venerdì 29 marzo 2019

Siete pronti per il "giorno del giudizio"?


Quando Gesù sarà intronizzato in cielo, presumibilmente il prossimo 4 aprile, inizierà il "giorno del Signore (YHWH)", o "giorno di Geova", un periodo di tempo che durerà più di sette anni, i "sette anni" della profezia di Daniele e dell'Apocalisse. Questo tempo corrisponde anche al "giorno del giudizio", nel quale Dio, attraverso il Suo re costituito, Gesù Cristo, giudicherà prima di tutto il Suo "popolo" ebraico, in seguito il resto del mondo, e infine eseguirà il giudizio sui Suoi "nemici" e ricompenserà i "giusti" con la vita eterna (Malachia 3:1-5; Salmo 72; Matteo 25:31-46).

Subito dopo aver descritto il "settimo giorno" di riposo di Dio, l'apostolo Paolo menziona la "parola di Dio" che è "più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore". Chi è la "parola di Dio"? Lo dice subito dopo: "E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto. Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, ..." (Ebrei 4:12-14). È lui la "Parola" che era "nel principio", la "Parola" che "era con Dio" (Giovanni 1:1). Nell'Apocalisse viene visto cavalcare un "cavallo bianco", ed è chiamato "Fedele e Veritiero, perché giudica e combatte con giustizia". Ha occhi come "fiamma di fuoco" e sulla testa "molti diademi", simbolo del potere regale. Dalla bocca gli esce "una spada affilata per colpire le nazioni" (Apocalisse 19:11-15). Il fatto che l'apostolo Paolo menzioni Gesù, la "parola di Dio", dopo aver parlato del "riposo di Dio", significa che il re costituito da Dio inizierà a giudicare ciascuno di noi, fino nelle "intenzioni" del nostro cuore, al termine del "settimo giorno" di riposo, dal 4 aprile in poi. 

Ma qualcun altro sarà giudicato. L'apostolo Pietro spiega che anche gli angeli disubbidienti che peccarono materializzandosi al tempo di Noè sono stati inabissati "per il giudizio". Il discepolo Giuda precisa che sono custoditi "per il gran giorno del giudizio" (2 Pietro 2:4; Giuda 6). E l'apostolo Giovanni profetizzò che saranno liberati dall' "abisso" per formare un esercito di "cavallette" dall'aspetto mostruoso (Apocalisse 9:1-11). Come ho spiegato in precedenza, questo "esercito" sarà costituito da quegli angeli disubbidienti e dal loro capo, Satana il Diavolo, che assumeranno corpi materiali per guidare il "re del settentrione" in un attacco a oltranza contro il "popolo" ebraico. 

Avete timore del giudizio di Dio? Temete l'avanzata imminente di queste forze spirituali malvagie? Ricordate ciò che disse il profeta Michea: "Quando l'Assiro verrà nel nostro paese e metterà piede nei nostri palazzi, noi gli opporremo sette pastori e otto principi del popolo" (Michea 5:4). L' "Assiro" rappresenta le nazioni del "re del settentrione" che occupano quello che un tempo fu il territorio dell'impero assiro-babilonese. I "sette pastori" sono i discepoli di Cristo "eletti" per il regno di Dio, che sono anche "principi". Quando Gesù diventerà re del regno di Dio, questi "principi" avranno un ruolo fondamentale nell'offrire riparo e protezione durante i tempi difficili che verranno. "Ecco, un re (Gesù) regnerà secondo giustizia e, quanto ai principi, governeranno con equità. Quell'uomo (il principe) sarà come un riparo dal vento, come un rifugio contro l'uragano, come dei corsi d'acqua in luogo arido, come l'ombra di una gran roccia in una terra riarsa". Questi stessi sono pure prefigurati dai "sette" familiari di Noè che lo aiutarono nella costruzione dell'arca e nel prendersi cura degli animali che vi entrarono. In qualità di "servo fedele e prudente", provvedono il cibo spirituale a suo tempo agli altri credenti (Matteo 24:45).

