venerdì 25 gennaio 2019

Nazioni tutte, ascoltate il giudizio di Dio!



Se, da una parte, Dio esprime il Suo giudizio di condanna dell' "infedele" Israele, come ho più volte spiegato, d'altra parte non risparmia nemmeno le altre nazioni che mostrano "ostilità" al "popolo" ebraico. Dice, infatti, riguardo a Israele: "Stenderò la mano su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme; eliminerò da questo luogo quanto rimane di Baal, il nome dei sacerdoti idolatri assieme ai sacerdoti, quelli che si prostrano sui tetti davanti all'esercito celeste, quelli che si prostrano e giurano per il Signore (YHWH), e poi giurano per Malcam, quelli che si allontanano dal Signore (YHWH), e quelli che non cercano il Signore (YHWH) e non lo consultano" (Sofonia 1:4-6).

L' "Iddio d'Israele" punirà quelli del Suo "popolo" che si sono allontanati da Lui per adorare altre "divinità", coloro che non cercano più la Sua approvazione o non lo consultano per ricevere guida spirituale. Punirà anche "tutti i principi" d'Israele, i suoi rappresentanti politici, "che si vestono di abiti stranieri", nel senso che scimmiottano usi e "costumi" delle altre nazioni per stringere alleanze. Saranno puniti, inoltre, tutti quelli "che riempiono di violenza e di frode le case dei loro padroni", sostenendo gli "affari" disonesti di coloro che detengono il potere. A tutti questi Dio dice che "il giorno del Signore (YHWH) è vicino", ovvero il Suo "giorno del giudizio", quel periodo di tempo che inizierà con l'intronizzazione del re messianico, all'inizio della "settimana" di anni, e si concluderà oltre la fine della "settimana" con "il grande e terribile giorno del Signore (YHWH)", quando eseguirà il "giudizio" sul mondo intero (Sofonia 1:7-9; Gioele 2:31).

Durante quel "giorno del Signore (YHWH)" il "re del settentrione" attaccherà l' "infedele" Israele fino a distruggerlo. "《Quel giorno》, dice il Signore (YHWH), 《si alzerà un grido ... un urlo ... e un gran fracasso dalle colline. ... tutti i mercanti sono spazzati via, tutti quelli che erano carichi di denaro sono sterminati. ... Le loro ricchezze saranno abbandonate al saccheggio, le loro case devastate》" (Sofonia 1:10,11,13). Sarà veramente spaventoso per chi si troverà in zona! Capite quant'è meglio allontanarsi da "Babilonia" ora, prima che il "re del settentrione" renda impossibile fuggire?! "Il gran giorno del Signore (YHWH) è vicino; è vicino e viene in gran fretta. Si sente venire il giorno del Signore (YHWH), e il più valoroso grida amaramente". (Sofonia 2:14). State seguendo le "notizie" che giungono da quei territori? È vero o non è vero che "si sente venire" quel "giorno", che appare sempre più vicino? In quei tristi frangenti anche "il più valoroso" dei soldati proverà paura! 

Ma, come dicevamo, il "giorno del Signore (YHWH)" non interesserà solo Israele. Dio 'ha udito gli insulti ... e gli oltraggi' delle nazioni che 'hanno insultato il suo popolo (ebraico) e si sono ingrandite invadendo il suo territorio'. Saranno punite "per il loro orgoglio", per il disprezzo che provano per quel "popolo". Riguardo all' "Assiria", di cui abbiamo parlato nell'articolo precedente, sarà anch'essa punita per essersi vantata dei propri successi militari. "《Io》, dice il Signore (YHWH), 《punirò il re d'Assiria per il frutto della superbia del suo cuore e dell'arroganza dei suoi sguardi alteri》" (Sofonia 2:10; Isaia 10:12).  Stiano ben attenti alle "espressioni" che usano e alle "minacce" che scagliano! Dovranno renderne conto all' "Iddio d'Israele" in persona, "il Signore (YHWH) degli eserciti". "Egli stenderà la mano contro il settentrione e distruggerà l'Assiria; ridurrà Ninive in desolazione, in un luogo arido come il deserto" (Sofonia 2:13). Ci chiediamo a che punto del "giorno del Signore (YHWH) Dio punirà l' "Assiria". Torna utile, a tal fine, esaminare una profezia "parallela", riportata nel libro biblico di Naum, che si riferisce a Ninive, l'antica capitale dell'impero assiro-babilonese, l'odierna Mosul, che, nel "quadro" profetico attuale, rappresenta l' "Assiria" nel suo complesso. Dio la punirà per la sua estrema "malvagità". "Guai alla città sanguinaria, piena di menzogna e di violenza, che non cessa di depredare!". Quanti spargimenti di sangue sono stati commessi da "terroristi" che, fino a poco tempo fa, avevano proprio a Mosul il loro quartier generale? "Abbondano i feriti, si ammucchiano i cadaveri, sono infiniti i morti, si inciampa nei cadaveri" (Naum 3:1,3).

La profezia di Naum mette in relazione la "distruzione" di "Ninive" con la "liberazione" del "popolo" ebraico e la "restaurazione" finale di "Gerusalemme". Leggiamo: "Ecco, sui monti, i piedi di un messaggero che porta buone notizie, che annuncia la pace! Celebra le tue feste, o Giuda, adempi i tuoi voti, perché il malvagio non passerà più in mezzo a te, egli è completamente distrutto" (Naum 1:13-15).

Cosa vi ricordano queste parole? Per caso, la profezia di Isaia riguardo al "messaggero" che avrebbe portato "sui monti" la buona notizia a "Sion", dicendo a "Gerusalemme": "Ecco il vostro Dio!", o "Il tuo Dio regna!"? È proprio lui! E, come abbiamo dimostrato in un articolo precedente, questo avverrà quando Dio 
comincerà a "regnare" dalla Gerusalemme "restaurata" come "Re glorioso". In quel momento le "sentinelle" di Dio lo vedranno con i propri occhi e lo annunceranno con gioia. Saranno veramente "buone notizie"!(Isaia 40:9,10; 52:7,8; Salmo 24:7-10).

Ma altre profezie ci aiutano a determinare con maggiore precisione il momento in cui l' "Iddio d'Israele" distruggerà il "re d'Assiria". Sappiamo che l' "Assiro" moderno fa parte del "re del settentrione" della profezia di Daniele, che "giungerà alla sua fine e nessuno gli darà aiuto". Ma per prima cosa invaderà Israele e il "re del mezzogiorno". I "mercanti" di "Ninive" sono "come cavallette che spogliano ogni cosa e volano via". I suoi "principi" (capi politici) e "ufficiali" (capi dell'esercito) sono "come sciami di locuste", proprio come aveva profetizzato anche Gioele e l'apostolo Giovanni nell'Apocalisse (Naum 3:16,17; Gioele 1:4; Apocalisse 9:3,7).

Alcune "caratteristiche" del "re del settentrione" ci portano a identificarlo anche con i "popoli numerosi" che "Gog del paese di Magog", Satana il Diavolo nella sua futura "manifestazione" terrena, trascinerà con sé in un attacco a oltranza contro la "Gerusalemme" restaurata (Ezechiele 38:6). Infatti, sia Daniele che Ezechiele riferiscono che avrà dalla sua parte anche "i Libi (o "gente di Put") e gli Etiopi" e "si innalzerà" presuntuosamente contro il "paese splendido" per saccheggiarlo (Ezechiele 38:5,11,12; Daniele 11:36,41,43). Naturalmente, quindi, anche l' "Assiria", insieme al resto delle nazioni che compongono il "re del settentrione", sarà impegnata in quell'attacco finale contro "Gerusalemme", che, per allora, sarà governata direttamente da Dio e da Suo Figlio, "unto" come re del regno di Dio. Perciò, quell'attacco sarà in effetti un affronto contro la loro legittima sovranità. È profetizzato: "Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane? I re della terra si danno convegno e i principi congiurano insieme contro il Signore (YHWH) e contro il suo Unto (Gesù Cristo), dicendo: 《Spezziamo i loro legami e liberiamoci dalle loro catene》. Come reagirà Dio alla "provocazione" del "re del settentrione"? "Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro. Egli parlerà loro nella sua ira e nel suo furore li renderà smarriti. 《Sono io》, dirà, 《che ho stabilito il mio re sopra Sion, il mio monte santo》". E per bocca di Ezechiele avverte: "Io chiamerò contro di lui la spada su tutti i miei monti (d'Israele)", "la spada di ognuno si volgerà contro il proprio fratello. Verrò in giudizio contro di lui ("Gog"), con la peste e con il sangue; farò piovere torrenti di pioggia e grandine, fuoco e zolfo, su di lui, sulle sue schiere e sui popoli numerosi che saranno con lui" (Salmo 2:1-6; Ezechiele 38:21,22).

Sarà dunque in quel momento, quando il "re del settentrione" cercherà di distruggere nuovamente Gerusalemme, 'piantando', per così dire, in tono di sfida, 'la tenda reale fra il mare (Mediterraneo) e il bel monte santo (Sion)', che 'la completa distruzione, che è decretata, piomberà sul devastatore' e "nessuno gli darà aiuto", perché sarà Dio stesso che lo annienterà in difesa del Suo "popolo" ristabilito. "Chi può resistere davanti alla sua indignazione?", chiede  Naum, "Chi può sopportare l'ardore della sua ira? Il suo furore si spande come fuoco e le rocce si schiantano davanti a lui. Il Signore (YHWH) è buono; è un rifugio nel giorno dell'angoscia e conosce quelli che confidano in lui. Ma con una irrompente inondazione egli distruggerà completamente chi lo attacca e inseguirà i suoi nemici fin nelle tenebre". I "carri" con i quali l' "Iddio d'Israele" marcerà contro l' "Assiria" non saranno di fattura umana, perché "il loro aspetto è come di fiaccole, guizzano come fulmini". "Poiché alla voce del Signore (YHWH), l' Assiro sarà costernato; il Signore (YHWH) lo colpirà con il suo bastone" (Daniele 9:27; 11:45; Naum 1:6-8; Isaia 30:27-32). Questo avverrà ad "Armaghedon", alla "battaglia del gran giorno dell'Iddio Onnipotente", il "grande e terribile giorno del Signore (YHWH)", allorché il "Re dei re e Signore dei signori", Gesù Cristo nella gloria del "Regno", tornerà con gli "eserciti" celesti composti da creature spirituali, per eseguire il "giudizio", "colpire le nazioni" e 'governarle con una verga di ferro. Sarà allora che gli "invitati", gli "uccelli che volano in mezzo al cielo" , potranno "bacchettare" con gli "avanzi" dei cadaveri, il "sacrificio" preparato per loro (Apocalisse 16:14-16;19:11-18; Sofonia 1:7).

