Come annunciato dal profeta, cercherò di mostrarmi vicino a tutti coloro che soffrono, di incoraggiare il bene e condannare il male (Isaia 61:1-3). Un futuro "luminoso" attende tutti quelli che cercano il Creatore con fede e amore. Seguimi anche su Facebook (VivoScribens), Instagram (versolaluce3) e YouTube (versolaluce)!
domenica 19 maggio 2019
Dio "è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in sua presenza!" (Abacuc 2:20)
Foto di meteoweb.eu
Sì, dal 4 aprile 2019, l'Onnipotente Dio, il Creatore del cielo e della terra, l' "Iddio d'Israele", è nel Suo "tempio", spiritualmente "presente", nel senso che sta prestando particolare attenzione a tutti coloro che si professano Suoi "testimoni", i "santi" che faranno parte del Suo regno e gli ebrei di nascita o discendenza che appartengono al "popolo" a Lui dedicato. Ha nominato Suo Figlio, il Messia promesso, Gesù Cristo, come re del Suo regno e giudice incaricato di tutta la terra. Da quel momento viviamo nel "Giorno del Giudizio" e siamo tutti, per così dire, sotto i riflettori. Dio e Gesù, insieme ai "santi" che sono già in cielo, stanno decidendo chi sarà degno di sopravvivere ai giudizi di Dio su questo mondo e superare la "grande tribolazione". È più che normale che "tutta la terra faccia silenzio", prestando attenzione a ciò che Dio ha da dirci.
Il messaggio di Dio per l'umanità disubbidiente, in particolare per l'infedele Israele, è pieno di "lamentazioni", profezie tetre che vengono fedelmente proclamate dai "due testimoni" di Apocalisse 11:3. Il profeta Abacuc se ne fece profeticamente portavoce: "Signore (YHWH), io ho udito il tuo messaggio e sono preso da timore. Signore (YHWH), da' vita all'opera tua nel corso degli anni! Nel corso degli anni falla conoscere! Nell'ira, ricordati di avere pietà!" (Abacuc 3:1,2). Di quale "opera" di Dio parla il profeta? Ce lo dice Dio stesso all'inizio del libro. "Guardate fra le nazioni, guardate, meravigliatevi e siate stupiti! Poiché sto per fare ai vostri giorni un'opera che voi non credereste, nemmeno se ve la raccontassero. Poiché, ecco, io sto per suscitare i Caldei, questa nazione crudele e impetuosa, che percorre tutta la terra per impadronirsi di dimore che non sono sue" (Abacuc 1:5,5). Come ho spiegato in un articolo precedente, questi "Caldei" coincidono con l' "Assiro" di altre profezie parallele e rappresentano quelle potenze politiche e militari immediatamente a nord di Israele (fra le quali Siria, Iraq, Iran) che fanno parte del "re del settentrione" della profezia di Daniele. L' "opera" inaudita che Dio avrebbe compiuto consiste nel permettere a questi "Caldei" di invadere e distruggere Israele. Gli avvenimenti delle ultime settimane fanno ormai presagire questo triste epilogo. Ma fino a qualche mese fa chi se lo sarebbe mai aspettato che uno degli stati più potenti al mondo, lo Stato Ebraico, che godeva del sostegno di potenti alleati in Occidente e Oriente, avrebbe subito un attacco di oltre 700 missili! Pochi ci avrebbero creduto, ma la profezia non mente. Certo, attualmente vige una "tregua", ma, purtroppo, non durerà a lungo. Come "sentinella" di Dio "io starò al mio posto di guardia", mi metterò, per così dire, "sopra una torre e starò attento a quello che il Signore (YHWH) mi dirà". E Dio promette che la profezia si avvererà immancabilmente! "È una visione per un tempo già fissato. Essa si affretta verso il suo termine e non mentirà; ... poiché certamente verrà, e non tarderà" (Abacuc 2:1,3). Da altre profezie possiamo discernere anche il "tempo fissato" in cui la "visione" sarà adempiuta. A metà della "settantesima settimana" di Daniele che è iniziata il 4 aprile, dopo i "1260" giorni dell'Apocalisse, entro il 4 ottobre 2022, Gerusalemme sarà distrutta per mano dei "Caldei" e del resto del "re del settentrione". Già ora le nazioni nemiche di Israele si stanno facendo avanti, fornendo, per loro stessa ammissione, solo un "assaggio" di quello che hanno intenzione di fare. Se questo è il "messaggio", non c'è da essere allegri. Altro che festeggiare come se nulla fosse! Gli abitanti di Israele dovrebbero "piangere" su Gerusalemme e "uscire" da "Babilonia"! Negli articoli precedenti ho spiegato nei dettagli cosa implica questo.