Gesù disse che, mentre i suoi fedeli seguaci avrebbero goduto della protezione fisica e spirituale del Padre, le persone ipocrite, che vogliono apparire buone e giuste quando in realtà sono cattive e ingiuste, saranno smascherate (Luca 12:1-7). Isaia predice che, allorché "tutte le cose nascoste saranno portate alla luce", "lo scellerato non sarà più chiamato nobile e l'impostore non sarà più chiamato magnanimo", come troppo spesso avviene (Isaia 32:1,2,5). La "Parola di Dio", Gesù Cristo, renderà manifeste a tutti le opere malvagie che, ancor oggi, si compiono in segreto e nessuno potrà più nascondersi dietro un'apparenza di "santità", come cerca di fare, anche in questi giorni, l'infedele Stato d'Israele. Ma presto, a partire dal 4 aprile, non sarà più così. "Babilonia la grande" sarà smascherata agli occhi di tutti per quello che è: una spudorata prostituta che commette immoralità spirituale con le nazioni del mondo, e per questo sarà distrutta (Apocalisse 17). In seguito anche il resto dell'umanità lontana da Dio sarà raggiunta dal Suo giudizio. Per quanto possa cercare di nascondersi, non sarà risparmiata (Apocalisse 6:12-16; 19:11-21).

Che dire di voi? Da che parte state? Se avete fede in Dio e Lo amate incondizionatamente, non avete nulla da temere. Cercate rifugio in Dio, seguendo la guida spirituale dei "pastori" che Lui ha provveduto per la vostra protezione! Come riconoscerli? Per prima cosa devono essere guidati dallo Spirito Santo di Dio. E Dio dona il Suo Spirito solo a chi si sforza sinceramente di fare la Sua volontà. Poi dovrebbero offrire una guida in armonia con la verità rivelata di Dio contenuta nella Bibbia. A prescindere dalla religione che seguite, chiedetevi se i vostri "pastori" vi avvicinano davvero a Dio e rafforzano la vostra fede in Lui. In caso contrario, sono "guide cieche", come disse Gesù, e non vi sosterranno nei tempi difficili (Matteo 15:14).

Soprattutto assicuratevi di avere sempre un cuore puro, che sia "bello" agli occhi di Dio quando Gesù inizierà a giudicare secondo giustizia. Se avete una condotta "ipocrita", questo è il tempo di mettere le cose a posto. "L' opera di ciascuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo (o "giorno del Signore" Gesù nel potere del regno) la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno". Nell'Apocalisse Gesù ci ricorda che egli è  "colui che scruta i reni e i cuori (il nostro io più profondo)" e 'darà a ciascuno secondo le sue opere' (1 Corinti 3:13; 1 Timoteo 5:24,25; Apocalisse 2:23). Dal 4 aprile ognuno riceverà la giusta ricompensa in base a ciò che è veramente. Possa Dio avere misericordia di noi e continuare a benedirci in eterno nel Suo infinito amore!

Cosa significa la "Pasqua" per voi?


Milioni di persone in tutto il mondo, ogni anno, celebrano la Pasqua, anche se in modi diversi. Come sempre, personalmente rispetto qualunque idea o credo religioso e non intendo criticare chi non la pensa come me. Tuttavia, credo sia importante analizzare, da un punto di vista strettamente biblico, quale sia il "significato" che la "Pasqua" dovrebbe avere, non per i cristiani in generale, ma particolarmente per noi che stiamo vivendo in questo periodo della storia. 

La Pasqua fu celebrata la prima volta, su indicazione di Dio stesso, quando gli ebrei che vivevano in Egitto al tempo di Mosè si preparavano ad essere liberati. Dio aveva mandato ben "nove" piaghe, o calamità, su quella nazione ostile e, prima di mandare l'ultima e definitiva piaga, che avrebbe sancito la fine della lunga schiavitù, comandò che il Suo "popolo" celebrasse la Pasqua appunto, per ricordare il lieto "evento". La parola  "pasqua" deriva da un verbo ebraico che significa letteralmente: "passare oltre", "risparmiare", con riferimento all'angelo "sterminatore" che sarebbe "passato oltre" le case ebree contrassegnate dal sangue di un agnello, risparmiando i loro occupanti (Esodo 12:11-13).

Lo scenario delle "dieci piaghe" prefigura, come abbiamo visto in precedenza, in particolare, la serie di giudizi che i "due testimoni" dell'Apocalisse pronunceranno contro "Babilonia la grande" per tre anni e mezzo a partire dal 4 aprile prossimo (Apocalisse 11:3,6). Ma trova anche corrispondenza profetica nella "grande tribolazione" che durerà "sette anni", coinvolgendo soprattutto l' "infedele"  Israele (Matteo 24:21). Proprio come le "piaghe d'Egitto" non coinvolsero direttamente gli ebrei fedeli di allora, le moderne "piaghe", o calamità annunciate, che cominceranno presto, non colpiranno in primo luogo gli ebrei fedeli e tutti coloro che servono Dio fedelmente. 