Significa questo che tutte le persone che fanno parte del "re del settentrione" subiranno la sua stessa fine? Assolutamente no! Già al tempo del profeta Giona, che pure aveva annunciato la "distruzione" di Ninive, "i Niniviti credettero a Dio", si pentirono dei loro peccati e si convertirono dalla loro "violenza" e "malvagità", al punto che Dio ne ebbe "pietà" e li risparmiò (Giona 3:4-10;4:10). Questo ci insegna che il Creatore "non desidera che nessuno venga distrutto, ma che tutti giungano al pentimento" e siano salvati (2 Pietro 3:9). Anche se l'"Iddio d'Israele" ama profondamente il "popolo" ebraico, in virtù delle promesse fatte ai suoi patriarchi, pur condannando l' "infedeltà" dell'odierno Israele, "in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito" (Atti 10:35). Ricordate che, nell'annunciare il giudizio contro "Ninive", Naum disse profeticamente che "il Signore (YHWH) è buono" e "nel giorno dell'angustia", che sta per iniziare, sarà un "rifugio" per "quelli che confidano in lui", non importa a quale nazione appartengano (Naum 1:7). Il profeta Sofonia invita "tutti gli umili della terra" a 'cercare' la Sua approvazione, praticando la Sua "giustizia", con la prospettiva di essere "messi al sicuro nel giorno dell'ira del Signore (YHWH)" prima che "quel giorno passi" e "si esegua il decreto" (Sofonia 2:1-3).

Che dire di noi? Se siamo di discendenza ebraica, stiamo adorando l'"Iddio d'Israele" come vuole Lui, senza contaminazioni "idolatriche"? Cerchiamo prima di ogni altra cosa la Sua approvazione e consultiamo la Sua Parola per ricevere guida spirituale? Se invece non siamo ebrei, e magari viviamo in una delle nazioni "ostili" a Israele, forse proprio nella moderna "Assiria", come consideriamo il "popolo" ebraico? Lo amiamo come lo ama Dio, provando sentimenti positivi per le persone di discendenza ebraica e per gli altri che abitano in Israele, senza appoggiare politicamente lo Stato di Israele? Abbiamo imparato a vivere come Dio ha indicato nella Sua Parola ispirata, la Sacra Bibbia? Man mano che la "questione" israeliana, ovvero i "rapporti" tesi fra Israele e le nazioni "ostili", entrerà sempre più nel dibattito pubblico, dovremo stare attenti a non schierarci politicamente né da una parte né dall'altra. Per Dio ognuna delle parti in conflitto ha le sue "colpe" e, come abbiamo visto, dovranno renderne conto a Lui. Se non vogliamo subire il Suo giudizio, evitiamo di farci coinvolgere e sforziamoci di attenerci obiettivamente ai "fatti" e alla "parola profetica" di Dio.

Prepariamoci per "il giorno del Signore (YHWH)" e per il suo felice culmine. Prepariamoci ad accogliere il "Re glorioso" che entrerà per le "porte" della "Gerusalemme" restaurata. Faremo allora nostre queste parole: "Nazioni, cantate le lodi del suo popolo! Poiché il Signore (YHWH) vendica il sangue dei suoi servi, fa ricadere la sua vendetta sopra i suoi avversari, ma si mostra propizio alla sua terra, al suo popolo" (Deuteronomio 32:43).

Una precisazione!



Ci tengo a precisare che personalmente non sostengo nessuna delle parti in conflitto. 

Anche quando riporto le profezie sull'invasione e distruzione di "Gerusalemme", non provo certo piacere nell'annunciare la "calamità". 

Sono anzi profondamente preoccupato per gli israeliani, anche se non sostengo lo Stato d'Israele. 

Sia ben chiaro che i miei post/articoli non hanno lo scopo di incoraggiare alcuna "ostilità" tra una nazione e l'altra. 

Al contrario spero sempre per la pace e il benessere di tutti. Mi limito ad analizzare obiettivamente gli eventi alla luce delle profezie bibliche. 

Consiglio di rileggere l'articolo "Cosa provate per Gerusalemme?"

#Israele #Iran #Israel #Gerusalemme #jerusalem

Abitanti d'Israele, l' "Assiro" sta arrivando!



Gli avvenimenti di questi giorni dimostrano come le profezie bibliche si adempiano sotto i nostri occhi. Come previsto in un articolo precedente, l' "Assiro", le nazioni che corrispondono all'antico impero assiro-babilonese (Siria, Iraq e gli altri Stati limitrofi), sta avanzando contro Israele attraverso minacce verbali e azioni militari. Che questo "Assiro" (o "re d'Assiria") faccia parte del "re del settentrione" che avrebbe invaso Gerusalemme lo si capisce dalla parallela profezia di Isaia. È scritto che il "re d'Assiria" "passerà sopra Giuda, inonderà e passerà oltre" (Isaia 8:8). Infatti, del "re del settentrione" Daniele scrive che "entrerà nei paesi invadendoli e passerà oltre" (Daniele 11:40). 

È profetizzato: "Ecco, il Signore sta per far salire su di loro (sugli ebrei "infedeli") le potenti e grandi acque del fiume, cioè il re d'Assiria e tutta la sua gloria; esso s'innalzerà dappertutto sopra il suo livello, e strariperà su tutte le sue sponde" (Isaia 8:7). Ma non solo Israele sarà devastata dalla sua furia. In quanto parte del "re del settentrione", come dicevamo, avrà la meglio anche sul "re del mezzogiorno", gli Stati Uniti d'America e i suoi alleati occidentali. "Mandate pure grida di guerra, o popoli; sarete frantumati! Prestate orecchio, voi tutti paesi lontani! Preparatevi pure alla lotta; sarete frantumati!" Per quanto si senta sicuro ed equipaggiato, il "re del mezzogiorno" non potrà resistergli. I suoi "piani" di difesa "saranno sventati" e qualsiasi "parola", o comando militare, possa dare, "rimarrà senza effetto", perché l' "Assiria" "ha in cuore di distruggere, di sterminare nazioni in gran nunero. Infatti dice: 《I miei principi non sono forse tanti re?》. Infine si vanterà di aver 'rimosso i confini dei popoli, saccheggiato i loro tesori e detronizzato dei re' (Isaia 8:9,10; 10:7,13). 

Riguardo agli "abitanti d'Israele", "molti di loro inciamperanno, cadranno, saranno infranti, rimarranno nel laccio e saranno presi". L' "infedele" Israele "andrà peregrinando per il paese, affranto e affamato; quando avrà fame, si irriterà e maledirà il suo re e il suo Dio". Ovunque proverà a volgere lo sguardo, "non vedrà che difficoltà, tenebre e oscurità piena d'angoscia" (Isaia 8:15,21,22). Ricordate che "Babilonia la grande", l' "infedele" Israele, sarà distrutta dai suoi stessi "amanti", dalle nazioni con le quali ha intrattenuto rapporti "immorali", che comprendono sia l' "Egitto", gli Stati Uniti, che la moderna "Assiria". Poiché Israele ha cercato "sostegno" in "Egitto", andando, per così dire, a "bere l'acqua del Nilo", proprio come si è rivolta all' "Assiria" "per andare a bere l'acqua dell'Eufrate", 'riceverà confusione "dall'Assiria" prima e "dall'Egitto" dopo (Geremia 2:18,36). 

Si è "prostituita agli Assiri", sedotta dal loro "fascino" irresistibile. "Perciò", dice Dio, "io l'abbandonai in balìa dei suoi amanti, in balìa dei figli d'Assiria, per i quali si era appassionata. Essi ebbero rapporti sessuali con lei, presero i suoi figli e le sue figlie e la uccisero con la spada". "Ecco, io susciterò contro di te i tuoi amanti, da cui ti sei allontanata, e li farò venire contro di te da tutte le parti. ... Essi verranno contro di te con armi, e con una moltitudine di popoli; con scudi grandi e piccoli, e con elmi, si schierano contro di te tutto intorno. ... ti tratteranno con furore: ti taglieranno il naso e le orecchie, e ciò che rimarrà di te cadrà per la spada; prenderanno i tuoi figli e le tue figlie, e ciò che rimarrà di te sarà divorato dal fuoco" (Ezechiele 23:5-7,9,10,12,22,24,25).

La "mutilazione" simbolica che subirà Israele ricorda la sorte che capitò a una donna, Izebel, vissuta all'epoca dei profeti Elia ed Eliseo, che ebbe un'influenza negativa su suo marito Acab, re d'Israele. Indusse lui e il popolo a praticare l'idolatria, fece perseguitare i veri profeti di Dio e si appropriò con la violenza e con l'inganno di ciò che apparteneva legittimamente ad altri (1 Re 16:31-33; 18:4; 21:1-16). Alla fine fu uccisa brutalmente e dilaniata dai cani (2 Re 9:33-37). Tutte queste caratteristiche la resero una "prefigurazione" dell' "infedele" Israele. Non è forse vero che esercita un'influenza negativa sulla popolazione, favorendo l' "idolatria" spirituale? Se qualcuno, dicendo la verità, smaschera le sue "malefatte", viene subito perseguitato o messo a tacere. E quante volte le "forze armate" israeliane usano violenza contro le popolazioni vicine allo scopo di appropriarsi dei loro territori! Alla fine anche la moderna "Babilonia" sarà dilaniata come da una "bestia selvaggia" (Apocalisse 17:16). 

