Un
episodio biblico, riportato nell' "Antico Testamento", che avrà un
adempimento profetico nel prossimo futuro, fa "luce" su altre profezie
che si riferiscono al nostro tempo. Stiamo parlando della conquista
dell'antica città di Gerico da parte del "popolo" ebraico guidato da
Giosuè, successore di Mosè. Premetto che tale "azione" non costituisce
in alcun modo una giustificazione delle odierni "azioni" militari
compiute da Israele, che non sono mai autorizzate da Dio.
Detto
questo, esaminiamo brevemente l'episodio, sottolineando gli aspetti che
ci riguardano. Innanzitutto, chi o cosa rappresenta oggi "Gerico"? Nel
capitolo 2 del libro biblico di Giosuè si narra che, prima di
conquistare la città, Giosuè vi mandò "due spie" in incognito per
verificare la situazione. Quegli uomini furono ospitati in casa di Raab,
una prostituta, che però aveva fede nell'"Iddio d'Israele", e per
questo li nascose quando il re di Gerico mandò a cercarli. In cambio di
questo gesto di ospitalità, le "spie" promisero a Raab che lei e la sua
famiglia sarebbero stati risparmiati dalla distruzione. Ma avrebbe
dovuto appendere alla finestra della sua casa una "cordicella di filo
rosso", che sarebbe servita da "segno" per la salvezza.
Ebbene,
cosa vi ricorda questo "segno"? Anche l'uomo vestito di lino della
profezia di Ezechiele avrebbe apposto un "segno" per la salvezza degli
abitanti di "Gerusalemme" ubbidienti (Ezechiele 9:2-4). Le "due spie"
poi non vi ricordano i "due testimoni" dell'Apocalisse che avrebbero
profetizzato la distruzione di "Gerusalemme"? Come abbiamo spiegato
questa espressione si riferisce a tutti gli ebrei fedeli "unti" dallo
Spirito Santo per partecipare al regno di Dio come "re e sacerdoti". La
Bibbia in seguito elogia il modo in cui Raab accolse le "spie" (Ebrei
11:31; Giacomo 2:25). Questo trova un parallelo profetico nel modo in
cui gli ebrei odierni accolgono il moderno "Elia" (altro nome dei "due
testimoni") che li invita a tornare a Dio, prima che "il grande giorno
del Signore (YHWH)" si abbatta sull'infedele "Gerusalemme" (Malachia
4:5,6). Tutti questi riferimenti ci portano a concludere che l'odierna
"Gerico" che sarà distrutta è l'infedele "Gerusalemme", lo Stato
d'Israele che si è allontanato dal suo Dio. Quindi ciò che accadde prima
della "caduta" di Gerico prefigura ciò che accadrà prima della "caduta"
di "Babilonia la grande", ovvero Israele. In quell'occasione Dio disse
al Suo "popolo" di marciare intorno alla città per sei giorni di fila,
mentre "sette sacerdoti" avrebbero dovuto suonare le loro "sette trombe"
e il resto del popolo sarebbe dovuto rimanere in silenzio. Ma il
"settimo giorno" avrebbero dovuto marciare "sette volte" intorno alle
mura, suonando ogni volta le trombe. Dopo il settimo giro tutto il
popolo avrebbe rotto il silenzio gridando ad alta voce, dopodiché le
mura sarebbero crollate, aprendo loro la strada alla conquista di
Gerico. Così avvenne e la città fu completamente distrutta, a parte Raab
e quelli che erano con lei in casa (Giosuè 6:1-25).
Quegli
"squilli" di tromba che accompagnavano la marcia del popolo
annunciavano la distruzione di Gerico. Da quanto tempo gli ebrei fedeli
stanno avvertendo i loro connazionali sulla futura distruzione di
"Gerusalemme"? Cominciò ai suoi tempi Giovanni il battezzatore che
invitava a pentirsi per i propri peccati. Gesù, quando era sulla terra,
cercò le "pecore smarrite" d'Israele, e gli apostoli fecero lo stesso.