Ma a cosa corrisponde oggi la "Pasqua" ebraica? L'apostolo Paolo spiega che "Cristo" è "la nostra Pasqua", in quanto il suo corpo senza peccato era prefigurato dal pane azzimo, o senza lievito, che si consumava durante la festa (1 Corinti 5:7). Come rivelò Gesù stesso in occasione della sua ultima Pasqua con gli apostoli, il  "pane" e il "vino" pasquali avrebbero rappresentato, da quel momento in poi, il suo "corpo" e il suo "sangue" riservati per l'estremo sacrificio a favore di tutta l'umanità (Matteo 26:26-28). In questo senso la "pasqua" ebraica, come il resto della "legge" mosaica, era un' "ombra", o proiezione, di una realtà piu grande, cioè Cristo (Colossesi 2:17; Ebrei 10:1). E, dal momento in cui quella "realtà" è  apparsa, non c'è stato più motivo di continuare ad "osservare" l'"ombra". In altre parole, non è più necessario, o vincolante, osservare particolari "giorni" per celebrare determinate feste o ricorrenze, così come facevano gli antichi ebrei (Galati 4:10).

In quella famosa "ultima cena" di Pasqua, Gesù offrì il "pane" e il "vino" agli apostoli con i quali avrebbe condiviso il regno celeste e comandò di continuare a farlo "in memoria di" lui fino al suo "ritorno" per giudicare il mondo intero e separare le "pecore" dai "capri" (1 Corinti 11:23-26; Matteo 25:31,32). Poiché per la "legge" di Mosè solo i "sacerdoti" potevano partecipare ai "sacrifici" di "comunione", in virtù della speciale relazione che avevano con Dio, è ragionevole concludere che anche la "cena del Signore" sia riservata a coloro che saranno "re e sacerdoti" del regno di Dio. Solo questi "santi", o "eletti", infatti, partecipano al "corpo" e al "sangue di Cristo in un modo speciale, vivendo una vita di "sacrificio" simile alla sua e ricevendo infine un glorioso "corpo spirituale" esattamente come lui. Alla luce di quanto detto prima, e dal momento che nelle Scritture non è indicata una data precisa o un numero di volte prestabilito in cui celebrare la "comunione", l' "ultima cena" non dev'essere per forza celebrata il giorno della Pasqua ebraica, o in un altro giorno determinato, ma in qualsiasi periodo dell'anno e tutte le volte che lo si desideri, ma sempre in armonia con la volontà di Dio. L'apostolo Giovanni vide in visione una "grande folla" di "ogni nazione, tribù, popolo, e lingua", che veniva fuori dalla "grande tribolazione" sulla base della loro fede nel "sangue dell'agnello", cioè nel sacrificio cruento di Gesù. Fra questi ci saranno evidentemente, non solo persone di tutte le nazioni che collaboreranno alla "restaurazione" di "Gerusalemme", divenendo "sudditi" terreni del regno, ma anche quegli ebrei fedeli e altri che saranno trovati idonei per "incontrare il Signore (Gesù) nell'aria", allorché li eleverà su "tutti i suoi averi" come suoi "coeredi". La profezia specifica che servono Dio "giorno e notte", ovvero regolarmente e di continuo, e non solo in date specifiche, ricordando il sacrificio di Cristo (Apocalisse 7:9-15).

Tutto questo ci insegna che,  proprio come l'antica Pasqua ebraica serviva a ricordare a quegli ebrei fedeli che Dio li aveva "risparmiati" da quelle piaghe, in virtù del "sangue dell'agnello", la nostra "Pasqua", il Signore Gesù, ci ricorda che potremo essere "risparmiati" dal subire fino in fondo i "giudizi" di Dio contro l'infedele Israele in virtù della nostra fede nel suo sacrificio propiziatorio. Se siamo stati "eletti" per il "regno", dovremmo continuare ad "annunciare la morte" del Signore, celebrando regolarmente l' "ultima cena", finché non tornerà, in un momento imprecisato dopo la fine della "settimana" di anni che sta per iniziare. Ma anche se non abbiamo tale speranza, dovremmo riflettere seriamente sull'immenso amore che Dio ha avuto per noi, inviandoci Suo Figlio. Grazie alla sua morte di sacrificio potremo presto essere liberati dalla schiavitù del peccato e della morte. Il 4 aprile inizierà una nuova "stagione" di "miracoli" e noi potremmo esserne testimoni e beneficiari! Ricordate le parole ispirate dell'apostolo: "Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16).

venerdì 15 marzo 2019

Siete pronti per i "nuovi cieli" e la "nuova terra"?



