e trema. I monti si sciolgono come cera davanti al Signore (YHWH), davanti al Signore di tutta la terra. Sion ascolta e ne gioisce; esultano le figlie di Giuda per i tuoi giudizi, o Signore (YHWH)! Poiché, ecco, i tuoi nemici, o Signore (YHWH), ecco, i tuoi nemici periranno e i malfattori saranno dispersi. Ma tu mi dai la forza del bufalo; io sono cosparso d'olio fresco. I miei occhi hanno visto la rovina di quelli che m'insidiano; il mio orecchio ha udito la disfatta dei malvagi che si avventano contro di me. Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano. Quelli che sono piantati nella casa del Signore (YHWH) fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti, per annunciare che il Signore (YHWH) è giusto; egli è la mia rocca, e non c'è ingiustizia in lui" (Salmo 96:1,2,8,10-13; 97;1-5,8; 92:9-15).

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