Ma a un certo punto, questa attività di "avvertimento" si sarebbe
intensificata. Il numero "sette" nella Bibbia significa "completezza" o
"pienezza" in relazione a cose celesti o spirituali. Il fatto che il
"settimo giorno" avrebbero marciato e suonato le trombe per "sette
volte" indica che l'avvertimento sarebbe stato dato nel modo più
completo ed esteso possibile. Quando avverrà questo? L' Apocalisse dice
che i "due testimoni", di cui abbiamo parlato prima, profetizzeranno per
"1260 giorni" (o tre anni e mezzo) prima della distruzione di
"Gerusalemme". In questo periodo compiranno una serie di "segni", simili
alle "dieci piaghe" d'Egitto. Quelle "piaghe" costituivano
l'avvertimento di Dio contro quella orgogliosa nazione che maltrattava
il Suo popolo. Evidentemente i "segni" dei "due testimoni" rappresentano
la loro opera di avvertimento. La profezia precisa che li compiranno
"quante volte vorranno", senza limiti, ovvero nel modo più pieno e
completo possibile. Dunque la massima intensità dell'opera di
avvertimento, prefigurata dai "sette giri" del "settimo giorno", si avrà
durante i tre anni e mezzo predetti, a partire dall'inizio della
"settimana" di anni ormai alle porte, fino alla distruzione di
"Gerusalemme".
Riguardo
alle trombe che squillerranno così intensamente in quel periodo, ne
parla anche una profezia parallela dell'Apocalisse. È scritto che a
suonarle saranno "sette angeli", annunciando una serie di "guai" per
l'infedele "Gerusalemme" e per "gli abitanti della terra". Da un attento
confronto fra le caratteristiche di questi "guai" e i "segni" compiuti
dai "due testimoni", emerge che la profezia si riferisce alla stessa
cosa (Apocalisse 8:2-13; 11:5,6). In altre parole, è vero che gli
"angeli" di Dio avranno un ruolo determinante nel trasmettere i Suoi
giudizi, ma chi in pratica li annuncerà al mondo intero, dando
l'avvertimento, saranno i "due testimoni". Ai tempi di Giosuè erano i
"sacerdoti" quelli preposti a suonare le trombe. Nell'adempimento futuro
saranno, pertanto, coloro che erediteranno il "sacerdozio regale" a
prendere l'iniziativa nell'opera di testimonianza (1 Pietro 2:9).
Apriamo
una parentesi. La "quinta" e la "sesta" tromba, in particolare,
annunciano "guai, guai, guai agli abitanti della terra". Infatti viene
subito visto "un astro che era caduto dal cielo sulla terra", al quale
viene data "la chiave dell'abisso". Chi avrebbe fatto uscire dall'
"abisso" utilizzando questa "chiave"? Un esercito anomalo di cavallette
che devasteranno "solo gli uomini" che non avranno "il sigillo di Dio
sulla fronte". Come abbiamo già considerato in un post precedente,
riguarda i "dieci uomini" (le nazioni ostili a Israele) che presto
distruggeranno coloro che non avranno "il segno sulla fronte", cioè gli
ebrei infedeli. "Il loro re era l'angelo dell'abisso", precisa
l'Apocalisse. Di chi sta parlando? Dev'essere ragionevolmente lo stesso
"astro" caduto dal cielo che aveva la "chiave dell'abisso", nel senso
che aveva "autorità" sull' esercito di locuste. Più avanti è
profetizzato che "il dragone" sarà "gettato sulla terra" e questo
determinerà dei "guai", esattamente come diceva la profezia degli
squilli di tromba. Questo ci induce a ritenere che l' "astro" annunciato
da quelle trombe, "il re dell'abisso", è il "dragone", ovvero "il
serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana" (Apocalisse 8:13;
9:1-19; 12:9,12; Ezechiele 9:1-6).