Perciò, quel che accadde al tempo di Izebel forma uno "scenario" profetico di ciò che accadrà nel nostro tempo, soprattutto in relazione a Israele. Tanto per cominciare, subito dopo che la Bibbia fa menzione di quella donna, il profeta Elia annunciò la siccità sul paese e infatti "non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi". Ricordate che il moderno "Elia", i "due testimoni" dell'Apocalisse, ovvero gli ebrei fedeli "unti" con lo Spirito Santo, profetizzeranno analogamente per "1260 giorni", o "tre anni e sei mesi", annunciando la distruzione di "Gerusalemme" (1 Re 17:1; Giacomo 5:17; Apocalisse 11:3-6). In quei frangenti "difficili" Elia ricevette l'ospitalità della vedova di Sarepta, o Zarefat, che fu benedetta per il suo spirito di sacrificio e la sua incondizionata ubbidienza (1 Re 17:8-24). Poi Elia "sfidò" i "profeti" idolatrici sul monte Carmelo, invitando la popolazione ad adorare solo l' "Iddio d'Israele" (1 Re 18:20-40). In seguito, Eliseo, che continuò l'incarico di Elia, profetizzò una grande "carestia" che sarebbe durata "sette anni" e invitò una donna timorata di Dio a trasferirsi altrove finché la "crisi" non fosse passata. "La donna si alzò e fece come le aveva detto l'uomo di Dio; se ne andò con la sua famiglia, e soggiornò per sette anni nel paese dei Filistei". Alla fine dei "sette anni" tornò in patria e riebbe la sua proprietà (2 Re 8:1-6). Cosa impariamo da questi episodi? Per prima cosa, bisogna sempre dare ascolto ai veri "profeti" di Dio che ci annunciano la Sua volontà. Durante i prossimi "sette anni" della predetta "grande tribolazione", sarà essenziale mostrare il necessario "sostegno" agli ebrei che tornano all'"Iddio d'Israele", e non pensare egoisticamente a noi stessi. Siate, inoltre, decisi ad adorare solo il Creatore, evitando ogni forma di "idolatria". 

Tornando all'epoca di Elia, quando i capi  d'Israele, sviati dalla "propaganda" dei "falsi" profeti, contrariamente alla volontà di Dio annunciata per mezzo del vero profeta Micaia, ebbero la presunzione di  attaccare la "Siria" invadendo "Ramot di Galaad", che corrisponde grossomodo alle attuali "Alture del Golan", ricevettero una pesante sconfitta. Il re d'Israele morì e l'esercito dovette battere in ritirata. Il vero profeta aveva avvertito: "Ho visto tutto Israele disperso su per i monti, come pecore che non hanno pastore" (1 Re 22:1-37). La stessa cosa capiterà, purtroppo, all'odierno Israele che presuntuosamente invade i territori della moderna "Siria". La sconfitta è assicurata. "Poiché lo sterminio che ha decretato, il Signore, Dio degli eserciti, lo effettuerà in mezzo a tutto il paese" (Isaia 10:23).

A un certo punto, il racconto ispirato dice che il profeta Eliseo nominò ("unse") come nuovo re d'Israele Ieu, perché "ripulisse" la nazione dalla "malvagità" che vi era stata diffusa dalla famiglia di Izebel. Fu allora che quella perfida regina venne barbaramente uccisa. In seguito fecero una fine simile tutti quelli della sua "casa" che ne avevano seguito l'esempio e i profeti "idolatrici" (2 Re 9-10:28). La stessa fine la farà l' "infedele" Israele, cioè tutti coloro che ostinatamente persisteranno nella loro condotta ribelle. Quando il più grande "Ieu", Gesù Cristo, sarà "unto" re del regno di Dio, comincerà a "ripulire" Israele da tutta la "malvagità". Gli ebrei "infedeli" saranno sconfitti davanti al "nemico" che avanza. E, dopo che Gerusalemme sarà stata "restaurata", tornerà con i suoi potenti angeli per estirpare dal suo "reame" terrestre gli ultimi che lo occuperanno "indegnamente". 

Come dovrebbero reagire gli "abitanti d'Israele" all'annuncio dell'imminente "invasione" nemica? Dovrebbero farsi prendere da una paura irrazionale? "Santificate il Signore (YHWH) degli eserciti!", risponde il profeta. "Sia lui quello per cui provate timore e paura!" (Isaia 8:13). Anziché dare troppa importanza agli uomini, dovrebbero "santificare", o "ritenere sacro", il loro Dio, dandoGli l'importanza che merita. Dio avvertì il profeta Isaia "di non camminare per la via" dell' "infedele" Israele, e lo stesso dovremmo fare noi, evitando di "camminare" (o comportarci) come si comporta chi non cerca l' "Iddio d'Israele". In questo modo 'non chiameremo congiura tutto ciò che questo popolo (infedele) chiama congiura; non temeremo ciò che esso teme'. In altre parole, 'non ci spaventeremo' delle "minacce" che provengono dalle nazioni "ostili", perché avremo Dio, il "Signore (YHWH) degli eserciti", dalla nostra parte! Invece di 'consultare quelli che evocano gli spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano', per avere una guida, dovrebbero 'consultare il loro Dio. 

E Dio ora sta invitando gli "abitanti d'Israele" a "fuggire" completamente da "Babilonia", non solo nel senso di non imitarne il comportamento "infedele", come dicevamo, ma anche allontanandosi fisicamente dalla "zona di pericolo", che diventerà presto il "bersaglio" preferito dell' "Assiro" e del resto delle nazioni "nemiche"! In questo senso, se possibile, 'non camminate per la via di questo popolo'! Come quella donna che diede ascolto all'invito di Eliseo, trasferitevi altrove con tutta la vostra famiglia finché la "crisi" non sia passata. Non siate così attaccati alle vostre cose materiali da non allontanarvene a costo della vostra stessa vita o di quella dei vostri cari! Il Messia che aspettate avvertì: "In quel giorno, chi sarà sulla terrazza e avrà le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così pure chi sarà nei campi non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot" (Luca 17:31,32).

Grazie a Dio, è pure profetizzato che "le tenebre non dureranno sempre sulla terra che è ora in angoscia" e "nei tempi a venire (Dio) coprirà di gloria la terra vicina al mare (di Galilea)". L' "Iddio d'Israele" dice al Suo "popolo", 'che abita a Sion', 'di non temere  l'Assiro che lo batte con la verga e alza su di lui il bastone', perché la Sua "indignazione" finirà presto (Isaia 8:23; 10:24,25). Quando "Gerusalemme" sarà stata "purificata", la "gloria" di Dio ricoprirà la "terra promessa" allorché il "Re glorioso" vi stabilirà il Suo regno (Salmo 24:7-10; Daniele 2:44).


Preparate la "città" per il "Re glorioso" che verrà! (Salmo 24:7-10)



Vi starete chiedendo chi è il "Re glorioso" e qual è la "città" che dovrà accoglierlo. "È il Signore (YHWH) degli eserciti; egli è il Re glorioso". "O porte, alzate i vostri frontoni; e voi, porte eterne, alzatevi; e il Re glorioso entrerà". Dal contesto si comprende che queste "porte" rappresentano la città "eterna" di Gerusalemme, che anticamente era collocata su un'altura di circa 700 metri chiamata "monte del Signore (YHWH)", il Suo "luogo santo", altrove detta anche "monte Sion", sinonimo della Gerusalemme "restaurata". E infatti questa espressione è messa in relazione con la "ricostruzione" di Gerusalemme e con il "ritorno" all' "Iddio d'Israele" degli ultimi ebrei "superstiti" (Salmo 14:7; 51:18,19). Allora Dio "regnerà" dal "monte Sion" e Gerusalemme sarà chiamata "città del gran re" (Salmo 48:1,2). 

Qualcuno potrebbe obiettare che Dio è già "re", in quanto "regna", o domina, su tutto il "creato". È vero. "Al Signore (YHWH) appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti. Poiché egli l'ha fondata sui mari e l'ha stabilita sui fiumi" (Salmo 24:1,2). Ma quando il Messia, Gesù Cristo, sarà intronizzato in cielo a capo del "regno" che riceverà dal Padre, all'inizio della "settimana" profetica che sta per cominciare, Dio "regnerà", o dominerà, in un modo diverso. Si adempiranno queste parole: "Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli del secoli". Allora Dio 'prenderà in mano il suo gran potere e stabilirà il suo regno', 'giudicherà' il mondo, 'darà il premio ai suoi servi', i vivi e i morti, e 'distruggerà' i nemici (Apocalisse 11:15,17,18). Sarà il "giorno del Signore (YHWH)", o "giorno di Geova", di cui abbiamo già parlato, nel quale avverrà la "ricreazione" e Dio riprenderà la Sua "opera" in relazione alla terra, dopo il Suo "settimo giorno" di riposo. 

Ma al termine della "settimana" profetica,  dopo che "Gerusalemme" sarà stata finalmente "restaurata", è profetizzato che Dio "regnerà" dal "monte Sion". In quale "altro" modo "regnerà", così da giustificare di nuovo l'uso di questa espressione, e quando di preciso accadrà? Forse dopo la "fine del mondo"? Esaminiamo alcuni versetti che ci aiutano a rispondere a queste domande. Parlando del "monte che Dio ha scelto per sua dimora" (il "monte Sion"), dove "abiterà per sempre", il Salmo fa questa interessante "rivelazione" profetica: "I carri di Dio si contano a miriadi di miriadi, a migliaia di migliaia: il Signore viene dal Sinai nel santuario" (Salmo 68:17). Come abbiamo considerato nel post precedente, Dio verrà "con le sue sante miriadi" di angeli, come profetizzò Enoc, allorché Gesù tornerà a giudicare il mondo intero e separerà, per così dire, le "pecore", i "giusti", dai "capri", i "malvagi", riservandoli a due "destini" diversi (Giuda 14,14; Matteo 25:31-46). 

La profezia parallela di Isaia indica che, quando Dio verrà "con potenza" e 'dominerà (o regnerà) con il suo braccio' da "Sion", 'il suo salario sarà con lui, la sua ricompensa (o "retribuzione") lo precederà' (Isaia 40:9,10; 62:11). Come abbiamo visto prima, la "ricompensa" sarà data ai suoi "servi" nel corso del "giorno del Signore (YHWH)", allorché risusciterà i "coeredi" di Cristo in cielo e poi i "fedeli" del passato sulla terra. Questa "ricompensa" precederà la "venuta" di Dio come nuovo Re di Gerusalemme, quando porterà "il suo salario". Questa espressione ci ricorda le parabole di Gesù sul "signore" che affida compiti, o "talenti", diversi ai suoi "operai", prima di un lungo "viaggio", e che dopo molto tempo ritorna e "ricompensa" ciascuno per il lavoro svolto, o non svolto (Matteo 20:1-16; 24:45-51; 25:14-30). In un post precedente abbiamo visto che il "ritorno" del "signore", Gesù Cristo, per la "resa dei conti", avverrà in un momento imprecisato, 'in un'ora che non pensiamo', quando tornerà per la "separazione" di cui prima. Allora "l'uno sarà preso e l'altro lasciato", attuando il "rapimento" nel regno dei cieli degli ultimi "eletti" in vita (Matteo 24:30-44). A questo "evento" si riferisce in particolare il profeta Isaia quando dice: "Come un pastore, egli (il Re) pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano" (Isaia 40:11). 

