Il
primo versetto della Bibbia, Genesi 1:1, è forse il brano più
conosciuto al mondo, di importanza fondamentale. In esso è racchiusa
l'origine della vita nell'universo. Infatti recita: "In principio Dio
creò i cieli e la terra". In un arco di tempo imprecisato, probabilmente
durato migliaia d'anni, suddiviso in sei "giorni", o periodi di tempo
più brevi, il Creatore, diede origine e forma alla vita sul nostro
pianeta. E al termine di ciascun "giorno" Dio constatava con
soddisfazione che ciò che aveva creato era "molto buono", perfetto per i
Suoi gusti. Al termine del sesto "giorno", iniziò il settimo "giorno",
nel quale Dio si è "riposato", nel senso che ha smesso di creare a
livello mondiale. Ma, come ho spiegato in precedenza, il settimo
"giorno" sta per finire e il 4 aprile inizierà un nuovo "giorno", l'
"ultimo" secondo la Bibbia, in cui ci sarà la "ricreazione" (Giovanni
6:39,40; Matteo 19:28). Promette Dio: "Poiché, ecco, io creo nuovi cieli
e nuova terra". Pensate, noi stiamo per assistere a un cambiamento di
portata mondiale, paragonabile, per importanza, solo al "principio" nel
quale "Dio creò i cieli e la terra"!
Ma
di quali "nuovi cieli" e "nuova terra" sta parlando? Forse di un nuovo
cielo letterale con nuove stelle o di un nuovo pianeta in cui dovremo
andare a vivere? Risponde il Creatore stesso alla nostra domanda: "Io
creo Gerusalemme per il gaudio e il suo popolo per la gioia". E più
avanti parla della "discendenza" e del buon "nome" del Suo "popolo"
ebraico (Isaia 65:17,18; 66:22). Dal contesto della profezia si
comprende che si sta riferendo alla "restaurazione" di "Gerusalemme", di
cui abbiamo parlato più volte. Quindi i "nuovi cieli" e "nuova terra"
non vanno intesi in senso letterale. Quando nella Bibbia hanno valenza
simbolica rappresentano rispettivamente "un nuovo governo" e una "nuova
società di persone" suddita di quel governo. La profezia ebbe un primo
adempimento allorché, dopo l'esilio babilonese, gli ebrei tornati in
patria ricostruirono Gerusalemme. In questo senso Dio creò un "nuovi
cieli", un nuovo governo, e "nuova terra", nuovi sudditi.
Quando
Gesù sarà intronizzato in cielo, il 4 aprile prossimo, e
contestualmente saranno risuscitati i "santi" che faranno parte del
regno, Dio inizierà a creare "nuovi cieli", il Suo governo celeste, che
sarà al completo allorché gli ultimi "eletti" in vita sulla terra si
uniranno ai loro "coeredi" celesti. Che dire della "nuova terra"? La sua
"creazione" sarà completata dopo la "restaurazione" di Gerusalemme,
allorché la città, e il resto della "terra promessa", saranno abitate
dai sudditi fedeli del regno di Dio, gli ebrei rimpatriati e persone di
tutte le nazioni al loro seguito. Ma la profezia indica che tale
"creazione" comincerà molto prima. "Sion, non appena ha sentito le
doglie, ha subito partorito i suoi figli", che formano il "paese", o la
"nazione", nato "in una volta" (Isaia 65:8). Quando avverrà tutto ciò?
Gesù disse che alcuni avvenimenti catastrofici, come guerre e terremoti,
che avrebbero contrassegnato il suo "ritorno" in qualità di re del
regno di Dio, sarebbero stati il "principio dei dolori" (Matteo 24:7,8).
Allora, infatti, prima che Gerusalemme venga distrutta, saranno
radunati (o "eletti") gli ultimi ebrei che torneranno a Dio. In seguito
questi stessi rientreranno in patria per ricostruire la città insieme a
persone di tutte le nazioni. Durante questo straordinario "giorno" di
"ricreazione" avverranno su scala mondiale quei miracoli che il Figlio
di Dio compì su scala ridotta quando era sulla terra: molte persone
scomparse da tempo risusciteranno, non si morirà più di morte prematura e
i "vecchi" torneranno giovani! Quest'ultimo aspetto lo si evince dalle
seguenti parole: "Non ci sarà più, in avvenire, bimbo nato per pochi
giorni, né vecchio che non compia il numero dei suoi anni; chi morirà a
cent'anni morirà giovane e il peccatore sarà colpito dalla maledizione a
cent'anni" (Isaia 65:20). Non stiamo parlando del tempo, ancora futuro,
in cui "non ci sarà più la morte", ovvero dopo la battaglia finale di
Armaghedon, quando "la tenda di Dio sarà con gli uomini" (Apocalisse
21:1-4). La profezia di Isaia parla invece del momento in cui Gesù
tornerà "con i suoi angeli" per giudicare il mondo e 'maledirà', o
condannerà a morte, quegli abitanti di Gerusalemme, ebrei e non, che non
ne saranno degni. Alcuni saranno avanti negli anni per allora, ma
sembreranno giovani. Anche quando il giudizio sarà eseguito di lì a
poco, alcuni peccatori appariranno nel fiore degli anni! "Uno strepito
esce dalla città, un clamore viene dal tempio. È la voce del Signore
(YHWH), che dà la retribuzione ai suoi nemici" (Isaia 66:6,15-17,24).
