mercoledì 17 aprile 2019

"Padre nostro che sei nei cieli"



Questa preghiera che il Signore Gesù ci ha insegnato assume un significato profetico speciale proprio nei nostri giorni, in questa "settimana" di anni iniziata il 4 aprile. Analizziamola insieme, facendoci guidare dallo Spirito Santo nella sua comprensione. Per brevità, non riporterò tutti i riferimenti biblici, in quanto li ho già menzionati negli articoli precedenti.

Gesù disse: "Voi dunque pregate così" (Matteo 6:9). Cosa intendeva dire il nostro Maestro, che dovessimo ripetere esattamente le stesse parole ogni volta che ci rivolgiamo a Dio? No. La Bibbia ci mostra molte forme di preghiera, alcune di semplice lode, altre implorazioni o richieste di un aiuto immediato. Gli altri Vangeli che descrivono la stessa preghiera non usano le stesse parole, pur lasciandone inalterato il senso generale. Evidentemente Gesù voleva darci un "modello" di preghiera che avremmo potuto "adattare" personalmente in base alle circostanze, ma sempre in armonia con la volontà di Dio. Se ci fate caso, in essa è contenuta, infatti, ogni forma di preghiera che potremmo voler fare, per ogni occasione utile. Veramente Gesù è un grande Maestro! 

La preghiera inizia così: "Padre nostro che sei nei cieli" (Matteo 6:9). Per prima cosa, per essere approvati da Dio, dobbiamo riconoscere che è il "Padre" della nostra vita, il Creatore, al quale dobbiamo tutto il nostro amore, come un figlio che prova riconoscenza per il genitore che si prende cura di lui. Questa è la fede che Dio si aspetta da tutti i Suoi figli. Il nostro "Padre" è "nei cieli", in una dimensione spirituale molto superiore alla nostra. Dall'alto della Sua eccelsa posizione, Egli può vedere ogni cosa, del passato, presente e futuro. Nulla sfugge alla Sua attenzione, per cui possiamo essere fiduciosi che a suo tempo interverrà a favore di tutti coloro che Lo amano. Ed è anche profondamente umile, al punto che, per così dire, si "abbassa" verso di noi per sostenerci nei nostri bisogni quotidiani. 

"Sia santificato il tuo nome" (Matteo 6:9). Noi desideriamo che il "nome" di Dio, la Sua reputazione, sia "santificato", o considerato sacro. Troppo spesso le persone infangano il buon nome di Dio, attribuendogli tutti i mali del mondo o dicendo che semplicemente non esiste o non si interessa di noi. Noi che percepiamo l'amore di Dio nella nostra vita possiamo smentire queste affermazioni. Dio ha anche un nome proprio, riportato nella Bibbia migliaia di volte, indicato dal Tetragramma YHWH, e reso spesso con "Geova" o "Yahweh". Alcuni infangano questo nome proprio di Dio sostenendo che appartenga a qualche remota divinità sanguinaria e tribale! Ma Geova, il Creatore dei cieli e della terra, farà presto conoscere a tutto il mondo chi è realmente. Insieme a Suo Figlio, Gesù Cristo, è il nuovo "re" della terra e, proprio in questo momento, ci sta giudicando individualmente, ma non per condannarci, bensì per aiutarci a godere del Suo favore. 

"Venga il tuo regno" (Matteo 6:10). Da quando Gesù è stato intronizzato nei cieli, anche i "santi" che erano morti sono stati risuscitati per regnare con lui. Alla fine, allorché gli ultimi "eletti" ancora in vita sulla terra saranno "rapiti" in cielo, assumendo corpi spirituali, questo regno celeste sarà composto da 144.000 governanti oltre al re in carica. Poi "verrà" quando la "nuova Gerusalemme" scenderà dal cielo e Dio sarà ogni cosa a tutti, ovvero dopo la battaglia finale di Armaghedon. 

"Sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra" (Matteo 6:10). Preghiamo che sia sempre fatta la volontà di Dio, anche se spesso non è così. Quante persone soffrono nel mondo, non certo per volontà di Dio, ma per colpa di altri uomini che causano guerre e soprusi di ogni genere! "In cielo", da che è stato istituito il regno, si fa veramente la volontà di Dio. Satana, il principale nemico della pace universale, è stato allontanato e "scacciato" sulla terra. Ne vediamo l'accresciuta attività intorno a noi. Ma viviamo anche in una nuova "stagione" di miracoli, Dio ha "ripreso" la Sua "opera" in relazione alla terra su scala mondiale, dopo che si era "riposato" nel "settimo giorno". Già ora, di tanto in tanto, sta compiendo veri e propri "miracoli", salvando determinate persone in estreme condizioni di pericolo. Presto ne vedremo anche altri, specie quando i nostri cari che non ci sono più torneranno in vita. Se abbiamo qualche problema serio che ci affligge, forse una grave malattia o un disturbo cronico che non riusciamo a risolvere con le cure mediche, preghiamo il nostro Padre celeste di sostenerci e, se Lo desidera, di compiere un "miracolo" per noi, sicuri che ha il potere di farlo.

