Questa
preghiera che il Signore Gesù ci ha insegnato assume un significato
profetico speciale proprio nei nostri giorni, in questa "settimana" di
anni iniziata il 4 aprile. Analizziamola insieme, facendoci guidare
dallo Spirito Santo nella sua comprensione. Per brevità, non riporterò
tutti i riferimenti biblici, in quanto li ho già menzionati negli
articoli precedenti.
Gesù
disse: "Voi dunque pregate così" (Matteo 6:9). Cosa intendeva dire il
nostro Maestro, che dovessimo ripetere esattamente le stesse parole ogni
volta che ci rivolgiamo a Dio? No. La Bibbia ci mostra molte forme di
preghiera, alcune di semplice lode, altre implorazioni o richieste di un
aiuto immediato. Gli altri Vangeli che descrivono la stessa preghiera
non usano le stesse parole, pur lasciandone inalterato il senso
generale. Evidentemente Gesù voleva darci un "modello" di preghiera che
avremmo potuto "adattare" personalmente in base alle circostanze, ma
sempre in armonia con la volontà di Dio. Se ci fate caso, in essa è
contenuta, infatti, ogni forma di preghiera che potremmo voler fare, per
ogni occasione utile. Veramente Gesù è un grande Maestro!
La
preghiera inizia così: "Padre nostro che sei nei cieli" (Matteo 6:9).
Per prima cosa, per essere approvati da Dio, dobbiamo riconoscere che è
il "Padre" della nostra vita, il Creatore, al quale dobbiamo tutto il
nostro amore, come un figlio che prova riconoscenza per il genitore che
si prende cura di lui. Questa è la fede che Dio si aspetta da tutti i
Suoi figli. Il nostro "Padre" è "nei cieli", in una dimensione
spirituale molto superiore alla nostra. Dall'alto della Sua eccelsa
posizione, Egli può vedere ogni cosa, del passato, presente e futuro.
Nulla sfugge alla Sua attenzione, per cui possiamo essere fiduciosi che a
suo tempo interverrà a favore di tutti coloro che Lo amano. Ed è anche
profondamente umile, al punto che, per così dire, si "abbassa" verso di
noi per sostenerci nei nostri bisogni quotidiani.
"Sia
santificato il tuo nome" (Matteo 6:9). Noi desideriamo che il "nome" di
Dio, la Sua reputazione, sia "santificato", o considerato sacro. Troppo
spesso le persone infangano il buon nome di Dio, attribuendogli tutti i
mali del mondo o dicendo che semplicemente non esiste o non si
interessa di noi. Noi che percepiamo l'amore di Dio nella nostra vita
possiamo smentire queste affermazioni. Dio ha anche un nome proprio,
riportato nella Bibbia migliaia di volte, indicato dal Tetragramma YHWH,
e reso spesso con "Geova" o "Yahweh". Alcuni infangano questo nome
proprio di Dio sostenendo che appartenga a qualche remota divinità
sanguinaria e tribale! Ma Geova, il Creatore dei cieli e della terra,
farà presto conoscere a tutto il mondo chi è realmente. Insieme a Suo
Figlio, Gesù Cristo, è il nuovo "re" della terra e, proprio in questo
momento, ci sta giudicando individualmente, ma non per condannarci,
bensì per aiutarci a godere del Suo favore.
"Venga
il tuo regno" (Matteo 6:10). Da quando Gesù è stato intronizzato nei
cieli, anche i "santi" che erano morti sono stati risuscitati per
regnare con lui. Alla fine, allorché gli ultimi "eletti" ancora in vita
sulla terra saranno "rapiti" in cielo, assumendo corpi spirituali,
questo regno celeste sarà composto da 144.000 governanti oltre al re in
carica. Poi "verrà" quando la "nuova Gerusalemme" scenderà dal cielo e
Dio sarà ogni cosa a tutti, ovvero dopo la battaglia finale di
Armaghedon.
"Sia fatta
la tua volontà, come in cielo, anche in terra" (Matteo 6:10). Preghiamo
che sia sempre fatta la volontà di Dio, anche se spesso non è così.