Tuttavia
gli ebrei fedeli e i loro collaboratori gusteranno le gioie della
"restaurazione". "Gioite, sì, esultate in eterno per quanto io sto per
creare", dice Dio. "Io esulterò a motivo di Gerusalemme e gioirò del mio
popolo; là non si udranno più voci di pianto né grida d'angoscia".
"Essi costruiranno case e le abiteranno; pianteranno vigne e ne
mangeranno il frutto ... i miei eletti godranno a lungo l'opera delle
loro mani. Non si affaticheranno invano, non avranno più figli per
vederli morire all'improvviso; poiché saranno la discendenza dei
benedetti del Signore (YHWH) e i loro rampolli staranno con essi ... Non
si farà né male né danno su tutto il mio monte santo" (Isaia
65:18,19,21-23,25).
Che
dire di voi? Siete pronti per questi nuovi "cieli e terra" che Dio sta
per creare? Nel Suo immenso amore il nostro Creatore ci indica come
possiamo prepararci, in modo che possa posare su di noi il Suo sguardo
di approvazione. "Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è
umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola" (Isaia 66:2).
Sì, Dio cerca persone umili, che si sottomettano senza riserve alla Sua
volontà; persone che si affliggano per le "cose detestabili" che si
praticano all'interno dell'infedele Israele, uomini e donne che tremino,
o mostrino profondo rispetto, per la Sua Parola. Vorreste essere anche
voi fra i "molti popoli" che "andranno" verso la Gerusalemme
"restaurata" per essere ammaestrati da Dio in persona sulle pendici del
monte Sion? (Isaia 2:2,3). Allora chiedete anche voi a Dio 'chi dimorerà
nella sua tenda, chi abiterà sul suo monte santo'. La risposta non si
fa attendere. "Colui che è puro e agisce con giustizia e dice la verità
come l'ha nel suo cuore; che non calunnia con la sua lingua, né fa male
alcuno al suo vicino, né insulta il suo prossimo". Odia, inoltre, la
cattiveria e ama la bontà. Mantiene la parola data e si comporta
onestamente (Salmo 15). L'apostolo Pietro, riprendendo la profezia di
Isaia, ci incoraggia ad avere una "condotta santa" e a compiere "opere
di santa devozione". "Secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi
cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia. Perciò, carissimi,
aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati
e irreprensibili nella pace" (2 Pietro 3:11-14).
Coloro
che, al contrario, mostrano uno spirito ribelle e si rifiutano di
ascoltare gli avvertimenti che Dio sta dando attraverso i Suoi
"profeti", parteciperanno alle "piaghe" che colpiranno presto "Babilonia
la grande" (Apocalisse 18:4). "Ma voi, che abbandonate il Signore
(YHWH), che dimenticate il mio monte santo, ... io vi destino alla spada
e vi piegherete tutti per essere scannati; poiché io ho chiamato e voi
non avete risposto; ho parlato e voi non avete dato ascolto; ma avete
fatto ciò che è male ai miei occhi e avete preferito ciò che mi
dispiace" (Isaia 64:11,12). Presto i "cieli" e la "terra" che sono oggi
in Israele, il suo governo corrotto e i suoi abitanti infedeli, saranno
spazzati via insieme al resto del mondo dominato dal diavolo e
lasceranno il posto alla "nuova creazione" di Dio. "Poi vidi un nuovo
cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano
scomparsi ... E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal
cielo presso Dio". Dopo la battaglia finale la "nuova Gerusalemme"
scenderà sulla terra, nel senso che i governanti celesti del regno di
Dio torneranno per vivere come esseri umani insieme ai suoi sudditi.
Allora si adempiranno nel senso più ampio le promesse di Dio: "《Ecco,
faccio nuove tutte le cose》. Poi mi disse: 《Scrivi, perché queste parole
sono fedeli e veritiere》" (Apocalisse 21:1,2,5).
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