La profezia trova, infatti, uno straordinario "parallelo" nella parabola di Gesù cosiddetta del "ricco e Lazzaro". Il "ricco" "che si vestiva di porpora" e "ogni giorno si divertiva splendidamente", ben rappresenta i "capi" religiosi di Israele che, come parte principale di "Babilonia la grande", "vestita di porpora", sguazzano nel suo "lusso sfrenato" (Luca 16:19-31; Apocalisse 17:4,5; 18:3). Il "mendicante chiamato Lazzaro", che "stava alla porta" del "ricco", prefigura i "due testimoni" dell'Apocalisse (gli ultimi "eletti" superstiti) che "profetizzeranno" la distruzione di "Gerusalemme". Come "Lazzaro" era "pieno di ulceri e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco", "quelli che restano della discendenza di lei (del popolo ebraico) che osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù" dovranno subire molti "guai" a causa dell'accanita persecuzione scatenata dal "dragone", Satana il Diavolo (Apocalisse 11:3-12; 12:4, 12,17). La parabola dice che, a un certo punto, "il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo". Questo si adempirà quando i "due testimoni" saranno simbolicamente "uccisi", ovvero quando "avranno terminato la loro testimonianza", in concomitanza con la distruzione di "Gerusalemme", ma "dopo tre giorni e mezzo", cioè trascorsi "tre anni e mezzo" da quell'avvenimento, saranno invitati a 'salire al cielo' davanti agli occhi dei "nemici", e 'portati dagli angeli nel seno' del loro Padre celeste, in occasione del "rapimento" predetto. Questi rappresentano pure il "figlio maschio" che sarà "rapito vicino a Dio e al suo trono" (Apocalisse 12:5). 

Il Salmo profetico descrive l'avvenimento da un altro punto di vista, che, nella sua applicazione odierna, vede coinvolti tutti coloro che credono in Dio e professano la loro fede in Gesù. "Tu sei salito in alto, portando prigionieri, hai ricevuto doni dagli uomini, anche dai ribelli, per far qui la tua dimora, o Signore (YHWH), Dio" (Salmo 68:18). 

L'apostolo Paolo applica questa profezia a Gesù, il "rappresentante" legittimo del "Re", che era "disceso nelle parti più basse della terra" allorché morì, ma che, risuscitando come creatura spirituale, "è salito al di sopra di tutti i cieli" (Efesini 4:8-10). L'apostolo, nel citare la profezia, dice: "Salito in alto, egli ha portato con sé prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini". Chiaramente i "prigionieri" sono coloro ai quali Gesù disse che avrebbe 'preparato un luogo' in cielo, ovvero i "santi" suoi "coeredi", "riscattati dalla terra" (Giovanni 14:2-4; Apocalisse 14:3,4). Notate che, a differenza del Salmo, Paolo non dice che Dio aveva "ricevuto doni dagli uomini", ma che "ha fatto doni agli uomini". Evidentemente qui il senso intrinseco nelle parole del salmista è duplice: Dio avrebbe sì "fatto" doni agli uomini, ma quegli stessi "doni" Gli sarebbero stati resi, essendo impiegati in armonia con la Sua volontà. Parlando, infatti, dei "doni" che Dio, attraverso Gesù, "ha fatto", aggiunge: "È lui (Gesù) che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo" (Efesini 4:11,12). 

Quindi, mediante lo Spirito Santo, Gesù, e dunque Dio, ha "donato" particolari "capacità" ai suoi seguaci. Lo scopo? "Per far qui (a Gerusalemme) la tua dimora", risponde il Salmo, nel senso che, come ha spiegato l'apostolo, Dio si serve di questi "doni" per "l'edificazione" della Sua "casa", ovvero il "corpo del Cristo", composto dai "santi", che dovranno regnare dal "monte 
Sion" quando la "nuova Gerusalemme", la "santa città", scenderà dal cielo (Apocalisse 21:2). In altre parole, edificando la fede dei Suoi "santi", Dio li sta preparando ad assolvere l'incarico reale e sacerdotale che avranno quando, dopo la "fine del mondo", torneranno sulla terra.

Il Salmo profetizzava pure che Dio "verrà dal Sinai al suo santuario", sul "monte Sion". Al tempo di Mosè l' "Iddio d'Israele" parlò al Suo "popolo" dal monte Sinai, attraverso una eccezionale dimostrazione della Sua "presenza". In futuro Dio darà una simile "prova" della Sua "presenza" sul "monte Sion", nella Gerusalemme "restaurata". C'è un altro "precedente" nel "Vecchio Testamento". Quando Dio voleva manifestare la Sua "presenza" nel "tabernacolo" o nel "tempio", lo riempiva di "fumo" come di una "nuvola". Il profeta Ezechiele predisse il momento futuro in cui Dio avrebbe di nuovo manifestato la Sua gloria nel "tempio" restaurato: "La gloria del Signore (YHWH) si alzò sopra il cherubino verso la soglia del tempio e il tempio fu riempito dalla nube e il cortile fu pieno dello splendore della gloria del Signore (YHWH)" (Ezechiele 10:4).

Sarà in quel tempo che persone di tutte le nazioni "saliranno" a Gerusalemme, insieme agli "eletti" di discendenza ebraica, per essere ammaestrati da Dio in persona, formando un "corteo" festante alla lode del "Re glorioso" (Isaia 2:2-4; Zaccaria 8:23; Salmo 68:25-35). I "nemici" di Dio "vedranno" questo "corteo", saranno "invidiosi" della "prosperità" della Gerusalemme "restaurata" e l'attaccheranno. Ma questa volta troveranno il suo "Re glorioso" a difenderla. È profetizzato: "Nei suoi palazzi Dio è conosciuto  come fortezza inespugnabile. Quando i re erano alleati e avanzavano uniti, appena la videro rimasero attoniti; rimasero smarriti, si misero in fuga" (Salmo 48:3-5). "Il Signore (YHWH) ruggirà da Sion, farà sentire la sua voce da Gerusalemme, e i cieli e la terra tremeranno. ... Voi saprete che ... io dimoro in Sion, il mio monte santo. Gerusalemme sarà santa e gli stranieri non vi passeranno più" (Gioele 3:16,17). Dal momento in cui Dio "verrà" con il Messia e con le "sue sante miriadi" di angeli per giudicare il mondo, regnerà  dal "monte Sion" e la "restaurata" Gerusalemme sarà inespugnabile e impenetrabile per qualsiasi "nemico" della vera adorazione. Infine, dopo che avrà eliminato tutti gli oppositori, il "regno" di Dio, la "nuova Gerusalemme", verrà sulla terra, in quanto il re incaricato, Gesù Cristo, e i suoi santi "coeredi" saranno fisicamente presenti sul "monte Sion", a loro volta "governati" dal "Re glorioso". Coloro che abiteranno la Sua "città" (i "santi") "vedranno la sua faccia", mentre persone di tutte le nazioni "saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore" (Apocalisse 22:4; 21:3,4).

Che dire di noi? Abbiamo riconosciuto Dio come "re" della nostra vita, sottomettendoci alla Sua volontà? Ci stiamo preparando per la Sua "venuta" come nuovo "Re glorioso" di Gerusalemme? Ricordate che la predetta "restaurazione" è strettamente collegata a quella "venuta". La "missione" dell' "Elia" che sarebbe dovuto venire includeva 'preparare nel deserto la via del Signore (YHWH)', invitando gli ebrei infedeli a tornare al loro Dio. In questo modo sarebbero stati pronti ad accoglierLo come loro "Re" (Malachia 4:5,6; Isaia 40:1-10). Se siete ebrei di nascita, siete "tornati" al vostro "Re"? In tal caso, state invitando i vostri connazionali a farlo? Anche se non siete ebrei, ma sentite nel vostro cuore di  avere la speranza di far parte del regno di Dio, pensate a quale privilegio avete! Dio vi sta preparando insieme al resto della Sua "città" per diventare la "sede" terrena del Suo regno! Con le vostre parole e con le vostre azioni potete "edificare" la fede degli altri "coeredi". State usando i "doni" che vi sono stati dati attraverso lo Spirito Santo per dare gloria a Dio, "fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio"? (Efesini 4:1-16) Naturalmente, anche se non avete questa speranza "celeste", potete essere "edificanti" per quelli che vi conoscono e partecipare alla "restaurazione" di "Gerusalemme" (Isaia 61:5). 

Nell'antico Israele, all'interno della "casa" di Dio, il Suo tempio letterale, potevano entrare solo i "sacerdoti", mentre il resto del popolo doveva restare nei suoi "cortili" (2 Cronache 23:5,6). Tenete presente questo "particolare" nel fare vostre queste rincuoranti parole profetiche: 

"Cantate al Signore (YHWH) un cantico nuovo, cantate al Signore (YHWH), abitanti di tutta la terra! Cantate al Signore (YHWH), benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza! Date al Signore (YHWH) la gloria dovuta al suo nome, portategli offerte e venite nei suoi cortili. Dite fra i popoli: «Il Signore (YHWH) regna»; il mondo quindi è saldo e non potrà vacillare; il Signore (YHWH) giudicherà le nazioni con rettitudine. Gioiscano i cieli ed esulti la terra; risuoni il mare e quanto contiene; esultino i campi e quanto è in essi; tutti gli alberi delle foreste emettano gridi di gioia in presenza del Signore (YHWH); poich'egli viene, viene a giudicare la terra. Egli giudicherà il mondo con giustizia, e i popoli con verità. Il Signore (YHWH) regna; esulti la terra e gioiscano le numerose isole. Nuvole e oscurità lo circondano; giustizia ed equità sono le basi del suo trono. Un fuoco lo precede e consuma i suoi nemici tutt'intorno. I suoi lampi illuminano il mondo; la terra lo vede e trema. I monti si sciolgono come cera davanti al Signore (YHWH), davanti al Signore di tutta la terra. Sion ascolta e ne gioisce; esultano le figlie di Giuda per i tuoi giudizi, o Signore (YHWH)! Poiché, ecco, i tuoi nemici, o Signore (YHWH), ecco, i tuoi nemici periranno e i malfattori saranno dispersi. Ma tu mi dai la forza del bufalo; io sono cosparso d'olio fresco. I miei occhi hanno visto la rovina di quelli che m'insidiano; il mio orecchio ha udito la disfatta dei malvagi che si avventano contro di me. Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano. Quelli che sono piantati nella casa del Signore (YHWH) fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti, per annunciare che il Signore (YHWH) è giusto; egli è la mia rocca, e non c'è ingiustizia in lui" (Salmo 96:1,2,8,10-13; 97;1-5,8; 92:9-15).

domenica 13 gennaio 2019

State "camminando" con Dio?