Dio sta dando vita alla Sua "opera" e la sta facendo conoscere attraverso i Suoi "profeti" "nel corso degli anni". Per tre anni e mezzo, infatti, a partire dal 4 aprile, i "due testimoni" profetizzeranno i giudizi di Dio sull'infedele Israele, che saranno eseguiti appunto 'nel corso di questi anni' e degli anni immediatamente successivi. Durante l'attuale "Giorno del Giudizio", "è giunta" l'ira di Dio ed "è arrivato il momento di giudicare i morti", di ricompensare i "giusti" e "distruggere quelli che distruggono la terra" (Apocalisse 11:18).
Poiché è terminato il "settimo giorno" di riposo, ora Dio ha ripreso a creare, prima risuscitando in cielo i "santi" che erano morti, poi man mano riportando in vita sulla terra tutti i Suoi fedeli servitori del passato e coloro, fino al nostro tempo, che sono morti nell'ignoranza inconsapevole di Dio, gli "ingiusti", ai quali darà l'opportunità di prendere posizione in vista del giudizio definitivo. Tutto questo che precede fa parte dell' "opera" di Dio che sarà annunciata e compiuta "nel corso degli anni".
Il profeta la descrive nei particolari, insieme agli "effetti" che produce. "Dio viene da Teman, il Santo viene dal monte Paran. La sua gloria copre i cieli, la terra è piena della sua lode" (Abacuc 3:3). Teman era una provincia situata a sud est di Israele e il monte Paran si trova nel deserto del Sinai. Il profeta ci ricorda che Dio verrà dalla direzione del Sinai, dove un tempo si era manifestato agli ebrei, per sottolineare che, in futuro, si manifesterà in modo simile quando entrerà come "re glorioso" nella Gerusalemme restaurata e risiederà sul monte Sion. Quando avrà eliminato tutti i nemici terreni del Suo regno, la terra sarà piena della sua lode. Ma prima deve eseguire i Suoi giudizi e purificare Gerusalemme. "Il suo splendore è pari alla luce, dei raggi partono dalla sua mano; là si nasconde la sua potenza. Davanti a lui cammina la peste, la febbre ardente segue i suoi passi. Egli si ferma e scuote la terra; guarda e fa tremare le nazioni. I monti eterni si frantumano, le colline secolari si abbassano" (Abacuc 3:4-6). Da questo comprendiamo che le "pestilenze" e i "terremoti in vari luoghi" di cui parlò Gesù in relazione al "segno" della sua "presenza" non sarebbero stati eventi del tutto naturali o fortuiti, ma "effetti" della "presenza" attiva di Dio negli affari umani del nostro tempo. Non stiamo parlando dei terremoti che si verificano qua e là nel mondo per effetto di normali processi di assestamento della crosta terrestre o delle malattie e di altre emergenze sanitarie spesso attribuite alla "mala sanità" o alla cattiva gestione delle risorse.
Gesù aveva in mente una regione ben precisa quando pronunciò quelle parole, Israele in primis, ma anche i territori occupati dal "re del settentrione", che chiamò "la cosa disgustante che causa desolazione". I recenti terremoti che sono stati registrati in varie località israeliane, come in tutto il Medio Oriente, e gli altri spaventosi fenomeni meteorologici in Iran e Turchia, in seguito ai quali si è verificata anche l'inaspettata frana di una montagna, fanno certamente parte degli "effetti" della "presenza" di Dio e del "segno" della "presenza" regale di Gesù.
