mercoledì 27 febbraio 2019

Sarete scelti come "soldati" di Cristo?



Ci fu un periodo, nella storia del "popolo" ebraico, quando, finita l'epoca dei "condottieri", come Mosè e Giosuè, prima dell'epoca dei re, Dio eleggeva (o "suscitava") dei "giudici" perché, non solo ammministrassero la giustizia, ma prendessero anche la direttiva nelle operazioni militari contro i "nemici" che li opprimevano (Giudici 2:18). In un'occasione, dopo che gli ebrei si erano allontanati da Lui, Dio permise che molti dei loro "nemici", arrivassero "innumerevoli", "come una moltitudine di cavallette", 'per devastare il paese'. Alcuni ebrei, per sfuggire all'invasione, "si fecero quelle grotte che sono nei monti, delle caverne e dei forti" (Giudici 6:2-5). 

Vi ricorda qualcosa tutto ciò? In effetti si tratta di un "quadro profetico" di ciò che accadrà fra breve agli ebrei odierni che si sono allontanati da Dio. Come abbiamo più volte spiegato, una parte consistente del "re del settentrione", l' "Assiro", devasterà la nazione di Israele come un "esercito" di "cavallette". Gli ebrei che presteranno ascolto all'avvertimento divino si allontaneranno il più possibile dalla "zona di pericolo", per lo meno rifugiandosi sui monti d'Israele. Come accadde anticamente, in conseguenza di questo attacco, "Israele" sarà  "ridotto in grande miseria" nella veniente "grande tribolazione". Ma alcuni "figli d'Israele" 'grideranno' a Dio, invocando il Suo aiuto. In quell'occasione Dio incaricò Gedeone di liberare il Suo popolo. Per prima cosa contrastò l'idolatria dei suoi connazionali infedeli. Similmente un "liberatore" d'eccezione 'sorgerà', il Messia nella sua posizione regale, "il difensore dei figli" d'Israele, e inizierà a purificare il "tempio" di Dio sulla terra, ovvero il "popolo" ebraico, dall'idolatria spirituale (Giudici 6:6,7,11-16; Daniele 12:1; Malachia3:1-3).

All'epoca di Gedeone, i "nemici" di Israele si coalizzarono in forze maggiori contro la nazione. "Ma lo Spirito del Signore (YHWH) rivestì Gedeone, il quale suonò la tromba", per convocare l'esercito (Giudici 6:34). In migliaia furono chiamati, ma alla fine ne furono scelti solo trecento. Il più grande "Gedeone", Gesù Cristo, ha ricevuto lo "spirito" del Padre per dare "un diadema", ovvero la dignità regale, agli "afflitti di Sion", cioè agli ultimi ebrei che torneranno "afflitti" (o sinceramente pentiti) al loro Dio (Isaia 61:1-3). È vero che è un "uomo vestito di lino" ad apporre loro materialmente il "segno", aiutandoli a divenire idonei per l'incarico che li attende (Ezechiele 9:2-4). Ma in realtà è il Messia che guida spiritualmente la sua opera e dona ai "meritevoli" lo Spirito Santo. Alla fine, come disse lui stesso, anche se "molti sono chiamati", "pochi" saranno "eletti" (Matteo 22:14).

In base a quale criterio Gesù Cristo sceglierà i suoi "soldati"? A Gedeone Dio disse di scartare 'chiunque avesse paura e tremasse' (Giudici 7:3). Per essere impiegati come "soldati" di Cristo bisogna al contrario manifestare il coraggio che deriva dall'assoluta fiducia in Dio. "Possiamo dire con piena fiducia: 《Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa può farmi l'uomo?》" (Ebrei 13:6). E non si deve nemmeno mostrare indecisione, bensì risolutezza e piena dedizione nel fare la volontà di Dio. "Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi volgi lo sguardo indietro è adatto per il regno di Dio" (Luca 9:62).

Inoltre Dio fece allontanare dall'esercito di Gedeone tutti coloro che si inginocchiarono per bere l'acqua di un fiume, esponendosi inutilmente al pericolo di essere colti di sorpresa. Furono invece scelti quelli che bevvero restando prudentemente in piedi e portandosi l'acqua alla bocca con le mani (Giudici 7:5-7). Questo ci ricorda l'importanza di essere "cauti come serpenti", ovvero ragionevolmente prudenti, e spiritualmente "vigili", tenendo sempre gli occhi ben aperti sull'adempimento delle profezie bibliche (Matteo 10:16; Luca 22:34-36).

A ognuno dei suoi "trecento" soldati Gedeone consegnò una tromba che avrebbero dovuto suonare con lui al suo segnale. "Disse loro: 《Guardate me e fate come farò io ... e quando io con tutti quelli che sono con me suonerò la tromba, anche voi suonerete le trombe intorno a tutto l'accampamento (nemico) e direte: "Per il Signore (YHWH) e per Gedeone!"》" (Giudici 7:8,17,18). Anche i "soldati" di Cristo imitano il suo esempio e, in qualità di "due testimoni", suoneranno presto le "sette trombe", annunciando i giudizi di Dio contro l'infedele "Gerusalemme". Ma dietro quegli "squilli" ci sarà il loro "capo", Gesù, che li guiderà attraverso i suoi angeli. L' Apocalisse dice che staranno "davanti al Signore di tutta la terra", cioè il re messianico, al quale dovranno rendere conto del loro operato (Apocalisse 11:4). Essi sono anche l' "Elia" che sarebbe dovuto venire e, durante la "trasfigurazione", gli apostoli videro Gesù nel potere del regno che conversava con "Mosè" ed "Elia", a sottolineare il fatto che i "due testimoni" opereranno a stretto contatto con il loro Maestro (Matteo 17:1-3). 

Mentre Gedeone e il suo esercito suonavano le trombe, i "nemici" , in preda alla confusione, cominciarono a uccidersi a vicenda e a fuggire (Giudici 7:19-22). Quando i "soldati di Cristo, i "due testimoni", suoneranno le trombe all'unisono, come in un'orchestra, non dovranno combattere fisicamente, perché i loro "nemici" andranno in confusione e risparmieranno gli ebrei fedeli dalla distruzione. "A motivo degli eletti" la "tribolazione" 'sarà abbreviata' (Matteo 24:22). Il "re del settentrione" non riuscirà a sterminare il "popolo" ebraico di Dio, perché "notizie dell'Oriente e dal settentrione lo spaventeranno ed egli partirà ... poi giungerà alla sua fine" (Daniele 11:44,45). Solo quando Gesù tornerà per eseguire il giudizio, i suoi "soldati" che saranno con lui in cielo, ovvero in una dimensione spirituale, parteciperanno alla distruzione fisica di tutti i "nemici" terreni di Dio, proprio come Gedeone e i suoi fecero con i loro nemici in fuga (Apocalisse 19:11-21; Giudici 7:23-25). Fino ad allora non dovranno combattere fisicamente, ma solo in senso spirituale, facendo risuonare l'avvertimento. "Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio" (Matteo 26:52; 2 Corinti 10:4,5).

Se anche voi pensate di essere stati "chiamati" per far parte del regno di Dio, cercate di restare fra gli "eletti", coltivando le qualità che il "re messianico" cercherà nei suoi "soldati". Abbiate una fede incrollabile nel vostro Dio, confidate solo in Lui durante i tempi difficili che verranno. Siate coraggiosi a schierarvi dalla Sua parte, ma non dimenticate di essere prudenti e di non esporvi a inutili rischi. Sopratutto mantenetevi spiritualmente "svegli", prestando attenzione alla Parola profetica, e seguendo passo passo la guida del nostro "buon Pastore" e Maestro. Sappiamo che presto le nazioni assedieranno e distruggeranno Gerusalemme, ma non ci facciamo prendere dal panico. Finché seguiremo il più grande "Gedeone", saremo protetti e Dio ci renderà partecipi della Sua vittoria.

Un messaggio "dolce" e "amaro"...



In un'occasione il profeta Ezechiele ricevette una "visione" insolita da Dio stesso. Gli diede in mano un "rotolo" scritto, dicendogli di mangiarlo. "Io aprii la bocca, ed egli mi fece mangiare quel rotolo. Mi disse: «Figlio d'uomo, nùtriti il ventre e riempiti le viscere di questo rotolo che ti do». Io lo mangiai, e in bocca mi fu dolce come del miele" (Ezechiele 3:1-3). Anche l'apostolo Giovanni ebbe una visione simile, con la differenza che il "libro" in bocca gli sembrava "dolce come il miele", mentre "nelle viscere" amaro (Apocalisse 10:8-10). Il fatto che la "visione" di Ezechiele sia ripetuta pressoché uguale nell'Apocalisse ci aiuta a collocare l'adempimento al "giorno del Signore", il tempo profetico in cui è ambientata l'Apocalisse. 


Ci chiediamo cosa significhi la "visione" in sé, dal momento che si adempirà nel prossimo futuro. Il "rotolo" di Ezechiele "conteneva lamentazioni, gemiti e guai", il giudizio di Dio contro Israele (Ezechiele 2:10). Anche se non espressamente specificato, era certo un messaggio "amaro" per quei ribelli del tempo di Ezechiele, proprio come ebbe modo di provare l'apostolo Giovanni. 


Nella Bibbia "i giudizi del Signore (YHWH) sono ... più dolci del miele, anzi, di quello che stilla dai favi (Salmo 19:9,10). Quando incaricò Mosè di liberare il Suo "popolo" dall'Egitto, l' "Iddio d'Israele" promise che lo avrebbe condotto in un "paese dove scorre latte e miele". Più avanti precisò che li avrebbe liberati "mediante grandi atti di giudizio", ovvero mandando le "dieci piaghe" sugli egiziani (Esodo 3:8; 7:4). In quel caso i "giudizi" di Dio furono "amari" per l'Egitto, ma "dolci" per gli ebrei perché, grazie a quei "giudizi", furono liberati e col tempo condotti in un "paese dove scorre latte e miele". 