A qualcuno l'idea di "camminare con Dio" può sembrare strana o addirittura senza senso! È vero, il Creatore dei cieli e della terra è un "essere" spirituale e a noi esseri umani non è possibile, in questo mondo, camminare letteralmente con Lui. Ma nella Bibbia sono riportati esempi di uomini che "camminarono" con Dio. Certamente in senso simbolico. Scopriamo insieme che cosa significò per loro e perché la cosa potrebbe interessarci. Intanto che vi viene in mente se pensate a due persone che camminano insieme? Forse a due che seguono una stessa strada e che vanno nella stessa direzione. Allo stesso modo gli esseri umani che "camminarono con Dio" seguirono la Sua "strada", comportandosi come Lui si aspettava che facessero, e vissero andando, per così dire, nella Sua stessa "direzione", ponendosi "obiettivi" in armonia con il Suo proposito. 

Il primo uomo menzionato nella Bibbia di cui si dice che "camminò con Dio" fu Enoc, bisnonno del più noto Noè, il settimo nella discendenza dopo il primo uomo. Siamo agli albori della civiltà umana (Genesi 5:22-24; 1 Cronache 1:1). Di lui si parla pochissimo nella Bibbia. Eppure ciò che fece e disse è di importanza fondamentale proprio per noi che viviamo in questo tempo "cruciale", e "illuminante" per il nostro prossimo futuro. Partiamo dalle sue parole "profetiche", riportate nel libro biblico di Giuda, discepolo di Gesù. Parlando dei "finti" cristiani che si sarebbero infiltrati fra i sinceri seguaci di Gesù specialmente negli "ultimi tempi", che stiamo vivendo, Giuda scrive: "Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: 《Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi, per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi in mezzo a loro di tutte le loro opere di empietà che hanno empiamente commesso e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciato contro di lui》" (Giuda 14,15).

Enoc stava parlando del tempo futuro in cui Dio "verrà" "per giudicare tutti", il "giorno del Signore (YHWH)", o "giorno di Geova", di cui abbiamo già discusso, che inizierà evidentemente intorno al prossimo 4 aprile, in concomitanza con l'inizio della "settantesima settimana" di anni della profezia di Daniele, e si concluderà poco dopo quella "settimana", con l'esecuzione del giudizio nel "grande e tremendo giorno del Signore (YHWH)". Ma in che senso Dio "convincerà" tutte le persone "empie", o ribelle a Lui, delle loro "opere di empietà" e dei loro "insulti"? Gesù Cristo spiegò che il "Consolatore", lo Spirito Santo, che avrebbe mandato loro dopo la sua dipartita, avrebbe, fra le altre cose, "convinto il mondo quanto al peccato" (Giovanni 16:7,8; 14:16,17,26). 

Le sue parole si adempirono inizialmente nel I secolo d.C. allorché gli apostoli ricevettero lo "Spirito Santo promesso", detto anche lo "Spirito della verità", e diedero testimonianza riguardo a Gesù risuscitato, mettendo le persone "faccia a faccia" con le loro "colpe" e invitandole a pentirsi (Atti 1:4,5,8; 2:1-4,14-40). Attraverso quella predicazione, guidata dallo Spirito Santo, Dio stava "convincendo" il mondo di allora dei suoi "peccati". Ma, come abbiamo esaminato in precedenza, Dio avrebbe mandato il Suo Spirito Santo anche nel nostro tempo, negli "ultimi giorni" di questo mondo, e in particolare durante la presenza di Gesù nel potere del regno, permettendo ai Suoi "testimoni" di "profetizzare" (Gioele 2:28,29; Marco 13:11). Attraverso questa opera di "testimonianza", Dio metterà tutte le persone "faccia a faccia" con le loro "colpe" e le giudicherà in base alla loro "reazione". 

Anche se non tutti si pentiranno dei loro "peccati", tutti saranno "convinti" di aver peccato contro Dio. Per così dire, imploreranno "i monti e le rocce" di nasconderli, consapevoli di non poter "resistere" alla sua "ira", in quanto colpevoli. Bestemmieranno Dio, dimostrando di comprendere da chi verrà il giudizio contro di loro, ma 'non si pentiranno delle loro opere' (Apocalisse 6:16,17; 16:10,11). Gesù descrisse accuratamente il momento nel quale verrà per giudicare il mondo e gli avvenimenti che si susseguiranno: "Apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all'altro dei cieli" (Matteo 24:30,31).

Così, alla sua "venuta", mentre i "malvagi", consapevoli di essere colpevoli agli occhi di Dio, "faranno cordoglio" per la fine che li attende, gli "eletti", gli ultimi cristiani con la speranza di far parte del regno di Dio in vita allora, saranno radunati dagli "angeli" per incontrare il loro Signore Gesù in una dimensione spirituale. L' apostolo Paolo, mettendosi nei panni di quegli "eletti", profetizzò: "Noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro (con gli "apostoli" e gli altri già risuscitati), sulle nuvole, per incontrare il Signore (Gesù) nell'aria". Non dovranno morire, perché saranno "trasformati" "in un momento, in un batter d'occhio", rivestendo un "corpo spirituale" (2 Tessalonicesi 4:17; 1 Corinti 15:51-53). Ricordate le parole di Enoc, che Dio sarebbe venuto "con le sue sante miriadi" di angeli. Questi sono i "metitori" della parabola di Gesù che, "al tempo della mietitura", alla "fine dell'età presente", raccoglieranno prima le "zizzanie", i "finti" cristiani, "fuori dal suo regno", fuori dai confini della "Gerusalemme" restaurata, per riservarli all'esecuzione del giudizio, poi raccoglieranno il "grano", i "figli del regno", ovvero gli "eletti", nel "granaio", cioè "nell'aria", nella dimensione spirituale, dove "risplenderanno come il sole", come "lo splendore del firmamento" o "le stelle", insieme al loro re (Matteo 13:30,36-43; Daniele 12:3). 

L'apostolo Paolo ricorda l'occasione in cui gli ebrei del tempo di Mosè si avvicinarono al monte Sinai per stipulare un "patto", o "alleanza", con l' "Iddio d'Israele". Quell' "avvicinamento" significò ricevere la promessa di essere una nazione di re e sacerdoti. I cristiani che, per così dire, "si avvicinano" "al monte Sion", ricevono la stessa promessa. Entrano in "comunione", o partecipazione, con gli altri che hanno la medesima speranza, l' "assemblea dei primogeniti che sono iscritti nei cieli" e con la "festante riunione delle miriadi angeliche" (Ebrei 12:18-23). In altre parole, quando gli ultimi "eletti" saranno "rapiti" in cielo, entreranno a far parte della "famiglia" universale di Dio in qualità di "figli" approvati. In questo modo si adempirà sotto ogni aspetto la "profezia" di Enoc riguardo al futuro "giorno del giudizio".

Ma, come dicevamo all'inizio, anche ciò che fece Enoc, la sua stessa vita, dovrebbe interessarci. Quell'uomo che "camminava con Dio", comportandosi come piaceva a Lui, non aveva a disposizione la "legge" di Mosè e nemmeno i "comandamenti". La sua fede era basata su "pochi" elementi di cui avesse memoria. Essendo il "settimo" uomo dopo Adamo, avrà probabilmente meditato sul significato simbolico del numero "sette", che nella Bibbia indica "perfezione", o completezza, in relazione a cose spirituali. "Quattro" sono i punti cardinali, come "quattro" erano i "bracci" nei quali si divideva il "fiume" che irrigava il giardino di "Eden" (Genesi 2:11). La prima "famiglia" umana era allora costituita da "tre" persone: il Creatore, Adamo ed Eva. Dio era così "presente" nella vita di quei primi uomini, che "camminava nel giardino". "Quattro" più "tre" fa "sette", come "sette" sono i "bracci" dell'antico candelabro ebraico che era posto nel tempio di Dio, evidentemente un "ricordo" dell' originario "albero della vita". Enoc si sforzò di "ricreare" nella sua vita la "perfezione" che quel numero rappresentava, l'armoniosa relazione che esisteva fra il Creatore e le Sue creature, prima che il "peccato" comparisse sulla scena, e ci riuscì.

A differenza di tutti i suoi contemporanei, di cui è scritto che vissero tantissimi anni e poi morirono, solo di lui il racconto ispirato non dice che morì, ma che, a un certo punto, "scomparve, perché Dio lo prese" (Genesi 5:21-24). Chiarendo questo "particolare" insolito, l'apostolo Paolo spiega che "Enoc fu rapito perché non vedesse la morte" e che fu "portato via" (Ebrei 11:5). Quindi Enoc non morì, altrimenti sarebbe stato scritto nella Genesi, e anzi è riportato più avanti nella Bibbia che 'non vide la morte'. "Enoc fu rapito" in cielo, evidentemente assumendo un "corpo spirituale", proprio come saranno "rapiti" gli "eletti" di cui abbiamo parlato prima. Ma Enoc sarebbe rimasto sempre "in cielo"? L'apostolo dice che anche lui, come gli altri fedeli servitori di Dio vissuti prima di Gesù, non 'ottenne ciò che gli era stato promesso'. Infatti Enoc non vide l'adempimento della profezia che aveva pronunciato. 

Ma l'apostolo aggiunge che in futuro tutti questi 'giungeranno alla perfezione' nel momento in cui i "santi" pure vi giungeranno, ricevendo il regno in cielo. E questo avverrà durante il "giorno del Signore" Gesù, allorché, prima o dopo, tutti gli "eletti" "sederanno su troni". È dunque durante il prossimo futuro che i patriarchi fedeli, come Abraamo, Isacco e Giacobbe, come tutti gli altri "giusti" morti, 'giungeranno alla perfezione' essendo risuscitati sulla terra con un corpo "perfetto". Ed Enoc? "Prima che fosse portato via, ebbe la testimonianza di essere gradito a Dio". Perciò anche lui avrà la sua "ricompensa" (Ebrei 11:5). Dal momento che la sua vita di uomo che "camminò con Dio", soprattutto per il fatto che "fu rapito" in cielo, costituisce una "prefigurazione" del "destino" che attende gli "eletti" che saranno ancora in vita quando Cristo "tornerà", c'è da aspettarsi che, alla risurrezione dei "giusti", riavrà un corpo fisico, proprio come lo riavranno i "santi" allorché la "nuova Gerusalemme" scenderà dal cielo (Apocalisse 21:2,10). Essendo vissuto prima di Cristo, a quanto pare, Enoc non ha la speranza di far parte del regno, e quindi potrà 'giungere alla perfezione' sulla terra, come gli altri fedeli del passato. 