Il primo versetto della Bibbia, Genesi 1:1, è forse il brano più conosciuto al mondo, di importanza fondamentale. In esso è racchiusa l'origine della vita nell'universo. Infatti recita: "In principio Dio creò i cieli e la terra". In un arco di tempo imprecisato, probabilmente durato migliaia d'anni, suddiviso in sei "giorni", o periodi di tempo più brevi, il Creatore, diede origine e forma alla vita sul nostro pianeta. E al termine di ciascun "giorno" Dio constatava con soddisfazione che ciò che aveva creato era "molto buono", perfetto per i Suoi gusti. Al termine del sesto "giorno", iniziò il settimo "giorno", nel quale Dio si è "riposato", nel senso che ha smesso di creare a livello mondiale. Ma, come ho spiegato in precedenza, il settimo "giorno" sta per finire e il 4 aprile inizierà un nuovo "giorno", l' "ultimo" secondo la Bibbia, in cui ci sarà la "ricreazione" (Giovanni 6:39,40; Matteo 19:28). Promette Dio: "Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra". Pensate, noi stiamo per assistere a un cambiamento di portata mondiale, paragonabile, per importanza, solo al "principio" nel quale "Dio creò i cieli e la terra"! 

Ma di quali "nuovi cieli" e "nuova terra" sta parlando? Forse di un nuovo cielo letterale con nuove stelle o di un nuovo pianeta in cui dovremo andare a vivere? Risponde il Creatore stesso alla nostra domanda: "Io creo Gerusalemme per il gaudio e il suo popolo per la gioia". E più avanti parla della "discendenza" e del buon "nome" del Suo "popolo" ebraico (Isaia 65:17,18; 66:22). Dal contesto della profezia si comprende che si sta riferendo alla "restaurazione" di "Gerusalemme", di cui abbiamo parlato più volte. Quindi i "nuovi cieli" e "nuova terra" non vanno intesi in senso letterale. Quando nella Bibbia hanno valenza simbolica rappresentano rispettivamente "un nuovo governo" e una "nuova società di persone" suddita di quel governo. La profezia ebbe un primo adempimento allorché, dopo l'esilio babilonese, gli ebrei tornati in patria ricostruirono Gerusalemme. In questo senso Dio creò un "nuovi cieli", un nuovo governo, e "nuova terra", nuovi sudditi. 

Quando Gesù sarà intronizzato in cielo, il 4 aprile prossimo, e contestualmente saranno risuscitati i "santi" che faranno parte del regno, Dio inizierà a creare "nuovi cieli", il Suo governo celeste, che sarà al completo allorché gli ultimi "eletti" in vita sulla terra si uniranno ai loro "coeredi" celesti. Che dire della "nuova terra"? La sua "creazione" sarà completata dopo la "restaurazione" di Gerusalemme, allorché la città, e il resto della "terra promessa", saranno abitate dai sudditi fedeli del regno di Dio, gli ebrei rimpatriati e persone di tutte le nazioni al loro seguito. Ma la profezia indica che tale "creazione" comincerà molto prima. "Sion, non appena ha sentito le doglie, ha subito partorito i suoi figli", che formano il "paese", o la "nazione", nato "in una volta" (Isaia 65:8). Quando avverrà tutto ciò? Gesù disse che alcuni avvenimenti catastrofici, come guerre e terremoti, che avrebbero contrassegnato il suo "ritorno" in qualità di re del regno di Dio, sarebbero stati il "principio dei dolori" (Matteo 24:7,8). Allora, infatti, prima che Gerusalemme venga distrutta, saranno radunati (o "eletti") gli ultimi ebrei che torneranno a Dio. In seguito questi stessi rientreranno in patria per ricostruire la città insieme a persone di tutte le nazioni. Durante questo straordinario "giorno" di "ricreazione" avverranno su scala mondiale quei miracoli che il Figlio di Dio compì su scala ridotta quando era sulla terra: molte persone scomparse da tempo risusciteranno, non si morirà più di morte prematura e i "vecchi" torneranno giovani! Quest'ultimo aspetto lo si evince dalle seguenti parole: "Non ci sarà più, in avvenire, bimbo nato per pochi giorni, né vecchio che non compia il numero dei suoi anni; chi morirà a cent'anni morirà giovane e il peccatore sarà colpito dalla maledizione a cent'anni" (Isaia 65:20). Non stiamo parlando del tempo, ancora futuro, in cui "non ci sarà più la morte", ovvero dopo la battaglia finale di Armaghedon, quando "la tenda di Dio sarà con gli uomini" (Apocalisse 21:1-4). La profezia di Isaia parla invece del momento in cui Gesù tornerà "con i suoi angeli" per giudicare il mondo e 'maledirà', o condannerà a morte, quegli abitanti di Gerusalemme, ebrei e non, che non ne saranno degni. Alcuni saranno avanti negli anni per allora, ma sembreranno giovani. Anche quando il giudizio sarà eseguito di lì a poco, alcuni peccatori appariranno nel fiore degli anni! "Uno strepito esce dalla città, un clamore viene dal tempio. È la voce del Signore (YHWH), che dà la retribuzione ai suoi nemici" (Isaia 66:6,15-17,24). 