Il contesto della "visione" del "libro" avuta dall'apostolo Giovanni riguarda la testimonianza dei "due testimoni" durante i predetti "1260" giorni e il "compimento del mistero di Dio", ovvero la distruzione di "Babilonia la grande". E i "giudizi" che saranno annunciati, come con "squilli" di tromba, dai "due testimoni" ci ricordano da vicino le "piaghe d'Egitto". Questo ci fa concludere che anche la "visione" di Ezechiele avrà l'adempimento maggiore nello stesso periodo. I messaggi di giudizio che quei "due testimoni" pronunceranno contro l'infedele "Gerusalemme", cioè lo Stato di Israele, alias "Babilonia la grande", saranno "amari" per gli ebrei impenitenti, ma "dolci come il miele" per gli ebrei che torneranno al loro Dio. Quando l' "Assiro" fra breve renderà "tutto il paese ... rovi e pruni", chi sarà fuggito ubbidientemente "ai monti" avrà "tale abbondanza di latte, che egli mangerà panna; poiché panna e miele mangerà chiunque sarà rimasto superstite nel paese". Pensate alla "dolcezza" che proveremo accogliendo fra le braccia i nostri cari che si sono addormentati nella morte. "Rivivano i tuoi morti! Risorgano i miei cadaveri! Svegliatevi ed esultate, o voi che abitate nella polvere! Poiché la tua rugiada è rugiada di luce e la terra ridarà alla vita le ombre" (Isaia 7:24; 26:19). Ma la "dolcezza" maggiore la proveranno coloro che avranno il privilegio di essere ammessi nella Gerusalemme "restaurata", gli ebrei fedeli e persone di ogni nazione che li accompagneranno, superstiti della "grande tribolazione", la "nazione giusta, che si mantiene fedele". Coloro che, al contrario, per allora, occuperanno abusivamente "il paese della rettitudine", "saranno confusi" ed esclusi dai suoi confini.


Che dire di noi? Stiamo "mangiando", per così dire, i messaggi di giudizio di Dio contro "Babilonia", come Ezechiele e Giovanni, facendone tesoro e mettendo in pratica i Suoi "precetti"? "Confidate per sempre nel Signore (YHWH), perché il Signore (YHWH), sì il Signore (YHWH), è la roccia dei secoli". "La via del giusto è diritta". Facciamo nostre queste parole: "Sulla via dei tuoi giudizi, Signore (YHWH), noi ti abbiamo aspettato! Al tuo nome, al tuo ricordo anela l'anima. Con l'anima mia ti desidero, durante la notte; con lo spirito che è dentro di me, ti cerco; poiché, quando i tuoi giudizi si compiono sulla terra, gli abitanti del mondo imparano la giustizia" (Isaia 26:2,4, 8,9,15).

Abitanti di Gerusalemme, supplicate il vostro Dio di risparmiarvi!



Le prospettive di Gerusalemme per l'immediato futuro sono tutt'altro che rosee, come predetto nei primi due capitoli del libro biblico di Gioele. In una prima fase della "settimana" di anni che sta per iniziare, una parte consistente del "re del settentrione", evidentemente l' "Assiro", "un popolo forte e innumerevole", 'salirà contro il paese'. Come risultato, 'la campagna sarà devastata, la terra piangerà, perché il grano sarà distrutto, il mosto sarà svanito e l'olio mancherà'. 

Cosa dovrebbero fare gli abitanti di Gerusalemme in vista di questi sviluppi? Proprio in questi giorni a Gerusalemme non si discute d'altro che delle prossime elezioni politiche. Ma l' "Iddio d'Israele" li esorta a prestare attenzione al Suo giudizio e a prendere atto della triste realtà. Tutti saranno coinvolti, per cui tutti dovrebbero interessarsi del loro futuro. I "vecchi", coloro che sono più avanti negli anni, dovrebbero avvertire i più giovani. I "sacerdoti" d'Israele dovrebbero urlare e 'vestirsi di sacco', in segno di cordoglio per la fine che attende la nazione. Piangano gli "agricoltori" per la sorte che subiranno i loro campi quando la "crisi" non risparmierà nemmeno i settori della società più produttivi. "Porgete orecchio, voi tutti abitanti del paese! ... Proclamate un digiuno, convocate una solenne assemblea! Riunite gli anziani e tutti gli abitanti del paese nella casa del Signore (YHWH), del vostro Dio, e gridate al Signore (YHWH)! Ahi, che giorno! Poiché il giorno del Signore (YHWH) è vicino e verrà come una devastazione mandata dell'Onnipotente". 

Tutti gli abitanti di Gerusalemme dovrebbero supplicare Dio di risparmiarli quando eseguirà il Suo giudizio sulla città. I "depositi" saranno vuoti a causa della "recessione" economica e il "grano", ovvero i beni di prima necessità, verrà a mancare. Anche il "bestiame" non avrà il necessario per nutrirsi.

Come annunciato, la "tromba" sarà suonata in "Sion", in quanto i "due testimoni" dell'Apocalisse saranno impegnati a profetizzare la distruzione di Gerusalemme sotto la guida angelica. In una seconda fase della "settimana", la parte più distruttiva del "re del settentrione", la Turchia e le nazioni alleate, "un popolo numeroso e potente, quale non s'è mai visto prima, e non se ne vedrà mai più", ridurrà il paese, florido come il giardino di "Eden", in un autentico "deserto". 

Nel Suo immenso amore, Dio supplica chi si è allontanato a tornare a Lui con tutto il cuore: "Nondimeno anche adesso tornate a me con tutto il vostro cuore, con digiuni, con pianti e con lamenti!" Incoraggia proprio tutti a concentrarsi sulla cosa più importante che dovrebbero fare, tralasciando tutto il resto, per così dire, perfino i bambini "che poppano ancora" e i freschi sposi! Anziché promuovere le loro guerre di conquista, i "sacerdoti", ovvero i leader religiosi, dovrebbero intercedere per il popolo. "Dicano: 《Risparmia, o Signore (YHWH), il tuo popolo e non esporre la tua eredità all'infamia, allo scherno delle nazioni!》".

Dio ascolterà le preghiere di chi torna a Lui con sincerità? Avrà "pietà del suo popolo". Lo 'sazierà' provvedendo il necessario in senso materiale. "Allontanerà il nemico che viene dal settentrione", "Gog del paese di Magog" e i suoi alleati, e chiederà conto alle nazioni che avranno perseguitato il Suo popolo. 

Che dire di voi, abitanti di Gerusalemme che state leggendo? Prestate orecchio all'avvertimento di Dio o continuate a fare le vostre cose come se non dovesse mai cambiare nulla? Vi rendete conto o no che presto Israele sarà attaccata e Gerusalemme distrutta?! Voi che guidate spiritualmente la nazione, state incoraggiando quante più persone a pentirsi dei propri peccati e supplicare Dio? Ricordate che qualunque cosa facciate abitualmente, dovrebbe passare in secondo piano rispetto alla priorità che merita l'avvertimento dell'Iddio d'Israele. Se farete la scelta "giusta", avrete la "benedizione" del vostro Dio. "Mangerete a sazietà e loderete il nome del Signore (YHWH), vostro Dio, che avrà operato per voi meraviglie". "Chiunque invocherà il nome del Signore (YHWH) sarà salvato".

venerdì 22 febbraio 2019

Chi sono i legittimi "sacerdoti d'Israele"?



Rispondete onestamente alle seguenti domande: Se una persona non mostra il giusto apprezzamento per le cose spirituali, può essere una buona guida religiosa? Se uno offre a Dio lo "scarto" di ciò che possiede, mentre trattiene il meglio per sé o per altri uomini, può essere un buon esempio? Eppure è proprio quello fanno i leader religiosi di Israele. Per così dire, 'offrono sul Suo altare cibo contaminato' e servono Dio di malavoglia (Malachia 1:7,13). 

D'altra parte,  i "sacerdoti" legittimi (i cristiani ebrei "unti" dallo Spirito con la speranza "celeste") hanno sano "timore" di Dio. 'La legge di verità è sulla loro bocca, non si trova perversità sulle loro labbra'. Come risultato, 'ne allontanano molti dal male". Per dirla con le parole di Daniele, sono i "saggi tra il popolo" che 'ne istruiscono molti', 'insegnando la giustizia'. Come un'oasi nel deserto offrono "acqua" vivificante in abbondanza ai tanti che corrono a berla! "Infatti le labbra del sacerdote sono le custodi della conoscenza, e dalla sua bocca si ricerca la legge, perché egli è il messaggero del Signore (YHWH) degli eserciti". Rappresentano l' "Elia" che avrebbe fatto  "volgere il cuore dei padri verso i figli" e viceversa (Malachia2:5,6,7; 4:5,6;  Daniele 11:33; 12:3). Avete capito chi sono i legittimi "sacerdoti d'Israele", i messaggeri di Dio, e chi i "falsi"?

Fra non molto ognuno riceverà la "ricompensa" e allora si vedrà "la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve Dio e  colui che non lo serve" (Malachia 3:18). I "sacerdoti" che non prendono a cuore di dare gloria al Suo nome saranno maledetti. Le "sementi" non produrranno più quando scoppierà la "grande tribolazione". Già oggi, per colpa dei loro intrallazzi politici, sono diventati "spregevoli e abietti agli occhi di tutto il popolo" (Malachia 2:9). Invece i veri "sacerdoti" offriranno "sacrifici" di labbra graditi a Dio (Malachia 3:10, 18). Alla fine "Gerusalemme" sarà ricostruita e il "nuovo" Israele diventerà un "paese di delizie" (Malachia 3:12). 