"Dacci oggi il nostro pane quotidiano" (Matteo 6:11). Questa richiesta ha particolare importanza nei "tempi difficili" in cui viviamo, e l'avrà ancora di più quando scoppierà la predetta "grande tribolazione". Dobbiamo essere assolutamente convinti che Dio non ci lascerà morire di fame se confidiamo in Lui e facciamo quel che è in nostro potere per sostenerci. Gli ebrei sanno bene cosa significa 'chiedere il necessario per il giorno'. Quando erano nel deserto, Dio li sfamò con la manna, un alimento nutriente simile a farina per consistenza dal sapore dolciastro. Dio comandò attraverso Mosè che ne raccogliessero il necessario per ciascun giorno, con la fiducia che ne avrebbero trovata altra l'indomani. Era una prova di fede e ubbidienza. Lo stesso dovremmo fare noi. Non chiediamo a Dio di darci tutto il possibile e immaginabile, per farci accumulare tanti beni, come se non avessimo un domani. Chiediamo solo il necessario per ciascun giorno, perché siamo sicuri che l'indomani Dio ce ne darà dell'altro secondo il bisogno. Va bene fare delle "provviste" in vista della "tribolazione", come fa la saggia formica, ma non dobbiamo riporre la nostra fiducia nelle cose materiali, che possono essere trafugate o andare disperse. Ciò che ci garantirà la sopravvivenza sarà avere una forte fede in Dio e nella Sua capacità di provvedere alle nostre necessità. "Cercate prima il regno di Dio", disse Gesù, "e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date di più" (Matteo 6:33). State cercando prima di ogni altra cosa il regno di Dio, sottommettendovi alle sue "leggi" contenute nella Bibbia, in modo da diventarne "sudditi" ubbidienti? State cercando la "giustizia" di Dio, e non la vostra, amando ciò che Dio ama e odiando ciò che Lui odia, oltre a comportarvi onestamente in ogni cosa? 

"Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori" (Matreo 6:12). Dal contesto si capisce che i "debiti" sono i "peccati" che commettiamo contro Dio e i "torti" che riceviamo dagli altri. Possiamo chiedere a Dio di perdonare i nostri peccati solo se noi siamo disposti a perdonare i torti che riceviamo. Ricordate che viviamo nel "giorno del giudizio" e il re costituito, Gesù Cristo, la "Parola di Dio", ci sta esaminando fin nel profondo di noi stessi. Se intimamente nutriamo rancore e odio per qualcuno, non possiamo sperare di essere giudicati positivamente. "Se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe" (Matteo 6:15). 

"Non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno" (Matteo 6:13). Dio non ci induce in tentazione, nel senso che non ci fa sbagliare. Preghiamo invece che non ci esponga alla tentazione, lasciandoci soli e indifesi. Desideriamo che ci assista nelle numerose prove che affrontiamo, e affronteremo di qui in avanti, così come sostenne il Suo unigenito Figlio mentre era sulla terra. Fin dal principio della sua "missione", nel deserto, Satana gli si accanì contro, cercando in tutti i modi di sfruttare un suo lato "debole" per farlo desistere. Lo stesso Satana fa con coloro che hanno il compito di rendere testimonianza a Gesù, soprattutto con i "santi". Sa che siamo esseri umani, fragili per natura e pieni di difetti, e cerca in ogni modo di spingerci lontano da Dio. Che Dio ci liberi sempre dalle sue trappole! Mai come in questo particolare momento storico, in cui il diavolo e i suoi angeli sono stati "scagliati" sulla terra, a stretto contatto con noi, abbiamo bisogno che il nostro Padre celeste ci soccorra con il Suo Spirito Santo e i Suoi potenti angeli, che vigilano invisibilmente su di noi. 

Siamo grati che Dio ci abbia donato la "sapienza" nella persona di Suo Figlio, che, in questo tempo cruciale, continua ad assisterci con i suoi preziosi consigli. Facciamone tesoro! Continuiamo a pregare con fede il Padre in ogni momento della nostra vita. Come ci ha insegnato il Maestro, abbiamo molte ragioni e molti modi per farlo. Gesù disse che i nostri tempi, durante il suo "giorno" nel potere del regno, sarebbero stati, sotto certi aspetti, come i giorni di Noè prima del Diluvio. Anche allora gli angeli assunsero forme materiali e crearono una generazione mostruosa e una società violenta. Ma Dio provvide riparo a quelli che avevano fede in Lui e, attraverso Noè, fece costruire un'arca per la salvezza dell'umanità e di ogni specie animale allora esistente. I demoni non poterono niente contro quella costruzione divinamente ispirata. Lo stesso oggi. Satana e i suoi angeli non possono demolire l'arca spirituale che il più grande Noè, Gesù Cristo, e i suoi familiari, gli "eletti" in vita sulla terra, hanno costruito per la nostra protezione. Quest' "arca" simbolica, che racchiude tutti i provvedimenti spirituali di Dio, e in particolare il Suo "tempio", o "casa", ovvero la comunità dei "santi", resisterà a ogni "tempesta" che questo mondo satanico potrà scatenargli contro. Se restiamo, per così dire, all'interno di quest' "arca", avvalendoci dei provvedimenti di Dio per la salvezza, restando in particolare a stretto contatto con i "santi" che Dio ci ha donato per la nostra edificazione spirituale, non avremo nulla da temere e potremo guardare al futuro con fiducia. Presto il nome di Dio sarà "santificato" a livello mondiale allorché il Suo "regno" verrà a sistemare ogni cosa "in terra, così come in cielo", in armonia con la volontà di Dio. Fino ad allora, continuiamo a pregare il nostro Padre celeste, sicuri che ci salverà se avremo perseverato fino alla fine.

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