Da
chi è formato l'esercito che lui comanda? Principalmente dai "suoi
angeli" che saranno "gettati sulla terra" insieme a lui. Di loro,
infatti, è detto che Dio "li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi"
(Apocalisse 12:7-9; 2 Pietro 2:4). Come ho già spiegato, la loro
"caduta" sulla terra evidentemente significa che assumeranno sembianze
umane. Sicuramente ci saranno Satana e i demoni nella loro
"manifestazione" terrena dietro gli eserciti umani che avanzeranno
contro Gerusalemme. Tutte queste "forze" ibride comporranno il mostruoso
esercito di locuste annunciato dalla "quinta" tromba. Notate
l'appropriata descrizione che ne fa l'apostolo Giovanni che lo vide in
"visione": "L' aspetto delle cavallette era simile a cavalli pronti per
la guerra (tipico di un esercito). Sulla testa avevano come delle corone
d'oro (simbolo del potere politico) e la loro faccia era come viso
d'uomo (sembianze umane). Avevano dei capelli come capelli di donne e i
loro denti erano come denti di leoni. ... Avevano code e pungiglioni
come quelli degli scorpioni". Davvero terribile!
Al
suono della "sesta tromba" vengono "sciolti i quattro angeli che sono
legati sul gran fiume Eufrate", probabilmente gli stessi che un po'
prima vengono visti trattenere i "venti" della distruzione finché non
fosse completo il numero degli "eletti" (Apocalisse 9:13-15;7:1-3).
Quando tutti gli ebrei fedeli avranno ricevuto il "sigillo" dello
Spirito Santo, quegli "angeli" di Dio saranno, per così dire, "sciolti"
(o slegati) consentendo ai "re provenienti dall'Oriente", da oltre "il
gran fiume Eufrate", di marciare contro Gerusalemme e distruggerla.
Infatti, la profezia annuncia l'arrivo di un potentissimo esercito di
cavalleria composto da "duecento milioni" di soldati. Evidentemente a
una prima "invasione" nemica contro Israele, rappresentata dall'esercito
di "cavallette", ne seguirà un'altra ancora più grande e devastante,
che sferrerà il "colpo di grazia" alla nazione morente. Ma quest'ultima
volta la minaccia verrà non da un generico "settentrione", bensì dall'
"Oriente", ovvero dalle nazioni orientali del "re del settentrione"
guidate dalla Turchia, dove nasce "il gran fiume Eufrate". Già oggi le
sue "acque" si stanno prosciugando, dal momento che viene sempre più a
mancare l'appoggio a Israele da parte delle nazioni del mondo che ne
denunciano l'abuso di potere. Ma se non è stato ancora distrutto, è solo
grazie a Dio che sta comandando ai suoi "angeli" di trattenere i
"venti", in attesa che gli ultimi ebrei fedeli siano radunati. Se siete
di discendenza ebraica, state apprezzando la "pazienza" di Dio che vuole
salvarvi? (Apocalisse 9:13-19; 16:12).
Quando
il "settimo angelo" suonerà la sua tromba, ovvero allorché
l'avvertimento sarà stato diffuso in lungo e in largo con ogni mezzo,
tutto il "popolo" di Dio, ovvero tutti coloro che lo adorano in ogni
parte della terra, ebrei e non, sarà invitato a "gridare" al mondo la
maestà del regno di Dio, e la loro "voce risuonerà anche in cielo,
attirando l'attenzione di Dio. "Nel cielo si alzarono voci potenti, che
dicevano:《Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo
ed egli regnerà nei secoli dei secoli》. E i ventiquattro anziani che
siedono sui loro troni davanti a Dio (i "santi" che per allora saranno
stati risuscitati in cielo) si gettarono con la faccia a terra e
adorarono Dio, dicendo: 《Ti ringraziamo, Signore, Dio onnipotente, che
sei e che eri, perché hai preso in mano il tuo gran potere, e hai
stabilito il tuo regno》".