Quante persone soffrono nel mondo, non certo per volontà di Dio, ma per
colpa di altri uomini che causano guerre e soprusi di ogni genere! "In
cielo", da che è stato istituito il regno, si fa veramente la volontà di
Dio. Satana, il principale nemico della pace universale, è stato
allontanato e "scacciato" sulla terra. Ne vediamo l'accresciuta attività
intorno a noi. Ma viviamo anche in una nuova "stagione" di miracoli,
Dio ha "ripreso" la Sua "opera" in relazione alla terra su scala
mondiale, dopo che si era "riposato" nel "settimo giorno". Già ora, di
tanto in tanto, sta compiendo veri e propri "miracoli", salvando
determinate persone in estreme condizioni di pericolo. Presto ne vedremo
anche altri, specie quando i nostri cari che non ci sono più torneranno
in vita. Se abbiamo qualche problema serio che ci affligge, forse una
grave malattia o un disturbo cronico che non riusciamo a risolvere con
le cure mediche, preghiamo il nostro Padre celeste di sostenerci e, se
Lo desidera, di compiere un "miracolo" per noi, sicuri che ha il potere
di farlo.
"Dacci oggi il
nostro pane quotidiano" (Matteo 6:11). Questa richiesta ha particolare
importanza nei "tempi difficili" in cui viviamo, e l'avrà ancora di più
quando scoppierà la predetta "grande tribolazione". Dobbiamo essere
assolutamente convinti che Dio non ci lascerà morire di fame se
confidiamo in Lui e facciamo quel che è in nostro potere per sostenerci.
Gli ebrei sanno bene cosa significa 'chiedere il necessario per il
giorno'. Quando erano nel deserto, Dio li sfamò con la manna, un
alimento nutriente simile a farina per consistenza dal sapore
dolciastro. Dio comandò attraverso Mosè che ne raccogliessero il
necessario per ciascun giorno, con la fiducia che ne avrebbero trovata
altra l'indomani. Era una prova di fede e ubbidienza. Lo stesso dovremmo
fare noi. Non chiediamo a Dio di darci tutto il possibile e
immaginabile, per farci accumulare tanti beni, come se non avessimo un
domani. Chiediamo solo il necessario per ciascun giorno, perché siamo
sicuri che l'indomani Dio ce ne darà dell'altro secondo il bisogno. Va
bene fare delle "provviste" in vista della "tribolazione", come fa la
saggia formica, ma non dobbiamo riporre la nostra fiducia nelle cose
materiali, che possono essere trafugate o andare disperse. Ciò che ci
garantirà la sopravvivenza sarà avere una forte fede in Dio e nella Sua
capacità di provvedere alle nostre necessità. "Cercate prima il regno di
Dio", disse Gesù, "e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno
date di più" (Matteo 6:33). State cercando prima di ogni altra cosa il
regno di Dio, sottommettendovi alle sue "leggi" contenute nella Bibbia,
in modo da diventarne "sudditi" ubbidienti? State cercando la
"giustizia" di Dio, e non la vostra, amando ciò che Dio ama e odiando
ciò che Lui odia, oltre a comportarvi onestamente in ogni cosa?
"Rimettici
i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori"
(Matreo 6:12). Dal contesto si capisce che i "debiti" sono i "peccati"
che commettiamo contro Dio e i "torti" che riceviamo dagli altri.
Possiamo chiedere a Dio di perdonare i nostri peccati solo se noi siamo
disposti a perdonare i torti che riceviamo. Ricordate che viviamo nel
"giorno del giudizio" e il re costituito, Gesù Cristo, la "Parola di
Dio", ci sta esaminando fin nel profondo di noi stessi. Se intimamente
nutriamo rancore e odio per qualcuno, non possiamo sperare di essere
giudicati positivamente. "Se voi non perdonate agli uomini, neppure il
Padre vostro perdonerà le vostre colpe" (Matteo 6:15).
"Non
ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno" (Matteo 6:13). Dio
non ci induce in tentazione, nel senso che non ci fa sbagliare.
Preghiamo invece che non ci esponga alla tentazione, lasciandoci soli e
indifesi. Desideriamo che ci assista nelle numerose prove che
affrontiamo, e affronteremo di qui in avanti, così come sostenne il Suo
unigenito Figlio mentre era sulla terra. Fin dal principio della sua
"missione", nel deserto, Satana gli si accanì contro, cercando in tutti i
modi di sfruttare un suo lato "debole" per farlo desistere. Lo stesso
Satana fa con coloro che hanno il compito di rendere testimonianza a
Gesù, soprattutto con i "santi". Sa che siamo esseri umani, fragili per
natura e pieni di difetti, e cerca in ogni modo di spingerci lontano da
Dio. Che Dio ci liberi sempre dalle sue trappole! Mai come in questo
particolare momento storico, in cui il diavolo e i suoi angeli sono
stati "scagliati" sulla terra, a stretto contatto con noi, abbiamo
bisogno che il nostro Padre celeste ci soccorra con il Suo Spirito Santo
e i Suoi potenti angeli, che vigilano invisibilmente su di noi.
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