Tuttavia gli ebrei fedeli e i loro collaboratori gusteranno le gioie della "restaurazione". "Gioite, sì, esultate in eterno per quanto io sto per creare", dice Dio. "Io esulterò a motivo di Gerusalemme e gioirò del mio popolo; là non si udranno più voci di pianto né grida d'angoscia". "Essi costruiranno case e le abiteranno; pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto ... i miei eletti godranno a lungo l'opera delle loro mani. Non si affaticheranno invano, non avranno più figli per vederli morire all'improvviso; poiché saranno la discendenza dei benedetti del Signore (YHWH) e i loro rampolli staranno con essi ... Non si farà né male né danno su tutto il mio monte santo" (Isaia 65:18,19,21-23,25). 

Che dire di voi? Siete pronti per questi nuovi "cieli e terra" che Dio sta per creare? Nel Suo immenso amore il nostro Creatore ci indica come possiamo prepararci, in modo che possa posare su di noi il Suo sguardo di approvazione. "Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla mia parola" (Isaia 66:2). Sì, Dio cerca persone umili, che si sottomettano senza riserve alla Sua volontà; persone che si affliggano per le "cose detestabili" che si praticano all'interno dell'infedele Israele, uomini e donne che tremino, o mostrino profondo rispetto, per la Sua Parola. Vorreste essere anche voi fra i "molti popoli" che "andranno" verso la Gerusalemme "restaurata" per essere ammaestrati da Dio in persona sulle pendici del monte Sion? (Isaia 2:2,3). Allora chiedete anche voi a Dio 'chi dimorerà nella sua tenda, chi abiterà sul suo monte santo'. La risposta non si fa attendere. "Colui che è puro e agisce con giustizia e dice la verità come l'ha nel suo cuore; che non calunnia con la sua lingua, né fa male alcuno al suo vicino, né insulta il suo prossimo". Odia, inoltre, la cattiveria e ama la bontà. Mantiene la parola data e si comporta onestamente (Salmo 15). L'apostolo Pietro, riprendendo la profezia di Isaia, ci incoraggia ad avere una "condotta santa" e a compiere "opere di santa devozione". "Secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia. Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili nella pace" (2 Pietro 3:11-14).

Coloro che, al contrario, mostrano uno spirito ribelle e si rifiutano di ascoltare gli avvertimenti che Dio sta dando attraverso i Suoi "profeti", parteciperanno alle "piaghe" che colpiranno presto "Babilonia la grande" (Apocalisse 18:4). "Ma voi, che abbandonate il Signore (YHWH), che dimenticate il mio monte santo, ... io vi destino alla spada e vi piegherete tutti per essere scannati; poiché io ho chiamato e voi non avete risposto; ho parlato e voi non avete dato ascolto; ma avete fatto ciò che è male ai miei occhi e avete preferito ciò che mi dispiace" (Isaia 64:11,12). Presto i "cieli" e la "terra" che sono oggi in Israele, il suo governo corrotto e i suoi abitanti infedeli, saranno spazzati via insieme al resto del mondo dominato dal diavolo e lasceranno il posto alla "nuova creazione" di Dio. "Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi ... E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo presso Dio". Dopo la battaglia finale la "nuova Gerusalemme" scenderà sulla terra, nel senso che i governanti celesti del regno di Dio torneranno per vivere come esseri umani insieme ai suoi sudditi. Allora si adempiranno nel senso più ampio le promesse di Dio: "《Ecco, faccio nuove tutte le cose》. Poi mi disse: 《Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere》" (Apocalisse 21:1,2,5). 

