In
vista della futura distruzione di "Gerusalemme", di cui stiamo parlando
da un po' , è necessario 'uscire da essa', smettendo di sostenerla
politicamente e religiosamente e allontanandosi dalla "zona di
pericolo", che sarà presto teatro dello scontro fra il "re del
settentrione" e il "re del mezzogiorno" citati nella profezia di Daniele
(Apocalisse18:4; Daniele 11:29-45). Questo potrebbe includere, per chi
ne ha la possibilità, anche trasferirsi all'estero per un po'. Ma
evidentemente non tutti potranno farlo e anzi la stragrande maggioranza
degli abitanti di Gerusalemme dovrà restare in patria. Viene da
chiedersi come potranno essere anche loro salvati.
Siamo
grati che Dio, l' "Iddio d'Israele", non ci abbia lasciati all'oscuro
e, nel Suo immenso amore per il Suo "popolo", ci abbia rivelato la "via
di fuga". La troviamo racchiusa nelle parole che il Messia, Gesù Cristo,
rivolse ai suoi discepoli per prepararli alla "grande tribolazione".
Leggiamo: "Quando dunque vedrete l'abominazione della desolazione, della
quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge
faccia attenzione!), allora quelli che saranno nella Giudea fuggano ai
monti; ... perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v'è
stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà" (Matteo
24:15,16,21).
Analizziamo
questa profezia per capire cosa implichi 'fuggire ai monti' e a quali
"monti" si riferiva Gesù. Innanzitutto notiamo chi erano i destinatari
principali del suo messaggio. A differenza del comando di 'uscire da
Babilonia la grande', che è generico e ha in primo luogo un significato
spirituale, questo "comando" di Gesù non è rivolto a tutti, bensì a
"quelli che saranno nella Giudea", e indica un'azione precisa, ovvero
'fuggire ai monti'. Gesù indicò anche il momento preciso in cui i suoi
seguaci avrebbero dovuto compiere tale azione, cioè 'quando avrebbero
visto Gerusalemme circondata da eserciti', per citare le parole del
racconto parallelo dell'evangelista Luca (Luca 21:20). In base alle
notizie recenti che riguardano Israele, non è forse vero che gli
"eserciti" delle nazioni del "re del settentrione" stanno già
"circondando" Gerusalemme con le loro "minacce" e "azioni militari" più o
meno esplicite? Non si stanno forse preparando a 'collocare' l'
"l'abominazione" in un "luogo santo", profanandolo con la loro
"presenza" ostile? Capite quanto sia urgente ed essenziale essere pronti
a ubbidire al comando di Gesù?
Per
capire di quali "monti" stesse parlando, confrontiamo un'altra
occasione particolare in cui menzionò dei "monti": "Che ve ne pare? Se
un uomo ha cento pecore e una di queste si smarrisce, non lascerà le
novantanove sui monti per andare in cerca di quella smarrita? E se gli
riesce di trovarla, in verità vi dico che egli si rallegra più per
questa che per le novantanove che non si erano smarrite. Allo stesso
modo, il Padre vostro che è nei cieli non vuole che uno solo di questi
piccoli perisca" (Matteo 18:12-14).
Queste
parole sono a volte usate, a ragione, per illustrare l'amore di Dio per
tutte le Sue creature, anche dei "peccatori", "pecore smarrite", nella
speranza che possano tornare al Lui, al loro "Pastore". Il contesto però
ci permette di individuare un significato ulteriore. Gesù specifica
l'identità di queste "pecore" allorché ne parla come di "piccoli". Come
abbiamo già considerato in un post precedente, i "piccoli" sono
principalmente le persone di discendenza ebraica che hanno la speranza
di partecipare al regno di Dio come "re e sacerdoti", altrimenti detti
"fratelli" spirituali di Gesù. Il vangelo di Luca riporta queste parole
nel contesto della cosiddetta "parabola del figliuol prodigo". Quindi
anche qui si riferisce in particolare a quegli ebrei di nascita che
sarebbero dovuti tornate a Dio. Stiamo parlando della "restaurazione" di
"Gerusalemme" che è cominciata al tempo di Gesù e presto avrà il suo
felice culmine. Nel nostro tempo, infatti, si stanno "radunando" le
ultime "pecore disperse". Dunque le parole di Gesù sulle "pecore" hanno
pure un significato "profetico" per i nostri giorni. Il che le collega
direttamente alla profezia riguardante la "tribolazione", permettendoci
di capirne la portata.