La
profezia ci informa che "nei giorni in cui si sarebbe udita la voce del
settimo angelo, quando egli avrebbe suonato la sua tromba, si sarebbe
compiuto il mistero di Dio, come egli ha annunciato ai suoi servi, i
profeti". Qual è questo "mistero" che si compirà dopo il suono della
settima tromba? Un po' più avanti è detto che "sulla fronte" di una
"donna seduta sopra una bestia" e "vestita di porpora e scarlatto"
"aveva scritto un nome, un mistero: Babilonia la grande". Che "Babilonia
la grande" sia il "mistero" che sarà adempiuto, lo capiamo anche da un
altro riferimento biblico. L' apostolo Paolo parla di un "mistero
dell'empietà" che era "già in atto" al suo tempo, l'apostasia, che però
si sarebbe "manifestato" apertamente nel nostro tempo "con ogni sorta di
opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi". L' Apocalisse lo chiama
il "falso profeta", o bestia con corna simili all'agnello che parla
come un dragone. Si tratta dello Stato d'Israele che, attraverso annunci
sensazionali e propaganda mediatica sapientemente orchestrata, camuffa
le sue malefatte inducendo le altre nazioni a sostenerlo nella sua
insaziabile mania di conquista. State attenti a non farvi ingannare
anche voi dalla sua parvenza di "santità", dal momento che in realtà è
come una "bestia" selvaggia assetata di sangue! E, come sappiamo, è
chiamato anche "Babilonia la grande", perché si 'prostituisce'
spiritualmente con le nazioni sue alleate (Apocalisse 11:15-17; 10:7;
17:5; 13:11,13,14; 19:20; 2 Tessalonicesi 2:7,9,10).
Quindi,
lo squillo della "settima" tromba ha relazione con questo "mistero", in
quanto ne sarà acclamata la distruzione. Questa inizierà quando
"Gerusalemme" sarà distrutta per mano delle nazioni "nemiche", ma, a
quanto pare, si protrarrà nel tempo. L'apostolo Giovanni, infatti, vede
ancora il "falso profeta" al tempo della battaglia finale di Armaghedon.
L'apostolo Paolo precisa che "il Signore Gesù" lo "distruggerà con il
soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua
venuta", cioè quando tornerà con i suoi eserciti celesti per eseguire il
giudizio di Dio sul mondo intero. In quell'occasione sarà 'gettato
nello stagno ardente di fuoco e zolfo', simbolo di distruzione eterna.
Allora "Babilonia la grande" sarà stata completamente distrutta e tutti
gli adoratori di Dio, in cielo e sulla terra, potranno cantare ad alta
voce le Sue lodi (2 Tessalonicesi 2:8; Apocalisse 19:11-20; 19:1-6).
Siete
anche voi ansiosi di partecipare insieme al resto del "popolo" di Dio
all'annuncio della distruzione della odierna "Gerico" che si leverà
potente come un "grido" immediatamente prima del suo "crollo"?
Persevererete fedelmente fino alla battaglia finale del "gran giorno
dell'Iddio Onnipotente", per festeggiare l'annientamento definitivo di
"Babilonia la grande"? È bene precisare che non siamo felici per la
morte di nessuno. Ciò che si festeggerà allora sarà la fine di
un'istituzione umana che offende il buon nome di Dio e l'inizio del Suo
regno di giustizia e pace.
Quando
le "sette trombe" squilleranno, assicuratevi di essere dalla parte
giusta! Fate vostre le parole di questi salmi profetici: "Battete le
mani, o popoli tutti; acclamate Dio con grida di gioia! Poiché il
Signore (YHWH), l'Altissimo, è tremendo, re supremo su tutta la terra.
... Dio sale tra grida di trionfo, il Signore (YHWH) sale al suono di
trombe. Cantate a Dio, cantate al nostro re, cantate!" "Fate
acclamazioni a Dio, voi tutti, abitanti della terra! ... Benedite il
nostro Dio, o popoli, e fate risuonare a piena voce la sua lode! (Salmo
47:1,2,5,6; 66:1,8).
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