Torniamo ora sul concetto di "camminare con Dio". Anche Noè, pronipote di Enoc, lo fece, nel senso che fu "uomo giusto, integro, ai suoi tempi" (Genesi 6:9). Al Suo "popolo" ebraico Dio raccomandò più volte di 'camminare' "in tutto e per tutto per la via" che aveva loro prescritto, facendo tutto ciò che aveva comandato. Avrebbero dovuto 'seguirlo', o "camminare dietro a Lui" (Deuteronomio 5:32,33; 13:4). L'immagine che ci suggerisce è quella di un padre che cammina col figlio piccolo in un ambiente ostile e pericoloso, come un deserto. Il padre cammina davanti per prevenire i pericoli e il figlio subito dietro al padre per assicurarsi di seguire "passo passo" le sue "orme" ed evitare di "andare fuori strada"(Deuteronomio 1:31-33). Pensate che cura amorevole riserva Dio a tutti coloro che decidono di "camminare" con Lui! "O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; e che altro richiede da te il Signore (YHWH), se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?" (Michea 6:8).

Che dire di noi? Stiamo "camminando" umilmente con Dio, riconoscendo che abbiamo bisogno della Sua amorevole guida? Ricordate che se desiderate far parte del regno in qualità di futuri "re e sacerdoti", e Dio vi ha "chiamati" a questo incarico, dovete seguire l'esempio di Enoc e "camminare con Dio", comportandovi come vuole Lui e ponendovi obiettivi in armonia con il Suo proposito. Proprio come Noè costruì l'arca per la "salvezza" sua e degli altri che vi entrarono, dovreste edificare la vostra fede a beneficio vostro e di chi vi circonda. Mostratevi degni di ricevere lo Spirito Santo, col quale potrete dare un'eccellente "testimonianza". Se appartenente al dedicato "popolo" ebraico di Dio, e magari vi siete lasciati "sviare", o distrarre, da altre cose secondarie, tornate sulla buona strada che l' "Iddio d'Israele" ha prescritto per voi! Vi "vedete" mentre seguite, insieme agli altri fedeli, il vostro "padre" celeste, che "cammina" in testa? (Isaia 48:17-20).

Quando inizierà fra breve il "giorno del giudizio", ognuno di noi sarà chiamato a rendere conto a Dio di ciò che avremo fatto, nel bene o nel male (Romani 14:12). Sforziamoci di non essere fra gli "empi" impenitenti che dovranno 'convincersi', loro malgrado, dei propri "peccati". Cerchiamo invece di essere fra le "pecore" di Cristo che riceveranno la "vita eterna" (Matteo 25:31-34,46). Anche se non farete parte del regno, siate almeno fra i "molti popoli" che affluiranno alla Gerusalemme "restaurata" per "camminare nei sentieri" di Dio. Si applicheranno a voi queste parole profetiche: "Mentre tutti i popoli camminano ciascuno nel nome del suo dio, noi cammineremo nel nome del Signore (YHWH), nostro Dio, per sempre" (Michea 4:1,2,5).


"Figli d'Israele", rifugiatevi sotto le "ali" del vostro Dio!



Una profezia di Zaccaria (5:5-11), poco nota e apparentemente "oscura", ci permette di chiarire alcuni aspetti "cronologici" e "pratici" della "settimana" di anni che inizierà presto. Capirli ci aiuterà ad affrontare meglio i "tempi difficili" che ci attendono. 

In un'occasione il profeta Zaccaria vide apparire in mezzo alla città, sotto gli occhi di tutti, un' "efa" all'interno della quale c'era una "donna". Gli amici ebrei, specialmente quelli che conoscono le tradizioni antiche, sanno benissimo di cosa parlasse il profeta. Anticamente ogni ebreo che fosse dedito al commercio era tenuto ad avere in casa l'"efa", una misura della capacità per solidi, come farina e altri cereali, corrispondente a circa 22 litri e a 13 kg di peso. Doveva trattarsi evidentemente di un sacchetto di pietre che veniva usato per misurare, bilancia alla mano, la merce da vendere. Alcuni avevano l'abitudine fraudolenta di riempire il "sacchetto" con meno pietre del dovuto, in modo da imbrogliare sul prezzo. Dio condannò questa forma di disonestà commerciale (Deuteronomio 25:13-16; Proverbi 20:10; Amos 8:5,6; Michea 6:10,11).

Zaccaria dovette vedere non un'unità di misura astratta, ma probabilmente un "sacchetto" che ricordava l'efa. La donna" vista all'interno di quel contenitore rappresentava la "malvagità" (o disonestà) che gli ebrei apllicavano alle loro attività commerciali. La profezia prosegue indicando che l' efa viene ricoperta da una "lastra di piombo", evidentemente per sottolineare l'irrevocabilità del giudizio di Dio, e poi trasportata da "due donne alate" a Babilonia. Quest'ultimo particolare si avverò allorché l'antica Gerusalemme fu distrutta dagli eserciti babilonesi e gli ebrei che non rimasero uccisi furono deportati a Babilonia. 

Il fatto che il popolo ebraico fosse, per così dire, trasportato mediante "ali" in una condizione di "esilio" corrisponde alla profezia parallela dell'Apocalisse, secondo la quale alla "donna" di Dio, il popolo ebraico appunto, saranno date "due ali" di aquila per poter fuggire nel deserto, al riparo dalle persecuzioni scatenate dal "dragone", Satana il Diavolo (Apocalisse 12:6,14). Questo avverrà quando "Gerusalemme" sarà di nuovo distrutta, a metà della "settimana" profetica, per mano del "re del settentrione" e del resto delle "dieci corna", e gli ebrei che non saranno uccisi in quell'occasione verranno deportati, o saranno costretti a fuggire, nelle nazioni conquistatrici, lontani dalla patria. Quindi, nella prima parte di quella "settimana", per "42 mesi", i primi tre anni e mezzo, durante i quali i "due testimoni" profetizzeranno "vestiti di sacco" annunciando la veniente distruzione, "Gerusalemme" sarà "calpestata" dalle nazioni che l'assedieranno (Apocalisse 11:1-3). Nella seconda parte della "settimana", per i successivi "tre tempi e mezzo", o "1260 giorni", dopo la distruzione, il popolo ebraico sarà preservato dall'annientamento ovunque si troverà a dover trascorrere l' "esilio". 

Le "ali di aquila" sono un simbolo appropriato della cura protettiva che l' "Iddio d'Israele" avrà per il Suo "popolo" in quella difficile situazione. "Come un'aquila che desta la sua nidiata, volteggia sopra i suoi piccini, spiega le sue ali, li prende e li porta sulle penne" (Deuteronomio 32:11,12). Un' aquila letterale "spiega le sue ali" quando "volteggia sopra i suoi piccini" vigilando su di loro ed essendo sempre pronta a soddisfare i loro bisogni. Le "spiega" anche per accogliere sulle sue "penne" gli aquilotti che intendono imparare a volare fuori del nido, soccorrendoli nel caso perdessero l'equilibrio. Gli ebrei ricorderanno come Dio guidò i loro antenati come con "ali di aquila" quando li condusse fuori d'Egitto attraverso il deserto. In quelle difficili circostanze provvide loro tutto il necessario in senso fisico e materiale, proprio come fa un genitore col figlio di cui si prende cura   (Esodo 19:4).  

Ma le "ali" ricorderanno agli ebrei anche un altro particolare "illuminante". Le "ali" dei "cherubini" raffigurati nel tabernacolo prima, e poi nel tempio, di Dio "coprivano" l' arca dell'alleanza, simbolo del "patto eterno" stipulato fra Dio e il Suo "popolo" ebraico. La sopravvivenza di questo "popolo" è condizione essenziale per la validità del "patto". I "cherubini" che coprono con le loro "ali" l'arca ci ricordano che gli angeli di Dio vigileranno sul popolo di Dio, affinché soppraviva garantendo la necessaria continuità al "patto".
(Esodo 25:20; Salmo 34:7).

Notate la "bellezza" di queste parole profetiche: 

"Custodiscimi come pupilla degli occhi, all’ombra delle tue ali nascondimi, di fronte ai malvagi che mi opprimono, ai nemici mortali che mi accerchiano. Il loro animo è insensibile,
le loro bocche parlano con arroganza. Eccoli: avanzano, mi circondano, puntano gli occhi per gettarmi a terra, simili a un leone che brama la preda, a un leoncello che si apposta in agguato. Àlzati, Signore, affrontalo, abbattilo; con la tua spada liberami dal malvagio".

"Mi lamento senza posa e gemo, per la voce del nemico, per l'oppressione dell'empio; poiché riversano iniquità su di me e mi perseguitano con furore. Dentro di me palpita violentemente il mio cuore e una paura mortale mi è piombata addosso. Paura e tremito m'invadono, e sono preso dal panico; e io dico: «Oh, avessi ali come di colomba, per volare via e trovare riposo! Ecco, fuggirei lontano, andrei ad abitare nel deserto;  m'affretterei a ripararmi dal vento impetuoso e dalla tempesta». Annientali, Signore, confondi il loro linguaggio, poiché io vedo violenza e contesa nella città. Giorno e notte si aggirano sulle sue mura; ingiustizia e malvagità sono dentro di essa. All'interno ci sono delitti, violenza e insidie non cessano nelle sue piazze" (Salmo 17:8-13; 55:2-11). 

Ma a chi Dio offrirà la Sua amorevole protezione quando le "nazioni" perseguiteranno il "popolo" ebraico, 'accerchiandolo' e 'parlandone con arroganza'? Il Salmo 91 spiega chiaramente che solo chi confida in Dio e prova "affetto" per Lui 'abiterà al riparo dell'Altissimo' e 'riposerà all'ombra dell'Onnipotente'. Dio 'lo coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverà rifugio'. Egli stesso gli promette: "Tu non temerai gli spaventi della notte, né lo sterminio che imperversa in pieno mezzogiorno. Mille ne cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma tu non ne sarai colpito. ... Poiché egli comanderà ai suoi angeli di proteggerti in tutte le tue vie. ... sarò con lui nei momenti difficili". 