Un
salmo profetico, che parla del "popolo" ebraico di Dio, dice che esso è
"il popolo di cui ha cura e il gregge che la sua mano conduce" e poi
invita chi ne fa parte a 'udire la sua voce' e a 'non indurire il
proprio cuore', come fecero i loro antenati (Salmo 95:7-11). L' apostolo
Paolo spiegò che questa profezia si sarebbe adempiuta in quegli ebrei
che sarebbero "entrati" nel "riposo di Dio", "riposandosi" dalle loro
"opere morte" per ricevere la Sua approvazione. In questo modo avrebbero
beneficiato del "riposo sabatico" di Dio, il "settimo giorno" in cui
Dio "si riposò" dalle sue opere in relazione alla terra (Ebrei 4:1-11).
Questo "giorno", come sappiamo, è ancora in corso e finirà
presumibilmente intorno al prossimo 4 aprile, quando inizierà la
predetta "ricreazione". E quindi è proprio nel nostro tempo che si
stanno adempiendo, in modo speciale, le parole di Gesù sulle "pecore".
Ma
quando sarebbe finito il "radunamento" degli ultimi "eletti"? L'
Apocalisse indica che il "suggellamento" sarebbe stato completato
immediatamente prima che i "quattro angeli" avessero rilasciato i
"venti" della distruzione. Fu, infatti, detto loro di aspettare "fino"
al momento in cui non fossero stati "segnati sulla fronte, con il
sigillo, i servi del nostro Dio". Si intende che dopo tale termine
avrebbero avuto via libera (Apocalisse 7:2-4). La parallela profezia di
Ezechiele precisa che, dopo che l' "uomo vestito di lino" (il "servo
fedele e prudente") avrà apposto il "segno" della salvezza "sulla
fronte" degli ebrei fedeli, sarà concesso ai "sei uomini" (le nazioni
che compongono il "re del settentrione") di eseguire la distruzione di
Gerusalemme (Ezechiele 9:1-7). Perciò, gli ultimi ebrei saranno "eletti"
per il regno di Dio poco prima che Gerusalemme sarà completamente
distrutta, a metà della "settimana" di anni che sta per iniziare.
Tornando
alla profezia di Gesù, notate che, mentre le "novantanove" "pecore"
"sui monti" sarebbero state al sicuro, perché "non si erano smarrite",
quella che si era "smarrita", allontanandosi dalle altre, si sarebbe
trovata in pericolo di vita! Tant'è vero che il pastore avrebbe lasciato
le altre "sui monti" per cercarla. Quand'è che il "popolo" ebraico di
Dio avrebbe ricevuto la necessaria protezione dai suoi "nemici"? L'
Apocalisse dice che sarà protetto per almeno "1260 giorni", o "tre tempi
e mezzo", cioè dalla distruzione di Gerusalemme fino al termine della
"settimana" di anni. L' espressione "fuggì nel deserto, dove ha un luogo
preparato da Dio" illumina sorprendentemente le parole di Gesù riguardo
al "fuggire ai monti". Come dicevamo, sono gli stessi "monti" della
"parabola" delle "pecore". Il discepolo Luca, citando la "parabola",
sostituisce "monti" con "deserto", evidentemente perché i "monti" che
aveva in mente Gesù erano contrassegnati da aree desertiche (Apocalisse
12:6,14; Luca 15:4-7).
Il
profeta Isaia, parlando di quando Gerusalemme sarà devastata e il
"paese" sarà "nel lutto e nel sangue", dice che "i peccatori" saranno
"presi da spavento in Sion" davanti al "fuoco divorante", ma "colui che
cammina per le vie della giustizia e parla rettamente", notate, "abiterà
in luoghi elevati, le rocche fortificate saranno il suo rifugio; il suo
pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata". "Sopra ogni alto
monte e sopra ogni elevato colle ci saranno ruscelli, acque torrenti,
nel giorno del gran massacro, quando cadranno le torri". E ancora,
mentre quelli che abbandonano l' "Iddio d'Israele", 'che dimenticano il
suo monte santo (Sion)', si contaminano con l'idolatria e 'preferiscono
ciò che Gli dispiace' 'saranno destinati alla spada' e ad essere
"scannati", i Suoi 'servi mangeranno ... berranno...gioiranno... (e)
canteranno per la gioia del loro cuore'. Gli altri, al contrario,
'avranno fame ... sete... saranno delusi ...(e) grideranno per
l'angoscia del loro cuore e urleranno per lo spirito affranto' (Isaia
33:9,14-16; 30:25; 65:11-14).