Dio osserva come ciascuno di noi reagisce agli "stimoli" spirituali che ci sta inviando. "Quelli che hanno timore del Signore (YHWH) si sono parlati l'un l'altro.  Il Signore (YHWH) è stato attento e ha ascoltato" (Malachia 3:16). Come reagirete voi?

"Guai alla città ribelle!" (Sofonia3:1)



Qualcuno potrebbe stupirsi che l'Iddio d'Israele permetta che la nazione venga distrutta, così come sto annunciando da un po' di tempo a questa parte. Ma è Dio stesso che spiega perché ce l'ha tanto con Israele, chiamato anche "Gerusalemme". "Guai alla città ribelle, contaminata, alla città piena di soprusi!" (Sofonia 3:1). Per prima cosa, "Gerusalemme" (alias Israele) è "ribelle", "non dà ascolto ad alcuna correzione". Anziché pentirsi dei propri peccati contro Dio, lasciandosi correggere, la maggioranza dei suoi abitanti continua ostinatamente nella propria condotta infedele. Sono sfacciati nella loro disubbidienza e si 'inorgogliscono sul Suo monte santo', illudendosi di poter ancora rappresentare degnamente l'Iddio d'Israele (Sofonia 3:2, 11).

Anche se conservano una parvenza di "santità", si sono 'contaminati' con i "malvagi ragionamenti" del loro cuore (Matteo 15:18,19; 23:25-28). Come risultato, "la città è piena di soprusi". Quante violazioni dei diritti fondamentali sono state imputate a Israele? "I suoi capi ... sono leoni ruggenti; i suoi giudici sono lupi della sera". I suoi "capi", o rappresentanti politici, sono come belve insaziabili, tanta è la loro "fame" di potere a tutti i costi. E i leader religiosi, invece di condannare il loro comportamento, non danno il buon esempio. "I suoi profeti sono arroganti, perfidi; i suoi sacerdoti profanano le cose sante, infrangono la legge" (Sofonia 3:3,4). Quanti "profeti", o predicatori, si vantano di portare la Parola di Dio, eppure sono "perfidi", senza cuore? Quanti "sacerdoti", o capi religiosi, non mostrano alcun apprezzamento per le "cose sante", come la santa "legge" di Dio, arrivando a incoraggiare azioni violente contrarie alla legge divina?

Forse Dio non è stato abbastanza esplicito su ciò che si aspetta da loro? Al contrario! "Il Signore (YHWH) è giusto in mezzo ad essa ... Ogni mattina egli dispensa i suoi giudizi e non manca mai". Non è forse vero che, attraverso questo account, ho più volte riportato i "giudizi" di Dio, cosa ne pensa di loro? Presumo che in altre parti del mondo ci siano "volontari" come me che annuncino regolarmente i "giudizi di Dio. Eppure, "il perverso non conosce vergogna". Potrei parlare da adesso fino a domani, lo stesso non si vergognerebbe (Sofonia 3:5). Ma Dio è talmente amorevole che sarebbe disposto a revocare la Sua condanna se solo si mostrassero disposti a cambiare. Li avverte che fra non molto le altre nazioni saranno distrutte per mano dell' "Assiro", la Sua "verga", quando, insieme al resto del "re del settentrione", "entrerà nei paesi e passerà oltre" (Isaia 10:5,13,14; Daniele 11:40-43). 

Agli ebrei che abitano in Israele  sta dando l'opportunità di essere risparmiati dalla sua furia. "Io dicevo: 《Se almeno tu volessi temermi, accettare la correzione! La tua dimora non sarebbe distrutta, nonostante tutto ciò che ho riservato per te》". Lo faranno? Macché! "Si sono affrettati a pervertire tutte le loro azioni".  《Perciò, aspettami》, dice il Signore (YHWH), 《per il giorno che mi alzerò per il bottino; perché ho decretato di radunare le nazioni, di riunire i regni, per versare su di loro la mia indignazione, tutto l'ardore della mia ira》 (Sofonia 3:7,8). La loro condotta irriverente non resterà impunita per sempre. Quando il "re del settentrione" fra breve sferrerà il suo attacco contro il "re del mezzogiorno", come espressione dell' "ira" di Dio, non risparmierà nemmeno lo Stato d'Israele.

Tuttavia, come abbiamo più volte spiegato,  "Gerusalemme" sarà restaurata e i "figli dispersi" torneranno in patria 'portando le loro offerte'. Persone di tutte le nazioni li sosterranno con "labbra pure", 'per servire l'Iddio d'Israele di comune accordo'. Quando il Messia tornerà per purificare definitivamente il "tempio", 'toglierà di mezzo a Israele quelli che trionfano con superbia'. Dio promette: "Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero, che confiderà nel nome del Signore (YHWH). Il resto d'Israele non commetterà azioni malvagie, non dirà menzogne e non si troverà più un linguaggio ingannatore sulle sue labbra" (Sofonia 3:12,13).

Che dire di voi, abitanti d'Israele? Avete un atteggiamento "ribelle" davanti a Dio o vi state sottomettendo umilmente alla Sua volontà? State evitando nel modo più assoluto di contaminarvi con il resto di "Babilonia la grande"? Non vi fate ingannare dalla propaganda dei leader religiosi e di altri "profeti" che vorrebbero farvi credere nella presunta "santità" di Israele. Schieratevi dalla parte dell'Iddio d'Israele e di coloro che Lo servono come piace a Lui. Alla fine Dio 'revocherà la condanna contro di voi e vi accoglierà nella Sua città "restaurata". Quando "Gog di Magog" muoverà nuovamente contro Gerusalemme, vi troverà a difenderla Dio in persona! "Il Re d'Israele,  il Signore (YHWH), è in mezzo a te, non dovrai più temere alcun male... come un potente che salva. Egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua; si acqueterà nel suo amore, esulterà  per causa tua con grida di gioia (Sofonia 3:14,15, 17,18).

Le "sette trombe" stanno per squillare!



Un episodio biblico, riportato nell' "Antico Testamento", che avrà un adempimento profetico nel prossimo futuro, fa "luce" su altre profezie che si riferiscono al nostro tempo. Stiamo parlando della conquista dell'antica città di Gerico da parte del "popolo" ebraico guidato da Giosuè, successore di Mosè. Premetto che tale "azione" non costituisce in alcun modo una giustificazione delle odierni "azioni" militari compiute da Israele, che non sono mai autorizzate da Dio. 

Detto questo, esaminiamo brevemente l'episodio, sottolineando gli aspetti che ci riguardano. Innanzitutto, chi o cosa rappresenta oggi "Gerico"? Nel capitolo 2 del libro biblico di Giosuè si narra che, prima di conquistare la città, Giosuè vi mandò "due spie" in incognito per verificare la situazione. Quegli uomini furono ospitati in casa di Raab, una prostituta, che però aveva fede nell'"Iddio d'Israele", e per questo li nascose quando il re di Gerico mandò a cercarli. In cambio di questo gesto di ospitalità, le "spie" promisero a Raab che lei e la sua famiglia sarebbero stati risparmiati dalla distruzione. Ma avrebbe dovuto appendere alla finestra della sua casa una "cordicella di filo rosso", che sarebbe servita da "segno" per la salvezza. 

Ebbene, cosa vi ricorda questo "segno"? Anche l'uomo vestito di lino della profezia di Ezechiele avrebbe apposto un "segno" per la salvezza degli abitanti di "Gerusalemme" ubbidienti (Ezechiele 9:2-4). Le "due spie" poi non vi ricordano i "due testimoni" dell'Apocalisse che avrebbero profetizzato la distruzione di "Gerusalemme"? Come abbiamo spiegato questa espressione si riferisce a tutti gli ebrei fedeli "unti" dallo Spirito Santo per partecipare al regno di Dio come "re e sacerdoti". La Bibbia in seguito elogia il modo in cui Raab accolse le "spie" (Ebrei 11:31; Giacomo 2:25). Questo trova un parallelo profetico nel modo in cui gli ebrei odierni accolgono il moderno "Elia" (altro nome dei "due testimoni") che li invita a tornare a Dio, prima che "il grande giorno del Signore (YHWH)" si abbatta sull'infedele "Gerusalemme" (Malachia 4:5,6). Tutti questi riferimenti ci portano a concludere che l'odierna "Gerico" che sarà distrutta è l'infedele "Gerusalemme", lo Stato d'Israele che si è allontanato dal suo Dio. Quindi ciò che accadde prima della "caduta" di Gerico prefigura ciò che accadrà prima della "caduta" di "Babilonia la grande", ovvero Israele. In quell'occasione Dio disse al Suo "popolo" di marciare intorno alla città per sei giorni di fila, mentre "sette sacerdoti" avrebbero dovuto suonare le loro "sette trombe" e il resto del popolo sarebbe dovuto rimanere in silenzio. Ma il "settimo giorno" avrebbero dovuto marciare "sette volte" intorno alle mura, suonando ogni volta le trombe. Dopo il settimo giro tutto il popolo avrebbe rotto il silenzio gridando ad alta voce, dopodiché le mura sarebbero crollate, aprendo loro la strada alla conquista di Gerico. Così avvenne e la città fu completamente distrutta, a parte Raab e quelli che erano con lei in casa (Giosuè 6:1-25). 