Se siete ebrei, sappiate che appartenete a un "popolo" di cui Dio avrà sempre cura. Ma per poter godere della protezione dell' "Iddio d'Israele", specialmente quando le "nazioni", spinte dall'arcinemico di Dio, come "un vento impetuoso" o "una tempesta" scateneranno la loro ira contro Israele, e lo 'sterminio imperverserà' e molti "cadranno" sconfitti, dovrete confidare nel Suo aiuto, e nel Suo soltanto. Siate onesti nelle vostre "operazioni" commerciali. Ricordate che anche per la disonestà (o "malvagità") negli affari (l' "efa scarsa") Dio punirà l'infedele Israele. In quei frangenti le città saranno piene di "violenza", "contesa", "ingiustizia", "malvagità", "delitti" e "insidie". "Per la voce del nemico, per l'oppressione dell'empio" che incalzerà, potreste essere presi dal panico, ma Dio frustrerà  i piani dei "nemici" volti ad annientarvi, "comanderà ai suoi angeli" di proteggervi e non vi abbandonerà nei "momenti difficili". 

Tornate al vostro Dio, "figli d'Israele", rifugiatevi sotto le Sue "ali", avvalendovi di tutta la protezione che vorrà concedervi. Alla luce delle profezie che abbiamo appena esaminato, rileggete i post sull' "arca" della salvezza e sull'invito divino di "entrare nelle stanze interne". Se sperate in Dio, anche se potrete affaticarvi e stancarvi, 'acquisterete nuove forze' e 'vi alzerete in volo come aquile' (Isaia 40:30,31).

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Siate "giusti" e vivrete! 


Ascoltate la Parola di Dio: "Ecco, il Signore, Dio degli eserciti, sta per togliere a Gerusalemme e a Giuda ogni risorsa di pane e ogni risorsa d'acqua, il prode e il guerriero, il giudice e il profeta, l'indovino e l'anziano, il capo di cinquantina e il notabile, il consigliere, l'artefice esperto e l'abile incantatore" (Isaia 3:1-3).

In concomitanza con la veniente "grande tribolazione" predetta, Israele sarà presto spogliata di ogni "potere e "autorevolezza". "Babilonia la grande" non avrà più i suoi "indovini" o "incantatori", con i quali "seduce", ancor oggi, i "re della terra" (Apocalisse 17:2,5,16-18;18:2,3,21-23). Già il "terremoto" politico che lo ha colpito in questi giorni fa presagire il suo inesorabile declino. I "leader" e altri "personaggi" influenti lasceranno il posto a "figure" di second'ordine, "deboli" come "bambini" o "donne". "Io darò loro dei ragazzini come principi, e dei bambini domineranno su di essi", è profetizzato. Sarà una "campagna politica" così turbolenta, che nessuno se la sentirà di amministrare le sue "rovine". Mancando loro il "coraggio" e la "forza", complice il "prosciugamento" delle "acque" che la proteggevano, Israele non potrà resistere all'avanzata del "re del settentrione", che già gli sta marciando contro, e soccomberà. "Infatti Gerusalemme vacilla e Giuda crolla, perché la loro lingua e le loro opere sono contro il Signore (YHWH), al punto da provocare l'ira del suo sguardo maestoso". 

Ma ecco che Dio lancia una rincuorante "promessa" e un severo "avvertimento": "Ditelo che il giusto avrà del bene, perché egli mangerà il frutto delle sue opere! Guai all'empio! Il male ricadrà sul suo capo, perché gli sarà reso quanto le sue mani hanno fatto" (Isaia 3:4,6,7,8,10-12).

Per godere della protezione di Dio, durante quei difficili momenti, è necessario quindi che siamo "giusti" ai suoi occhi. Cosa significa? Consideriamo l'esempio di alcuni uomini del passato che Dio considera "giusti" e vediamo come possiamo imitarli. Di Noè, per esempio, è detto che "fu uomo giusto". Soddisfece le norme di giustizia del suo Creatore ubbidendo scrupolosamente al comando di Dio di costruire un' "arca" per la salvezza dell'umanità e degli animali e fu un "predicatore di giustizia". "Noè fece così; fece tutto quello che Dio gli aveva comandato" (Genesi 6:9,22; 2 Pietro 2:6). Al tempo di Abraamo, Dio disse che non avrebbe distrutto Sodoma e Gomorra se vi avesse trovato anche solo "dieci" "giusti" (Genesi 18:23,32). A parte Lot e le sue due figlie, nessun altro scampò alla distruzione. Quell'uomo "giusto" fu salvato perché "era rattristato dalla condotta dissoluta" dei suoi concittadini e "si tormentava ogni giorno la sua anima giusta a motivo delle loro opere inique". A differenza di quelle persone "empie", che praticavano sfacciatamente l'immoralità sessuale, Lot ne era disgustato e si mantenne moralmente puro. Storia passata? Al contrario, se Dio condannò quelle due antiche città, di cui si è persa traccia, è "perché servissero di esempio a quelli che in futuro sarebbero vissuti empiamente" (2 Pietro 2:6-8). Un potente monito per noi che viviamo in un'epoca di estremo "relativismo" morale! Ma quello che era "peccato" allora, per Dio, lo è ancor oggi. 

Molti israeliani, proprio come quei sodomiti, praticano apertamente il "sesso illecito", e per questo, dice l' "Iddio d'Israele", dovranno subire la Sua ira. "L'aspetto del loro volto testimonia contro di essi, proclamano il loro peccato, come Sodoma; non lo nascondono. Guai a loro, perché procurano a sé stessi del male". E dal momento che molti di loro credono nella "parità" fra i sessi, Dio non fa distinzione fra uomo e donna nell'esprimere il Suo giudizio. Alcune ragazze israeliane si sentono così belle e attraenti e se la tirano così tanto, da non passare inosservate nemmeno al profeta Isaia vissuto migliaia di anni fa! Notate come le descrive nei particolari: "Le figlie di Sion sono altere, camminano con il collo teso, lanciando sguardi provocanti, procedendo a piccoli passi e facendo tintinnare gli anelli dei loro piedi". Non che ci sia qualcosa di male nella bellezza fisica! È un dono di Dio. È invece il loro atteggiamento altezzoso e seducente che non va. Presto saranno anche loro "spogliate" di tutti i loro "ornamenti", messe a nudo le loro "vergogne", e costrette, per così dire, ad "abbassare la cresta"! "Invece di profumo si avrà fetore; invece di cintura, una corda; invece di riccioli, calvizie; invece di un ampio mantello, un sacco stretto; un marchio di fuoco invece di bellezza" (Isaia 3:17-24).La "crisi" non risparmierà nessuno, nemmeno chi oggi gongola in mezzo agli agi e alle ricchezze! 

Parole troppo dure? Qualcuno che è schizzinoso potrebbe pensarlo. Ma sarebbe un errore fingere che va tutto bene. Bisogna invece dire "pane al pane e vino al vino". "Chi assolve il reo e chi condanna il giusto sono entrambi detestati dal Signore (YHWH)" (Proverbi 17:15). Il "male" va condannato in tutte le sue forme senza se e senza ma. D'altra parte bisogna confortare quelli che si comportano bene. Dio vuole non solo che si avvertano gli "empi" affinché cambino condotta, ma pure che si incoraggino i "giusti" perché continuino a camminare secondo la Sua giustizia.  "Se tu avverti quel giusto perché non pecchi (allontanandosi dalla giustizia e commettendo il male), e non pecca, egli certamente vivrà, perché è stato avvertito, e tu avrai salvato te stesso" (Ezechiele 3:18-21). 

Ma essere "giusti" significa forse non sbagliare mai? "Non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai" (Ecclesiaste 7:20). Per quanto ci sforziamo, tutti "pecchiamo" in pensieri, parole o azioni. Così come sbagliavano gli uomini "giusti" di cui abbiamo parlato prima, Noè e Lot. "Il giusto può cadere (o "peccare") pure sette volte", cioè un numero imprecisato di volte (Proverbi 24:26). L' apostolo Paolo ammette che "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio". Ma aggiunge che "sono giustificati (o "dichiarati giusti") gratuitamente per la sua grazia (di Dio), mediante la redenzione che è in Cristo Gesù". È dunque esercitando "fede nel suo sangue" che possiamo ricevere il perdono per i nostri peccati ed essere "dichiarati giusti" (Romani 3:23-26). 

E voi che leggete, vi state sforzando di essere "giusti" dal punto di vista di Dio? Come Noè, state ubbidendo alle giuste norme di Dio? Vi siete "separati", come Lot, da tutta l'immoralità praticata dai vostri vicini? State chiedendo perdono a Dio per i vostri peccati con la sicurezza che vi ascolterà nel nome di Gesù? Se siete di sesso femminile, assicuratevi di esercitare sempre un'influenza "positiva" su chi entra in vostro contatto. "Il vostro ornamento non sia quello esteriore, che consiste nell'intrecciarsi i capelli, nel mettersi addosso gioielli d'oro e nell'indossare belle vesti, ma quello che è intimo e nascosto nel cuore, la purezza incorruttibile di uno spirito dolce e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran valore" (1 Pietro 3:3,4). Non c'è nulla di male nel "farsi belle", l'importante è che fondiate la vostra "bellezza" sulle qualità positive del cuore. 

Quando verranno i "tempi difficili", i "giusti" pure potranno avere "afflizioni", ma Dio li libererà. Se pure doveste soffrire la "fame", non sarete abbandonati a voi stessi (Salmo 34:19; 37:25). Il profeta Abacuc predisse il nostro tempo, soprattutto in relazione a Israele, contrassegnato da "violenza", "iniquità", da quelli che fanno "spettacolo" della loro "perversità", mentre la corruzione dilaga. Sentì pure dentro di sé l'angoscia che proveranno "quando il nemico marcerà contro il popolo per assalirlo". Ma assicurò: "Il giusto per la sua fede vivrà" (Abacuc 1:2-4; 3:16; 2:4). Citando le sue parole, l'apostolo Paolo esprime questa determinazione, rivolta in primo luogo a persone di discendenza ebraica: "Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita" (Ebrei 10:38,39). Ricordate che, alla fine, dopo che tutti gli "empi" saranno stati eliminati dalla faccia della terra per mano di Dio, così come eliminò la malvagità dei giorni di Noè e i sodomiti al tempo di Lot, "i giusti erediteranno la terra e l'abiteranno per sempre" (2 Pietro 2:5-9; Salmo 37:29). 

Mentre il "mondo" lontano da Dio intorno a voi sprofonderà sempre più nelle "tenebre" spirituali, siate decisi a rimanere nel "sentiero dei giusti", camminando "verso la luce" che Dio vi mostrerà sempre più, man mano che si farà "giorno", come un "faro" in una "notte" buia e tempestosa. "Il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno pieno" (Proverbi 4:18).



"Figli d'Israele", non confidate negli uomini!