È
Dio stesso che ci indica di quali "monti" si tratta, senza lasciare
dubbi. Parlando delle "pecore disperse" che cercherà e ricondurrà nel
suo "ovile", promette: "Le pascerò sui monti d'Israele, lungo i ruscelli
... in buoni pascoli e i loro ovili saranno sugli alti monti d'Israele;
esse riposeranno là in buoni ovili e pascoleranno in grassi pascoli sui
monti d'Israele" (Ezechiele 34:14). Quando il Messia sarà intronizzato
come "re" del regno di Dio, i "monti d'Israele" 'porteranno pace al
popolo' superstite che vi si sarà rifugiato. Mentre gli abitanti di
Gerusalemme "infefeli" patiranno pesantemente la fame e gli altri
effetti della "grande tribolazione", "vi sarà abbondanza di grano nel
paese, sulle cime dei monti. Ondeggeranno le spighe come fanno gli
alberi del Libano e gli abitanti della città (fedeli) fioriranno come
l'erba della terra" (Salmo 72:3,16).
Qualcuno
potrebbe chiedersi come sia possibile trovare tanto da mangiare sulla
cima delle montagne, per di più desertiche! Ma è proprio nelle peggiori
circostanze che possiamo sperimentare l'aiuto di Dio. I nostri "amici"
ebrei ricorderanno come l' "Iddio d'Israele" provvide alle necessità
fisiche del suo "popolo" mentre si trovava nel deserto, al tempo di Mosè
e Giosuè, prima di raggiungere la "terra promessa". È lo fece per più
di quarant'anni! Non sarà difficile per Lui soddisfare nuovamente i
bisogni fondamentali del suo "popolo" per circa "tre anni e mezzo" dopo
la distruzione di Gerusalemme!
Che
dire di voi che abitate a Gerusalemme e nel resto della Giudea? Siete
"tornati" spiritualmente al vostro "Pastore", pentendovi dei vostri
peccati e riconoscendo il Messia promesso, Gesù Cristo, come "Signore"
nella vostra vita? Avete ricevuto il "segno" della salvezza sulla vostra
"fronte"? Ricordate che Dio "non vuole che uno solo di questi piccoli
(i suoi "eletti" ebrei)" perisca" e sta andando pazientemente alla
ricerca delle ultime "pecore smarrite". Siete pronti a "fuggire ai
monti" vedendo Gerusalemme "circondata"? Appena potete, cominciate a
fare i preparativi per trasferirvi, insieme con la vostra famiglia, su
uno dei "monti d'Israele" che Dio vi indicherà, avendo fede che
provvederà a tutte le vostre necessità. Tempo qualche anno e Gerusalemme
sarà distrutta. Non aspettate che si faccia troppo tardi! Agite con
prontezza, come il "giusto" Lot al quale gli angeli dissero di "fuggire
nella regione montagnosa". Gesù avvertì: "Chi sarà sulla terrazza non
scenda per prendere quello che è in casa sua; è chi sarà nel campo non
torni indietro a prendere la sua veste. Guai alle donne che saranno
incinte e a quelle che allatteranno in quel giorno! Pregate che la
vostra fuga non avvenga d'inverno né di sabato" (Matteo 24:17-20). Per
voi che abitate a Gerusalemme, i "monti d'Israele" saranno la vostra
"arca" di salvezza. "Va', o mio popolo," dice il vostro Dio, "entra
nelle tue camere (o "stanze interne"), chiudi le tue porte dietro a te;
nasconditi per un istante (almeno "tre anni e mezzo"), finché sia
passata l'indignazione" (Isaia 26:20).
Abbiate
lo stesso desiderio del salmista che, spaventato e turbato "per la voce
del nemico, per l'oppressione dell'empio", anelava a 'fuggire lontano,
ad andare ad abitare nel deserto' per ripararsi "dal vento impetuoso e
dalla tempesta". Possiate dire anche voi: "Alzo gli occhi verso i
monti... Da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore
(YHWH), che ha fatto il cielo e la terra". "Il Signore (YHWH) è il mio
pastore: nulla mi manca. Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi
guida lungo le acque calme". "Dio (YHWH), il Signore, è la mia forza;
egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare
sulle alture" (Salmo 55:2-8; 23:1,2; Abacuc 3:19).
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