Quegli "squilli" di tromba che accompagnavano la marcia del popolo annunciavano la distruzione di Gerico. Da quanto tempo gli ebrei fedeli stanno avvertendo i loro connazionali sulla futura distruzione di "Gerusalemme"? Cominciò ai suoi tempi Giovanni il battezzatore che invitava a pentirsi per i propri peccati. Gesù, quando era sulla terra, cercò le "pecore smarrite" d'Israele, e gli apostoli fecero lo stesso. Ma a un certo punto, questa attività di "avvertimento" si sarebbe intensificata. Il numero "sette" nella Bibbia significa "completezza" o "pienezza" in relazione a cose celesti o spirituali. Il fatto che il "settimo giorno" avrebbero marciato e suonato le trombe per "sette volte" indica che l'avvertimento sarebbe stato dato nel modo più completo ed esteso possibile. Quando avverrà questo? L' Apocalisse dice che i "due testimoni", di cui abbiamo parlato prima, profetizzeranno per "1260 giorni" (o tre anni e mezzo) prima della distruzione di "Gerusalemme". In questo periodo compiranno una serie di "segni", simili alle "dieci piaghe" d'Egitto. Quelle "piaghe" costituivano l'avvertimento di Dio contro quella orgogliosa nazione che maltrattava il Suo popolo. Evidentemente i "segni" dei "due testimoni" rappresentano la loro opera di avvertimento. La profezia precisa che li compiranno "quante volte vorranno", senza limiti, ovvero nel modo più pieno e completo possibile. Dunque la massima intensità dell'opera di avvertimento, prefigurata dai "sette giri" del "settimo giorno", si avrà durante i tre anni e mezzo predetti, a partire dall'inizio della "settimana" di anni ormai alle porte, fino alla distruzione di "Gerusalemme". 

Riguardo alle trombe che squillerranno così intensamente in quel periodo, ne parla anche una profezia parallela dell'Apocalisse. È scritto che a suonarle saranno "sette angeli", annunciando una serie di "guai" per l'infedele "Gerusalemme" e per "gli abitanti della terra". Da un attento confronto fra le caratteristiche di questi "guai" e i "segni" compiuti dai "due testimoni", emerge che la profezia si riferisce alla stessa cosa (Apocalisse 8:2-13; 11:5,6). In altre parole, è vero che gli "angeli" di Dio avranno un ruolo determinante nel trasmettere i Suoi giudizi, ma chi in pratica li annuncerà al mondo intero, dando l'avvertimento, saranno i "due testimoni". Ai tempi di Giosuè erano i "sacerdoti" quelli preposti a suonare le trombe. Nell'adempimento futuro saranno, pertanto, coloro che erediteranno il "sacerdozio regale" a prendere l'iniziativa nell'opera di testimonianza (1 Pietro 2:9).

Apriamo una parentesi. La "quinta" e la "sesta" tromba, in particolare, annunciano "guai, guai, guai agli abitanti della terra". Infatti viene subito visto "un astro che era caduto dal cielo sulla terra", al quale viene data "la chiave dell'abisso". Chi avrebbe fatto uscire dall' "abisso" utilizzando questa "chiave"? Un esercito anomalo di cavallette che devasteranno "solo gli uomini" che non avranno "il sigillo di Dio sulla fronte". Come abbiamo già considerato in un post precedente, riguarda i "dieci uomini" (le nazioni ostili a Israele) che presto distruggeranno coloro che non avranno "il segno sulla fronte", cioè gli ebrei infedeli. "Il loro re era l'angelo dell'abisso", precisa l'Apocalisse. Di chi sta parlando? Dev'essere ragionevolmente lo stesso "astro" caduto dal cielo che aveva la "chiave dell'abisso", nel senso che aveva "autorità" sull' esercito di locuste. Più avanti è profetizzato che "il dragone" sarà "gettato sulla terra" e questo determinerà dei "guai", esattamente come diceva la profezia degli squilli di tromba. Questo ci induce a ritenere che l' "astro" annunciato da quelle trombe, "il re dell'abisso", è il "dragone", ovvero "il serpente antico, che è  chiamato diavolo e Satana" (Apocalisse 8:13; 9:1-19; 12:9,12; Ezechiele 9:1-6). 

Da chi è formato l'esercito che lui comanda? Principalmente dai "suoi angeli" che saranno "gettati sulla terra" insieme a lui. Di loro, infatti, è detto che Dio "li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi" (Apocalisse 12:7-9; 2 Pietro 2:4). Come ho già spiegato, la loro "caduta" sulla terra evidentemente significa che assumeranno sembianze umane. Sicuramente ci saranno Satana e i demoni nella loro "manifestazione" terrena dietro gli eserciti umani che avanzeranno contro Gerusalemme. Tutte queste "forze" ibride comporranno il mostruoso esercito di locuste annunciato dalla "quinta" tromba. Notate l'appropriata descrizione che ne fa l'apostolo Giovanni che lo vide in "visione": "L' aspetto delle cavallette era simile a cavalli pronti per la guerra (tipico di un esercito). Sulla testa avevano come delle corone d'oro (simbolo del potere politico) e la loro faccia era come viso d'uomo (sembianze umane). Avevano dei capelli come capelli di donne e i loro denti erano come denti di leoni. ... Avevano code e pungiglioni come quelli degli scorpioni". Davvero terribile!

Al suono della "sesta tromba" vengono "sciolti i quattro angeli che sono legati sul gran fiume Eufrate", probabilmente gli stessi che un po' prima vengono visti trattenere i "venti" della distruzione finché non fosse completo il numero degli "eletti" (Apocalisse 9:13-15;7:1-3). Quando tutti gli ebrei fedeli avranno ricevuto il "sigillo" dello Spirito Santo, quegli "angeli" di Dio saranno, per così dire, "sciolti" (o slegati) consentendo ai "re provenienti dall'Oriente", da oltre "il gran fiume Eufrate", di marciare contro Gerusalemme e distruggerla. Infatti, la profezia annuncia l'arrivo di un potentissimo esercito di cavalleria composto da "duecento milioni" di soldati. Evidentemente a una prima "invasione" nemica contro Israele, rappresentata dall'esercito di "cavallette", ne seguirà un'altra ancora più grande e devastante, che sferrerà il "colpo di grazia" alla nazione morente. Ma quest'ultima volta la minaccia verrà non da un generico "settentrione", bensì dall' "Oriente", ovvero dalle nazioni orientali del "re del settentrione" guidate dalla Turchia, dove nasce "il gran fiume Eufrate". Già oggi le sue "acque" si stanno prosciugando, dal momento che viene sempre più a mancare l'appoggio a Israele da parte delle nazioni del mondo che ne denunciano l'abuso di potere. Ma se non è stato ancora distrutto, è solo grazie a Dio che sta comandando ai suoi "angeli" di trattenere i "venti", in attesa che gli ultimi ebrei fedeli siano radunati. Se siete di discendenza ebraica, state apprezzando la "pazienza" di Dio che vuole salvarvi? (Apocalisse 9:13-19; 16:12).

Quando il "settimo angelo" suonerà la sua tromba, ovvero allorché l'avvertimento sarà stato diffuso in lungo e in largo con ogni mezzo, tutto il "popolo" di Dio, ovvero tutti coloro che lo adorano in ogni parte della terra, ebrei e non, sarà invitato a "gridare" al mondo la maestà del regno di Dio, e la loro "voce risuonerà anche in cielo, attirando l'attenzione di Dio. "Nel cielo si alzarono voci potenti, che dicevano:《Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli》. E i ventiquattro anziani che siedono sui loro troni davanti a Dio (i "santi" che per allora saranno stati risuscitati in cielo) si gettarono con la faccia a terra e adorarono Dio, dicendo: 《Ti ringraziamo, Signore, Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso in mano il tuo gran potere, e hai stabilito il tuo regno》".

La profezia ci informa che "nei giorni in cui si sarebbe udita la voce del settimo angelo, quando egli avrebbe suonato la sua tromba, si sarebbe compiuto il mistero di Dio, come egli ha annunciato ai suoi servi, i profeti". Qual è questo "mistero" che si compirà dopo il suono della settima tromba? Un po' più avanti è detto che "sulla fronte" di una "donna seduta sopra una bestia" e "vestita di porpora e scarlatto" "aveva scritto un nome, un mistero: Babilonia la grande". Che "Babilonia la grande" sia il "mistero" che sarà adempiuto, lo capiamo anche da un altro riferimento biblico. L' apostolo Paolo parla di un "mistero dell'empietà" che era "già in atto" al suo tempo, l'apostasia, che però si sarebbe "manifestato" apertamente nel nostro tempo "con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi". L' Apocalisse lo chiama il "falso profeta", o bestia con corna simili all'agnello che parla come un dragone. Si tratta dello Stato d'Israele che, attraverso annunci sensazionali e propaganda mediatica sapientemente orchestrata, camuffa le sue malefatte inducendo le altre nazioni a sostenerlo nella sua insaziabile mania di conquista. State attenti a non farvi ingannare anche voi dalla sua parvenza di "santità", dal momento che in realtà è come una "bestia" selvaggia assetata di sangue! E, come sappiamo, è chiamato anche "Babilonia la grande", perché si 'prostituisce' spiritualmente con le nazioni sue alleate (Apocalisse 11:15-17; 10:7; 17:5; 13:11,13,14; 19:20; 2 Tessalonicesi  2:7,9,10). 

Quindi, lo squillo della "settima" tromba ha relazione con questo "mistero", in quanto ne sarà acclamata la distruzione. Questa inizierà quando "Gerusalemme" sarà distrutta per mano delle nazioni "nemiche", ma, a quanto pare, si protrarrà nel tempo. L'apostolo Giovanni, infatti, vede ancora il "falso profeta" al tempo della battaglia finale di Armaghedon. L'apostolo Paolo precisa che "il Signore Gesù" lo "distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua venuta", cioè quando tornerà con i suoi eserciti celesti per eseguire il giudizio di Dio sul mondo intero. In quell'occasione sarà 'gettato nello stagno ardente di fuoco e zolfo', simbolo di distruzione eterna. Allora "Babilonia la grande" sarà stata completamente distrutta e tutti gli adoratori di Dio, in cielo e sulla terra, potranno cantare ad alta voce le Sue lodi (2 Tessalonicesi 2:8; Apocalisse 19:11-20; 19:1-6).