"Vedo le tende d'Etiopia sotto il dolore, i padiglioni del paese di Madian sono sconvolti. ... Hai estratto il tuo arco; le frecce lanciate dalla tua parola sono esecrazioni. ... l'abisso fa udire la sua voce. Il sole alza in alto le mani; la luna si ferma nella sua dimora, alla luce delle tue saette che partono al lampeggiare della tua lancia che brilla" (Abacuc 3:7, 9-11). Il profeta descrive il momento in cui "apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo", Gesù Cristo, allorché tornerà per giudicare definitivamente l'umanità. Le "frecce" che la "parola" di Dio, il Messia, lancerà saranno le "esecrazioni" che pronuncerà contro i ribelli incalliti. "Guardai e vidi un cavallo bianco. Colui che lo cavalca aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli venne fuori da vincitore, e per vincere" (Apocalisse 6:2). Gesù disse che allora ci saranno "paurose visioni e dal cielo grandi segni", "angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde". "Farò prodigi nei cieli e sulla terra:", promette Dio, "sangue, fuoco e colonne di fumo. Il sole sarà cambiato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno del Signore (YHWH)", la battaglia finale di Armaghedon (Luca 21:11,25; Gioele 2:30,31). Quando quel "giorno" "grande e terribile" verrà, si adempiranno queste parole: "Tu percorri la terra con furore, tu schiacci le nazioni nella tua ira. Tu esci per salvare il tuo popolo, per liberare il tuo unto; tu abbatti la cima della casa dell'empio e la demolisci fino alle fondamenta. Tu trafiggi con le loro stesse frecce la testa dei suoi capi, che vengono come un uragano per disperdermi" (Abacuc 3:12-14). Alla fine Dio distruggerà il "re del settentrione" guidato da "Gog di Magog", Satana il diavolo nella sua manifestazione terrena, nel suo attacco a oltranza contro il popolo di Dio, composto da ebrei fedeli e persone di tutte le nazioni a loro associate.
Che dire di voi? Vi siete accorti che l'Onnipotente Cratore dell'Universo è attivamente "presente" sulla scena mondiale? Egli ha già iniziato la Sua "opera" contro chi non lo ascolta e a favore di chi Lo ama e ha fede in Lui. Voi da che parte siete? Dalla parte dell'infedele Israele che continua ad ingannare il mondo con la sua propaganda satanica, dalla parte del "re del settentrione" che è guidato dal Nemico di Dio, dalla parte del "re del mezzogiorno" che subirà anch'esso il giudizio di Dio, o dalla parte dell'unico Vero Dio degli ebrei e dei cristiani, che si chiama Yahwhe, o Geova, e di coloro che Lo servono di cuore?
Non vi fate ingannare dai "falsi profeti" delle varie religioni secondo i quali a Israele non accadrà mai niente e noi dovremmo appoggiarlo politicamente, magari acclamando chi lo sostiene! Cerchiamo di restare politicamente neutrali nello "scontro" finale fra il "re del settentrione" e il "re del mezzogiorno". Stiamo lontani il più possibile da "Babilonia la grande", che presto sarà distrutta. Non ci facciamo coinvolgere dai suoi facili entusiasmi e dalla sua apparente prosperità, spesso ottenuta col sangue di innocenti. Restiamo dalla parte della verità! Continuate ad ascoltare la "sentinella" che, come un "economo" "fedele e saggio", vi avverte tempestivamente sugli sviluppi mondiali. Restate nell' "arca" spirituale di Dio, continuando a fidarvi completamente di Lui qualunque cosa accada. Supplichiamo Dio di guardarci con favore mentre ci giudica. "Nell'ira, ricordati di aver pietà!". Supplichiamolo di risparmiare quegli abitanti di Israele che torneranno a Lui. Restiamo umili e non confidiamo in noi stessi, come fa il "Caldeo". "Ecco, si è inorgoglito, non agisce rettamente; ma il giusto per la sua fede vivrà" (Abacuc 2:4).
domenica 12 maggio 2019
Il "tempio" di Dio sarà purificato, o abitanti d'Israele!
Alcune profezie bibliche parallele, che si riferiscono cioè alla medesima "serie" di avvenimenti, si stanno adempiendo oggi o si adempiranno nei prossimi anni. La "serie" di eventi riguarda l'annuncio dei giudizi di Dio contro l'infedele Israele e l'esecuzione di quegli stessi giudizi. Le profezie parallele le troviamo nei libri biblici di Malachia, Ezechiele, Daniele e Apocalisse. Per semplificarvi al massimo l'argomento e per una maggiore fluidità del discorso, eviterò, questa volta, di riportare tutti i riferimenti interessati, limitandomi a menzionare le "storie" descritte in ciascun caso.