Abitanti d'Israele, state ascoltando i "veri" profeti di Dio?



"Per tre misfatti d'Israele, anzi per quattro, io non revocherò la mia sentenza", dice Dio (Amos 2:6). I "peccati" dell'infedele Israele non sono pochi o sporadici, ma molti e ripetuti. In effetti, "i suoi peccati si sono ammassati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità" (Apocalisse 18:5). Nel Suo immenso amore, l' "Iddio d'Israele" ha "suscitato dei profeti" per avvertire gli abitanti d'Israele, ma essi si sono rifiutati di ascoltarli. Cercano perfino di renderli non idonei all'incarico e ordinano loro di non profetizzare! Soprattutto i suoi "capi politici" si ostinano a rifiutare il "destino" che li attende. "Veggente, vattene", dicono, "non profetizzare più" da noi! Preferiscono ascoltare i "falsi" profeti, i quali profetizzano falsamente che per Israele andrà sempre tutto bene e che non è necessario cambiare condotta.

Ma è Dio che ordina ai Suoi profeti di profetizzare su Gerusalemme, ed Egli non revocherà i Suoi giudizi. Se "il Signore, Dio (YHWH), parla, chi non profetizzerà?"  (Amos 2:11,12; 3:8; 6:12,13,15). Gli abitanti d'Israele farebbero invece bene a prestare ascolto al "messaggio" che i "veri" profeti di Dio stanno portando loro: "Ecco, il nemico è tutt'attorno al paese" (Amos 3:11). Come ho piu volte spiegato, ora il "re del settentrione" sta prendendo posizione contro Israele e presto circonderà completamente Gerusalemme, come avvertì Gesù. Sarebbe saggio "uscire" fin d'ora da "Babilonia", allontanandosi il più possibile dalla "zona di pericolo". Al più tardi, allorché gli eserciti "nemici" si accamperanno intorno alla città, dovrebbero essere almeno pronti a "fuggire ai monti" (Luca 21:20,21; Apocalisse 18:4). Quanti stanno prendendo a cuore l'avvertimento? In realtà nessuno di loro vorrebbe che Gerusalemme fosse distrutta, ma di fatto la stanno portando al disastro! "Voi volete allontanare il giorno del male, ma fate avvicinare il regno della violenza" (Amos 6:3). Quanti di loro sostengono, con le parole o con le azioni, le iniziative violente dello Stato d'Israele, per esempio, nel tentativo di imporre con la forza la sua egemonia sulle popolazioni limitrofe? 

Dio ci ricorda che non solo il Suo giudizio su Israele sarà eseguito, ma lo sarà molto presto. "La fine del mio popolo è matura", come frutta matura che di lì a poco dovrà essere raccolta. "Io non lo risparmierò più". A partire dal prossimo 4 aprile i profeti di Dio, i "due testimoni" dell'Apocalisse, dovranno profetizzare "vestiti di sacco", annunciando con la massima intensità la distruzione di Gerusalemme (Apocalisse 11:3). "Trasformerò le vostre feste in lutto e tutti i vostri canti in lamento; coprirò di sacchi tutti i fianchi e ogni testa sarà rasa. Il paese piomberà nel lutto come quando muore un figlio unico; la sua fine sarà come un giorno d'amerezza". Tutti coloro che saranno ancora all'interno della città quando Gerusalemme verrà attaccata faranno, mi dispiace dirlo, una brutta fine. "Percuoti i capitelli e siano scossi gli architravi! Spezzali sul capo di tutti quanti, e io ucciderò il resto con la spada! Nessuno di loro si salverà, nessuno di essi scamperà" (Amos 8:10; 9:1). 

Questo non significa che tutti gli ebrei saranno sterminati. Il "regno colpevole" sarà sterminato, lo Stato d'Israele in quanto istituzione politica e religiosa e tutti i suoi abitanti che lo sostengono. "Tuttavia, io non distruggerò interamente la casa di Giacobbe". Come sappiamo, un "rimanente" ubbidiente, che tornerà a Dio in tempo, sarà risparmiato e 'ricostruirà le città desolate e le abiterà; pianterà vigne e ne berrà il vino; coltiverà guardini e ne mangerà i frutti' (Amos 9:8,14). Sarete anche voi fra questi superstiti? Ascoltate i profeti che Dio vi sta mandando, prendete a cuore questo avvertimento e possa l'Iddio d'Israele benedire gli sforzi che compirete per servirlo!