Siete anche voi ansiosi di partecipare insieme al resto del "popolo" di Dio all'annuncio della distruzione della odierna "Gerico" che si leverà potente come un "grido" immediatamente prima del suo "crollo"? Persevererete fedelmente fino alla battaglia finale del "gran giorno dell'Iddio Onnipotente", per festeggiare l'annientamento definitivo di "Babilonia la grande"? È bene precisare che non siamo felici per la morte di nessuno. Ciò che si festeggerà allora sarà la fine di un'istituzione umana che offende il buon nome di Dio e l'inizio del Suo regno di giustizia e pace.

Quando le "sette trombe" squilleranno, assicuratevi di essere dalla parte giusta! Fate vostre le parole di questi salmi profetici: "Battete le mani, o popoli tutti; acclamate Dio con grida di gioia! Poiché il Signore (YHWH), l'Altissimo, è tremendo, re supremo su tutta la terra. ... Dio sale tra grida di trionfo, il Signore (YHWH) sale al suono di trombe. Cantate a Dio, cantate al nostro re, cantate!" "Fate acclamazioni a Dio,  voi tutti, abitanti della terra! ... Benedite il nostro Dio, o popoli, e fate  risuonare a piena voce la sua lode! (Salmo 47:1,2,5,6; 66:1,8).

giovedì 14 febbraio 2019

"Pastori" d'Israele, avete rovinato la "vigna" del Signore (YHWH)!



Più volte la Bibbia paragona il "popolo" ebraico di Dio e la "terra promessa" ai suoi patriarchi alla "vigna" dell'Iddio d'Israele, la Sua speciale "proprietà". Il profeta Isaia esordisce dicendo: "Io voglio cantare per il mio amico (Dio) il cantico del mio amico per la sua vigna. Il mio amico aveva una vigna sopra una fertile collina. La dissodò, ne tolse via le pietre, vi piantò delle viti scelte, vi costruì in mezzo una torre e vi scavò uno strettoio per pigiare l'uva" (Isaia 5:1,2). In una "parabola" profetica Gesù aggiunge che il "padrone" della vigna "l'affittò a dei "vignaiuoli" (Matteo 21:33), in un'altra semplicemente che assunse "dei lavoratori per la sua vigna" (Matteo 20:1). È chiaro che si aspettava che quei "vignaiuoli" si prendessero cura della sua "vigna", in modo che gli rendesse un buon raccolto. Ma i "vignaiuoli", invece di rendere al "padrone" ciò che gli spettava, racconta Gesù, escogitarono un piano per appropriarsi della vigna, arrivando al punto di uccidere il figlio del padrone che era stato mandato a riscuotere il dovuto! 

Il messaggio è chiaro. Il "figlio" del "padrone" era il "figlio di Dio", Gesù Cristo, che era stato mandato principalmente alla "casa d'Israele" per curare gli "interessi" terreni del regno di Dio. I "vignaiuoli" che si sarebbero dovuti prendere cura della "vigna" erano i capi religiosi del suo tempo che lo fecero mettere a morte (Matteo 21:34-40,45). Ma la profezia sulla "vigna" di Dio avrebbe avuto un adempimento futuro. Il profeta Geremia spiegò: "Molti pastori guastano la mia vigna, calpestano la parte che mi è toccata, riducono la mia deliziosa proprietà in un deserto desolato" (Geremia 12:10). Altrove Geremia parla del "popolo" ebraico di Dio e della sua "eredità" come al "gregge del suo pascolo" che i "pastori" infedeli hanno maltrattato (Geremia 23:1). Sullo stesso tono il profeta Ezechiele: "Guai ai pastori d'Israele che non fanno che pascere se stessi!" (Ezechiele 34:1,2). 

Come abbiamo visto in un post precedente, quei "pastori" infedeli rappresentano gli odierni leader religiosi d'Israele, che quindi sono i principali responsabili dell'incuria in cui versa la "vigna" di Dio. Anziché prendersi cura del "popolo" ebraico, come avrebbero dovuto fare, si prendono cura solo dei propri interessi materiali, alimentando l'annoso conflitto fra Israeliani e palestinesi, che ha come unico obiettivo quello di estendere il dominio dello Stato Ebraico. Invece di condannare le azioni violente che sono alla base delle "incursioni" israeliane negli Stati vicini, le incoraggiano anche solo con il loro silenzio. Dio "si aspettava rettitudine, ed ecco spargimento di sangue; giustizia, ed ecco grido d'angoscia!" (Isaia 5:7). 

Ma presto il "padrone della vigna" verrà a chiedere conto e "farà perire malamente" "quei malvagi"! (Matteo 21:40,41). Per colpa loro la "vigna" (o "Gerusalemme") "sarà calpestata dai popoli, finché i tempi delle nazioni siano compiuti", cioè per "quarantadue mesi" (o tre anni e mezzo),  dall'inizio della "settimana" profetica fino alla distruzione di Gerusalemme (Isaia 5:5,6; Luca 21:24; Apocalisse 11:2). "Guai a quelli che aggiungono casa a casa, che uniscono campo a campo, finché non rimanga più spazio, e voi restiate soli ad abitare nel paese! ... In verità case numerose saranno desolate, queste case grandi e belle saranno private di abitanti". Come annunciato dai "due testimoni", le "nuvole" avranno l'ordine 'di non far cadere pioggia' e la nazione diventerà "un deserto" (Apocalisse 11:6; Isaia 5:6,8,9). Di conseguenza la crisi economica li colpirà tutti: "Dieci iugeri di vigna non daranno che un bat (35 litri di vino), e un comer di seme (350 litri) non darà che un'efa (35 litri)", in un rapporto di dieci a uno! Ma proprio come le "dieci piaghe" colpirono solo l'Egitto del faraone, e non i "figli d'Israele", così i "guai" predetti colpiranno solo gli ebrei "infedeli", mentre coloro che saranno tornati a Dio riceveranno protezione. 

Voi che pensate solo a divertirvi, senza preoccuparvi di ciò che Dio richiede da voi, anche voi subirete l'ira di Dio! "Guai a quelli che la mattina si alzano presto per correre dietro alle bevande alcoliche e fanno tardi la sera, finché il vino li infiammi! La cetra,  il saltero, il tamburello, il flauto e il vino rallegrano i loro banchetti! Ma non pongono mente a ciò che fa il Signore (YHWH), e non considerano l'opera delle sue mani" (Isaia 5:11,12). E voi che vi vantate tanto di rappresentare l'Iddio d'Israele, siete così sicuri che non sarete anche voi spazzati via, dal momento che vi affrettate a commettere "iniquità" e "peccato" ricorrendo al "vizio"? "Guai a quelli che tirano l'iniquità con le corde del vizio, e il peccato come con le corde di un cocchio, e dicono: 《Faccia presto, affretti  l'opera sua, che noi la vediamo! Venga e si esegua il disegno del Santo d'Israele, affinché noi lo conosciamo!》 (Isaia 5:18,19). Siete ancora sicuri di volere che 'venga presto'? Non sarebbe meglio pentirsi prima dei vostri peccati e tornare a Lui con un "cuore" rinnovato?

Allo stesso modo saranno condannati tutti coloro che "chiamano bene il male e male il bene", ribaltando i "valori" della morale biblica, così come quelli "che si ritengono saggi e si credono intelligenti", avendo la presunzione di saperne più del Creatore! (Isaia 5:20-23). 

Come predetto, Dio 'ha alzato un vessillo per le nazioni lontane', quelle che compongono il "re del settentrione". 'Ha fischiato a un popolo, che è all'estremità della terra', indirizzando la sua attenzione contro Israele. "Ed eccolo che arriva, pronto, leggero. ... Il suo ruggito è come quello di un leone; rugge come il leoncello; rugge, afferra la preda, la porta via al sicuro, senza che nessuno gliela strappi. In quel giorno egli muggirà contro Giuda come mugge il mare; e, a guardare il paese, ecco tenebre, angoscia e la luce che si oscura mediante le sue nuvole" (Isaia 5:26-30).

Come profetizzò il Messia, Gesù Cristo, "il regno di Dio", ovvero la Sua "vigna", il "popolo" ebraico e la "terra promessa", "sarà tolto" ai "vignaiuoli" infedeli, i capi religiosi d'Israele, e sarà assegnato "ad altri vignaiuoli i quali gli renderanno i frutti a suo tempo" (Matteo 21:41,43). Già ora, che la "restaurazione" spirituale del "popolo" ebraico sta giungendo a termine, Dio ha 'costituito su di loro (le sue pecore) dei pastori' ubbidienti che si stanno prendendo cura della Sua "vigna", chiamati altrove "i saggi tra il popolo" che 'ne stanno istruendo molti', 'insegnando la giustizia' di Dio, o 'servi fedeli e prudenti' che provvedono il "vitto a suo tempo" agli altri "domestici" (Geremia 23:4; Daniele 11:33; 12:3; Matteo 24:45). 

Quando il "re" costituito da Dio "regnerà secondo giustizia" dal cielo, questi "principi" "governeranno con equità", mostrandosi "come un riparo dal vento, come un rifugio contro l'uragano, come dei corsi d'acqua in luogo arido, come l'ombra di una gran roccia in una terra arida". Il "pastore" incaricato, Gesù Cristo, attraverso il loro esempio e le loro parole, offrirà una "guida" spirituale sicura durante i prossimi "tempi difficili" (Isaia 32:1,2; Ezechiele  34:23; 2 Timoteo 3:1). 