Come sapete, la profezia di Ezechiele, al capitolo 9, parla di un "uomo vestito di lino" che avrebbe apposto un "segno" per la salvezza agli ebrei pentiti. Quest' "uomo" rappresenta i cristiani "unti" dallo Spirito Santo che stanno aiutando gli ebrei sensibili a tornare al loro Dio. Ma al capitolo 10 la profezia continua dicendo che la "gloria di Dio" è presente nel Suo "tempio" spirituale per consentire all' "uomo vestito di lino" di "versare" simbolicamente dei "carboni ardenti", presi dalle mani degli angeli, su Gerusalemme. La parallela profezia dell'Apocalisse, al capitolo 16, parla del versamento, da parte degli angeli, delle "coppe" dell'ira di Dio, in particolare su "Babilonia la grande". Questo "versamento" si adempie con l'esecuzione dei giudizi di Dio contro l'infedele Israele e la loro proclamazione per opera dei "due testimoni" del capitolo 11, che corrispondono all' "uomo vestito di lino" di Ezechiele. La proclamazione dei "due testimoni" è iniziata lo scorso 4 aprile e terminerà tre anni e mezzo dopo con la distruzione di Gerusalemme, rappresentata dal "cortile esterno" del "tempio" spirituale di Dio. Anche Ezechiele riferisce che il rumore delle ali degli angeli che sono alla presenza di Dio si sente fino al "cortile esterno", evidentemente nel senso che Dio sta prestando particolare attenzione a Israele, facendo annunciare i Suoi giudizi ai "due testimoni" sotto la guida angelica. Il "tempio" di Dio è costituito da tutti i "santi" che formano il Suo regno celeste, persone ebree e non. Ma una parte che ha relazione con questo "tempio", il suo "cortile esterno", è l'attuale Gerusalemme. La profezia di Malachia, al capitolo 3, precisa che Dio avrebbe inviato il Suo "messaggero del patto", Gesù Cristo, per purificare il Suo "tempio". Daniele, ai capitoli 8 e 9, assicura che il "tempio" sarebbe stato purificato definitivamente dopo la fine della "settantesima settimana" di anni, che sappiamo essere iniziata il 4 aprile. La purificazione dell'intero "tempio" di Dio, compreso il suo "cortile esterno", sarà completata con la "restaurazione" di Gerusalemme e la futura "venuta" di Gesù per eliminare da Gerusalemme qualsiasi contaminazione residua e preparare la "città santa" per l'arrivo del "Re glorioso", il nostro Onnipotente Dio.
All'interno di questo "quadro profetico" composito, ci sono alcuni aspetti che mi preme sottolineare. La stessa opera profetica di Ezechiele prefigurava la "missione" dell' "uomo vestito di lino", alias i "due testimoni". Così come per Ezechiele, non sarebbe stato facile nemmeno oggi annunciare i giudizi di Dio, perché la maggioranza degli ebrei sono diventati "ribelli". Ma, in ogni caso, l'opera di avvertimento dev'essere portata avanti. "«La casa d'Israele non ti vorrà ascoltare, perché non vogliono ascoltare me; poiché tutta la casa d'Israele ha la fronte dura e il cuore ostinato. Ecco io rendo dura la tua faccia, perché tu possa opporla alla faccia loro; rendo dura la tua fronte, perché tu possa opporla alla fronte loro; io rendo la tua fronte come un diamante, più dura della selce; non li temere, non ti sgomentare davanti a loro, perché sono una casa ribelle». Poi mi disse: «Figlio d'uomo, ricevi nel tuo cuore tutte le parole che io ti dirò, e ascoltale con le tue orecchie. Va' dai figli del tuo popolo che sono in esilio, parla loro, e di' loro: "Così parla il Signore, Dio (YHWH)", sia che ti ascoltino o non ti ascoltino»" (Ezechiele 3:7-11).
A Ezechiele Dio comanda di rappresentare con gesti eloquenti le varie "piaghe" che colpiranno gli infedeli. In questo modo avrebbe servito da "segno" per la casa d'Israele. Lo stesso vale oggi. Il fatto che i "due testimoni" siano "vestiti di sacco" significa che avrebbero rappresentato in modo incisivo la tristezza e la prostrazione dovuti per i giudizi di Dio. Per quanto mi riguarda, cerco di rappresentare, attraverso i miei articoli, il più chiaramente possibile, i "guai" che subirà presto l'infedele Israele, e in particolare la città di Gerusalemme, e i sentimenti che dovrebbero manifestare i suoi abitanti. "Allora manderò contro di voi la fame e le belve che ti distruggeranno i figli; in mezzo a te passeranno la peste e la strage, mentre farò piombare sopra di te la spada. Io, il Signore, ho parlato" (Ezechiele 5:17). La "fame" sarà spaventosa a Gerusalemme quando la "grande tribolazione" predetta la investirà in pieno. Le "belve", la "bestia selvaggia" dell'Apocalisse, ovvero le nazioni del mondo, presto renderanno "devastata e nuda" l'infedele Israele e molti moriranno per effetto della guerra o delle pestilenze.
