lunedì 1 luglio 2019

"Nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà" (Matteo 24:44) - Prima parte


"Il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno pieno" (Proverbi 4:18). Questo versetto dimostra che, se siamo fra i "giusti" dal punto di vista di Dio, vedremo la Sua "luce" spirituale sempre più splendente. In altre parole, Dio ci concede la "luce" (o comprensione) delle Sue profezie in modo graduale e in crescendo. Perciò potrebbe capitare che, al momento, non comprendiamo pienamente come si adempiranno, ma a suo tempo lo sapremo. Forse, man mano che riceviamo più "luce", dovremo correggere qualche "intendimento" precedente. Se capita, non significa necessariamente che siamo "falsi profeti". Secondo le Scritture, i "falsi profeti" si riconoscono perché o allontanano dalla vera adorazione di Dio o profetizzano profezie che non si avverano (Deuteronomio 18:20-22). Ma, se prima del loro presunto adempimento, si correggono e profetizzano secondo il nuovo "intendimento", in armonia con la volontà di Dio, allora sono fra i "giusti" di cui parla il proverbio biblico. 

Proprio ieri, grazie allo Spirito di Dio, ho avuto una migliore comprensione di alcune profezie che avevamo già considerato. Ci sono importanti novità! Il profeta Gioele descrive figurativamente i "nemici" che invaderanno presto Israele, uno dopo l'altro: il "grillo", la "cavalletta", la "locusta" e il "bruco", definendoli complessivamente 'il grande esercito mandato contro di loro', nel senso che Dio permetterà loro di devastare la nazione per punirla a causa della sua infedeltà (Gioele 1:4; 2:25). A un certo punto però parla di "un popolo forte e innumerevole", o "numeroso e potente, quale non s'è mai visto prima", con i "denti di leone", fatto di "cavalli" e "cavalieri", che mette paura ai "popoli", devastante "come la fiamma che brucia la stoppia". Una descrizione straordinariamente simile la troviamo nell'Apocalisse, dove si parla di un numerosissimo esercito di "soldati a cavallo" con "teste simili a leoni" e dalla cui bocca esce "fuoco, fumo e zolfo" (Gioele 1:6; 2:2-6; Apocalisse 9:16,17). 
Si riferiscono allo stesso potente  "nemico" di Israele, ovvero la Turchia con i suoi alleati, che, come abbiamo visto anche nel post precedente, nel prossimo futuro si espanderà in modo rapido, imponendosi con la forza in tutto il mondo. Sarà lei che alla fine, dopo l'invasione da parte di Palestinesi, "Assiri" e alleati, distruggerà Gerusalemme in modo definitivo come col "fuoco". Attraverso loro Dio farà venire il Suo "giorno" contro la nazione infedele. Ma prima del suo letale "intervento", dovrà accadere qualcosa di inaspettato. Il profeta rivela che "davanti a loro (o prima di loro) la terra trema, i cieli sono scossi, il sole e la luna si oscurano, le stelle perdono il loro splendore", perché "il Signore (YHWH) fa sentire la sua voce" (Gioele 2:10,11). Non vi ricorda un'altra profezia? "Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria" (Matteo 24:29,30). Come abbiamo già considerato in precedenza, quegli straordinari "fenomeni celesti", che fra poco approfondiremo, si verificheranno in concomitanza con il "ritorno" visibile del Signore Gesù per giudicare in modo definitivo l'umanità, separando, per così dire, le "pecore" dai "capri" (Matteo 25:31-46). 

Fino a qualche giorno fa pensavo che questo speciale "evento" si sarebbe verificato dopo la fine dell'attuale "settimana" di anni iniziata il 4 aprile scorso, e dopo la "restaurazione" di Gerusalemme. Ma queste profezie parallele dimostrano che Gesù tornerà molto prima di quanto ci saremmo aspettati, con l'arrivo dell'esercito turco a Gerusalemme. Ecco perché il Signore ci avvertì: "Siate pronti; perché, nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo (cioè lui) verrà"! (Matteo 24:44). 
In cosa consistono questi "fenomeni celesti"? Nella Bibbia di solito le profezie hanno un triplice adempimento: letterale, simbolico e spirituale. Al momento non sappiamo in che modo si adempirà questa profezia letteralmente, ma sicuramente si avvererà in senso simbolico e spirituale. L'espressione "cielo" o "cieli" spesso stanno a indicare i governi che esercitano il loro dominio sulla "terra", ovvero sulla popolazione. Altre volte le "stelle" rappresentano creature spirituali. La parallela profezia di Daniele ci aiuta a capire questi aspetti. Dice che il "piccolo corno" (la Turchia appunto) "crebbe fino a raggiungere l'esercito del cielo; fece cadere a terra una parte di quell'esercito e delle stelle, e le calpestò. Si innalzò fino al capo di quell'esercito, gli tolse il sacrificio quotidiano e sconvolse il luogo del suo santuario" (Daniele 8:10,11). Più avanti, sempre Daniele, con altre parole, spiega che "il sacrificio quotidiano" sarà tolto e il "santuario" sconvolto allorché Gerusalemme sarà distrutta a metà della "settantesima settimana" di anni (Daniele 9:26,27;11:31). 