Alle fine "Gerusalemme" sarà completamente "restaurata", la "vigna" dell'Iddio d'Israele tornerà a produrre a pieno regime. "In quel giorno cantate la vigna dal vino vermiglio! Io, il Signore (YHWH), ne sono il guardiano, io la irrigo a ogni istante; la custodisco notte e giorno, affinché nessuno la danneggi" (Isaia 27:3,3). Allora, dopo che il Messia avrà finito di purificare il "tempio" di Dio, il "Re glorioso" si stabilirà nella sede terrena del Suo regno, sul "Monte Sion", a Gerusalemme, e si prenderà personalmente cura della sua "vigna". "Gog del paese di Magog" non potrà più danneggiarla, e nessun altro più lo farà (Isaia 6:1-4; Salmo 24:8-10; Ezechiele 38:2). "Allora la rettitudine abiterà nel deserto e la giustizia abiterà nel frutteto. L' opera della giustizia sarà la pace e l'azione della giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre. Il mio popolo", promette Dio, "abiterà in un territorio di pace, in abitazioni sicure, in quieti luoghi di riposo" (Isaia 32:16-18).

Israele sarà salvato (Romani 11:26)



Citando la profezia di Isaia, l'apostolo Paolo assicura che "tutto Israele sarà salvato". Come abbiamo già considerato, questo non significa né che Israele, come entità politica, sarà risparmiata dalla distruzione, né che tutti gli ebrei saranno salvati. Lo stato di Israele, che si è allontanato da Dio "prostituendosi" con altre nazioni, sarà presto distrutto ed è profetizzato che la maggioranza degli ebrei continuerà a ribellarsi a Dio e ne subirà le conseguenze.

Evidentemente l'apostolo alludeva al fatto che "tutto" l'Israele (fedele) sarà salvato, cioè il "rimanente" che tornerà a Dio. "Avrò compassione della casa di Giuda; li salverò mediante il Signore (YHWH), il loro Dio", promette l'Iddio d'Israele. Ma non si servirà di strumenti umani per salvare il Suo "popolo", né tantomeno di qualche esercito terreno. "Non li salverò con l'arco, né con la spada, né con la guerra, né con cavalli, né con cavalieri"  (Osea 1:7). Perciò non vi fate ingannare se "qualche" nazione militarizzata pretende di rappresentare Dio! "Al Signore (YHWH) appartiene la salvezza", e a nessun altro (Salmo 3:8).

Ma in che modo Dio salverà il Suo "popolo" fedele? "L' attirerò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore", facendo eco alla profezia dell'Apocalisse sulla "donna" che "fuggì nel deserto" (Osea 2:14; Apocalisse 12:6,14). In base al post precedente, possiamo affermare che alcuni ebrei "fuggiranno" ubbidientemente "ai monti", o "nel deserto", prima che Gerusalemme venga distrutta. Lì Dio li attirerà amorevolmente per proteggerli, e 'parlerà al loro cuore', motivandoli per l'incarico che assegnerà loro. 

Il profeta Osea specifica anche il periodo in cui saranno radunate le "ultime" "pecore". "I figli d'Israele torneranno a cercare il Signore (YHWH), loro Dio, e Davide (Gesù Cristo), loro re, e ricorreranno tremanti al Signore (YHWH) e alla sua bontà, (notate) negli ultimi giorni". E "quando saranno nell'angustia, ricorreranno a me", dice Dio (Osea 3:5; 5:15). Anche se sarebbe preferibile che tornassero subito al loro Dio, alcuni "figli d'Israele" lo faranno solo "negli ultimi giorni", al più tardi "quando saranno nell'angustia", ovvero durante la veniente "grande tribolazione". Certo, meglio tardi che mai! 

Nel Suo immenso amore per il Suo "popolo" ebraico, l' "Iddio d'Israele" concederà fino all'ultimo "minuto" disponibile la possibilità di mettersi in salvo, 'fuggendo ai monti'. "È paziente verso di voi," abitanti di Gerusalemme, "non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento" (2 Pietro 3:9). "Seminate secondo giustizia e farete una raccolta di misericordia; dissodatevi un campo nuovo, poiché è tempo di cercare il Signore (YHWH), finché egli non venga e non spanda su di voi la pioggia della giustizia" (Osea 10:12). L' apostolo Pietro mise in relazione questi "tempi di ristoro", paragonati a "tempi" di "raccolta" e "pioggia", con la futura "venuta" del Messia e l'opera profetica di Elia, che, come sappiamo, ha un più grande adempimento proprio nei nostri giorni (Atti 3:19,20; 1 Pietro 5:7,8,17,18). In altre parole, durante la futura "presenza" di Gesù nel potere del regno, alcuni (in realtà la maggioranza degli ebrei) subiranno i "giudizi" divini annunciati dai moderni "Elia", i "due testimoni" dell'Apocalisse, altri (i pochi che ascolteranno tornando a Dio e 'fuggendo ai monti') godranno della Sua protezione. Poiché avranno 'seminato secondo giustizia', raccoglieranno "misericordia"; dal momento che 'avranno cercato Dio', riceveranno "giustizia". 

Che dire di voi, "figli d'Israele"? State 'seminando secondo giustizia', comportandovi come piace a Dio? State 'cercando il vostro Dio', sforzandovi di conoscere ciò che richiede da voi? E voi che abitate a Gerusalemme e dintorni, state facendo i "piani" per allontanarvi dalla "zona di pericolo", al limite "fuggendo ai monti" d'Israele, se non avete la possibilità di andare all'Estero? Scorgete in queste parole la "mano" di Dio che si tende verso di voi per 'attirarvi' amorevolmente sotto la sua protezione? Ricordate che il prossimo "giorno del Signore (YHWH)", o "giorno del giudizio",  non sarà uguale per tutti. Chi si mostra sensibile alle "sollecitazioni" di Dio godrà della Sua protettiva benedizione. Chi invece si rifiuta di "tornare" all' Iddio d'Israele subirà in pieno tutti gli effetti della "grande tribolazione". 

"O Israele, torna al Signore (YHWH), al tuo Dio, ... Io guarirò la loro infedeltà, io li amerò di cuore, poiché la mia ira si è distolta da loro. Io sarò per Israele come la rugiada; egli fiorirà come il giglio e spanderà le sue radici come il Libano. I suoi rami si estenderanno; la sua bellezza sarà come quella dell'ulivo, ... Chi è saggio ponga mente a queste cose! Chi è intelligente le riconosca! Poiché le vie del Signore (YHWH) sono rette; i giusti cammineranno per esse, ma i trasgressori vi cadranno" (Osea 14:1,4-6,9).

"Servo fedele e prudente", dove sei? (Matteo 24:45)



Nella sua profezia riguardante il "segno" della sua "presenza" come re del regno di Dio, Gesù Cristo menzionò pure un "servo fedele e prudente" che, alla sua "venuta", sarebbe stato ricompensato per aver provveduto "vitto a suo tempo" agli altri "domestici della sua "casa". Come abbiamo visto in un post precedente, non si tratta né di una singola persona né di un gruppo di persone "predestinate" a restare fedeli. Gesù voleva sottolineare la necessità che i suoi seguaci si mantenessero all'altezza del compito assegnato per essere trovati "pronti" quando tornerà a giudicare il mondo. Dal contesto si comprende che si riferiva in particolare ai cristiani di discendenza ebraica con la speranza di partecipare al regno di Dio in qualità di "re e sacerdoti" (Matteo 24:40-44; 25:1-32).

Che dire di te che leggi? Forse non solo sei ebreo di nascita, ma sei anche "tornato" all' "Iddio d'Israele" pentendoti dei tuoi peccati, riconoscendo nel Signore Gesù il Messia promesso, e dedicandoti al Creatore per fare la Sua volontà. Magari, in risposta alle tue preghiere e alla tua fede, hai anche ricevuto la "chiamata", ovvero l'incarico di rendere testimonianza al Regno, e almeno un "dono" del Suo Spirito Santo. In tal caso, ovunque ti trovi nel mondo, sappi, "fratello" o "sorella" nella fede, che hai tutto il mio sostegno e apprezzamento!

Se la "luce" che Dio ti ha donato non ti concede, almeno per ora, di condividere la mia "interpretazione" della Scrittura, così come la espongo nei miei post, ti stimo e ti rispetto comunque. Se invece, analizzando le mie argomentazioni in preghiera, scopri di condividere il mio stesso "intendimento", aiutami a diffondere anche ad altri questa "luce" che viene da Dio. In ogni caso, se ti fa piacere, scrivimi in privato. Ho un "messaggio" incoraggiante per te!

Quanto a me, sono convinto che fra breve inizierà un periodo decisivo per la sopravvivenza dell'umanità. È essenziale che tutti noi che abbiamo una simile "comunione" nella fede, ci manteniamo uniti fra di noi e al nostro Signore, per poter risplendere come "stelle" durante la "notte" che ci attende, aiutando quante più persone ad ottenere la "salvezza" (Efesini 4:1-16; Ebrei 10:24,25; Filippesi 2:15). Anche se non ti conosco ancora, inizio a pregare per te...😊

mercoledì 6 febbraio 2019

Abitanti di Gerusalemme, 'fuggite ai monti'!




In vista della futura distruzione di "Gerusalemme", di cui stiamo parlando da un po' , è necessario 'uscire da essa', smettendo di sostenerla politicamente e religiosamente e allontanandosi dalla "zona di pericolo", che sarà presto teatro dello scontro fra il "re del settentrione" e il "re del mezzogiorno" citati nella profezia di Daniele (Apocalisse18:4; Daniele 11:29-45). Questo potrebbe includere, per chi ne ha la possibilità, anche trasferirsi all'estero per un po'. Ma evidentemente non tutti potranno farlo e anzi la stragrande maggioranza degli abitanti di Gerusalemme dovrà restare in patria. Viene da chiedersi come potranno essere anche loro salvati.

Siamo grati che Dio, l' "Iddio d'Israele", non ci abbia lasciati all'oscuro e, nel Suo immenso amore per il Suo "popolo", ci abbia rivelato la "via di fuga". La troviamo racchiusa nelle parole che il Messia, Gesù Cristo, rivolse ai suoi discepoli per prepararli alla "grande tribolazione". Leggiamo: "Quando dunque vedrete l'abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge faccia attenzione!), allora quelli che saranno nella Giudea fuggano ai monti; ... perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v'è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà" (Matteo 24:15,16,21).