Un altro aspetto importante riguarda la "purificazione" del "tempio". Prima o poi tutti coloro che causano inciampo, o problemi, agli altri saranno eliminati da Israele. Tutti quelli che si rifiutano di tornare all'Iddio d'Israele alla fine non resteranno a Gerusalemme. In vista di ciò, voi abitanti d'Israele, chiedetevi se siete ancora degni di vivere nella "terra" che Dio promise ai vostri patriarchi e ai loro discendenti fedeli. Se non avete fatto pace con Dio, dovrete subire, purtroppo, tutte le "coppe" della Sua ira, prima attraverso l'invasione nemica tanto annunciata, poi mediante il giudizio diretto del re costituito, il vostro Messia, che ora, ricordatelo, siede invisibilmente come re a Gerusalemme. E lui ha già dato prova di saper purificare la "casa" del Padre suo, per esempio quando scacciò dal tempio di Gerusalemme tutti quelli che vi svolgevano i loro affari.
"Figlio d'uomo, volta la tua faccia verso i monti d'Israele, profetizza contro di loro, e di': "O monti d'Israele, ascoltate la parola del Signore, Dio (YHWH)! Così parla il Signore, Dio (YHWH), ai monti e ai colli, ai burroni e alle valli: Eccomi, io farò venire su di voi la spada e distruggerò i vostri alti luoghi....Dovunque abitate, le città saranno rese desolate, gli alti luoghi devastati, affinché i vostri altari siano desolati e segno di colpa, i vostri idoli siano infranti e scompaiano, le vostre colonne solari siano spezzate e tutte le vostre opere siano spazzate via" (Ezechiele 6:2-6). Se siete idolatri e, pur asserendo di servire Dio a parole, di fatto servite voi stessi o altri uomini che si oppongono alla volontà di Dio, non potrete sfuggire al giudizio! Nemmeno i "monti" d'Israele, che saranno un rifugio sicuro per gli ebrei fedeli che 'vi fuggiranno', come esortò a fare Gesù, potranno nascondervi quando il "nemico" arriverà! Questo sottolinea quanto sia importante, ai fini della salvezza, non tanto il luogo fisico in cui cercare riparo, quanto soprattutto il "luogo" spirituale in cui dovremmo essere, l' "arca" di Dio. Siete usciti da "Babilonia", dissociandovi dalle "cose abominevoli" che si commettono in Israele? Siete entrati nell' "arca" spirituale, avvalendovi pienamente della guida dei 'servi fedeli e saggi' che Dio ha provveduto?
Infine, notate il ruolo attivo che gli angeli di Dio hanno in tutto questo. Ezechiele specifica che dalle mani dei "cherubini" prende i "carboni ardenti" che verserà simbolicamente su Gerusalemme. L'Apocalisse spiega che sono gli angeli che suonano le "sette trombe" e poi versano le "sette coppe". È vero, in concreto fu il profeta Ezechiele a dover trasmettere l'avvertimento divino, così come sono i "due testimoni" a profetizzare contro Gerusalemme. Ma anche dietro chi oggi avverte Israele c'è una folta schiera di angeli che li guida e li protegge. Perciò, se vi dà fastidio leggere dei "guai" che subirà Israele, sappiate che non potete mettere a tacere chi li annuncia, perché quest'opera di avvertimento è voluta dall'Iddio Onnipotente con la supervisione di potenti creature spirituali. Se non sarò io, ci penserà qualcun altro. Vi conviene, per il vostro bene, di prestare attenzione alla parola profetica che viene da Dio e di mettere la vostra vita in armonia con la Sua volontà, ora, prima che sia troppo tardi!
Preghiamo di poter scampare all'odierno "giorno del giudizio" ed essere considerati degni di ereditare la "terra promessa" quando Gerusalemme sarà finalmente "restaurata" in tutto il suo splendore! Allora gli ebrei fedeli "offriranno al Signore (YHWH) offerte giuste. Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore (YHWH), come nei giorni antichi, come negli anni passati". "«Essi saranno, nel giorno che io preparo, saranno la mia proprietà particolare», dice il Signore (YHWH) degli eserciti; «io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve»". "Tutte le nazioni vi proclameranno beati, perché sarete un paese di delizie», dice il Signore (YHWH) degli eserciti" (Malachia 3:3,4,17,12).
martedì 7 maggio 2019
Vi rendete conto della serietà dei tempi in cui viviamo?
