Come ho spiegato nei precedenti articoli, la "Filistia" profetica corrisponde oggi al popolo palestinese. Il profeta dice ai palestinesi di tremare. Perché mai? Devono forse tremare per gli attacchi che stanno subendo da Israele? Anche se sono invitati a non rispondere alle provocazioni israeliane, pare che non sia Israele il loro vero problema. La profezia indica che 'la verga che li colpiva sarà spezzata'. Chi è oggi che colpisce i palestinesi? L'esercito israeliano. Ebbene, non continuerà a colpirli ancora a lungo. Qualcuno li fermerà presto. E i palestinesi se ne rallegreranno, pensando di essersela cavata. Ma il profeta li invita a non farsi troppe illusioni. "Poiché dalla radice del serpente uscirà una vipera e il suo frutto sarà un drago volante" (Isaia 14:29).
Di chi si sta parlando? Nella Bibbia l' "originale serpente" è il principale Nemico di Dio, Satana il diavolo. Ai tempi di Gesù i suoi oppositori furono definiti da lui "progenie di vipere", perché manifestavano le stesse caratteristiche criminali dell' "originale serpente". Quest'ultimo nell'Apocalisse viene anche visto come un "dragone". Quindi la profezia rivela che degli uomini malvagi sarebbero stati guidati da quel "drago" contro i palestinesi. Il profeta ci permette di identificarli. "Urla,o porta! Grida, o città! Trema, o Filistia, tutta quanta! Poiché dal nord viene un fumo e nessuno sbanda dalla sua schiera" (Isaia 14:31).
Queste ultime parole sono straordinariamente simili a quelle di Gioele: "ognuno va diritto davanti a sé e non devia dal proprio sentiero. Nessuno spinge il suo vicino, ognuno avanza per la sua strada; si slanciano in mezzo alle frecce, non rompono le file" (Gioele 2:7,8). Dal contesto si comprende che Gioele sta parlando degli eserciti turchi che distruggeranno Gerusalemme. Sono gli stessi che, entro l'autunno 2021, faranno tremare i palestinesi.
Notate, infatti, la descrizione che ne fa Gioele: "Come l'aurora, si sparge sui monti un popolo numeroso e potente, quale non se n'è mai visto prima, e non se ne vedrà mai più in appresso negli anni delle generazioni future. Davanti a lui un fuoco divora, dietro divampa una fiamma; prima di lui, il paese era come il giardino dell'Eden; dopo di lui, è un deserto desolato; nulla gli sfugge. A vederli, sembrano cavalli, corrono come dei cavalieri. Sembra un fragore di carri, quando saltano sulle vette dei monti; crepitano come la fiamma che brucia la stoppia; sono come un popolo poderoso, schierato in battaglia. Davanti a loro tremano i popoli, ogni volto impallidisce" (Gioele 2:2-6). Anche i palestinesi che mostrano ostilità a Israele dovranno fare i conti con questo "popolo numeroso e potente". Attraverso Isaia Dio avverte la "Filistia": "io farò morire di fame la tua radice e quel che rimarrà di te sarà ucciso".
Servendosi della Turchia, l'Iddio d'Israele vendicherà il Suo popolo ebraico distruggendo i palestinesi. La "radice" indica ciò da cui scaturisce la vitalità di una pianta o un albero, le sue fondamenta. Similmente Dio minerà quel popolo alla base, nelle sue fondamenta istituzionali. Il profeta Daniele dice che la Turchia è il "piccolo corno" che sarebbe spuntato da una "bestia spaventosa, terribile, straordinariamente forte", l'impero romano (Daniele 7:7,8,23,24). Proprio come quel grande impero la Turchia sta conoscendo nei nostri giorni un'espansione senza precedenti e si sta imponendo con l'astuzia e la forza in tutto il mondo. L'Apocalisse spiega che, in seguito alla discesa sulla terra dell'"angelo dell'abisso", cioè il "dragone", un insolito esercito di "cavallette" o "cavalli al galoppo" avrebbe causato problemi al mondo (Appcalisse 9). Da questo comprendiamo che, dietro le "mire" espansionistiche turche, c'è il Nemico di Dio, lo stesso che Ezechiele chiama "Gog di Magog, principe sovrano di Mesec", laddove "Mesec" rappresenta oggi la Turchia (Ezechiele 38:2).
Ma, come ho spiegato in altre occasioni, non tutti i palestinesi sono destinati al massacro! Dio promette: "I più poveri avranno di che pascersi e i bisognosi riporteranno al sicuro". "Il Signore (YHWH) ha fondato Sion e in essa gli afflitti del suo popolo trovano rifugio" (Isaia 14:30,32). Quando gli ebrei fedeli andranno in Israele, anche persone umili palestinesi li accompagneranno nella "ricostruzione". Su di loro si avvereranno queste parole: "Poiché egli libererà il bisognoso che grida e il misero che non ha chi l'aiuti. Egli avrà compassione dell'infelice e del bisognoso e salverà l'anima dei poveri" (Salmo 72:12,13).
E voi che vivete in Palestina, intorno alla Striscia di Gaza o in Cisgiordania, siate saggi! Non combattete gli israeliani che vi opprimono. Presto sarete liberati da loro. Ma preparatevi all'arrivo dei soldati turchi, unendovi umilmente agli ebrei fedeli che torneranno a Gerusalemme