Ma a chi sarà tolto quel "sacrificio" e il "santuario" di chi sarà profanato? Dell'Iddio d'Israele, che ha già rigettato l'adorazione ipocrita della nazione? Il Suo "tempio", o "santuario", è ora principalmente spirituale, anche se una parte è ancora legata al "popolo" ebraico. Certo, negli attuali luoghi di culto di Gerusalemme, non si adora Dio come Lui desidera, per cui quello che vi si 'sacrifica' non è a Dio. Piuttosto sono gli ebrei i veri "proprietari" dei loro "templi" e l'adorazione che vi praticano è autoreferenziale. Quindi a loro sarà tolta la possibilità di praticare la religione quando la città e i suoi luoghi di culto saranno distrutti. Sono loro, ovvero i "capi" politici e religiosi di Israele, il "capo" dell' "esercito" di "stelle" che sarà in parte gettato a terra e 'calpestato'. Da questo deduciamo l'adempimento simbolico delle parole di Gioele, Daniele e Gesù riguardo al "cielo", o alle "stelle", che perdono parte della loro luminosità. In altre parole, i "luminari" della nazione, che pretendono di guidarla con la loro "luce", brancoleranno al buio, non sapendo che pesci prendere, quando turchi e alleati invaderanno Israele. Il proverbio menzionato prima, dopo aver parlato del "sentiero dei giusti" sempre più illuminato, dice che "la via degli empi è come il buio; essi non scorgono ciò che li farà cadere" (Proverbi 4:19). Sì, nemmeno quando saranno sotto attacco, quelle "star" nazionali capiranno che la loro fine sarà vicina! 

A conferma di questa interpretazione, ci sono altri particolari della profezia dell'Apocalisse. L'apostolo Giovanni precisa che, al momento stabilito, gli "angeli che sono legati sul gran fiume Eufrate" saranno sciolti, nel senso che permetteranno l'avanzata dell'esercito proveniente dall'altra parte del fiume, cioè dalla Turchia appunto. E aggiunge che quei "quattro angeli" dovranno "uccidere la terza parte degli uomini". In realtà lo faranno indirettamente, attraverso questo anomalo "esercito" di cavalleria. Dal loro "fuoco, fumo e zolfo", infatti, "un terzo degli uomini" sarà ucciso (Apocalisse 10:15,18). Un altro brano dell'Apocalisse riferisce che "un terzo" della "terra" e degli esseri viventi sarà ucciso, che "molti uomini" moriranno, e che la luce di "sole", "luna" e "stelle" diminuirà "di un terzo" (Apocalisse 8:7-12). Non descrive lo stesso avvenimento con parole diverse? Ma chi rappresenta questo "terzo" che sarà ucciso o adombrato? Il profeta Isaia risponde: "In quel giorno Israele sarà terzo con l'Egitto e con l'Assiria" (Isaia 19:24). Come abbiamo già considerato, l' "Egitto" rappresenta profeticamente gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali, o "re del mezzogiorno", mentre l' "Assiria", il "re del settentrione", ovvero tutte quelle nazioni antagoniste alle potenze occidentali a nord di Israele. D'altra parte Israele è "un terzo" rispetto alle altre due parti del mondo. "Il terzo" che subirà l'ira di quell'esercito "nemico" è proprio la nazione di Israele con i suoi abitanti e i suoi "luminari". 

Gesù predisse che questi "fenomeni celesti" si verificheranno "immediatamente dopo" la "grande tribolazione", ma anche prima della distruzione di Gerusalemme ad opera dei turchi. Questo ci fa capire che quella "tribolazione", ufficialmente iniziata il 4 aprile scorso, non durerà "sette anni", come credevamo. Gesù stesso ammise: "a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati" (Matteo 24:22). "Abbreviati" (o accorciati) rispetto al periodo che si poteva immaginare, "sette anni", in ricordo, per esempio, dei "sette tempi" della profezia di Daniele o dei "sette anni" di "vacche magre" del sogno del faraone. Ma di quanto sarà "abbreviata" la "grande tribolazione"? Il numero di giorni preciso non ci è noto, ma possiamo farcene un'idea. Dopo aver descritto quei "fenomeni celesti", Gesù ci dà un'indicazione di quando "tornerà" visibilmente. Disse: "Imparate dal fico questa similitudine: quando già i suoi rami di fanno teneri e mettono le foglie, voi sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose (compresi i "fenomeni celesti"), sappiate che egli è vicino, proprio alle porte" (Matteo 24:32,33).

(Continua qui)

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