In vista dell'imminente distruzione di Gerusalemme e dell'attacco che subirà Israele, secondo le profezie bibliche, questo non è più tempo di trastullarsi o, peggio, di continuare la vita di sempre. In quanto a me, che profetizzo in base a ciò che Dio mi concede di "vedere", non posso evitare di proclamare 'vestito di sacco', in segno di tristezza e supplica, la triste "sorte" che attende gli ebrei infedeli (Apocalisse11:3). "Perciò dico: «Distogliete da me lo sguardo, io voglio piangere amaramente; non insistete a volermi consolare del disastro della figlia del mio popolo!» È infatti un giorno di tumulto, di calpestio, di perplessità, il giorno del Signore, Dio (YHWH) degli eserciti, nella Valle delle Visioni" (Isaia 22:4,5).
Come dovrebbero reagire gli abitanti di Israele? Il Signore, Dio (YHWH) degli eserciti, vi chiama in questo giorno a piangere, a fare lamento, a radervi il capo, a indossare il sacco, ed ecco che tutto è gioia, tutto è festa! Si ammazzano buoi, si scannano pecore, si mangia carne, si beve vino. «Mangiamo e beviamo, poiché domani morremo!» (Isaia 22:12,13). Altro che tornare alla "normalità", come vorrebbero le autorità israeliane! Gli ebrei disubbidienti dovrebbero "piangere" per Gerusalemme e pentirsi dei propri peccati. Invece molti di loro continuano come se nulla fosse. "Ma il Signore (YHWH) degli eserciti me l'ha rivelato chiaramente: «No, questa iniquità non la potrete espiare che con la vostra morte», dice il Signore, Dio (YHWH) degli eserciti" (Isaia 22:14).
Parole forti, è vero! Ma non sono mie, vengono direttamente dall'Iddio Onnipotente. A me dispiace di dover annunciare una fine così orribile, ma è l'inappellabile giudizio di Dio. Se questi non cambiano condotta, l'unica prospettiva che li attende, purtroppo, è la morte. Particolarmente riprensibili sono i "pastori" d'Israele, i suoi leader politici e religiosi. A loro è rivolto questo giudizio: "Che hai tu qui, e chi hai tu qui, che ti sei fatto scavare qui un sepolcro? Scavarsi un sepolcro in alto!... Lavorarsi una dimora nella roccia!... Ecco, il Signore (YHWH) ti lancerà via con braccio vigoroso, farà di te un gomitolo, ti farà rotolare, rotolare, come una palla sopra una spaziosa pianura. Laggiù morirai, laggiù saranno i tuoi carri superbi, o vergogna della casa del tuo Signore! Io ti scaccerò dal tuo ufficio e tu sarai buttato giù dal tuo posto!" (Isaia 22:16-19). Pensano di poter restare per sempre al comando. Costruiscono i loro monumenti funebri "in alto", illudendosi di preservare in eterno la loro fama. Ma saranno distrutti insieme a tutti gli altri ribelli, in "una spaziosa pianura", perché sono la "vergogna" della casa d'Israele!
Chi, al posto loro, è degno di governare il popolo ebraico? Dio non lascia gli ebrei ubbidienti senza guida. Notate chi ha designato: "In quel giorno, io chiamerò il mio servo Eliachim, figlio di Chilchia; lo vestirò della tua tunica, gli allaccerò la tua cintura, rimetterò la tua autorità nelle sue mani; egli sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per la casa di Giuda. Metterò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide; egli aprirà, e nessuno chiuderà; egli chiuderà, e nessuno aprirà" (Isaia 22:20-22). Un brano parallelo dell'Apocalisse ci aiuta a identificare con chiarezza l'identità di questo personaggio profetico.
«All'angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre" (Apocalisse 3:7,8). Dal contesto si comprende che colui che parla, il "Santo" (o l' Unto), "il Veritiero", è il "testimone fedele", Gesù Cristo in qualità di re del regno di Dio, che ha trasmesso la "rivelazione" di Dio ai Suoi "servi", principalmente ai "sette candelabri" posti sotto la sua autorità, ovvero i cristiani con la speranza del regno celeste (Apocalisse 1:1,5,6,20). Quindi è lui l' "Eliachim" della profezia di Isaia che ha la "chiave di Davide". Infatti, Gesù Cristo è chiamato altrove "germoglio giusto" sorto dal re "Davide", o il "figlio di Davide", che siede simbolicamente sul "trono di Davide", rendendo il regno di quel fedele re d'Israele stabile ed eterno, come promesso (Isaia 9:6; Geremia 23:5; 33:15-17; Matteo 1:1). Dunque quella profezia si adempie particolarmente al tempo dell'Apocalisse, nel "giorno del Signore" Gesù, nel quale stiamo vivendo dal 4 aprile.