Analizziamo questa profezia per capire cosa implichi 'fuggire ai monti' e a quali "monti" si riferiva Gesù. Innanzitutto notiamo chi erano i destinatari principali del suo messaggio. A differenza del comando di 'uscire da Babilonia la grande', che è generico e ha in primo luogo un significato spirituale, questo "comando" di Gesù non è rivolto a tutti, bensì a "quelli che saranno nella Giudea", e indica un'azione precisa, ovvero 'fuggire ai monti'. Gesù indicò anche il momento preciso in cui i suoi seguaci avrebbero dovuto compiere tale azione, cioè 'quando avrebbero visto Gerusalemme circondata da eserciti', per citare le parole del racconto parallelo dell'evangelista Luca (Luca 21:20). In base alle notizie recenti che riguardano Israele, non è forse vero che gli "eserciti" delle nazioni del "re del settentrione" stanno già "circondando" Gerusalemme con le loro "minacce" e "azioni militari" più o meno esplicite? Non si stanno forse preparando a 'collocare' l' "l'abominazione" in un "luogo santo", profanandolo con la loro "presenza" ostile? Capite quanto sia urgente ed essenziale essere pronti a ubbidire al comando di Gesù?

Per capire di quali "monti" stesse parlando, confrontiamo un'altra occasione particolare in cui menzionò dei "monti": "Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e una di queste si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti per andare in cerca di quella smarrita? E se gli riesce di trovarla, in verità vi dico che egli si rallegra più per questa che per le novantanove che non si erano smarrite. Allo stesso modo, il Padre vostro che è nei cieli non vuole che uno solo di questi piccoli perisca" (Matteo 18:12-14).

Queste parole sono a volte usate, a ragione, per illustrare l'amore di Dio per tutte le Sue creature, anche dei "peccatori", "pecore smarrite", nella speranza che possano tornare al Lui, al loro "Pastore". Il contesto però ci permette di individuare un significato ulteriore. Gesù specifica l'identità di queste "pecore" allorché ne parla come di "piccoli". Come abbiamo già considerato in un post precedente, i "piccoli" sono principalmente le persone di discendenza ebraica che hanno la speranza di partecipare al regno di Dio come "re e sacerdoti", altrimenti detti "fratelli" spirituali di Gesù. Il vangelo di Luca riporta queste parole nel contesto della cosiddetta "parabola del figliuol prodigo". Quindi anche qui si riferisce in particolare a quegli ebrei di nascita che sarebbero dovuti tornate a Dio. Stiamo parlando della "restaurazione" di "Gerusalemme" che è cominciata al tempo di Gesù e presto avrà il suo felice culmine. Nel nostro tempo, infatti, si stanno "radunando" le ultime "pecore disperse". Dunque le parole di Gesù sulle "pecore" hanno pure un significato "profetico" per i nostri giorni. Il che le collega direttamente alla profezia riguardante la "tribolazione", permettendoci di capirne la portata. 

Un salmo profetico, che parla del "popolo" ebraico di Dio, dice che esso è "il popolo di cui ha cura e il gregge che la sua mano conduce" e poi invita chi ne fa parte a 'udire la sua voce' e a 'non indurire il proprio cuore', come fecero i loro antenati (Salmo 95:7-11). L' apostolo Paolo spiegò che questa profezia si sarebbe adempiuta in quegli ebrei che sarebbero "entrati" nel "riposo di Dio", "riposandosi" dalle loro "opere morte" per ricevere la Sua approvazione. In questo modo avrebbero beneficiato del "riposo sabatico" di Dio, il "settimo giorno" in cui Dio "si riposò" dalle sue opere in relazione alla terra (Ebrei 4:1-11). Questo "giorno", come sappiamo, è ancora in corso e finirà presumibilmente intorno al prossimo 4 aprile, quando inizierà la predetta "ricreazione". E quindi è proprio nel nostro tempo che si stanno adempiendo, in modo speciale, le parole di Gesù sulle "pecore". 

Ma quando sarebbe finito il "radunamento" degli ultimi "eletti"? L' Apocalisse indica che il "suggellamento" sarebbe stato completato immediatamente prima che i "quattro angeli" avessero rilasciato i "venti" della distruzione. Fu, infatti, detto loro di aspettare "fino" al momento in cui non fossero stati "segnati sulla fronte, con il sigillo, i servi del nostro Dio". Si intende che dopo tale termine avrebbero avuto via libera (Apocalisse 7:2-4). La parallela profezia di Ezechiele precisa che, dopo che l' "uomo vestito di lino" (il "servo fedele e prudente") avrà apposto il "segno" della salvezza "sulla fronte" degli ebrei fedeli, sarà concesso ai "sei uomini" (le nazioni che compongono il "re del settentrione") di eseguire la distruzione di Gerusalemme (Ezechiele 9:1-7). Perciò, gli ultimi ebrei saranno "eletti" per il regno di Dio poco prima che Gerusalemme sarà completamente distrutta, a metà della "settimana" di anni che sta per iniziare. 

Tornando alla profezia di Gesù, notate che, mentre le "novantanove" "pecore" "sui monti" sarebbero state al sicuro, perché "non si erano smarrite", quella che si era "smarrita", allontanandosi dalle altre, si sarebbe trovata in pericolo di vita! Tant'è vero che il pastore avrebbe lasciato le altre "sui monti" per cercarla. Quand'è che il "popolo" ebraico di Dio avrebbe ricevuto la necessaria protezione dai suoi "nemici"? L' Apocalisse dice che sarà protetto per almeno "1260 giorni", o "tre tempi e mezzo", cioè dalla distruzione di Gerusalemme fino al termine della "settimana" di anni. L' espressione "fuggì nel deserto, dove ha un luogo preparato da Dio" illumina sorprendentemente le parole di Gesù riguardo al "fuggire ai monti". Come dicevamo, sono gli stessi "monti" della "parabola" delle "pecore". Il discepolo Luca, citando la "parabola", sostituisce "monti" con "deserto", evidentemente perché i "monti" che aveva in mente Gesù erano contrassegnati da aree desertiche (Apocalisse 12:6,14; Luca 15:4-7).

Il profeta Isaia, parlando di quando Gerusalemme sarà devastata e il "paese" sarà "nel lutto e nel sangue", dice che "i peccatori" saranno "presi da spavento in Sion" davanti al "fuoco divorante", ma "colui che cammina per le vie della giustizia e parla rettamente", notate, "abiterà in luoghi elevati, le rocche fortificate saranno il suo rifugio; il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata". "Sopra ogni alto monte e sopra ogni elevato colle ci saranno ruscelli, acque torrenti, nel giorno del gran massacro, quando cadranno le torri". E ancora, mentre quelli che abbandonano l' "Iddio d'Israele", 'che dimenticano il suo monte santo (Sion)', si contaminano con l'idolatria e 'preferiscono ciò che Gli dispiace' 'saranno destinati alla spada' e ad essere "scannati", i Suoi 'servi mangeranno ... berranno...gioiranno... (e) canteranno per la gioia del loro cuore'. Gli altri, al contrario, 'avranno fame ... sete... saranno delusi ...(e) grideranno per l'angoscia del loro cuore e urleranno per lo spirito affranto' (Isaia 33:9,14-16; 30:25; 65:11-14). 

È Dio stesso che ci indica di quali "monti" si tratta, senza lasciare dubbi. Parlando delle "pecore disperse" che cercherà e ricondurrà nel suo "ovile", promette: "Le pascerò sui monti d'Israele, lungo i ruscelli ... in buoni pascoli e i loro ovili saranno sugli alti monti d'Israele; esse riposeranno là in buoni ovili e pascoleranno in grassi pascoli sui monti d'Israele" (Ezechiele 34:14). Quando il Messia sarà intronizzato come "re" del regno di Dio, i "monti d'Israele" 'porteranno pace al popolo' superstite che vi si sarà rifugiato. Mentre gli abitanti di Gerusalemme "infefeli" patiranno pesantemente la fame e gli altri effetti della "grande tribolazione", "vi sarà abbondanza di grano nel paese, sulle cime dei monti. Ondeggeranno le spighe come fanno gli alberi del Libano e gli abitanti della città (fedeli) fioriranno come l'erba della terra"  (Salmo 72:3,16).

Qualcuno potrebbe chiedersi come sia possibile trovare tanto da mangiare sulla cima delle montagne, per di più desertiche! Ma è proprio nelle peggiori circostanze che possiamo sperimentare l'aiuto di Dio. I nostri "amici" ebrei ricorderanno come l' "Iddio d'Israele" provvide alle necessità fisiche del suo "popolo" mentre si trovava nel deserto, al tempo di Mosè e Giosuè, prima di raggiungere la "terra promessa". È lo fece per più di quarant'anni! Non sarà difficile per Lui soddisfare nuovamente i bisogni fondamentali del suo "popolo" per circa "tre anni e mezzo" dopo la distruzione di Gerusalemme! 