Proprio in questi giorni pare che l'amministrazione americana stia rassicurando Israele, promettendo che non li lascerà senza il "sostegno" di cui essi hanno assoluto bisogno. Significa questo che le profezie bibliche sul futuro "assedio" e "distruzione" di "Gerusalemme" non si avvereranno più? Tutt'altro! Dio aveva anche previsto ciò che sta accadendo, e cioè che Israele avrebbe confidato nel falso senso di sicurezza basato sull'alleanza con le nazioni potenti del mondo. 

"Guai, dice il Signore (YHWH), ai figli ribelli che formano dei disegni, ma senza di me, che contraggono alleanze, ma senza il mio Spirito, per accumulare peccato su peccato; che vanno giù in Egitto senza aver consultato la mia bocca, per rifugiarsi sotto la protezione del faraone e cercare riparo all'ombra dell'Egitto!" (Isaia 30:1,2). Chi ha autorizzato i "figli d'Israele" ad allearsi con il moderno "Egitto", gli Stati Uniti d'America? È stato forse l' "Iddio d'Israele"? Se confidassero in Lui, come dovrebbero, non avrebbero bisogno di cercare "conforto" altrove. Israele è come una "moglie" infedele che cerca "affetto" al di fuori della sua "casa". Per quale motivo poi cerca la "protezione" del "faraone", il Presidente degli Stati Uniti, per poter servire meglio Dio o piuttosto per le sue "mire" espansionistiche? Israele ha fatto di peggio. Come una "prostituta" ha relazione immorale con i suoi "amanti" in cambio di "favori" di natura tutt'altro che spirituale! (Ezechiele 16:26,32; Apocalisse 17:1,2). 

Dio avverte: "La protezione del faraone vi tornerà a confusione e il riparo all'ombra dell'Egitto a vergogna. ... tutti saranno delusi di un popolo che a nulla giova a loro, che non reca aiuto né giovamento alcuno, ma è la loro infamia e la loro vergogna. ... Poiché il soccorso dell'Egitto è un soffio, una vanità; per questo io chiamo quel paese: 《Gran rumore per nulla》 (Isaia 30:3-5,7). Come ho già spiegato, le "acque" nelle quali "Babilonia" confida si stanno prosciugando e continueranno a farlo sempre di più, lasciandola del tutto indifesa davanti all'avanzata inesorabile del "re del settentrione". La "protezione del faraone" non li sottrarrà al senso di "confusione" che proveranno quando i loro "nemici" li attaccheranno, il "riparo" che cercavano sarà semplicente "ridicolo". Resteranno "delusi" per le promesse inadempiute, mentre sarà ancor di più evidente l' "infamia" che quel "popolo" avrà loro procurato, per averli indotti a credere, in modo blasfemo, che fossero addirittura un'espressione della protezione dell' "Iddio d'Israele"! Gli israeliani farebbero bene a considerare quel "paese" come li considera Dio, un "Gran rumore per nulla". Quanti annunci "altisonanti" vengono fatti in relazione a Israele! Quanto "rumore" mediatico fanno i loro "consiglieri" e "rappresentanti" mentre promettono "pace e sicurezza" (2 Tessalonicesi 5:3)! Davvero tanto "rumore per nulla". 

Invece di dare ascolto a queste promesse vane, i "capi" politici d'Israele dovrebbero ascoltare "la legge" di Dio e osservare i Suoi comandamenti. Sarebbe meglio per loro prestate attenzione alle "profezie" che li riguardano e accettare la "realtà". Ma preferiscono ribellarsi a Dio, credere nelle menzogne, mentre perseguono i loro "piani" di conquista. "Perciò così dice il Santo d'Israele: 《Poiché voi disprezzate questa parola e confidate nell'oppressione e nelle vie oblique, e ne fate vostro appoggio, questa iniquità sarà per voi come una breccia che minaccia rovina, che sporge in un alto muro, il cui crollo avviene a un tratto, in un istante, e che si spezza come si spezza un vaso del vasaio che uno frantuma senza pietà》. La loro "iniquità" dovrebbe servire da "campanello d'allarme", preannunciando il pericolo imminente. È come una "breccia" nel muro, una crepa che porterà inevitabilmente al "crollo" se non verrà riparata per tempo. Purtroppo gli ebrei "infedeli" sono troppo orgogliosi per ammettere le loro colpe e non correranno ai ripari. Il loro "crollo" avverrà "in un istante", allorché "Babilonia" sarà distrutta dall'esercito invasore e ne farà, per così dire, "mille pezzi", come un "vaso" di ceramica che venga frantumato "senza pietà". 

Ricordate che, cone profetizzato, "Babilonia" si sente così al sicuro da pensare: "Io sono regina, non sono vedova e non vedrò mai lutto". Ma "in uno stesso giorno verranno i suoi flagelli: morte, lutto e fame, e sarà consumata dal fuoco" (Apocalisse 18:7,8). Israele confida ancora nella sua "forza d'attacco" con la quale spera di espandersi in futuro. "Avete detto: 《No, noi galopperemo sui nostri cavalli!》 E per questo galopperete! E: 《Cavalcheremo su veloci destrieri!》 E per questo quelli che v'inseguiranno saranno veloci! Mille di voi fuggiranno alla minaccia di uno solo; alla minaccia di cinque vi darete alla fuga, finché rimaniate come un palo in vetta a un monte, come uno stendardo sopra un colle". La loro presunzione li esporrà ulteriormente all'attenzione dei "nemici", che li metteranno in fuga, disperdendoli. 

Non solo i suoi "amanti" non saranno in grado di proteggerla, ma, a un certo punto, rivelando le loro vere intenzioni, prenderanno addirittura parte alla sua distruzione! 《Così parla il Signore, Dio: "Poiché il tuo denaro è stato dilapidato e la tua nudità è stata scoperta nelle tue prostituzioni con i tuoi amanti, a motivo di tutti i tuoi idoli abominevoli e a causa del sangue dei tuoi figli che hai dato loro, ecco, io radunerò tutti i tuoi amanti ai quali ti sei resa gradita, tutti quelli che hai amati e tutti quelli che hai odiati; li radunerò da tutte le parti contro di te, scoprirò davanti a loro la tua nudità ed essi vedranno tutta la tua nudità. Io ti giudicherò alla stregua delle donne che commettono adulterio e spargono sangue; farò che il tuo sangue sia sparso dal furore e dalla gelosia. Ti darò nelle loro mani, ed essi abbatteranno il tuo bordello, distruggeranno i tuoi alti luoghi, ti spoglieranno delle tue vesti, ti prenderanno i bei gioielli e ti lasceranno nuda e scoperta. Faranno salire contro di te una moltitudine e ti lapideranno e ti trafiggeranno con le loro spade; daranno alle fiamme le tue case"》(Ezechiele 16:36-41). Che parole dure! Sono abbastanza eloquenti da non aver bisogno di spiegazioni.

Il motivo di tutto questo? "Poiché così aveva detto il Signore, Dio, il Santo d'Israele: 《Nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza; nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza》. Ma voi non avete voluto!" (Isaia 30:15). E voi, "figli d'Israele", che ascoltate, non fate lo stesso errore! Tornate a Dio facendo la Sua volontà! Siate fiduciosi che solo l'"Iddio d'Israele", e non qualche uomo o nazione, per quanto potente, vi potrà "salvare" dalla Sua ira! "Guai a quelli che scendono in Egitto in cerca di soccorso; hanno fiducia nei cavalli, confidano nei carri perché sono numerosi, e nei cavalieri perché sono molto potenti, ma non guardano al Santo d'Israele e non cercano il Signore (YHWH)!". È vero, l'esercito statunitense è potente, ma non vi fate ingannare dalle apparenze! Le profezie bibliche contro l'infedele Israele si adempiranno immancabilmente. Dio "fa venire il male e non revoca le sue parole". Nel suo amore e infinita sapienza, ci avverte che "gli Egiziani sono uomini, e non Dio; I loro cavalli sono carne, e non spirito; quando il Signore (YHWH) stenderà la sua mano, il protettore inciamperà, cadrà il protetto e periranno tutti assieme" (Isaia 31:1-3). Non dimenticate che anche la nazione più potente del mondo è, in fin dei conti, costituita da esseri umani, fragili come tutti gli altri. La nostra stessa vita è costantemente "appesa a un filo", non essendo in grado di prevedere cosa ci succederà domani. Siamo come "l'erba che verdeggia la mattina; la mattina essa fiorisce e verdeggia, la sera è falciata e inaridisce" (Salmo 90:5,6). Come possiamo confidare in altri uomini se non possiamo nemmeno confidare in noi stessi?! 

Fermatevi un momento a guardare la situazione internazionale. È ormai chiaro ed evidente che esiste un "blocco", o una coalizione, di nazioni a nord di Israele (il "re del settentrione") che nutre una certa "ostilità" contro alcune nazioni occidentali a sud d'Israele, in primis gli Stati Uniti (il "re del mezzogiorno"). La "pedina" che muovono avanti e indietro nel loro "gioco" di supremazia mondiale è Israele, che appunto sta nel mezzo. Quando il "re del settentrione" attaccherà Israele, che è un "protetto" del "re del mezzogiorno", quest'ultimo, dice la profezia, "si scontrerà con lui", ma "il re del settentrione gli piomberà addosso come la tempesta, con carri e cavalieri e con molte navi; entrerà nei paesi invadendoli e passerà oltre" prima di giungere anch'egli "alla sua fine" (Daniele 11:40-45). Così anche il "protettore" sarà sconfitto. 

Perciò, "non confidate nei principi (o rappresentanti politici), né in alcun figlio d'uomo, che non può salvare. Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi progetti. Beato colui che ha per aiuto il Dio di Giacobbe e la cui speranza è nel Signore (YHWH), suo Dio, che ha fatto il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi; che mantiene la fedeltà in eterno" (Salmo 146:2-6). A differenza degli esseri umani, che sono deboli e limitati, il Creatore dell'universo ha una potenza illimitata e un amore immenso per le Sue creature. Quant'è meglio confidare in Lui! "Tornate a colui dal quale vi siete così profondamente allontanati, o figli d'Israele!" Uscite senza indugiare oltre da "Babilonia" ! Non vi fate ingannare dalla "propaganda" che tende a "tranquillizzare" la popolazione. Aprite gli occhi alla luce delle profezie bibliche e mettetevi al sicuro, anche in senso fisico! "Gerusalemme" sarà distrutta e "in quel giorno, ognuno getterà via i suoi idoli". Coloro nei quali confidavano non serviranno più a niente. Ma l' "Iddio d'Israele" "proteggerà" il "rimanente" di "Gerusalemme" che tornerà a lui (Isaia 31:5-7).

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