Ma in che senso "Eliachim", ovvero Gesù Cristo, sta usando la "chiave di Davide", cioè il suo potere regale ereditato da Davide, per aprire o chiudere? "Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome" (Apocalisse 3:8). Nella Bibbia la parola "porta" significa a volte l'opportunità di compiere qualche azione, specialmente nel servizio di Dio (1 Corinti 16:9; 2 Corinti 2:12; Colossesi 4:3). Il nostro re e Signore, Gesù Cristo, grazie al potere conferitogli, ci sta, per così dire, aprendo una "porta", ovvero dando l'opportunità di servire Dio in un modo speciale, come ricompensa per la nostra fedeltà. Ma attenzione! Ci avverte pure che non sarà facile assolvere il nostro "compito", perché ci sono "alcuni della sinagoga di Satana", finti cristiani mandati dall'Avversario, durante "l'ora della tentazione", che noi stiamo vivendo, e che sarebbe venuta "sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra" (Apocalisse 3:9,10).
Notate cos'altro avrebbe fatto "Eliachim", il Signore Gesù, nel nostro tempo. "Lo pianterò come un chiodo in un luogo solido; egli diverrà un trono di gloria per la casa di suo padre. A lui sarà sospesa tutta la gloria della casa di suo padre, i suoi rampolli nobili e ignobili, tutti i vasi più piccoli, dalle coppe alle bottiglie" (Isaia 22:23,24). Qui Gesù è paragonato a un "chiodo" al quale possono essere appesi "tutti i vasi più piccoli, dalle coppe alle bottiglie", che rappresentano i "rampolli nobili e ignobili" della "casa di suo padre" (o antenato) Davide. C'è un passo del "Nuovo Testamento" che fa luce su questo particolare aspetto. L'apostolo Paolo spiega: "In una grande casa non ci sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile" (2 Timoteo 2:20). Dal contesto si comprende che sta parlando della congregazione cristiana, cioè della comunità dei credenti in Cristo, nella quale possono esserci sia "vasi" "destinati a un uso nobile", cioè "uomini fedeli", 'operai che non abbiano di che vergognarsi, che maneggiano rettamente la parola della verità', sia "vasi" "destinati a un uso ignobile", ovvero gli "infedeli", "che hanno deviato dalla verità". In qualità di fondamento, o "pietra angolare" del "tempio" di Dio, e Giudice costituito del Suo regno, Gesù è colui al quale ognuno che si professa cristiano 'si appende', o fa affidamento, per la propria salvezza.
La profezia di Isaia continua dicendo che, quando quel "chiodo" sarà tolto, i "vasi" che vi erano appesi, chiaramente quelli distruttibili, saranno distrutti. Tra questi non ci saranno sicuramente quei cristiani fedeli che saranno stati per uno scopo nobile, i quali rappresentano "la gloria della casa", servendo in un modo, un'opportunità simile a una "porta", che nessuno può più togliergli, o "chiudere". Essi saranno preservati da Gesù in persona durante l' "ora della tentazione". A loro promette: "Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio (la nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio) e il mio nuovo nome" (Apocalisse 3:11,12). Sì, i cristiani che rimarranno fedeli diventeranno membri permanenti del "tempio" di Dio. Per loro il "chiodo" non sarà tolto, resterà "in luogo sicuro", e non subiranno alcun danno. Come dice l'apostolo Paolo, "il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi»" (2 Timoteo 2:19).
Ma questo non significa che siano individualmente predestinati a restare fedeli. Finché il Signore non torna per concedere loro questo onore, c'è sempre il rischio che possano cedere alla "tentazione" e diventare "vasi" "destinati a un uso ignobile". L'avvertimento è perciò dovuto: "Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona" (Apocalisse 3:11). E l'apostolo Paolo ci esorta a 'sforzarci' per restare approvati, a 'conservarci puro (o separati)' dagli altri "vasi". "Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l'amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro. Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese. Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in se stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà" (2 Timoteo 2:22-26). Notate che fra gli "oppositori" ci possono essere anche nostri compagni di fede che sono caduti nel "laccio (o trappola) del diavolo", diventando suoi "prigionieri". Anche noi, non volendo, potremmo diventare "causa d'inciampo" per i nostri "fratelli" o "sorelle" nella fede, facendo la volontà di Satana. Se dovesse malauguratamente capitarci, non concludiamo subito di essere diventati malvagi o peccatori senza più speranza! Ricordate che, in un'occasione, perfino l'apostolo Pietro divenne "causa d'inciampo" per Gesù, allorché cercò di dissuaderlo dalla fine che lo attendeva. Gesù gli rispose brusco: "Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini" (Matteo 16:21-23). Più tardi Pietro rinnegò di conoscere il suo Maestro per ben tre volte! Gesù lo aveva avvertito. "«Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli». Pietro gli disse: «Signore, sono pronto ad andare con te in prigione e alla morte». E Gesù: «Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato tre volte di conoscermi»" (Luca 22:31-34). Gesù sapeva che Pietro, dopo aver sbagliato, si sarebbe "convertito". Infatti si pentì per quello che aveva fatto e capì la lezione. In seguito divenne un membro importante della congregazione, fortificando i compagni di fede. Anche noi, nel caso dovessimo soccombere a una tentazione e cadere nel "laccio del diavolo", pentiamoci e preghiamo con tutto il cuore il nostro Dio di aiutarci a 'convertirci' e tornare a rafforzare la fede di coloro che ci ha affidato. E se notiamo che è capitato a un nostro compagno di fede, 'istruiamolo con mitezza', incoraggiandolo attraverso le Scritture, affinché possa tornare. «Si ritragga dall'iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore» (2 Timoteo 2:19).