Che dire di voi che abitate a Gerusalemme e nel resto della Giudea? Siete "tornati" spiritualmente al vostro "Pastore", pentendovi dei vostri peccati e riconoscendo il Messia promesso, Gesù Cristo, come "Signore" nella vostra vita? Avete ricevuto il "segno" della salvezza sulla vostra "fronte"? Ricordate che Dio "non vuole che uno solo di questi piccoli (i suoi "eletti" ebrei)" perisca" e sta andando pazientemente alla ricerca delle ultime "pecore smarrite". Siete pronti a "fuggire ai monti" vedendo Gerusalemme "circondata"? Appena potete, cominciate a fare i preparativi per trasferirvi, insieme con la vostra famiglia, su uno dei "monti d'Israele" che Dio vi indicherà, avendo fede che provvederà a tutte le vostre necessità. Tempo qualche anno e Gerusalemme sarà distrutta. Non aspettate che si faccia troppo tardi! Agite con prontezza, come il "giusto" Lot al quale gli angeli dissero di "fuggire nella regione montagnosa". Gesù avvertì: "Chi sarà sulla terrazza non scenda per prendere quello che è in casa sua; è chi sarà nel campo non torni indietro a prendere la sua veste. Guai alle donne che saranno incinte e a quelle che allatteranno in quel giorno! Pregate che la vostra fuga non avvenga d'inverno né di sabato" (Matteo 24:17-20). Per voi che abitate a Gerusalemme, i "monti d'Israele" saranno la vostra "arca" di salvezza. "Va', o mio popolo," dice il vostro Dio, "entra nelle tue camere (o "stanze interne"), chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante (almeno "tre anni e mezzo"), finché sia passata l'indignazione" (Isaia 26:20). 

Abbiate lo stesso desiderio del salmista che, spaventato e turbato "per la voce del nemico, per l'oppressione dell'empio", anelava a 'fuggire lontano, ad andare ad abitare nel deserto' per ripararsi "dal vento impetuoso e dalla tempesta". Possiate dire anche voi: "Alzo gli occhi verso i monti... Da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore (YHWH), che ha fatto il cielo e la terra". "Il Signore (YHWH) è il mio pastore: nulla mi manca. Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme". "Dio (YHWH), il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle alture" (Salmo 55:2-8; 23:1,2; Abacuc 3:19).

"Figli d'Israele", 'esultate nel Dio della vostra salvezza!




Vi è mai capitato di chiedervi, davanti a episodi di inaudita violenza o al dilagare dell'ingiustizia, perché Dio sembra non far niente per impedirlo? Forse soffrite da molto (troppo) tempo per varie cause e non vedete l'ora che Dio vi dia un po di sollievo. Succede anche ai "figli d'Israele" che mal sopportano la cattiveria così diffusa intorno a loro. Lo aveva profetizzato il profeta Abacuc: "Fino a quando griderò, o Signore (YHWH), senza che tu mi dia ascolto? Io grido a te: 《Violenza!》e tu non salvi. Perché mi fai vedere l'iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità? Mi stanno davanti rapina e violenza; ci sono liti e nasce la discordia. Perciò la legge è senza forza, il diritto non si fa strada, perché l'empio raggira il giusto e il diritto ne esce pervertito" (Abacuc 1:2-4).

Potete star certi che Dio non è indifferente alle vostre sofferenze e ha già preso provvedimenti per aiutarvi. Riguardo all' "infedele" Israele, che contribuisce a rendere la "legge" inefficace (o "senza forza") allorché calpesta i diritti altrui e continua a provocare indicibili sofferenze a chi gli capita "a tiro", l' "Iddio d'Israele" promette che presto dovrà renderne conto! Potrebbe sembrare strano che Dio se la prenda con il suo stesso "popolo", quello ebraico che Gli è "legato" in virtù di un "parto eterno", ma è proprio ciò che farà, "un'opera che voi non credereste, nemmeno se ve la raccontassero", per dirla con le parole del profeta. "Poiché, ecco", dice Dio, "sto per suscitare i Caldei, questa nazione crudele e impetuosa, che percorre tutta la terra per impadronirsi di dimore che non sono sue" (Abacuc 1:5,6). 

Ma come?! Potrebbe dire qualcuno. Non avevamo detto che l'attacco di Israele sarebbe stato provocato dal "re del settentrione"? Da dove sono usciti questi "Caldei"? Niente paura! Cominciamo col dire che l'espressione "Caldei", o l'equivalente "Babilonia", che anticamente era la città dei "Caldei", nella Bibbia, ha due significati profetici distinti. Nel primo significato è usata come sinonimo di "Babilonia la grande", come quando Dio invita: "Uscite da Babilonia, fuggite lontano dai Caldei!" (Isaia 48:20; Apocalisse 17:5). Nel secondo significato "Babilonia" fa parte del "re del settentrione". Quando Geremia profetizzò che la "calamità" sarebbe venuta "dal settentrione", infatti, si riferiva prima di tutto ai "Caldei", ovvero la potenza babilonese di allora. 《Perciò così dice il Signore (YHWH) degli eserciti: "Poiché non avete dato ascolto alle mie parole, ecco, io manderò a prendere tutte le nazioni del settentrione", dice il Signore (YHWH), "e manderò a chiamare Nabucodonosor re di Babilonia, mio servitore, e le farò venire contro questo paese" (Geremia 1:14,15; 25:8,9). 

Di più. Dal momento che, come abbiamo già detto in precedenza, l' "Assiro" comprende le nazioni che occupano quello che fu l'esteso territorio sotto il dominio assiro-babilonese, e poiché tale territorio corrispondeva all'impero di Nabucodonosor, re di Babilonia, possiamo affermare che la "Babilonia" profetica che avrebbe invaso "Gerusalemme" equivale all' "Assiro". La descrizione che ne fa Abacuc, infatti, corrisponde esattamente, come un'impronta digitale, alle caratteristiche già riscontrate a proposito sia del "re del settentrione" che dell' "Assiro", in particolare all'impeto del suo attacco e all'atteggiamento di sprezzante superiorità che manifesta. "È un popolo terribile e spaventoso; ... i suoi cavalli sono più veloci dei leopardi, più agili dei lupi della sera; i suoi cavalieri procedono con fierezza, i suoi cavalieri vengono da lontano, volano come l'aquila che piomba sulla preda. Tutta quella gente viene per darsi alla violenza, le loro facce bramose sono tese in avanti, e ammassano prigionieri come sabbia. Si fanno beffe dei re, i principi sono per loro oggetto di scherno; ridono di tutte le loro fortezze, fanno dei terrapieni e le prendono. Poi passano come il vento, passano oltre e si rendono colpevoli; questa loro forza è il loro dio" (Abacuc 1:7-11). 

Ma, nonostante l'invasore sia così violento e si vanti di "massacrare le nazioni senza pietà", il profeta è fiducioso nell'aiuto dell' "Iddio d'Israele". "Non sei tu dal principio, o Signore (YHWH)", chiede, "Il mio Dio, il mio Santo? Noi non moriremo!" (Abacuc 1:12-17). "Figli d'Israele", avete anche voi una simile fiducia nell'Iddio della vostra salvezza? Quanto a me, farò come Abacuc. "Io starò al mio posto di guardia, mi metterò sopra una torre e starò attento a quello che il Signore (YHWH) mi dirà". Certo non mi metto sopra una "torre" letterale, ma cercherò di restare "vigilante", osservando attentamente in che modo gli avvenimenti adempiono le profezie bibliche. Come ho detto più volte, la profezia di Dio si adempie sempre, compreso il giudizio contro l'infedele "Gerusalemme". "È una visione per un tempo già fissato. Essa si affretta verso il suo termine e non mentirà". Il "re del settentrione" con il suo "Assiro" (o "Caldei") sta già avanzando inesorabilmente verso la sua meta. "Ecco, egli si è inorgoglito, non agisce rettamente; ma il giusto per la sua fede vivrà" (Abacuc 2:1,3,4). 

Alla fine, quando Dio eseguirà il giudizio sul mondo, anche i "Caldei", che 'costruiscono la città con il sangue e fondano una città sull'iniquità', dovrà pervenire alla sua fine. Saranno "guai" per loro! "Tu sarai saziato d'infamia anziché di gloria. ... Poiché la violenza ... e la devastazione ... ricadranno su di te, a causa del sangue umano sparso, della violenza fatta ai paesi, alle città e a tutti i loro abitanti". Per allora Dio sarà "nel suo tempio santo" nella "Gerusalemme" restaurata. Le nazioni del mondo faranno bene a 'far silenzio in sua presenza' invece di 'affaticarsi' e 'stancarsi per nulla'. Qualsiasi "azione" avranno la presunzione di intraprendere contro la "città" del "Re glorioso" si ritorcerà contro di loro. "Il suo splendore è pari alla luce, dei raggi partono dalla sua mano; là si nasconde la sua potenza. Davanti a lui cammina la peste, la febbre ardente segue i suoi passi. Egli si ferma e scuote la terra; guarda e fa tremare le nazioni". Il "Re glorioso" 'avanzerà sui suoi cavalli, sui suoi carri vittoriosi', le "schiere" celesti chiamate per eseguire il Suo giudizio. Tenderà il Suo "arco" e lancerà le Sue "frecce" contro i "nemici" del Suo "popolo" redento. La luce del sole e della luna impallidiranno davanti 'alla luce delle sue saette'. 'Percorrerà la terra con furore, schiaccerà le nazioni nella sua ira'. "Tu esci per salvare il tuo popolo, per liberare il tuo unto; tu abbatti la cima della casa dell'empio e la demolisci fino alle fondamenta". Quando i "nemici" d'Israele 'verranno come un uragano', Dio li 'trafiggerà con le loro stesse frecce' (Abacuc 2:5-13,16,17,20; 3:4-14). 

Durante la prossima "grande tribolazione" ci saranno veramente "tempi difficili" (Matteo 24:21; 2 Timoteo 3:1). "Infatti il fico non fiorirà, non ci sarà più frutto nelle vigne; il prodotto dell'ulivo verrà meno, i campi non daranno più cibo, le greggi verranno a mancare me gli ovuli e non ci saranno più buoi nelle stalle". E voi, "figli d'Israele", cosa farete allora? Se sarete "usciti" da "Babilonia la grande" e sarete "tornati" al vostro Dio, sarete fra i "giusti" che 'vivranno per fede'. Potrete avere la stessa determinazione di Abacuc. "Mi rallegrerò nel Signore (YHWH), esulterò nel Dio della mia salvezza. Dio, il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle alture" (Abacuc 3:16-19).