Questo non è più tempo di "dormire sugli allori", continuando la nostra vita di tutti i giorni come se nulla fosse cambiato. È cambiato eccome! Innanzitutto dal 4 aprile stiamo vivendo nel "giorno del Signore", cioè durante il tempo speciale in cui Gesù Cristo regna invisibilmente da Gerusalemme. Gli abitanti di Gerusalemme, e più in generale tutti gli ebrei che si sono allontanati da Dio, dovrebbero pentirsi sinceramente dei loro peccati e scongiurare l'Iddio d'Israele di risparmiarli dalla distruzione che inevitabilmente si abbatterà presto sui loro connazionali disubbidienti. Non si facciano ingannare dagli annunci di pace e sicurezza! La tregua non durerà e la guerra tornerà più devastante di prima. Chi può si allontani dalla "zona di pericolo"! Chi non può fuggire lontano, trovi scampo sui monti d'Israele, dove Dio ne avrà cura. E tutti noi, specialmente se abbiamo ricevuto dallo Spirito la speranza del regno celeste, cerchiamo di resistere agli attacchi del Nemico durante l'attuale "ora della tentazione". Cerchiamo di essere sempre "vasi" "destinati a un uso onorevole", belli e preziosi agli occhi di Dio. Entriamo per qualsiasi "porta" il nostro Signore Gesù ci apra per compiere l'incarico che ha riservato per noi e aiutiamo altri a restare con noi nell' "arca" spirituale di Dio.
Sappiamo che tutti coloro che non ascolteranno l'avvertimento, restando "prigionieri del diavolo per fare la sua volontà", e non quella di Dio, saranno frantumati perché "vasi" "destinati a un uso ignobile", quando sarà eseguito il giudizio, al più tardi ad Armaghedon. Come ai giorni di Noè, anche quando Gesù tornerà per giudicare in modo definitivo, continueranno a svolgere le proprie attività come se nulla fosse. "Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s'andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo" (Matteo 24:37-39). Ecco perché il nostro Signore ci ricorda che 'viene presto', anche se non sappiamo "né il giorno né l'ora". Per questo ci esorta: "Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà. Ma sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe e non lascerebbe scassinare la sua casa. Perciò, anche voi siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà" (Matteo 24:42-44).
E subito dopo parla del "servo fedele e prudente" che lui ha costituito per provvedere "cibo a suo tempo" agli altri membri della casa, cioè i nostri compagni di fede. Se dovessimo divenire "pietre d'inciampo" per gli altri, e non ravvederci per tempo, continuando a maltrattare spiritualmente coloro che Dio ci ha affidato, il "padrone" tornerà e ci punirà con la massima severità come "ipocriti". Al contrario, se Gesù ci troverà occupati ad adempiere fedelmente il nostro incarico di servizio, ci costituirà "sopra tutti i suoi beni", elevandoci nel suo regno celeste.
Perciò, in vista dei tempi turbolenti che ci attendono, restate vicini a Dio per essere protetti! Non confidate in parole e ragionamenti umani che potrebbero farvi diventare vittime del diavolo! Avvaletevi dell'opportunità che avete per fare pace con Dio. Ricordate che le vostre prospettive future dipendono solo da Lui e dal Giudice che ha costituito. Restate al fianco di chi può incoraggiarvi a perseverare. Così, quando tutto il mondo crollerà, voi continuerete a vivere. "Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno" (1 Giovanni 2:15-17).
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